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Volare, ecco i mesi e i giorni con meno "traffico"

Odiate le code e gli affollamenti, gli aerei pieni come scatolette di acciughe? Evitare qualche disagio si può prenotando la partenza un giorno piuttosto che un altro. Ecco da Kayak.it una miniguida per farsi un'idea di quali sono i mesi e i giorni della settimana più tranquilli.

I mesi più trafficatiIl numero di persone che programmano una fuga dalle calde città italiane aumenta esponenzialmente in estate, con molti voli pianificati tra i mesi di giugno e agosto. Agli italiani che desiderano evitare le code è sconsigliato mettersi in viaggio nel mese di agosto, il più trafficato dell’anno e, se ne hanno la possibilità, dovrebbero, invece, prendere in considerazione il mese di aprile. Tuttavia, chi opta per la partenza a inizio primavera deve considerare che la disponibilità di voli nel mese “del dolce dormire” potrebbe essere limitata, poiché un gran numero di voli charter opera solo durante i mesi estivi.
Classifica dei mesi più trafficati
Posizione        Mese
    1                     agosto
    2                     luglio
    3                     giugno
    4                     settembre  
    5                     ottobre
    6                     gennaio
    7                     marzo
    8                     dicembre    9                     novembre  10                     febbraio  11                     maggio  12                     aprile

Le settimane più trafficate
Chi sogna una vacanza rilassante dovrebbe optare per partenze strategiche tenendo in considerazione che le ultime due settimane di ogni mese sono solitamente le più trafficate. Per evitare affollamenti, dunque, le prime due settimane del mese sono quelle in assoluto da preferire.

Classifica delle settimane più trafficate
Posizione                   Settimana del mese
    1                                           3/a
    2                                           4/a
    3                                           1/a
    4                                           2/a

I giorni più trafficatiPer chi ha particolare flessibilità nella scelta dei giorni della partenza e vuole viaggiare nel momento più tranquillo, i dati di KAYAK.it consigliano di evitare il weekend - ovvero sabato, domenica e lunedì- i giorni generalmente prediletti da chi programma vacanze brevi.

Classifica dei giorni più trafficati
Giorno della settimana               Posizione
domenica                                           1lunedì                                                 2sabato                                                3venerdì                                              4mercoledì                                          5giovedì                                               6martedì                                              7


Uno sguardo all’Europa
L’estate si rivela essere il periodo più trafficato tra le nuvole non solo per gli abitanti del Bel Paese, ma per tutti i viaggiatori europei. Nella maggior parte dei paesi, aprile è il mese più tranquillo, fatta eccezione per la Spagna, dove il mese migliore per prendere un volo è maggio. Se il periodo di metà settimana rappresenta il momento più tranquillo per la maggior parte dei paesi, la Germania rappresenta un’eccezione: qui, infatti, i giorni migliori sono verso la fine della settimana, ovvero venerdì e sabato.
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8 autori per 8 viaggi in Italia

di Stefano Giantin

Può accadere che attraverso un singolo viaggio in una cittadina italiana, fisico e reale, se ne possano compiere contemporaneamente altri otto in altrettante perle del Belpaese, viaggi immaginari ma non meno coinvolgenti. Può accadere e accadrà a Pordenone, il prossimo 18 settembre, nell'ambito del festival Pordenonelegge, che quest'anno ospiterà una nuova iniziativa, significativamente battezzata 'Viaggio in Italia con Pordenonelegge', titolo ispirato all'opera di Goethe.

    Protagonisti dell'evento, otto grandi autori che descriveranno al pubblico altrettanti luoghi simbolo d'Italia in una rassegna, quest'anno arrivata alla sedicesima edizione, che ha scelto il tema del viaggiare fra i suoi leitmotiv, riprendendo il testimone dell'articolato progetto 'Pordenonelegge il territorio', avviato dalla Fondazione Pordenonelegge.it con TurismoFvg.

    A raccontare le bellezze del centro di Roma sarà la scrittrice e giornalista Sandra Petrignani, 'piacentina per caso' da padre romano di discendenza umbra e madre napoletana, all'attivo libri, romanzi e radiodrammi. Il maestoso Po sarà invece descritto da Guido Conti, che nel 2013 vinse il Premio Carlo Levi proprio con il suo 'Il grande fiume Po: una storia da raccontare'. Il saggista e critico letterario Massimo Onofri condurrà invece i visitatori di Pordenonelegge alla scoperta dellaSardegna.

    Non poteva essere che Mauro Corona il cicerone degli appassionati di libri, cultura e montagna. Scelta praticamente obbligata anche per raccontare Venezia, che si materializzerà davanti agli occhi del pubblico grazie alle parole del poeta, scrittore e drammaturgo Tiziano Scarpa. La 'guida' attraverso Torino sarà invece Giuseppe Culicchia, mentre il fascino di Napoli sarà rappresentato da Antonio Pascale. Infine, Loredana Lipperini farà scoprire le Marche e la Val di Chienti.

Un filo rosso legherà tutti gli incontri di 'Viaggio in Italia', il focus su elementi marginali ma carichi di significato delle città e dei luoghi da raccontare, su memorie e scorci che possano restituire al pubblico una città, un fiume, una montagna per ciò che è in realtà, sottolineandone l'essenza.

    Pordenonelegge sarà inaugurata il 16 settembre dallo scrittore francese Daniel Pennac, mentre a un altro grande autore transalpino, Emmanuel Carrère, sarà consegnato il Premio FriulAdria 'La Storia in un Romanzo' per i legami dei suoi romanzi con la storia. La festa del libro coinvolgerà tra gli altri anche autori di riferimento della scena contemporanea, come David Leavitt, al festival in anteprima col romanzo 'I due hotel Francforts', l'olandese Michel Faber, l'austriaco Arno Geiger, l'iraniana Azar Nafisi, la canadese Ann-Marie MacDonald, l'irlandese John Boyne, la francese Florence Delay, la tunisina Azza Filali, lo svedese Carl-Johann Vallgren, l'ucraino Andrej Kurkov, l'inglese Adam Thirlwell, la serba Gordana Kuic, la nordcoreana Hyeonseo Lee, l'argentino Marcelo Figueras. Pordenonelegge 2015, che durerà fino al 20 settembre, è promosso dalla Fondazione Pordenonelegge.it a cura del direttore artistico Gian Mario Villalta, Alberto Garlini e Valentina Gasparet.
   
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Il testo del video messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon al Meeting di Rimini proiettato durante l’incontro inaugurale della XXXVI edizione

Message from UN Secretary General Ban Ki-moon
Greetings to all of you taking part in the 36th meeting for friendship amongst the peoples. Congratulations on such a spirited gathering with thousands of people of different faith, cultures, and traditions, uniting for friendship and peace. Our world today is marked by conflict, inequality, and growing divides. But everywhere I travel, I also see people fostering understanding, reconciliation, and hope. That is what brings you to Rimini. That is what will bring the world leaders, including His Holiness Pope Francis, to New York next month. In September we will adopt a new Sustainable Development Agenda to transform our world by the year 2030. Working together, we can do it. I believe in the power of people, ideals, and the human heart. I thank you for coming together to imagine a better world and to build it. Thank you.

