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Msc affitta un'isola delle Bahamas per 100 anni

Un'isola delle Bahamas in affitto per 100 anni per farne un'esclusiva riserva marina. E' l'ambizioso progetto di Msc Crociere, che ha firmato ieri un contratto di locazione a Nassau con il primo ministro bahamiano Perry Christie per l'utilizzo esclusivo dell'isola e lo sviluppo della "Riserva Marina Ocean Cay Msc".
    Msc investirà circa 200 milioni di dollari per dar vita a questo rifugio naturale su un'isola deserta lavorando a stretto contatto con il governo delle Bahamas e gli ecologisti.
    "Siamo entusiasti - commenta l'Executive Chairman di MSC Crociere Pierfrancesco Vago - di offrire questa esperienza completamente nuova ai nostri crocieristi nei Caraibi. La Riserva Marina Ocean Cay MSC e la sua offerta esclusiva costituiranno un magnifico prolungamento dell'esperienza a bordo delle nostre navi. Siamo sicuri che i nostri ospiti rimarranno sbalorditida questa esperienza unica nel settore".
    Msc prevede l'inizio dei lavori sull'isola a marzo 2016 e l'apertura agli ospiti della Riserva a novembre 2017.
    Le installazioni e le esperienze sull'isola - che si trova a 32 chilometri a sud di Bimini e a 104,5 chilometri ad est di Miami in Florida e vanta nei suoi 38,5 ettari sei spiagge lungo 3,5 chilometri di costa incontaminata - saranno rispettose della cultura e delle tradizione delle Bahamas. Con un vasto programma di riassetto naturalistico verranno piantate in tutta l'isola oltre 80 specie di piante indigene, tra cui il corniolo giamaicano, le mangrovie rosse, nere e bianche e le convolvulacee. Ci sarà inoltre un villaggio architettonicamente fedele alla tradizione bahamiana, molti bar e ristoranti che offriranno le specialità locali, una varietà di negozi.
   
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Case cantoniere e ferrovie cuore del turismo sostenibile

di Paola Mentuccia
Fanno parte dell'immaginario collettivo legato alla strada, al viaggio. Poste al lato della carreggiata, color rosso pompeiano, con su scritto il nome della via di percorrenza e del chilometro corrispondente, le case cantoniere da quasi due secoli sono parte integrante del paesaggio italiano e non meno lo sono quei binari, oggi dismessi, lungo i quali le storiche ferrovie hanno portato migliaia di passeggeri dall'aperta campagna alla città, attraversando aree naturalistiche o archeologiche.
    Un patrimonio che non sarà abbandonato alla fatiscenza ma che da oggi rivive e diviene fruibile da tutti. Un accordo siglato da Anas, Mibact, Mit e Agenzia del Demanio, infatti, prevede la riqualificazione di 150 delle 1.244 case cantoniere su tutto il territorio nazionale per inserirle in percorsi turistico-culturali che valorizzino l'Italia dei piccoli borghi, delle specificità locali, della natura.
Una fase pilota, che dovrebbe partire entro la fine del mese di giugno, coinvolgerà 30 edifici vicini a circuiti di interesse culturale e turistico: la via Francigena e il tracciato dell'Appia Antica, da Saint-Rhemy-en-Bosses a Altamura, attraversando tutta la penisola. Anas si farà carico della ristrutturazione e definirà uno standard di servizi per garantirne l'uniformità, subito dopo partiranno i bandi di assegnazione. Le case cantoniere "potranno diventare locande, ostelli, officine, magari per riparare la bicicletta o la motocicletta", ha detto il ministro ai Beni Culturali e al Turismo Dario Franceschini, e rappresenteranno "un brand italiano che tra qualche anno sarà conosciuto nel mondo".
"Non è soltanto un'opportunità - ha sottolineato il ministro - ma una crescita del turismo interno nei luoghi secondari" non toccati dagli itinerari comuni del turismo internazionale, è "moltiplicare i luoghi di attrazione" e inserirli "dentro le linee di sviluppo sostenibile". Il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, ha assicurato che, oltre a proporre "un'idea di autenticità e legame con il territorio", dal punto di vista finanziario il presupposto è che "il modello di business si autosostenga". Non da meno l'entusiasmo del ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano Delrio, la cui prospettiva è di far arrivare questi interventi "a qualche centinaio, così potremo raccontare al mondo un successo di livello italiano".
    Parallelamente, è in ballo la proposta di legge per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee, in disuso o in corso di dismissione, situate in aree di particolare pregio: quasi 800 chilometri di ferrovie storiche che non solo fanno viaggiare tra le grandi bellezze dell'Italia, ma diventano esse stesse il "viaggio" per il loro intrinseco fascino. "Stiamo ridisegnando il piano strategico del turismo attraverso un coinvolgimento di tutte le categorie, anche perché il turismo in Italia ha continuato a crescere anche durante la crisi - ha detto oggi il ministro Franceschini nell'audizione alla Commissione Trasporti della Camera -. Siamo in cima ai desideri di tantissimi turisti stranieri e ora tutti i nostri sforzi, ma anche della nuova Enit e delle regioni, è moltiplicare l'offerta". 
