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Il sogno di Orazio, ecco una vera anima per l'Expo

Quella che vi sto per raccontare è la storia di un angelo matto. Di un sognatore, di uno che sa dove vuole andare, perché ha dentro "il sogno della giovinezza". Orazio Schelfi lo conosco da una ventina di anni. Da quando scendeva dalle malghe sul Monte Baldo per vendere il suo Primo Fiore, un formaggio straordinario, di cui è rimasto pressoché l'unico produttore. 
Ma come in tutte le cose italiane non ha sempre avuto vita facile per affermare il suo prodotto: la burocrazia complica la vita, anche se, colpo di fortuna, un bel dì, nella sua malga arriva nientemeno che il presidente della Repubblica Ciampi. E il suo Primo Fiore torna alla ribalta delle cronache. 
Ieri l'altro, dopo tanto tempo, sono tornato a trovarlo, in Trentino, sugli altipiani di Brentonico, località Festa, ed ho visto quello che san Benedetto avrebbe definito «l'eroico che diventa quotidiano». Orazio ha 48 anni, sette figli, un caseificio dove lavorano con determinazione, ma soprattutto un'azienda agrituristica, con sette camere, una sala da pranzo e una teoria di situazioni per l'accoglienza, costruite pezzo dopo pezzo, nei lunghi inverni di montagna, con i suoi figli. 
C'è una sala, che io battezzerei proprio del sogno della giovinezza, dove spunta un albero di ciliegio. Ed è il ciliegio dove lui giocava e sognava. Anche il figlio più piccolo un giorno gli ha detto: «Ma se scende tanta neve come facciamo a uscire di casa e andare dalle bastie?». E Orazio gli ha chiesto: «Tu cosa dici?». Detto fatto hanno costruito un tunnel bellissimo, di pietra, che diventerà presto un percorso, che collega l'azienda al caseificio, secondo le tecniche di scavo usate durante le due grandi guerre. 
Orazio si sveglia alle 4 del mattino per andare nei mercati a vendere il formaggio, mentre la moglie Miriam segue la famiglia, l'agriturismo e accudisce la suocera che ha 80 anni. La quale dice che è felice, solo felice nel vedere i frutti: ha 18 nipoti e un pronipote. Ma Orazio, che nel fisico e nella fierezza dello sguardo assomiglia a suo padre (il sogno della giovinezza) ritratto in Egitto su un cammello, ha voluto portare i suoi saperi a Lima, in Perù, dove ha insegnato a fare il formaggio e a gestire un caseificio, prendendosi del tempo, per quello che si può definire un personale impeto missionario. 
Perché racconto questa storia che mi ha letteralmente sbaccalito? Perché ho mangiato bene in quell'agriturismo, e poi ho dormito nel silenzio di un sabato d'autunno immerso nella natura e nei castagni? No, anche se tutto questo è accaduto. Parlo di Orazio, innanzitutto, perché in poco tempo mi ha fatto vedere la forza della famiglia italiana, che è memoria, solidarietà, ingegno, capacità di restituzione. Sogno. L'anima dell'Expo, cui tanto si parla, sta dentro a queste storie: il nostro essere, la nostra Italia, che è fatta per andar nel mondo. Che storia fantastica.
avvenire.it

Il raggio di sole dell'agriturismo nell'estate italiana più nera

Ormai è certo, l'estate italiana dal punto di vista del giro d'affari turistico è stata un disastro. Colpa del maltempo, certo, ma anche ovviamente del morso della crisi che non accenna a diminuire di intensità.
Stando ad Unioncamere, il risultato è semplice e drammatico: l'estate italiana si è chiusa con un calo dei pernottamenti del -5,6% a luglio e del -3,8% ad agosto e il 48% delle imprese che dichiara una diminuzione degli affari nei mesi estivi (a fronte del 42,7% che registra sostanziale stabilità e del 9,2% che mette a segno un aumento rispetto all'estate 2013). Una situazione che, a ben vedere, si deve anche alla difficoltà del Paese di posizionarsi sui mercati in modo innovativo, offrendo prodotti di svago aggiuntivi e fortemente qualificanti che possano superare le "intemperie".
Diversa, sembra, è la situazione dell'agriturismo che in qualche modo si è difeso, seppur soffrendo anch'esso degli effetti della congiuntura difficile. Stando a Coldiretti-Terranostra, per esempio, più di quattro famiglie italiane su dieci avrebbero deciso di andare in vacanza con meno di 500 euro a persona per l'estate 2014. Con una sola meta: un'azienda agrituristica in grado di offrire serenità e buona tavola a prezzi abbordabili. Sempre stando alle previsioni, di fatto realizzate, dei coltivatori, meno di un italiano in vacanza su tre ha preferito l'albergo e il 3% un agriturismo.
Ma non basta, perché la difficile estate degli italiani ha colpito pure l'industria alimentare che – ha fatto ancora notare Coldiretti – è il solo settore produttivo a far registrare una riduzione con un calo dell'1,3% in termini di produzione ad agosto rispetto a luglio 2014. Colpa, appunto, dell'andamento negativo delle vacanze degli italiani, che hanno tagliato il budget di spesa anche per gli alimentari mentre alcuni prodotti tipicamente stagionali hanno fatto registrare un calo dei consumi a causa del maltempo.
A poco, a questo punto, è servito un settembre più favorevole dal punto di vista climatico. Sempre secondo i coltivatori diretti, nello scorso mese, quasi la metà degli italiani ha partecipato a sagre e feste di paese, ma sempre con uno spirito improntato al gran risparmio e al ritorno alle cose semplici e buone e soprattutto poco costose.
Insomma, clima e pochi soldi indicano una sola strada: trovare nuovi modi per attirare consumatori. Da questo punto di vista ha ragione Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, che ha commentato: «Nell'era di Internet e della globalizzazione, occorre rendersi conto che l'offerta turistica tradizionale non basta più». Il difficile è dare seguito a questa constatazione. E forse proprio dall'agriturismo
può arrivare qualche suggerimento.
avvenire.it