Messaggio dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon
Desidero esprimere un cordiale saluto a tutti i partecipanti al 36° Meeting per l’amicizia fra i popoli e congratularmi per un incontro così animato, che vede la partecipazione di migliaia di persone di diverse fedi, culture, e tradizioni, unite per l’amicizia e la pace. Il nostro mondo di oggi è segnato da conflitti, disuguaglianze, e divari crescenti. Tuttavia, ovunque mi rechi, vedo anche persone che favoriscono la comprensione, la riconciliazione, e la speranza. Questo è ciò che vi porta a Rimini. E questo e ciò che porterà i leader mondiali, tra cui Sua Santità Papa Francesco, a New York il mese prossimo. A settembre adotteremo una nuova Agenda per lo sviluppo sostenibile al fine di trasformare il nostro mondo entro il 2030. Lavorando assieme, possiamo riuscirci. Io credo nella forza delle persone, degli ideali, e del cuore umano. Vi ringrazio per esservi riuniti al fine di immaginare un mondo migliore e per costruirlo insieme. Grazie.


comunicato stampa Segreteria Ufficio Stampa Meeting

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

In Norvegia sul treno che percorre regolarmente un braccio del fiordo più lungo del Paese


Una linea ferroviaria unica che attrae turisti da ogni parte del mondo, il cui tragitto offre alcuni degli scorci più selvaggi e spettacolari della Norvegia. In 20 chilometri che si percorrono in circa un’ora si possono ammirare fiumi che tagliano gole profonde, cascate roboanti che lambiscono le pareti ripide delle montagne innevate e fattorie montane arroccate sui pendii scoscesi. E’ la “Flåmsbana” (www.visitnorway.com), ferrovia che percorre il tratto fra Myrdal e Flåm, nel sud-ovest norvegese. Si insinua nel punto più interno dell'Aurlandfjord, un braccio del Sognefjiord, il più lungo del Paese, a 865 metri di altezza e rappresenta uno dei più bei viaggi in treno che l'Europa propone. Scorre su binari normali nella valle di Flam e il viaggio è fantastico sia d'estate che d'inverno. L'ideale è provare in entrambe le stagioni se ne avete la possibilità, dato che il paesaggio muta così radicalmente da rendere il viaggio un'esperienza completamente diversa. Se viaggiate d'inverno ricordate che le giornate sono corte e quindi assicuratevi che il vostro treno viaggi tra le 9 e le 16, durante appunto le ore di luce. All'infuori di questi orari potreste viaggiare durante l'oscurità, perdendo così parte della vista sul favoloso paesaggio lungo il tragitto. Per gli amanti di questo tipo di vacanza, altre linee panoramiche in Norvegia sono la Bergenbanen, la linea costiera Jaerbanen, la Rorosbanen, la Raumbanen e la Nordlandbanen.
(Adnkronos/Travelnews24.it)

Sicilia, Turismo: Regno Unito e Norvegia ci battono

turismoLa Norvegia si propone al mondo in sedici lingue, la Sicilia in due lingue, una delle quali è l’italiano. Non è certo l’unica ragione per la quale l’Isola, e l’Italia con essa, arranca in un settore che dovrebbe consentirgli di “stracciare” ben altri che la Norvegia. Le criticità sono tante e, di recente, sono state studiate e “contate” accuratamente. Il quadro che ne viene fuori, suscita rabbia ed impotenza, perché sembra mettere il bollo a carenze da tempo avvistate e mai affrontate.
Ma ecco i numeri della competività turistica. Per traporti, pulizia e prezzi, l’Italia occupa il 135esimo posto in una virtuale graduatoria mondiale. Stando a questo dato non si capisce, tuttavia, com’è che tanta gente arrivi in Italia. O meglio, si capisce e come: il Bel Paese offre il maggior numero di beni culturali e paesaggistici.
Torniamo ai numeri. L’Italia usa la rete con moderazione per richiamare turisti, e si trova perciò al 35esimo posto, ma crolla inesorabilmente in quanto ad efficacia marketing (123esimo posto).
La quota di mercato generata on line nel settore turistico arriva al 18 per cento, mentre l’Irlanda – per fare un solo esempio – raggiunge l’88 per cento (22 per cento la Francia, 26 la Spagna, 29 il Portogallo, 32 la Germania, 39 la Gran Bretagna).
Il Sud annovera, è bene ricordarlo, diciotto siti Unesco, delle eccellenze assolute, e quattro “immateriali”, tre dei quali siciliani (le “vare” di devozione nella settimana santa, lo zibibbo di Pantelleria, e l’opera dei pupi).
La Gran Bretagna, che annovera meno di un terzo di siti Unesco rispetto al Sud, e non può vantare eccellenze gastronomiche, paesaggistiche, né sole e spiagge, sfrutta magnificamente il marketing on line traendone grandi vantaggi. L’ultimo Rapporto del World Travel and Tourism Council traccia un quadro impietoso delle nostre criticità: i britannici vantano il 10,5 per cento del Pil dal turismo, 0,4 punti percentuali più dell’Italia. Da non crederci.
canicattiweb

Crimea: media russi, vini locali al Merano Winefestival

- MOSCA - Vetrina italiana per i vini di Crimea, la cui annessione da parte della Russia ha causato tensioni internazionali e fatto scattare le sanzioni occidentali: al Merano Winefestival, in programma a novembre, ci sara' spazio anche per le bottiglie di una grande casa vinicola crimeana, Massandra. Lo riferisce Ria Novosti citando l' ufficio stampa della stessa azienda, che a sua volta riporta le parole di Helmut Koecher, organizzatore dell'evento.
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Arancino siciliano protagonista a #Expo2015

L'arancino siciliano, raccontato e preparato sul palco del cluster Bio-Mediterraneo dallo Chef Rosario Umbriaco, arriva a Expo nel segno di Cerere. Prodotto tradizionale, la cui storia risale al Medioevo e si lega a quella di Federico II, l'"arancinu" o "arancina" deve il suo nome al colore arancio che assume la panatura dopo la frittura.
    Due le tipologie preparate insieme ai visitatori dallo Chef Umbriaco. Prima è toccato all'arancino tradizionale ennese, fatto con riso allo zafferano di Enna, piselli, stracotto di vitellone, estratto di pomodoro e parmigiano. Poi è stata la volta dell'"arancino a due strati di riso", composto all'esterno da uno strato con menta selvatica e zafferano e all'interno da uno con ricotta fresca, prezzemolo e pepe nero, con al centro un cuore di fonduta di piacentino Dop, un formaggio di pecora con grani di pepe e zafferano tipico della tradizione ennese. I visitatori hanno imparato "fare" gli arancini partecipando a tutte le fasi di preparazione, dalla cottura del condimento alla lavorazione del riso fino al passaggio nel pangrattato e alla frittura, rigorosamente a 190 gradi. "Questo è il segreto per far sì che gli arancini non si spacchino".(ANSA).
   