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Paese che vai, piatto di Natale che trovi...

Panettone, Christams Pudding e cappone in galera, se viaggiare è anche un po' mangiare

Per il solstizio d’inverno, che anticamente coincideva con le feste in onore di Saturno, divinità dell’agricoltura e dell’abbondanza, i romani preparavano grandi banchetti e offrivano cibo al dio affinché tornasse nell’aldilà. Ancora oggi, in occasione delle feste natalizie, si continua la tradizione di celebrare le divinità preparando sulle tavole imbandite le migliori ricette tramandate di generazione in generazione, diverse per ogni regione e città. Alla cena di magro, la sera del 24 dicembre, segue in genere il pranzo di carne del giorno di Natale: è il tempo delle riunioni familiari dove consumare il pasto insieme ha un valore simbolico di condivisione e di pacificazione, dove anche solo la preparazione del cibo rappresenta un’importante cerimonia affettiva. Le ricette per le feste sono strettamente legate alla cultura, alle tradizioni e alla storia dei singoli Paesi: le materie prime e i metodi di cottura sono cambiati ma restano immutati alcuni ingredienti e i sapori che, tuttavia, sempre più spesso si accostano a nuovi cibi esotici.
Ecco sei tipiche ricette tradizionali di diversa provenienza: il cappone in galera, tipico della cucina ligure e simile alla panzanella toscana; lo storico Christmas Pudding, budino ricchissimo d’origine inglese; il Lutfisk, stoccafisso dei Paesi nordici; i dolci Lebkuchen a base di pan di zenzero, tipici della Germania; la bevanda canadese e statunitense Eggnog, che corrisponde al nostro zabaione ma molto più alcolico, e il classico panettone milanese.
Cappone in galera
L’antica cucina ligure propone per le feste, tra gli altri, il cappone in galera, una specie di paella a base di pesce che i marinai cucinavano il giorno di Natale, illudendosi che fosse cappone. Il piatto appartiene alla cucina più povera; la tradizione vuole che venisse consumato dai marinai a bordo delle galee, le imbarcazioni da carico e da pesca: la ricetta si chiamava Cundijun sulla Riviera di Ponente e altrove Capponadda, che nulla aveva a che fare con la caponata siciliana a base di melanzane, olive, capperi e pomodori. Si trattava, invece, di una galletta secca – così non si ammuffiva - intrisa di acqua salata e aceto sopra cui si servivano, freddi, acciughe sotto sale, capperi, bottarga di muggine o tonno, olive, uova sode, cipolle e olio d’oliva. Tutti questi ingredienti poveri e semplici della tradizione sono rimasti ma oggi rivisitati con l’aggiunta di molluschi e crostacei, pomodori e peperoni. Il piatto deve riposare per assorbire meglio i sapori e al posto della galletta si usano fette di pane raffermo, come quelle che in Toscana servono per preparare la panzanella.
Christams Pudding
Nato in Inghilterra come semplice piatto di frumento cotto nel latte, il pudding subì numerosi cambiamenti: nel Medioevo si arricchì con brodo di manzo, farina d’avena, uova, frutta secca, noce moscata e zenzero; alcune modifiche alla ricetta vennero fatte all’epoca di Elisabetta I con l’aggiunta delle prugne secche ma l’attuale versione del plum pudding, storico e delizioso budino inglese, risale alla fine del Seicento con una forma perfettamente sferica. Poi, nel XIX secolo le prugne secche furono sostituite da uva sultanina e frutta candita. L’attuale Christmas pudding risale all’epoca vittoriana: in una larga terrina si mescolano 450 grammi di mollica di pane bianco, un cucchiaino di zenzero e spezie miste, 2 cucchiaini di sale, 225 grammi di strutto, 250 grammi di zucchero di canna, 110 grammi di frutta candita a pezzetti, 450 grammi di uva sultanina e 85 grammi di carote grattugiate. A parte si mescolano 3 cucchiai di brandy, due di latte e 110 grammi di zucchero, per poi aggiungerli agli altri ingredienti. Il composto si versa in un recipiente di ceramica ben imburrato e si copre con carta oleata; si avvolge il tutto (compreso il recipiente) in un panno e si cuoce a bagnomaria per 5 ore se il pudding è piccolo o 9 per uno più grande. A cottura ultimata, si lascia raffreddare a lungo e si serve con il rhum o il brandy butter, una salsa a base di burro, zucchero, noce moscata e cannella, con rhum o brandy.