Minicaseifici, novità nel mercato agroalimentare


Cambia ancora la geografia della distribuzione alimentare nazionale. Oltre alla ormai consueta tendenza che vede diminuire i punti vendita tradizionali, le ultime rilevazioni fanno annotare nuove forme di distribuzione e vendita che, seppur ancora tutto sommato sperimentali, devono tenere desta l’attenzione dei produttori.
È il caso dei minicaseifici: strutture di effettiva produzione di formaggi e latticini che in genere, però, sono poste all’interno di ristoranti e che quindi consentono un consumo pressoché immediato dei prodotti. Del fenomeno se ne è parlato nel corso dell’edizione 2014 di "Expocasearia", la manifestazione dedicata alla trasformazione del latte nata dalla crescita delle Fiere zootecniche internazionali di Cremona.
Fenomeno di nicchia, ovviamente, quello dei minicaseifici: nasce di fatto dall’abitudine ormai consolidata di andare a cercare la genuinità degli alimenti e, se possibile, vederli addirittura produrre. Un po’ moda un po’ necessità, dunque, che tuttavia sta condizionando una certa parte del consumo alimentare nazionale. Ad oggi, si parla di circa 3.000-3.500 minicaseifici attivi in Italia, una realtà in continua crescita che si sta allargando, come si è detto, anche alla ristorazione: locali attrezzati con piccoli laboratori di produzione hanno aperto da Milano ad Aversa, dal Salento alla Val di Fassa. Si tratta di piccoli laboratori artigianali capaci di produrre e servire in tempo reale, mostrando tutte le fasi di lavorazione, formaggi molli (stracchini, caciotta, formaggi a crosta fiorita), a pasta filata (mozzarella, caciocavallo) e ricotte. Ciò che rende interessante il settore - spiega una nota -, è che le trasformazioni casearie non prediligono solo gli storici formaggi stagionati ma riguardano anche i formaggi freschi, erborinati, muffettati, lo yogurt e perfino il gelato.
Certo, si tratta pur sempre di strutture che devono rispettare tutte le norme igienico-sanitarie e che possono essere avviate solamente con investimenti corposi (dai 35 ai 70mila euro solo per le parti tecnologiche), ma a quanto pare anche per questa strada può passare l’espansione del mercato agroalimentare nostrano. Che, intanto, conferma alcune tendenze di fondo. Secondo un’analisi Coldiretti sugli ultimi dati Istat disponibili, c’è stato un calo del 3,7% per il commercio alimentare in generale con il crollo degli acquisti nelle piccole botteghe (-5,1%) e la riduzione della grande distribuzione (-3,2%) mentre tengono solamente i discount (+0,4%).
Numeri che vanno di pari passo con altri che definiscono ancora meglio la situazione: stando ad un’altra indagine Coldiretti/Censis, infatti, quasi un italiano su tre accumula in casa riserve alimentari come non avveniva dai tempi di guerra.
avvenire.it

Trivago, hotel italiani tra i più cari d'Europa

(ANSA) - ROMA, 30 OTT - Gli hotel italiani sono tra i più cari d'Europa, secondi solo a quelli francesi. Emerge da un'indagine dell'osservatorio trivago, che ha messo a confronto i prezzi degli hotel in Italia con 8 nazioni europee, scoprendo che i listini nostrani arrivano a una media di 144 euro a notte (il 121% in più della più economica Polonia). Secondo trivago nella classifica dominata dalla Francia (con una media di 152 euro a notte) il nostro Paese supera Regno Unito (139 euro), Germania (112) e Spagna (108). I prezzi dei 5 stelle in Italia arrivano a 325 euro di media, un balzo di ben 127% rispetto ai 4 stelle, il più alto tra i paesi analizzati.
    L'analisi di trivago mostra inoltre anche la presenza delle singole categorie alberghiere per nazione: in Italia, sul numero totale di hotel, ben il 56% appartiene alla categoria dei 3 stelle che hanno un prezzo medio di 99 euro a camera a notte, meno del Regno Unito e Francia. In Repubblica Ceca i 3 stelle raggiungono addirittura il 62% sul totale alberghiero, mentre è il Portogallo quello che detiene una percentuale più alta di hotel 4 e 5 stelle.