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Viaggio nella foresta austriaca, polmone verde di Expo

Le prime cose che colpiscono sono l'odore, l'aria pulita e la frescura. Muschio, terra e resina e tra i 5 e gli 8 gradi in meno rispetto all'esterno. E poi il verde chiaro delle foglie, tante e diverse, che si fonde con il marrone dei tronchi e il "multicolor" dei fiori. Non accade in un bosco alpino ma a Milano Rho, nel cuore dell'Expo, nel padiglione dell'Austria.


Un'idea che parte dal presupposto che l'aria sia l'elemento-alimento più essenziale per l'essere umano, visto che non ne possiamo fare a meno che per pochissimi minuti.
Volutamente si sono lasciati fuori climatizzazione e pannelli multimediali, si spiega tutto a voce e con delle grandi scritte a led: breathe (respira), eat (mangia)... E il "mini-polmone" austriaco hai dei numeri di tutto rispetto: sui 1000 metri di padiglione 560 sono di bosco (si è voluta mantenere la stessa proporzione che c'è in Austria dove 3,5 miliardi di alberi crescono su quasi il 50% del territorio). Ci sono 60 alberi, 12 mila piante forestali e piccoli arbusti per una superficie fogliare complessiva di 43.200 metri quadrati che producono 62,5 kg di ossigeno in un'ora. E cioè il necessario per 1800 persone all'ora. Contemporaneamente il bosco assorbe 92 kg di anitride carbonica al giorno.

Ci sono poi una serie di ventilatori e sistemi di nebulizzazione ad alta pressione che stimolano e supportano l'attività del bosco in modo che ottenga lo stesso rendimento di un ettaro di bosco in natura. Ma niente paura: il padiglione produce tutta l'energia di cui ha bisogno grazie a delle celle solari a colorante, le celle di Graetzel, che sfruttano anche la luce debole o artificiale trasformandola in corrente non fotoelettrica ma con un principio simile a quello della fotosintesi clorifilliana.
L'esperienza sensoriale coinvolge anche il gusto con il cibo, creato da chef stellati austriaci, partendo dalle materie prime dei boschi: pane di farina di legno e burro di cime di abete rosso.


La promozione dell'Austria, nel primo trimestre 2015 visitata da un totale di 182.800 italiani (+8,6%) con un totale di 465.700 pernottamenti (+9%) si svolgerà anche in vari luoghi di Milano. Tra le iniziative, c'è l'allestimento di un bivacco alpino in versione urbana, promosso dalla celebre Strada Alpina del Grossglockner, con proiezioni accompagnate dalle note della Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss. Dal 15 al 24 maggio e dal 15 al 27 giugno quattro tricicli decorati con i colori dei paesaggi salisburghesi distribuiranno 15.000 bottiglie d'acqua minerale che nasce dalle profondità dell'incontaminato scenario alpino del Parco Nazionale degli Alti Tauri. E in occasione della Giornata dell'Austria, il 26 giugno 2015, i Wiener Philharmoniker, diretta da Mariss Jansons, eseguiranno nel Teatro alla Scala la Sinfonia n. 3 di Gustav Mahler.

Tra le iniziative, c’è l’allestimento di un bivacco alpino in versione urbana, promosso dalla celebre Strada Alpina del Grossglockner, con proiezioni accompagnate dalle note della Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss.

Dal 15 al 24 maggio e dal 15 al 27 giugno quattro tricicli decorati con i colori dei paesaggi salisburghesi distribuiranno 15.000 bottiglie d’acqua minerale Gasteiner che nasce dalle profondità dell’incontaminato scenario alpino del Parco Nazionale degli Alti Tauri.

Sempre tra maggio e giungo, tre jumbotram con le immagini del Tirolo, della Carinzia e del Salisburghese passeranno per le vie di Milano e diffonderanno con colorate immagini esterne e interne atmosfere di vacanza.

E in occasione della Giornata dell’Austria, il 26 giugno 2015, i Wiener Philharmoniker, diretta da Mariss Jansons, eseguiranno nel Teatro alla Scala la Sinfonia n. 3 di Gustav Mahler.

“Un bivacco in città”: Parco Ravizza, zona Bocconi, dal 19 maggio all’ 8 giugno 2015, ore 10-20
“Bici & Acqua, energia del Salisburghese”: dal 15 al 24 maggio: zona Navigli – Bocconi; dal 15 al 17 giugno: Milano centro
“Un tram chiamato Austria”: maggio – giugno, percorsi linee 12, 16, 24 e 27
Concerto 26 giugno dei Wiener Philharmoniker al Teatro della Scala 
Per prenotazioni e informazioni Croce Rossa Italiana, tel. 02 3883-209/210
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Hai mai fatto il Check-in online? Cinque consigli dagli esperti.

Secondo un sondaggio condotto dal motore di ricerca viaggi globale Skyscanner, ben il 94% dei viaggiatori vorrebbe poter stampare o scaricare le carte d'imbarco già a casa, al momento stesso della prenotazione del volo (48%) o almeno 30 giorni prima della partenza (26%). Tuttavia, il web check-in non è sempre disponibile con tale anticipo ed esistono notevoli differenze fra le compagnie aeree rispetto ai tempi di fruizione di questo servizio. In vista del picco di partenze di ferragosto, Skyscanner ha verificato le regole per il check-in online delle maggiori compagnie aeree internazionali che operano in Italia e le ha raccolte in un unico documento dove i viaggiatori internazionali in partenza per le vacanze possono trovare tutte le informazioni essenziali su quando effettuare il check-in online.
    "Esistono notevoli differenze nella disponibilità del servizio di check-in online a seconda della compagnia aerea e della rotta scelta, il che spesso crea confusione o dubbi ai viaggiatori - spiega Filippo De Matteis, Marketing Manager per l'Italia di Skyscanner. Alcune compagnie infatti offrono la possibilità di effettuarlo al momento stesso della prenotazione o con un anticipo di 30 giorni rispetto all'orario di partenza previsto, mentre altre attivano il servizio solo 23 ore prima del volo. Per questo abbiamo pensato di realizzare una guida che offra una panoramica dei regolamenti delle principali compagnie aeree operanti in Italia in modo che i viaggiatori possano facilmente verificare le tempistiche ed effettuare il check-in con quanto più anticipo possibile rispetto al proprio volo".
   Chi vola low cost può effettuare il check-in online prima
In generale le compagnie aeree di linea permettono di effettuare il check-in online solo relativamente all'ultimo momento, ad esempio Alitalia apre il servizio da 48 ore prima del volo, Air France da 30 ore prima, Etihad e British Airways da 24 ore prima. Invece, le compagnie low cost offrono mediamente maggiore flessibilità, come ad esempio easyJet che rende il servizio disponibile da 30 giorni prima, o Volotea che permette il check-in online subito dopo la prenotazione per chi acquista un posto a sedere a scelta, o da 7 giorni prima per avere un posto assegnato gratuitamente.
Perché esiste tanta differenza nei tempi del check-in online?  Sorprendentemente, un minor tempo a disposizione per il check-in online è un vantaggio per il consumatore. Infatti, limitare la possibilità di effettuare il web check-in pochi giorni o ore prima della partenza permette da un lato maggiore flessibilità nella distribuzione dei posti, dall'altro riduce le possibilità di effettuare il check-in per il volo sbagliato.
Aprendo il check-in solo a ridosso della partenza, le compagnie aeree possono rimanere flessibili nella pianificazione e sono in grado di rispondere meglio ad esempio a un aumento nella richiesta di posti in classe business, specialmente quando si tratta di compagnie di linea che dispongono di diverse tipologie di aerei nella loro flotta. Inoltre, a incidere sui tempi di disponibilità del servizio, sono anche fattori esterni come le regole specifiche dei singoli Paesi, o le tipologie di passaporti e visti.