Lutfisk
Per Natale nei Paesi scandinavi si cucinava il classico stoccafisso o merluzzo macerato per una settimana in acqua e soda. Generalmente si condiva con panna, besciamella o burro fuso, salsa di mirtilli o di barbabietole, perché la procedura per lavarlo dava al pesce un odore forte e pungente e una tipica consistenza gelatinosa. Ogni Paese – dalla Finlandia alla Svezia e alla Norvegia – cominciò ad aggiungervi le proprie prelibatezze, creando tante varianti. Oggi, il tradizionale piatto è presente sulle tavole norvegesi nella sua versione più classica: il merluzzo viene lasciato nell’acqua fredda per 5 giorni, cambiando spesso l’acqua; poi viene immerso in una soluzione di acqua fredda e soda per altri due giorni: il pesce si gonfia e si copre di gelatina. Poi, per altri 4 giorni, va immerso nell’acqua fredda per renderlo commestibile. Prima di cuocerlo si ricopre di sale, che si leva dopo mezz’ora sotto l’acqua corrente; a questo punto si mette in un tegame, si sala, si copre con un coperchio e si lascia cuocere a vapore a fuoco molto basso per 20 minuti. Un’alternativa è cuocerlo in forno per 40 minuti, avvolto in un foglio di alluminio, oppure lo si cucina bollito, immergendolo per pochissimo tempo nell’acqua, avvolgendolo in una garza per evitare che si sfaldi.
Lebkuchen
Il pranzo di Natale in Germania profuma di vaniglia, zucchero, cannella e zenzero: il ricco menu è a base di oca o anatra arrosto, carni accompagnate da un passato speziato di mele, che termina con tantissimi dolci. Lebkuchen, torta o biscotto speziato al miele o pan di zenzero, è la vera specialità delle feste natalizie in Germania: dalle pasticcerie alle bancarelle dei mercati, dai ristoranti alle case, ovunque si diffonde nell’aria l’aroma inebriante del pan pepato. Originario dei Paesi scandinavi, dove ancora oggi si preparano gli originali biscotti speziati Pepparkakor allo zenzero, cannella, cardamomo e chiodi di garofano, il pan di zenzero Lebkuchen si diffuse in Germania e in Austria come dolce nato da un impasto di miele, zucchero finissimo o di canna, zenzero, cannella e chiodi di garofano. Il nome Lebkuchen significa letteralmente “torta di vita” e ogni città o regione segue una propria ricetta. I più tradizionali sono quelli di Norimberga e gli ingredienti sono: frutta secca, agrumi, canditi, uova, miele, farina, zucchero, marzapane e alcune spezie come la cannella, lo zenzero, l’anice, i chiodi di garofano e la noce moscata; in alcuni casi i dolci vengono ricoperti di glassa o di cioccolato. Anche in Sassonia sono molto rinomati e in particolare a Pulsnitz si sforna il pane speziato secondo la ricetta tradizionale; qui, tra l’altro, si tiene l’unico mercatino di Natale dedicato interamente al pan di zenzero.
Eggnog 
E’ la bevanda di Natale, alcolica e a base di uova (egg) e latte speziato con caramello e noce moscata; nog, invece, indicava una birra molto forte che è stata poi sostituita da un mix di rum, brandy e whisky. L’eggnog si beve quando fa molto freddo in Gran Bretagna, in Canada e negli Stati Uniti: si versano in un recipiente un uovo, 2 cucchiai di liquore a scelta e 3 abbondanti di latte; ottenuto un composto omogeneo, si aggiungono la noce moscata e un cucchiaio di sciroppo di caramello. Prima di berlo si possono aggiungere dei cubetti di ghiaccio per contrastare il composto bollente. Una variante della bevanda alcolica è il gløgg danese, un vin brulé con acquavite, uva sultanina, mandorle, zenzero e chiodi di garofano: anch’esso è servito bollente, indispensabile per riscaldarsi durante il gelido inverno del Nord.
Panettone
E’ il dolce di Natale più famoso nel nostro Paese: il panettone è nato a Milano nel Duecento come pane arricchito di lievito, miele e uva secca. Nel Seicento aveva la forma di una focaccia, fatta di farina di grano e chicchi d’uva, mentre nell’Ottocento era una specie di pane di farina di grano arricchito con uova, zucchero e uva passa. Uno degli artefici del panettone moderno – farina, lievito, latte, uova, zucchero, burro, limoni, arance, uvetta, vaniglia e cedro - è il pasticcere Paolo Biffi, che preparò il dolce per Pio IX e glielo spedì con una carrozza nel 1847; la creazione dell’attuale confezione del panettone, invece, è databile alla prima metà del secolo scorso, quando l’imprenditore Angelo Motta propose la forma di cupolone. Molte sono le storie e le leggende legate alla nascita del panettone, ma due sembrano le più attendibili: la prima è ambientata a fine ‘400 e narra di Ugo, figlio di un nobile condottiero, che si innamorò della giovane Adalgisa. Per stare accanto all’amata s’improvvisò pasticcere come suo padre, il famoso Toni, e creò un pane di farina, lievito, burro, uova, zucchero, cedro e aranci canditi. Ludovico il Moro e la moglie, la duchessa Beatrice, vista la grande passione del giovane, convinsero il condottiero a far sposare il figlio con la popolana. Il dolce, “Pan del Toni”, divenne subito un successo senza precedenti. La seconda versione narra che per la vigilia di Natale, alla corte del duca Ludovico il Moro, era stata predisposta la preparazione di un nuovo dolce a forma di cupola. Purtroppo durante la cottura il pane che conteneva alcuni acini d’uva si bruciò; il cuoco, disperato, venne consigliato da uno sguattero di nome Toni di servire ugualmente il dolce, giustificandolo come una specialità con la crosta. Agli invitati questo strano pane piacque molto e nacque così il “pan del Toni”.