Wedding Tourism, nozze in Italia una moda da 315 milioni

di Cinzia Conti

Non solo George Clooney e Tom Cruise, non solo Salma Hayek e Kim Kardashian. Dal Veneto alla Puglia continua a crescere il numero di coppie straniere che sceglie l'Italia per celebrare il "grande giorno". E per rispondere a questa crescente domanda, il 12 e 13 novembre, Roma apre le porte ai buyer internazionali con la prima edizione della BMII - Borsa del Matrimonio in Italia, specializzata nel Wedding e Wedding Tourism.

Un settore in forte crescita capace di generare lo scorso anno - secondo JFC Tourism & Management - oltre 1 milione 221 mila presenze da 25 Paesi e un fatturato complessivo di 315 milioni di euro. E secondo i dati dell'osservatorio giornalistico internazionale Nathan l'Italia è il Paese leader al mondo in questo settore: dei 44 milioni di turisti che ogni anno visitano l'Italia, 352 mila - circa l'8% - lo fanno per motivi legati all'amore, cioè per sposalizi, anniversari o viaggi di nozze. La Francia è al secondo posto con 330 mila viaggiatori innamorati. Tra le location italiane più richieste per promettersi amore eterno ci sono Verona, la città di Romeo e Giulietta, Venezia, Firenze e Roma, la campagna senese, la costiera amalfitana con Capri, anche se la vera sorpresa è, da alcuni anni a questa parte, il Salento.

Su tutti sono gli inglesi a prediligere l'Italia, immediatamente seguiti da americani e russi. Non disdegnano giapponesi, irlandesi e arabi mentre i meno interessati sembrano essere i mediterranei, in particolare francesi e spagnoli. La scelta dell'Italia come luogo per celebrare il matrimonio limita ovviamente il numero dei partecipanti: solo in pochi casi si superano i 100 ospiti, mentre una buona quota di matrimoni non raccoglie più di 30 persone ma rimane alta comunque la spesa che difficilmente scende sotto i 51 mila euro.

Il matrimonio è quasi sempre da sogno e affidato a wedding planner o agenzie specializzate: Cina, Giappone, America, Russia sono quindi ormai clienti stabili per le imprese italiane di questo settore. Anche se sposarsi in Spagna o Grecia, con gli stessi servizi, costa mediamente circa il 15-18% in meno l'Italia - secondo JFC Tourism & Management - rappresenta in primis "storia e bellezze culturali" (16,3%) ma anche "fascino e luogo desiderato" (12,9%), senza tralasciare motivazioni legate al fattore "romanticismo e bellezza" (12%) e al "cibo" (11%). È importante anche il motivo del "racconto" dell'esperienza che hanno fatto amici o conoscenti che si sono sposati in Italia (10,5%) e il "paesaggio" (10%).

In testa alla classifica delle location spuntano castelli, agriturismi, ville, hotel e relais di lusso. Non mancano le richieste più bizzarre - e non sempre realizzabili - come la scalinata di piazza di Spagna o il Colosseo, piazza San Marco o Palazzo Vecchio. "Negli ultimi anni - dice Ottorino Duratorre, presidente di Romafiere, società organizzativa della BMII e specializzata in mostre e fiere di rilevanza nazionale come RomaSposa e Anteprima RomaSposa - il numero delle coppie di stranieri che scelgono l'Italia per coronare il loro sogno d'amore è in costante aumento, la previsione stimata dell'ultimo anno registra una crescita del 10%. In fiera ci saranno 60/80 buyer internazionali e 120 seller italiani".
ansa

La sicurezza in volo? Te la spiegano Lo Hobbit

In partenza per la Nuova Zelanda? Per una volta non perdetevi nemmno un secondo delle istruzioni per la sicurezza in volo e attenzione: potreste trovarvi in mezzo ad aquile giganti, orchi, maghi, elfi e nani. E' il nuovo appassionante video per la sicurezza in volo dell'Air New Zealand in tema Hobbit, realizzato in occasione dell’uscita del terzo episodio della saga, Lo Hobbit: la Battaglia delle Cinque Armate.

Stavolta per spiegare come allacciare le cinture e mettere le mascherine per l'ossigeno si scomodano niente di meno che Sylvester McCoy (Radagast), Elijah Wood (Frodo) e lo stesso regista Peter Jackson per "il video sulla sicurezza in volo più epico mai realizzato".