Cinque consigli degli esperti di Skyscanner per il check-in online:
1. Verifica con anticipo le regole della tua compagnia aerea
Meglio verificare in anticipo quali siano le tempistiche per effettuare il check-in online previste dalla compagnia aerea con cui si vola. Per molte compagnie i tempi variano in base all'aeroporto di partenza, alla destinazione o al fatto che l'itinerario includa voli in connessione o effettuati da un'altra compagnia.
2. Stampa o scarica le carte di imbarco a casa
Se possibile, è bene stampare o scaricare le carte d'imbarco già a casa, per evitare ad esempio possibili disguidi dovuti a scarsa copertura internet durante il viaggio. Un'ottima alternativa sono le carte d'imbarco per i dispositivi mobili, che possono essere facilmente gestite utilizzando app come Passbook (per dispositivi iOS) e PassWallet (per Android).
3. Usa le app in viaggio
Le app sono la soluzione più pratica quando si è in viaggio e la connessione internet non è ottimale, in quanto sono più semplici da utilizzare e richiedono meno copertura internet per funzionare. Consigliamo di scaricare la app della compagnia aerea prima della partenza in modo da evitare difficoltà dovute alla scarsa copertura internet durante il viaggio.
4. Internet all'estero è meno costoso di quel che credi
Grazie alla nuova regolamentazione europea, dal 1 luglio 2014 i prezzi del mobile web all'interno dell'Unione Europea si sono notevolmente ridotti. Si paga solo un massimo di € 0,20 per megabyte, ma esistono molte offerte a seconda dell'operatore telefonico e del Paese di soggiorno.
5. Approfitta degli hotspot wi-fi gratuiti
Anche se l'hotel che hai scelto non offre Wi-Fi gratuito, esistono molte alternative nei luoghi pubblici, a partire ad esempio dai negozi dei principali brand - come McDonald's, Starbucks o Apple - che mettono a disposizione connessione internet gratuita, spesso accessibile anche dalla strada nelle immediate vicinanze.
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Turismo: Rimini di moda su media cinesi


Rimini è di moda sui media cinesi: sono quattro le testate giornalistiche del Paese asiatico che si sono interessate alla città romagnola, raccontandola come una meta turistica di grande interesse.
    "Dove nascono le delizie italiane", titola il mensile Elle Travel (distribuzione 920.160 copie) descrivendo un viaggio del gusto fra Rimini, Bologna, Ravenna, Parma e Modena alla scoperta del "paradiso gastronomico d'Europa". "Lo stile di vita italiano nella città natale di Fellini" è il lungo reportage di Xia Qiu per 'Modern Weekly' (settimanale con una distribuzione di 940.000 copie) che parte da Rimini per raccontare i borghi italiani. Con una passeggiata fra il bimillenario ponte di Tiberio, il simbolo del rinascimento di Leon Battista Alberti, la Domus del chirurgo e il Museo della città, dove si può sfogliare anche il libro dei sogni di Fellini. Anche il mensile di viaggi 'Travel+' (distribuzione: 475.000/Mese) e il quotidiano in lingua inglese 'Shanghai Daily' hanno dedicato ampi servizi a Rimini, come scrigno da scoprire e da gustare fra testimonianze dell'antichità e prelibatezze gastronomiche.
    Gli autori dei reportage hanno partecipato ad educational tour organizzati nell'ambito del progetto di promozione turistica e valorizzazione territoriale che il Comune di Rimini, assieme ad Apt Servizi Emilia-Romagna e all'Unione Costa, sta portando avanti come iniziative promozionali previste nella 'Campagna Riviera di Rimini sul mercato cinese'. (ANSA).

Calano i fedeli, la nuova vita delle chiese

Piste per skate. Librerie. Persino una discoteca. Negli Usa e nell'Europa del Nord è già un fenomeno noto: le strutture non più destinate al culto per mancanza di fedeli si trasformano. E tornano al servizio della comunità con altri usi. Dal Garden Museum di Londra al Domenicanen Bookstore di Maastricht
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L’odore di incenso non si sente più, però quello di birra è forte. Oggi il Church Brew Works di Pittsburgh è uno 
dei pub più famosi della Pennsylvania. Tutto diverso 
da quando tra i banchi non 
si vedeva nessuno: anche durante le funzioni la grande navata centrale (che ora ospita il bancone) rimaneva vuota. Oggi, lì dove c’era l’altare si accalcano in tanti.

«È un fenomeno nuovo. Mai 
si era avuta una così forte e diffusa secolarizzazione delle comunità, e di conseguenza anche dell’architettura», ragiona Jeanne Kilde, che studia questo intreccio all’università del Minnesota. In passato era successo, ovviamente, che i templi diventassero chiese, 
ma oggi assistiamo alla trasformazione in palestre, supermercati, case private 
e bar. Gli esempi sono tanti nel mondo e non fanno che crescere, anche in Europa.

C’è l’avveniristica libreria del Dominicanen Bookstore, a Maastricht, ricavata da un convento del XIV secolo 
con gli scaffali tra le navate; sempre in Olanda, dove 
si stima saranno chiusi più 
di 2000 portoni sacri nei prossimi dieci anni, c’è la ex chiesa di San Giuseppe ad Arnhem, che oggi funziona come pista da skate, e la Oude Kerk che oggi ospita 
la cerimonia di premiazione del World Press Photo.

A Munster, in Germania, 
San Sebastiano ora veglia 
sui bambini dell’asilo; oltremanica, a Bristol, la settecentesca cattedrale di Saint Paul è oggi una scuola di circo, mentre a Londra, a pochi passi dal Parlamento, ha da poco aperto i battenti 
il Museum of Garden History in quella che un tempo era Santa Maria di Lambeth.

È impossibile contare ristoranti, alberghi 
e case private nate dalla trasformazione di edifici 
un tempo sacri. A New York c’è persino una discussa discoteca, il Limelight (più volte chiusa per spaccio) al posto della Chiesa episcopale della Santa Comunione. Una manciata di esempi per un trend molto più diffuso e che negli anni, guardando alle statistiche sui fedeli e sulle vocazioni, non potrà che crescere.