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Ecco le mete di mare più belle dove trascorrere le feste e i mesi invernali

Chi ama il mare e vuole fare una vacanza in barca a vela non è costretto ad aspettare la prossima estate: anche in questi mesi o per le feste di Natale si può veleggiare verso destinazioni caribiche o tropicali, seguiti da tour operator specializzati, che pianificano nei particolari e personalizzano ogni singola crociera. Tante sono le destinazioni possibili, sicure e mozzafiato, per tutti i gusti e tutte le tasche, anche in catamarano: dai Caraibi all’Oceano Pacifico, dall’Africa all’Oceano Indiano e persino nel vicino Mediterraneo. Ecco sette mete e qualche proposta da cogliere al volo.
San Blas, Panama
L’arcipelago di San Blas è un labirinto di isolotti di sabbia bianchissima coperti da palme da cocco sulla costa orientale di Panama, un vero paradiso lambito da un’acqua color turchese che contrasta con il candore delle spiagge, punteggiate da capanne di legno e paglia della popolazione locale, gli indios Kuna, che vive su una cinquantina delle sue isole. Le altre 310 sono disabitate e incontaminate, destinate a chi ama immergersi e a chi preferisce isolarsi nella natura più autentica. Le isole più conosciute e turistiche, frequentate da velisti e surfisti, sono Narganà, con le spiagge orlate di palme e la sabbia che ha la stessa consistenza del borotalco, e la vicina Corazón de Jesús, a cui è collegata da una passerella. A poche miglia si trovano il piccolo isolotto di Isla Tigre, dove la gente del posto indossa solo vestiti tradizionali, e la candida Diadup, ricoperta di mangrovie. Un’altra destinazione molto apprezzata è El Porvenir, nell’estremità occidentale dell’arcipelago, dove si trova anche il museo dei Kuna. Ovunque la barriera corallina dell’arcipelago regala immersioni indimenticabili e la possibilità di fare snorkeling, anche se la destinazione più ricercata è Isla de los Perros, isolotto corallino dall’acqua molto trasparente. 
Mondovela Yachting & Vacanze organizza dal 27 dicembre al 5 gennaio vacanze in barca a vela con skipper locale a partire da 1.490 euro a persona in cabine doppie. Info: www.mondovela.it
Capo Verde, Africa
L’acqua del mare è sempre calda nell’arcipelago africano di Capo Verde, d’origine vulcanica, dove soffia una costante brezza marina che invita a veleggiare in totale libertà. Le isole più piccole dell’arcipelago dell’Africa occidentale, disposto a semicerchio nell’Oceano Atlantico, sono le meno frequentate dai turisti e offrono spiagge incontaminate, villaggi di pescatori e dune sabbiose che arrivano fino al mare e si alternano a fertili valli piene di piante e di fiori. E’ un paradiso in terra, un luogo tranquillo, senza malaria e con tanti buoni motivi per frequentarlo, a partire dal mare che ha il colore del topazio e offre spiagge da sogno, bianche e incontaminate, e dall’accoglienza della gente, un mix di africani e portoghesi che hanno saputo mantenere intatte le proprie tradizioni. Sono dieci le isole di Capo Verde, divise in due gruppi, Sottovento e Sopravento: São Tiago, la più grande, Boavista, São Vicente, Santo Antão e Sal; le isole minori, incontaminate e selvagge, sono Fogo, São Nicolau, Santa Luzia, Maio e Brava. Le spiagge simbolo dell’arcipelago, le più attraenti e selvagge, sono sull’isola di Boa Vista: Santa Monica, 18 chilometri di sabbia fine e bianca; Curral Velho, a sud dell’isola, riparata dai venti e con la sabbia fine e bianchissima; Boa Esperanca con un relitto antico che invita alle immersioni; Varandinha con profonde grotte scavate dall’oceano nella roccia, e la celebre spiaggia di Ervatao, dove le tartarughe marine caretta caretta vi depositano le uova. Oltre alle spiagge meritano una visita anche i caratteristici villeggi dell’arcipelago con i loro edifici in stile coloniale, le chiese barocche e i vivaci mercatini.