In Germania per esempio, dal 2000 a oggi, hanno chiuso i battenti circa 400 chiese cattoliche e 100 protestanti. Destino comune per centinaia di migliaia di edifici in Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda, Francia e Spagna. Che farne allora per non lasciarle in abbandono? Alcune diocesi si sono improvvisate agenti immobiliari. In Scozia è nato il sito churchofscotland.org.uk, in Francia patrimoine-religieux.fr, in Olanda reliplan.nl.

Un mercato, o un business che i fedeli non sempre capiscono. Anzi, non mancano i casi di parrocchiani saliti sulle barricate. «Per loro non si tratta mai di un passaggio indolore: lo spazio dedicato 
al culto è considerato sacro, inviolabile, ha molto 
a che fare con l’identità», riprende Kilde: «qualunque trasformazione viene considerata una profanazione». Il caso 
più celebre di “resistenza parrocchiale” è quello 
della diocesi di Boston. 
Dopo che il cardinale 
Sean O’Malley ha deciso 
di venderla per pagare 
i risarcimenti dovuti 
nelle cause per pedofilia, 
è stata occupata e ancor 
oggi tutto resta bloccato.
Diverso il caso delle decine di chiese e sinagoghe diventate moschee, o templi Hindu o Buddhisti, confessioni il cui numero di fedeli è in grande ascesa. Celebre quello di Jersey City dove lo stesso edificio è nato cattolico, poi è passato a una congregazione ebraica e nel 2001 si è trasformato in moschea.

Piccoli borghi, antichi villaggi, cittadine signorili, fortezze medievali

ORTA SAN GIULIO – Piccoli borghi, antichi villaggi, cittadine signorili, fortezze medievali. L’Italia è un colorato, sorprendente e magico luogo, tappezzato di paesi suggestivi, dove il tempo sembra essersi fermato.

Arroccati su monti, immersi tra le verdi colline, nascosti tra le montagne. Sono veramente numerose le meraviglie e i tesori del Bel Paese pronti a farsi scoprire. Nel ricco mosaico di bellezze che l’Italia ha da offrire si trova anche Orta San Giulio, un piccolo comune in provincia di Novara.
Orta San Giulio è un luogo dall’imperdibile fascino che sorge sulle sponde del lago d’Orta, inserito nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia ed insignito della bandiera arancione da parte del Touring Club Italiano. Il caratteristico paese, fronteggiato dalla stupenda Isola di San Giulio è da sempre, intriso di spiritualità, arte e architettura.
“Il luogo, bizzarramente si chiama Orta. Uno che sapeva guardare, dice mio padre, l’ha definito un tempo un acquerello di Dio” M.Werner
Anticamente il nome latino del lago sul quale Orta si affaccia era Cusius, riferendosi ai suoi primi abitanti gli Usii, ma poi in epoca medievale prese il nome di lago di San Giulio, dal santo evangelizzatore. Il nome della cittadina, invece, ancora impresso sullo stemma del comune e visibile sulla facciata del Broletto, deriva dal latino Hortus Conclusus, che significa giardino chiuso. Orta infatti è un vero e proprio giardino immerso nella natura, tra il cristallino specchio d’acqua e la Riserva Naturale del Sacro Monte di Orta, parco definito da Nietzsche come uno dei luoghi “più suggestivi del mondo”.
Orta San Giulio è anche una località di grande misticismo, con alle spalle un’antica storia e leggenda.
La leggenda narra infatti che l’isola, distante pochi centinaia di metri dalla riva di Orta, un tempo fù uno scoglio roccioso, infestato da serpi, draghi e terribili mostri. Nel 390 d.c. approdò sulla piccola isola, San Giulio, fuggito dalla Grecia per scampare alle persecuzioni, e dal quel momento tutto cambiò. San Giulio, volendo costruire a tutti i costi la sua centesima chiesa cristiana, si spinse fin sulle rive del lago e affascinato dal luogo rimase a contemplare l’isola. Il santo, non trovando una barca, attraversò le acque del lago stendendovi sopra il proprio mantello e camminandoci sopra, guidato nella tempesta dal suo bastone, raggiunse l’isola. Scacciati draghi e serpenti con la sola forza della parola, iniziò a costruire la chiesa, nella quale scelse poi di essere sepolto. Da questo momento in poi l’isola divenne il centro di evangelizzazione di tutta la regione.
Al di là di questa affascinante leggenda, la storia legata alla cittadina lacustre è ben più cruenta e drammatica.
Orta e l'isola di San Giulio furono infatti teatro di feroci assedi e di battaglie sanguinose. Si crede che Onorato, vescovo di Novara dal 490 al 500, abbia iniziato le opere di difesa che, continuate nei secoli successivi, ne fecero un inespugnabile municipium. Divenne ducato longobardo e nel 590 il re longobardo Agilulfo vi fece uccidere il duca Minulfo con l'accusa di tradimento. Nel 957 Berengario II, in lotta con i vescovi-conti di Novara si rinchiuse nell'isola che fu assediata per 2 mesi dalle truppe di Ottone I. Ancora assediata nel 962, venne poi restituita al vescovo di Novara. Tra alterne e drammatiche vicende Orta e l'isola rimasero sotto la dominazione dei vescovi di Novara fino al 1817, anno in cui la Chiesa novarese vi rinunciò per sempre a favore di Vittorio Emanuele I, riservando al vescovo il castello e i palazzi dell'isola.
Oggi una serie di viuzze strette e tortuose, ricche di palazzi signorili di epoca rinascimentale e barocca, e alcuni giardini magnifici fanno della piccolo paese il gioiello sull'Orta.
Si entra nel borgo tra eleganti palazzi coi loggiati aperti sui giardini digradanti a lago. Piazza Motta è un salotto chiuso su tre lati dai portici, all´ombra dei quali si articolano diversi negozietti mentre le terrazze dei caffè si spingono con i tavolini a lambire l´acqua. Lo sguardo viene subito catturato dal Palazzo della Comunità della Riviera, simbolo del lungo autogoverno che caratterizzò questa comunità. Proseguendo per via Olina, s´incontrano Casa Olina, l´Ospedale del 1602 e, all´incrocio con una piccola salita, Casa Monti Caldara, dalle caratteristiche balconate in ferro battuto, elemento presente in molte case del borgo. Poco oltre, la seicentesca Casa Bossi, oggi sede del Comune, con l´ingresso che si apre su un giardino che termina a lago.
Più avanti sorgono diverse dimore sette-ottocentesche e via Bersani, ricca di scorci medioevali. La Salita della Motta ha sul lato destro la quattrocentesca Casa detta dei Nani mentre quasi di fronte, a sinistra, il Palazzo De Fortis Penotti dalla bella facciata neoclassica e sulla destra Palazzo Gemelli, tardo rinascimentale. Il culmine della salita è rappresentato dalla Chiesa di S. Maria Assunta, edificata nel 1485, dallo stupendo  portale di pietra di Oria con capitelli a motivi floreali e figure di animali. Costeggiando le mura di palazzo Gemelli ci si avvia lungo la salita che porta al Sacro Monte. Ultima tappa, l´Isola di San Giulio, che sorge a circa 400 m dalla riva. Visti dal lago, l´alto campanile della Basilica, i giardini, le linde casette sembrano formare un palazzo fiabesco. La maggior parte della superficie dell´isola è occupata dal Seminario. La Basilica ha subito modifiche in tempi diversi. Sul luogo della primitiva chiesa fondata da S. Giulio nel 390, fu costruita nell´anno 800 un´altra chiesa, poi danneggiata nel sec. X. Uscendo dalla chiesa, una strada percorre ad anello tutta l´Isola. Verso il lago si trovano le antiche case dei canonici, oggi residenze private.
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Glamping, lodge tents e sun lodge: se il campeggio è lusso