La piattaforma on line GlobeSailor propone fino al 25 marzo una settimana in barca a vela da 2.000 euro e 150 euro al giorno se si vuole lo skipper. Info: www.globesailor.it
Grenadine, Caraibi 
Il periodo migliore per recarsi nelle caraibiche isole Grenadine, oltre 600 isolotti corallini tra St Vincent a nord e Grenada a sud, è da dicembre ad aprile quando il mare delle Antille ha una temperatura costante tra i 26 e i 28 gradi e soffiano freschi venti alisei. Mustique, Canouan, Mayreau, Union, Petit St. Vincent e Palm Island sono un vero paradiso consacrato alla vela, ma il punto più stupefacente dell’arcipelago caraibico è Tobago Cays, parco nazionale di cinque isolotti e scogli disabitati, circondati da spiagge mozzafiato e da un mare cristallino, frequentato da velisti e subacquei. Nell’arcipelago meritano una sosta Bequia, che offre magnifici punti di immersione e un santuario di tartarughe marine, e Mustique, isola privata rifugio di celebrities, con lunghe spiagge bianche. E, ancora, l’isolotto di Mayreau, piccola oasi di verde, e la deserta Mopion, tra Petit St. Vincent e Petit Martinique, una striscia di sabbia bianchissima sospesa su un mare color smeraldo. Qui i fondali incontaminati regalano spettacolari coralli e pesci colorati. Ovunque si stagliano isolotti bianchi come lo zucchero con baie incontaminate e spiagge dalla sabbia impalpabile con palme di cocco a incorniciarle. 
Orza Minore organizza dal 26 dicembre al 5 gennaio una crociera in catamarano – 16 metri in 4 cabine doppie – e skipper da 1.550 euro (volo escluso che costa da 1.100 euro a/r), salpando da Martinica e navigando fino a Tobago Cays. Info:www.orzaminore.it
Seychelles, Oceano Indiano 
Il mare delle Seychelles, arcipelago di 115 isolotti e atolli situato in mezzo all’Oceano Indiano, è caldo e i suoi colori riflettono tutte le sfumature del blu e del verde. Metà del territorio è parco nazionale, un vero paradiso incontaminato e senza eguali da scoprire in barca gettando l’ancora tra le innumerevoli baie incontaminate e davanti alle spiagge dalla sabbia impalpabile o incorniciate dalle rocce di granito rosa levigate dall’acqua. Imperdibili sono la bella e celebre isola di La Digue, la grande Mahè con la capitale Victoria e l’accogliente e paradisiaca Praslin, che offre bagni e relax, in particolare ad Anse Lazio, considerata una delle spiagge più belle al mondo. Sull’isola di Curieuse si possono vedere le tartarughe giganti e nell’isolotto di Coco i fondali più colorati e ricchi dell’arcipelago. Aride, a nord di Praslin, è l’isola degli uccelli, rari e bellissimi, paradiso naturalistico dichiarato patrimonio dell’Umanità mentre Moyenne, ex covo di pirati vicino a Mahè, è l’isola dell’editore inglese Brendon Grimshaw che negli anni Sessanta vi fece piantare 16 mila alberi, preservandone l’aspetto incontaminato e selvaggio. 
Dal 28 dicembre al 4 gennaio Albatross Yachting & Vacanze organizza vacanze in catamarano di 24 metri a partire da 1.640 euro a persona e a settimana, escluso il volo. Info: www.albatross.it
Bali, Indonesia 
E’ l’isola più famosa tra le 14mila che compongono l’arcipelago indonesiano, dove la giungla, verdissima e fitta, si insinua fino alle pendici dei vulcani e alle spiagge bianche, nascondendo al suo interno villaggi, templi e altari votivi, campi e risaie terrazzate. Conosciuta come “l’isola degli dèi”, Bali regala emozioni e un’energia di vitalità unica sia tra la gente sia in mezzo alla sua natura paradisiaca. Gran parte del suo fascino è offerta dalla bellezza dell’Oceano Indiano e dalle spiagge dorate che corrono per chilometri tra palme e banani. I punti più belli sono Bukit, nell’estremo sud di Bali, dove c’è il tempio di Uluwatu, costruito su uno sperone di roccia a strapiombo sul mare; Nusa Dua, forse la località più turistica ma ugualmente affascinante, racchiusa tra fondali con coralli e giardini tropicali; e la baia di Jimbaran, una delle più frequentate, famosa per gli spettacoli di barong dance, una danza dove gli artisti cadono spesso in trance. Poco più a nord c’è la grande baia di Kuta, dove i surfisti cavalcano le onde con le loro tavole variopinte e dove vivevano negli anni Sessanta surfisti e figli dei fiori. Sulla costa orientale di Bali, più freak e spirituale del turistico versante occidentale, è imperdibile una sosta ad Amed, gruppo di villaggi di pescatori, dove si avvistano pochi turisti e tantissimi appassionati di immersioni, che si avventurano nei fondali più belli.
Le Rotte di Portolano organizza dal 20 febbraio al 5 marzo una crociera a bordo di un catamarano tipo Dream 60’ - 6 cabine doppie con servizi privati - alla scoperta di Bali, spendendo da 1.137 euro a persona per 1 settimana con skipper, pensione completa e attrezzatura sportiva. 