di Eugenia Romanelli

Il mondo, oltre che tra grassi e magri, buoni e cattivi, di destra e di sinistra, si divide in turisti che amano o odiano il campeggio. Già da qualche anno però, il “glamping” pone rimedio e, se proprio non riesce ad accordare i buoni e i cattivi, almeno attutisce qualche attrito di coppia. Si tratta di una nuova tipologia di vacanza che concorda il campeggio con il lusso, proponendo tende cinque stelle tra soffitti trasparenti sotto cieli stellatissimi, arredi glam (appunto), stanze travolte dal design, e tanta aria aperta con scorci mozzafiato (mare, montagna, campagna, deserti, etc). Su glamping.it c’è già una vasta selezione per puntare dritto al top italiano, come pure su topcampings.it.

Questa estate ne vanno di moda due o tre, e in particolare uno. Ma facciamo un passo per volta. Il Gruppo Baia Holiday, nato 40 anni fa dalla passione che la Famiglia Vezzola nutriva per il turismo all’aria aperta, è sicuramente uno dei punti di riferimento del panorama internazionale in quanto a campeggi di lusso: in Italia, nello specifico, ne conta sei tra Sardegna, Venezia, Trieste, e Lago di Garda. In effetti, qui, la parola “campeggio” non è associabile a una vacanza avventurosa e priva di comfort, ma, anzi, a un modo per sentirsi parte della natura senza rinunciare allo stile di vita tipico dell’umanizzazione del territorio. Parliamo di “lodge tents” e di “sun lodge”, cioè di moderne e lussuose strutture arredate con cucina e veranda, camere da letto e bagno con doccia. Rialzate da terra con pareti interne rigide e pavimentazione in legno (mentre il rivestimento esterno è tipico delle tende), possono raggiungere i 35 metri quadrati e ospitare anche un’intera famiglia.

Anche il camping Molino a Fuoco, a Cecina, in Toscana, non è male, soprattutto per la “sky lodge tents”, ossia una tenda a due piani con la camera di sopra dotata di un romanticissimo tetto trasparente (con terrazza) per ammirare le costellazioni prima di addormentarsi. Gli “chalet mare”, poi, del camping Grande Italia, vicino Chioggia, sono forse tra i più carini mai visti, colorati e design, con tanto di spiaggia riservata dotata di vip corner, gazebi con lettoni matrimoniali, musica rilassante. Lo Sportin Club Village, a Mazara del Vallo, nel cuore della costa occidentale della Sicilia, non è da meno: completamente immerso in un’oasi naturalistica protetta dal WWF, è affacciato direttamente su un mare da capogiro.

Ma il top dell’estate 2015 è il Campeggio di Capalbio, e il motivo c’è. Non solo, infatti, ovunque si sente il fragore del mare, non solo la spiaggia è lunga e incontaminata, non solo le “lodge tents” promettono privacy, comfort e relax. Le strutture, infatti, hanno un vero e proprio sapore gobal, dato che, pur dotate di arredi design all’occidentale, sono tende magrebine capaci di trasportare il turista in una atmosfera esotica e nostalgica degna della vacanza più sognante. La location, inoltre, è perfetta per trascorrere qualche giorno mixando il piacere del recupero di un rapporto diretto con la natura e quello della movida radical delle estati chic fuori porta. Infatti il campeggio è adiacente a una delle quattro postazioni più upper class della zona, lo stabilimento (e ristorante con chef) La Dogana.

Niente male, quindi, pendolare tra la spiaggia libera e gli ombrelloni beige in stile safari lì a due passi, con un pranzo in costume confusi insieme alla nobiltà internazionale in incognito. “Da cinque anni – spiega Nicola Alocci, il responsabile, gentile, accogliente, e con un fare internazionale – abbiamo trasformato questa postazione in un unicum assoluto. Dal design degli arredi, opera di un artista fotografo, alla cucina, all’accoglienza informale che garantisce l’assoluta privacy a una clientela intercontinentale d‘essai, offriamo un’esperienza isolata nel suo genere”.

Un degno competitor del vicino e arcinoto Ultima Spiaggia, a circa 100 metri, dove si può gustare un aperitivo in ciabatte tra l’intellighentia nostrana. I meno pigri potranno anche prendere la macchina e raggiungere il più frugale Macchiatonda, terzo e ultimo stabilimento-ristorante dei lunghi chilometri (una ventina) del litorale. Molto suggestivo il forte diroccato attaccato allo stabilimento, soprattutto al tramonto. Infine, la Locanda Rossa (locandarossa.com): non è sul mare, ma vanta un ristoro (ristorante e alloggio) da far girare la testa ai più pretenziosi.
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Gran Paradiso, i 10 animali +1 da non perdere

Paesaggi incontaminati, montagne, praterie e laghi che danno vita a un ecosistema unico che molti animali hanno eletto a dimora. E' il parco del Gran Paradiso. Ecco alcuni suoi abitanti:

1. Il re, simbolo di queste montagne: lo stambecco! Corna maestose, manto marrone utile a mimetizzarsi, lo stambecco vive nelle praterie d'alta quota e sulle pareti rocciose. Ha rischiato l'estinzione alla fine del XIX secolo e si è salvato solo nelle valli che oggi compongono il Parco Nazionale Gran Paradiso. L’ente parco protegge e tutela questo animale con numerose attività. Se volete avvistarlo, occhi aperti, ottimo binocolo e voce bassa. Per conoscere tutte le curiosità che lo riguardano, non si può perdere la visita al museo Homo et Ibex di Ceresole.

2. La marmotta vive nelle praterie alpine, in particolare sui pendii esposti a sud, in zone dove le condizioni del terreno consentono la costruzione di profonde tane. Trascorre l’inverno in letargo e in primavera si risveglia affamata e va alla ricerca di germogli, semi, frutta, bacche, radici, senza disdegnare però insetti, piccoli mammiferi e uova di uccelli. Si avvista facilmente in tutto il parco, in particolare sull’altopiano del Nivolet e sulle praterie del Vallone del Lauson, di Benevolo e di Levionaz. Come trovarla? Basta seguire il caratteristico fischio!

3. Il gipeto, comunemente noto come "avvoltoio barbuto" o "avvoltoio degli agnelli", è uno dei più rari avvoltoi d'Europa. Scomparso dal Parco nel 1913, il gipeto sta ritornando sull'arco alpino grazie ad un progetto di reintroduzione internazionale: alcuni individui di questo avvoltoio hanno nidificato nell'area protetta e dato alla luce due piccoli nell'estate del 2012.
È particolarmente ghiotto di midollo osseo, che estrae dalle ossa delle carcasse. De gustibus.

4. L’aquila reale, uno dei rapaci più potenti e robusti al mondo, nidifica su pareti rocciose, oltre i 1400 m di quota, lontana da altri animali e dall'uomo. L’apertura alare -di circa 2 metri- e gli artigli possenti le consentono di attaccare con successo le marmotte, i piccoli mammiferi e i giovani di ungulati di cui si nutre. L'aquila nidifica in tutte le valli del Parco, che ne ospita 27 coppie: per avvistarla occorre … un occhio di falco!

5. Il camoscio è l’abitante tipico della media e alta montagna. Ha dimensioni medie e piccole corna ad uncino. Predilige vivere su versanti molto ripidi, dove si muove con estrema agilità grazie alla particolare conformazione degli zoccoli. È presente su tutto il territorio dell’area protetta, dove si avvista molto facilmente. Il periodo delle nascite va da metà maggio a metà giugno: durante l’estate non sarà quindi difficile vedere le mamme con i cuccioli.

6. Il lupo, lo spauracchio delle fiabe, è tornato da poco nel territorio del Parco. È un animale molto schivo ed è difficilissimo avvistarlo: piuttosto, sarà lui ad avvistare voi! Se vi interessa conoscerne caratteristiche e segreti, vi consigliamo di visitare il Centro Visitatori di Valsavarenche, dove è allestito uno “spazio lupo”.

7. La salamandra è un piccolo anfibio, molto simile ad una lucertola. Ha la pelle liscia e lucente, cosparsa di piccole ghiandole che secernono un muco battericida che riduce la disidratazione e ha un gusto repellente per gli eventuali predatori. Le salamandre che vivono al Parco sono pezzate e le macchie gialle servono da avvertimento ai predatori: la salamandra non è commestibile! Secondo una diceria popolare –totalmente falsa- questo anfibio sarebbe in grado di sopravvivere se gettata nelle fiamme tanto che, nella mitologia celtica, la salamandra dà il nome a una categoria di fate del fuoco.

8. Il salmerino è il nemico numero 1 dei laghi del PNGP. Questo pesce della famiglia dei salmoni, introdotto negli anni Sessanta in Piemonte e Valle d’Aosta, è un super predatore che ha fatto strage dei piccoli abitanti dei laghi, causando una drammatica perdita della biodiversità. I ricercatori del PNGP stanno cercando di liberare gli specchi d’acqua da questa piaga, grazie al progetto “Life+ Bioaquae”.

9. Le farfalle. Decine di specie di lepidotteri multicolore vivono nel Giardino Botanico Alpino Paradisia di Valnontey, una frazione di Cogne, a 1700 m di quota. Il giardino ha infatti allestito l’imperdibile giardino delle farfalle, un’area di Paradisia con specie di fiori dai colori accesi che attirano in modo particolare questi insetti. Un autentico angolo di magia.

10. Livrea rosso ruggine, addome, zampe ed antenne di colorazione bruna, grandi mandibole: ecco l’identikit della formica rufa, altresì conosciuta come formica rossa. Se vi addentrate nei boschi di aghifoglie, vi capiterà con facilità di vedere mucchi di aghi alti anche mezzo metro: quelli sono i suoi formicai, che offrono uno spettacolo di piccola ingegneria e di operosità. Bello da vedere, ma assolutamente NON toccare!

E infine ….
11. La volpe Caterina. Come non menzionare l’animale mascotte del PNGP?! Si aggira nei dintorni del lago Serrù, sul versante piemontese del Parco, approfittate della manifestazione A piedi tra le nuvole: impossibile non avvistarla!
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Le quindici spiagge più belle di Spagna. Ecco dove fare un tuffo

di Ida Bini

1. Playa de Ses Salines a IbizaE’ la spiaggia più conosciuta dell’isola di Ibiza, situata a Sant Josep de Sa Talaia, vicino alla città di Eivissa, sulla strada per La Canal. Circondata da conifere, Ses Salines è sabbiosa, lunga e dall’atmosfera modaiola e ospita quattro chiringuitos (i tipici localini sulla spiaggia), ognuno con un proprio stile differente: il bar tradizionale Malibú, i ristoranti Jockey Club e Guaraná e il bar alternativo Sa Trinxa, dove al tramonto, quando i bagnanti lasciano il lido, si rimane in pochi e ci si gode la bellezza del litorale. La spiaggia, che fa parte del parco naturale delle Saline di Ibiza e Formentera, si raggiunge anche in autobus dalla città di Eivissa.

2. Playa de Ses Illetes a Formentera
Anche questa spettacolare spiaggia di Formentera fa parte dello stesso parco naturale: sabbia finissima e bianca, mare turchese e azzurro e dietro la sagoma di Ibiza, tanti piccoli isolotti e una sfilza di yacht e imbarcazioni che sembrano sospesi sopra l’acqua cristallina. Se non fosse la più affollata, proprio perché tra le più belle di Spagna, sarebbe un paradiso; lo è, tuttavia, fuori stagione quando ci si gode in piena libertà i quasi 500 metri del litorale, dalla sabbia impalpabile e lucente, bagnato dal mare più trasparente delle Baleari, che offre immersioni o semplici nuotate in un’acqua limpidissima. La spiaggia è situata a nord di Formentera, a circa 4 chilometri da La Savina, tra Punta des Pas e Platgeta des Carregador, sull’affascinante penisola de Trucadors. Nei mesi di luglio e di agosto si paga un pedaggio di 3 euro se si raggiunge in moto; meglio è arrivarci in bicicletta o in autobus o in barca da La Savina.

3. Playa de Levant a Formentera
Sul versante settentrionale dell’isola è la spiaggia, lunga, ampia e protetta dai venti, frequentata dai bagnanti quando a Illetes il vento soffia troppo forte. E’ un paradiso, da frequentare possibilmente fuori stagione perché superaffollata e con un servizio di ombrelloni e lettini un po’ più caro che altrove. Resta, tuttavia, una spiaggia mozzafiato per la distesa di sabbia bianca, alternata a rocce e a scogliere a strapiombo, che nascondono piccoli villaggi e ville con pergolati coperti da buganvillee. Il mare è da cartolina e la spiaggia libera è ampia; l’unico locale è il Tanga, dove ci si ristora mangiando un’ottima paella.

4. Cala des Moro a Mallorca
E’ una piccola e deliziosa caletta, nascosta lungo la costa sudorientale dell’isola di Mallorca, protetta da scogliere punteggiate da grotte profonde e lambita da un’acqua caraibica. La striscia di sabbia è bianca e morbida, simile al borotalco, e nei mesi estivi è frequentata soprattutto dagli abitanti di Palma, che ne apprezzano la limpidezza dell’acqua. Per raggiungerla si percorrono 6 chilometri da Santanyi, prendendo la strada che porta al villaggio di Es Llombards, vicina al borgo di Sa Comuna. Da qui si raggiunge il lido a piedi lungo una scalinata, dove è bene portarsi generi di conforto perché sulla spiaggia non ci sono locali o chiringuitos.