Per informazioni: www.rottediportolano.com
Egadi, SiciliaAl largo di Trapani l’arcipelago delle Egadi regala anche in inverno scorci bellissimi e un mare trasparente. L’isola più grande è Favignana, la regina delle tonnare e l’isola dei venti e delle capre, con spiagge bianchissime e coste rocciose facilmente raggiungibili. Il versante orientale è il più ambito, con Cala Rossa che sorge tra pinnacoli di tufo e un’acqua celeste e turchese con l’isola di Levanzo in lontananza. Più a sud, dopo cala del Bue Marino, si apre la spiaggia di cala Azzurra, mentre sul versante meridionale è da vedere Lido Burrone, riparata dal forte vento di maestrale dove vale la pena rimanere per ammirare il tramonto verso Marettimo. Il versante sud-occidentale è il più selvaggio con splendide baie, come l’isola di Preveto, cala Rotonda, circondata da rocce bianche e divisa in due dall’Arco di Ulisse, e Punta Sottile con il suo faro immerso in una profumata pineta. Levanzo è invece un’isola solitaria, attraversata da una mulattiera che porta a nord dove c’è una vasta conca coltivata, delimitata da aspri strapiombi e capo Grosso con il suo faro. Merita una visita la grotta del Genovese, con figure e graffiti che testimoniano la presenza dell’uomo sull’isola risalente a più di 10mila anni fa. L’ isola di Marettimo, la più lontana e montuosa delle Egadi, è quella preferita dagli amanti del mare e da chi fa immersioni: le sue acque, infatti, custodiscono numerosi relitti, dalle imbarcazioni fenicie e puniche alle navi romane e ai galeoni spagnoli. 
Spartivento organizza dall’inizio del 2016 vacanze in barca a vela salpando per le Egadi da Portorosa, sulla costa settentrionale della Sicilia, tra Capo Tindari e Capo Milazzo: una settimana su un Beneteau Cyclades 43.4 con 4 cabine doppie e due bagni costa da 1.583 euro a persona. 
Per informazioni: www.spartiventochartere.it
Polinesia, Oceano Pacifico 
Veleggiare dall’altra parte del mondo, sulle isole polinesiane di Moorea e Raiatea, costa caro ma permette di realizzare un sogno a occhi aperti. Gli incantevoli atolli della Polinesia richiedono soldi, tempo e un volo di 24 ore ma, in cambio, offrono il paradiso. E’ un viaggio impegnativo, ma anche una breve vacanza su una qualsiasi delle 118 isole dell’arcipelago, persino la più turistica e affollata, corrisponde esattamente all’idea che ognuno ha di quest’isole: mare caldo e cristallino, sabbia che sembra velluto e il sole che tramonta al suono melodioso dell’ukulele.
Le isole polinesiane si presentano come verdi montagne galleggianti su lagune turchesi: la sabbia delle spiagge assume sfumature che vanno dal bianco al nero, dal rosa alla malva e la navigazione tra le isole è sempre agevole, grazie agli alisei che spirano tutto l’anno. Generalmente si parte da Tahiti, l’isola maggiore, da dove si raggiungono gli altri atolli: Papeete, esuberante capitale dell’isola, offre alcune belle spiagge, il museo Gauguin e il grande mercato dove acquistare perle nere, sacchetti di vaniglia e i parei stampati con le tele più famose del pittore francese. Sull’isola vale la pena anche vedere la baia di Cook, dove venne girato il celebre film Gli ammutinati del Bounty e che stregò il grande attore Marlon Brando. Le altre isole che ammaliano sono Moorea, incantevole isola con i castagni che si arrampicano sul monte Mouaputa e le strisce bianche di sabbia, che contrastano con il mare color turchese e trasparente come una piscina. E’ amata dai surfisti e da chi cerca emozioni forti nuotando vicino agli squali, alle balene e ai delfini. L’isola di Raiatea è la terra sacra del popolo Mahoi ed è l’unica attraversata da un fiume navigabile in Polinesia; qui tutto è incontaminato, dalle montagne alle baie profonde, dalle spiagge bianche ai crateri e alle cascate. Anche sott’acqua la bellezza pervade ogni cosa: dai giardini di corallo alle grotte e ai relitti. Soltanto i sub più esperti, però, possono addentrarsi nella Grotta della Piovra, sotto la barriera corallina, che regala emozioni indescrivibili. 
Sea Land Yacht Charter organizza crociere a bordo di un catamarano Eleuthera 60 da 3.790 euro a persona per 11 giorni da Tahiti o Raiatea. Per informazioni:www.sealand.it

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Roma e Milano, la guida dello shopping natalizio Ecco le zone calde per trovare regali Made in Italy e senza stress

Il Natale è ormai alle porte e Yelp – lo specialista nella ricerca delle migliori attività commerciali su base locale – ha analizzato i propri dati sui business locali di Roma e Milano individuando le aree con la più alta concentrazione di negozi, per suggerire a turisti e cittadini un originale percorso di shopping all’insegna delle eccellenze locali, che li aiuti a trasformare la tradizionale faticosa corsa ai regali nel piacere di una passeggiata senza stress tra le migliori attività commerciali d’Italia, a pochi metri dalle vie più affollate.

I paesi dei balocchi di Roma e Milano
Per i più piccoli e per chi soffre della sindrome di Peter Pan, il punto di riferimento a Roma è Little Big Town (punteggio Yelp 4/5), un paese dei balocchi su tre piani, a due passi da Via del Corso: qui è possibile dare vita al proprio peluche imbottendo di ovatta il pupazzo preferito, sceglierne gli accessori e i vestiti e, infine, ottenere il “certificato di nascita” del nuovo compagno di giochi. A Milano presso La Borsa del Fumetto (3.5/5) è possibile trovare il regalo perfetto per i collezionisti di fumetti e di action figures, ricevendo al termine dei propri acquisti la figurina di un fumettista da usare come originale buono sconto.

Bigiotteria originale o doni preziosi?
Uscire da Glocal Accessories (4/5) a Roma a mani vuote è quasi impossibile, grazie alla sua vasta offerta di accessori originali e fantasiosa bigiotteria, tra cui spicca una miriade di scintillanti ed estrosi orecchini. I milanesi che cercano uniche creazioni artigianali possono fare affidamento su Dexter Milano (3.5/5), bottega dove è possibile acquistare gioielli in argento e platino dal look moderno e attuale, realizzati rispettando la migliore tradizione orafa italiana.

Un dolce pensiero per i più golosi
Durante una passeggiata in Via Montenapoleone a Milano non ci si può perdere Pasticceria Cova (4/5), storico caffè celebre per il suo panettone – amato anche da Giuseppe Verdi – e per le sue lussuose gift box, ideali per impressionare i clienti più esigenti. Più abbordabili ma non meno golose le proposte di Frutta Secca Onorati (4.5/5): il negozio, che conserva l’aspetto di un’antica bottega, vanta l’attestato di esercizio storico del Comune di Roma e ancora oggi delizia i palati della capitale con la sua liquirizia, i suoi cioccolatini e, soprattutto, la sua frutta secca e candita, immancabile sulle tavole natalizie italiane.

Tra vanità e benessere
Per stupire anche i nasi più sofisticati ci si può recare da Profumo (5/5) in zona Brera a Milano: qui è possibile testare e acquistare fragranze lussuose ed esclusive, non reperibili nelle grandi catene di profumerie, che lasceranno il segno. Presso L’Officina Naturale (4.5/5) di Roma, invece, sarà possibile fare la felicità degli appassionati di cosmetici bio e prodotti naturali, concedendosi anche una pausa relax durante la corsa ai regali, approfittando del centro benessere interno al negozio per un massaggio rigenerante o trattamenti estetici basati sui principi dell’Ayurveda.
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Viaggio nel Natale in tutto il mondo

Il mese di dicembre è, per tradizione, un tripudio di luci per le strade, di alberi decorati nelle case o nelle piazze, di presepi, di mercatini, di rappresentazioni teatrali e di regali: nei Paesi cristiani le celebrazioni religiose natalizie, che iniziano con l’Avvento e terminano con l’Epifania, si intrecciano con il folclore locale.
Si comincia in Provenza il 4 dicembre, quando si festeggia santa Barbara, patrona dei minatori: durante questa giornata si seminano chicchi di grano e alcune lenticchie in un piatto ricoperto di muschio e si annaffiano fino a Natale. E’ un rito di buon auspicio per il raccolto di primavera e per ottenere fortuna e abbondanza. Il 6 dicembre è il giorno di san Nicola, protettore dei bambini, e nei Paesi germanici e del centro Europa si festeggia con regali e cene. E’ una tradizione antichissima e la sua festa cade il giorno in cui il vescovo Nicola di Myra, vissuto in Licia tra il III e il IV secolo, visitava le case dei più poveri regalando dolci e giocattoli. Se in Austria il santo porta doni ai bambini la notte tra il 5 e il 6 dicembre e si contrappone al cattivo Krampus, spaventosa maschera in legno e pelli di animali, in Germania san Nicola riempie di doni le scarpe ben lucidate o le lunghe calze dei bambini.
Il 13 dicembre è il giorno di santa Lucia, che viene festeggiata in modo spettacolare nei Paesi scandinavi: figura popolare e amata dai bambini, rappresenta un mix di riti pagani e cristiani. La tradizione nacque in Germania dove, con la Riforma luterana e la proibizione del culto dei santi, la distribuzione dei doni ai bambini era passata da san Nicola a una giovane vestita di bianco con una corona di candele poste sul capo, che faceva regali la notte tra il 24 e il 25 dicembre. Quando la tradizione arrivò in Svezia, la festa venne spostata al 13 dicembre e venne mantenuta la figura della giovane con le candele in testa. Nei Paesi scandinavi, infatti, si sceglie con un bando la “Lucia ufficiale” che deve avere lunghi capelli biondi, occhi azzurri e non più di vent’anni; la prescelta deve portare una corona di sette candele sul capo e, dopo una lauta colazione, guidare all’alba del 13 dicembre un corteo per le vie del centro di ogni città o borgo, seguita da altre ragazze che portano in mano un lumino e intonano canti. 