5. Cala Macarelleta a Menorca
Mare calmo, acque cristalline, sabbia bianca, scogliere punteggiate dalla vegetazione mediterranea e da fitte pinete: è un sogno di pace e tranquillità, anche in piena estate. La piccola spiaggia, collegata da un breve sentiero con un’altra piccola rada mozzafiato, la naturista Cala Macarella, fa parte di un’area protetta, incontaminata, a sud dell’isola di Menorca, e vi si accede soltanto a piedi. Ma il piccolo sforzo ripaga con un mare incontaminato e dalle mille sfumature di blu.

6. Cala Mitjana a Menorca
E’ come stare ai Caraibi: sabbia finissima, acqua calda e limpida e tutt’intorno pini, lecci e oleastri che si spingono fino al mare e una scogliera alta 40 metri. E’ piccola, solitaria (più dal pomeriggio) e riparata dal vento, come l’adiacente Cala Mitjaneta. La spiaggia si raggiunge percorrendo la strada che collega Ferreries a Cala Galdana – altra spiaggia bellissima ma sempre molto affollata - e lasciando la macchina nel parcheggio sotto i pini. Oppure vi si arriva direttamente da Cala Galdana lungo il sentiero Camì de Cavalls con circa un chilometro e mezzo di camminata.

7. La Concha di San Sebastián
La spettacolare spiaggia a mezzaluna, lunga un chilometro e mezzo, della baia di San Sebastián, nei Paesi Baschi, è uno dei lidi urbani più visitati e ammirati d’Europa. Sulla baia, romantica e aristocratica, si affacciano il casinò, hotel di lusso e storici edifici cittadini che ne completano il fascino e il paesaggio. La spiaggia, che in spagnolo significa “conchiglia”, è protetta ai lati dai monti Igueldo e Urgull, e ospita davanti a sé l’isoletta di Santa Clara. Lo stabilimento più attrezzato per lo sport nautico è il Club Deportivo Fortuna che mette a disposizione kayak e tavole da surf.


8. Playa de Augas Santa a Lugo
Con le sue rocce immense, scolpite dalla forza del mare e dal vento, la spiaggia di Augas Santa, in Galizia, è uno spettacolo meraviglioso, una vera opera d’arte della natura che in alcuni tratti ha trasformato le scogliere in sculture dalle forme curiose. E’ per questo che le formazioni rocciose di Praia de Augas Santa, nella regione nordoccidentale della Spagna, vengono chiamate anche “le cattedrali”, per la forma maestosa degli archi naturali che la fanno assomigliare a una chiesa gotica. La spiaggia è poco conosciuta e l’acqua del mare anche d’estate è piuttosto fredda, ma il panorama che regala è unico e spettacolare.

9. Playa de Zahara de los Atunes a Cádiz
Ampia, sabbiosa e bianchissima: è una spiaggia da cartolina, perfetta e incantevole in ogni stagione. Si trova in Andalusia, nel sud del Paese, in quel tratto di costa che giustamente si chiama “de la Luz”, in provincia di Cadice, dove c’è un susseguirsi di alte dune e spiaggette lambite da un’acqua fresca e limpida, sempre battute da forti venti. La spiaggia di Zahara de los Atunes è lunga 8 chilometri ed è amata soprattutto da surfisti e kitesurfisti. Il lido ha un fascino incredibile: famoso per la pesca del tonno – atun in spagnolo - è un paradiso selvaggio e spettacolare con vista sulla costa africana.

10. Playa del Mónsul in Almería
Sembra quasi irreale la spiaggia del Mónsul in Almeria, nell’area andalusa meno frequentata dal turismo di massa. E’ bella e deserta, con sabbia finissima e un’acqua da sogno, selvaggia e molto informale; come d’altronde tutto questo tratto di costa, nella zona sudorientale di Spagna, che regala scorci mozzafiato e la possibilità di fare il bagno quasi da soli. La spiaggia del Mónsul si trova a metà strada tra i borghi di Cabo de Gata e di San José.

11. Playa de Itzurun a Guipúzcoa
Sulla costa basca di Guipúzcoa la spiaggia di Itzurun è una vera sorpresa: le formazioni calcaree, erose per millenni dal vento e dall’acqua, superano i 150 metri d’altezza mentre le onde sono cavalcate dai surfisti di tutto il mondo. Selvaggia e romantica, offre anche zone d'ombra e un centro per la talassoterapia. La spiaggia, che si trova a Zumaia, sulla costa settentrionale di Spagna, non lontano da San Sebastián, è caratterizzata da sabbia dorata ed è facilmente accessibile.

12. Cala Pola a Tossa del Mar
E’ un’incantevole caletta vicino a Tossa de Mar, lungo la Costa Brava, a nord di Barcellona, dal cui arenile si gode la bellissima e privilegiata vista del centro storico e delle mura medievali del borgo fortificato. La spiaggetta, raggiungibile soltanto a piedi, è una piccola insenatura lambita da un acqua limpidissima e dalle mille sfumature, protetta dagli scogli e circondata dai pini marittimi. Qui è possibile fare snorkeling o salire su piccole imbarcazioni che dalla spiaggia partono per fare escursioni nelle vicine calette e grotte.

13. Playa de Nuestra Señora a Pontevedra
Nel nord della Spagna, in Galizia, le isole Cíes, poco al largo delle coste di Pontevedra, non solo sono bellissime ma nascondono una delle spiagge più spettacolari di Spagna. Playa de Nuestra Señora, all’interno di un ombreggiato parco naturale, è la più piccola di un gruppo di isolotti con acqua cristallina e sabbia impalpabile e bianca.

14. Playa de las Teresitas a Tenerife
Si estende per quasi un chilometro e mezzo la spiaggia dorata delle Teresitas, sul versante settentrionale di Tenerife, nell’arcipleago delle Canarie. A pochi chilometri da Santa Cruz è un paradiso, un lido tranquillo, con un mare sempre calmo e ombreggiato da palme, un’oasi di pace dove godersi un’acqua limpidissima e il sole che splende tutto l’anno.

15. Playa de Sotavento a Fuerteventura
E’ il vento il protagonista di questa spiaggia sull’isola di Fuerteventura, nell’arcipleago delle Canarie, dove a fine luglio si svolgono i campionati mondiali di kite surf. E’ un’incontaminata e immensa distesa di sabbia bianca che si apre su un mare color turchese e trasparente. La spiaggia cambia aspetto di continuo, soprattutto con la bassa marea, quando diventa una sterminata distesa di sabbia; con l’alta marea, invece, isolette e lingue di sabbia delimitano piscine marine di varie forme e grandezze. E’ senz’altro tra le più famose e frequentate dell’isola, sul versante sud orientale, nei pressi di Costa Calma, un centro turistico che si estende per oltre 20 chilometri e che ospita alberghi e zone residenziali.
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