Anche il 24 dicembre viene festeggiato in modo diverso nei vari Paesi: in quelli cattolici e anglicani si celebra con una cena e la messa di mezzanotte - tranne in Grecia, dove la messa è all’alba – che in Spagna si chiama misa del gallo, la messa del gallo: secondo la tradizione, annunciò al mondo la nascita di Gesù. Durante questa serata viene completato anche l’allestimento del presepe con la figura del Bambino: tra quelli, anche viventi, più celebri ci sono i napoletani, i più antichi e spettacolari, quelli polacchi, coloratissimi, i presepi provenzali con statuine in ceramica dipinta a mano e quelli tedeschi che sono vere rappresentazioni teatrali (Krippenspiel).
Il 25 dicembre è il giorno di Natale, quando si preparano pranzi faraonici e ci si scambiano i regali portati da Babbo Natale, tranne in Russia dove arriva Nonno Gelo, Ded Moroz, vestito con un lungo abito blu o bianco, accompagnato dalla fanciulla della Neve. In Spagna, invece, sono i re Magi a farlo il 6 gennaio, mentre in Danimarca e in Norvegia il compito spetta ai folletti Nisser che indossano pantaloni grigi, zoccoli in legno e un cappello a punta.
Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, si festeggia scambiandosi regali e mangiando dolci: è il giorno in cui i re Magi venuti dall’Oriente portano oro, incenso e mirra in dono a Gesù. Tra i Paesi dove questa tradizione è molto sentita ci sono l’Italia, in particolare le regioni del centro e del sud dove si organizzano cortei e sfilate in costume, e la Spagna dove i re Magi sfilano per le strade principali e transennate delle città a cavallo, sui carri o a piedi per portare i doni ai bambini.
Ci sono anche i Paesi ortodossi, come la Russia, dove il Natale si festeggia il 7 gennaio, secondo l’antico calendario giuliano. Nelle principali chiese si celebra con preghiere, salmi e le suggestive Krestnyu Khod, processioni con luminarie, fiaccole e le sacre icone. Termina il Natale la funzione solenne del Patriarca di Mosca e della Russia, Cirillo I, nella cattedrale del Cristo Salvatore, vicino al Cremlino.
Chi segue i riti armeni festeggia, invece, il 19 gennaio, anche se, adeguandosi ai riti cristiani, Garante Baba, il Babbo Natale armeno, porta i regali ai bambini la sera del 5 gennaio, mentre il 6 s’imbandiscono le tavole per ospitare, come nelle migliori tradizioni, amici e parenti. Soltanto nella chiesa armena di Gerusalemme, dove si festeggiano i tre riti – cristiano, armeno e ortodosso – il Natale cade secondo il calendario giuliano, il 19 gennaio.
Ovunque i simboli che uniscono tutte le tradizioni restano l’albero decorato, i mercatini ricchi di doni e di cibo, presenti nelle grandi città e nei piccoli borghi di montagna, e i canti religiosi: l’addobbo dell’albero per le feste è un rito nato in Francia alla fine del Settecento, mentre la prima canzone natalizia risale al 1818. Era Stille Nacht, tradotta in italiano Astro del ciel, e venne cantata in una chiesa di Oberndorf, nel Salisburghese austriaco. Più antica, invece, è l’arte di decorare porte e finestre con edera, agrifoglio e vischio, nata in epoca vittoriana in Gran Bretagna, proprio quando si diffuse l’abitudine di appendere un ramo di vischio in casa, sotto il quale darsi un bacio portava fortuna. In Austria, in Germania e nel nordest d’Italia si decora la corona dell’Avvento con nastri, statuine, dolci e quattro candele che rappresentano le quattro domeniche precedenti il Natale. Tra gli alberi più belli e famosi da ammirare ci sono quelli storici di Londra, a Trafalgar Square, dove ogni dicembre svetta un gigantesco albero decorato con tantissime luci e colori. Anche quello di New York è famoso e molto amato: svetta nel Rockfeller centre e la sua accensione viene accompagnata da una concerto di star americane. Splendente e affascinante è quello di Praga, circondato dal celebre mercatino di Natale e incastonato tra gli antichi palazzi del centro. Il più grande del mondo, infine, è quello di Gubbio, adagiato sulle pendici del monte Ingino che sovrasta la città medioevale, con oltre 300 sorgenti luminose collegate da 8.500 metri di cavi elettrici.
La tradizione di allestire presepi, che rappresentano la nascita di Gesù, è molto antica e il primo a usare statue per raccontare e celebrare la nascita divina fu nel 1223 Francesco d’Assisi; la tradizione poi divenne popolare e si diffuse in particolare nel Regno di Napoli nel XVI secolo. Qui si radicò e ancor oggi, oltre alle statuette classiche della santa famiglia, dei re Magi, dei pastori e dei figuranti dei mestieri, si usa la rappresentazione, spesso caricaturale, di personaggi famosi dello spettacolo, della politica e dello sport. A San Gregorio Armeno, la strada partenopea nella quale sono stati creati i più famosi presepi del mondo, ogni anno si rinnova l’amore per quest’arte: la via è piena di piccole botteghe ricavate dal pianterreno di vecchi palazzi, dove sono in vendita pezzi originali, lavorati artigianalmente.
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