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Itinerari Alla riscoperta dei luoghi di Francesco

da Avvenire

Seguendo Francesco. Dall’incanto mistico della tosca e petrosa la Verna alla silva e reatina Poggio Bustone, (borgo oggi forse più noto per aver dato i natali al cantautore Lucio Battisti), sono oltre 200 km di “cammino” percorrendo la consolare, la vecchia statale Flaminia. Un percorso dell’anima Sulle tracce di san Francesco (Il Mulino, pagine 148, euro 14) titolo omonimo del gustoso e peripatetico saggio a firma di Attilio Brilli e Simonetta Neri. 

È un viaggio alla “riscoperta” dei luoghi francescani, così come fecero illustri - e meno noti - viaggiatori agli inizi del ’900. Si deve a un gruppo di scrittori, artisti e intellettuali, in prevalenza stranieri, questo meraviglioso “salvataggio” dall’oblio in cui erano precipitati quei luoghi che, cambiando e talora cedendo - almeno parzialmente - ai tempi moderni, conservano comunque ancora l’impronta francescana. «Nessuno può sperare di conoscere san Francesco senza conoscere e amare i luoghi in cui visse», ha scritto il caposcuola della moderna storiografia francescana Paul Sabatier, indicando l’iter sacrale verso «questi piccoli romitori, abbastanza isolati perché vi si possa fuggire ogni distrazione, ma abbastanza vicini alla città per potervi andare a predicare, si trovano ovunque è passato Francesco». Al pastore protestante francese, la Verna parve «un immenso monolite caduto dal cielo, e andato ad arenarsi sulle alture del Casentino, a somiglianza dell’Arca di Noè sul monte Ararat». Dinanzi al maestoso Sasso Spicco, lo scrittore scozzese Joseph Forsyth nel suo viaggio in Italia, annota: «Qui regna il volto terribile della natura». Il drammaturgo americano Julien Green, conoscendo la storia delle stimmate ricevute dal Poverello di Assisi sul sacro monte, vide nell’abisso delle grotte in cui si rifugiò «rocce frantumate in cataclismi immemorabili» che, al cospetto di Francesco, «raffiguravano ai suo occhi le ferite di Cristo». Secondo la biografia di Tommaso da Celano, san Francesco riparò a la Verna nel 1224, assieme a pochi compagni perché «fossero custodi amorosi della sua quiete». Una quiete distolta da questo luogo che al poeta danese Johannes Jørgensen lasciò un senso di «oscuro e profondo». 

Quattro anni prima dell’isolamento eremitico, la quarantena de la Verna, e del mistero dell’«ultimo sigillo», affinché in modo misericordioso si compisse in lui la volontà del Padre celeste», Francesco al capitolo generale dell’Ordine aveva tuonato contro il nuovo indirizzo condiviso dalla maggioranza dei confratelli. Questi contravvenivano alla Regola dettata da Francesco che gli chiedeva espressamente «di non appropriarsi di alcun luogo, né di contenderlo ad alcuno». La delusione per non voler sposare in toto, come egli fece «sorella povertà», lo condusse allo sconforto. «D’ora in avanti sono morto per voi», proferì amaramente Francesco. 

Così, per volontà di papa Innocenzo IV quell’oscuro romitorio della Verna già dal 1250 venne proclamato luogo santo. Forse questo avrebbe immalinconito ancor più il Poverello. E quella santa melanconia si ritrova nei versi del poeta di Marradi, Dino Campana, salito fin lassù, al Sasso Spicco, per descrivere la «chiesetta francescana» e la «tristezza del chiostro: e pare il giorno dall’ombra, giorno piagner che si muore». La morte echeggia nell’eremo di Montecasale in Valtiberina, detta la «Verna in miniatura» che in una grotta conserva i teschi dei briganti («taglieggiatori dei viandanti»), qui ospitati da Francesco secondo un altro dettame fondante della Regola: «Accogliere con bontà chiunque verrà, da amico o nemico, da ladro o brigante». Nascondigli di preghiera, pertugi ammantati dal bosco in cui «insieme alle rocce, le foreste insegnano cose che non s’apprendano nemmeno dai maestri della scienza», ammonisce san Bernardo. 

Il più oscuro e nascosto dei luoghi francescani di Toscana restano le Celle di Cortona, a un’ora abbondante di cammino dalla città aretina. Talmente celate le Celle che nel suo ritratto del Poverello d’Assisi - fanno notare gli autori di Sulle tracce di san Francesco «se ne dimenticò persino un amante della Toscana come il cattolico Edward Hutton». Qui Francesco, di ritorno dalla Verna, fece sosta, diretto per l’ultima volta ad Assisi. Dopo aver abbandonato quella del padre, il mercante di stoffe Pietro di Bernardone, l’altra casa - «il primo ricetto o nascondiglio» - assisiate di Francesco divenne la grotta sovrastante la piccola chiesa di san Damiano, in mezzo agli «uliveti di Galilea». 

Dopo l’«uscita dal mondo», a San Damiano, Francesco diede prova di essere un restauratore, costruendo «pietra su pietra», la cappella e quel luogo di clausura delle Povere Dame, dove l’amata sorella Chiara visse per quarant’anni fino alla morte. Vite parallele e di penitenza quelle del Poverello e di Chiara d’Assisi e poi di tutti coloro che nei secoli varcarono l’Eremo delle Carceri dove ebbe sede il primitivo oratorio e la Grotta di san Francesco. Questa è la «tebaide eremitica del Subasio», collegata con il «tugurio», il lebbrosario di Rivotorto, non lontano da quella piccola porzione di terreno che diede origine letteralmente (il «pezzettino») alla Porziuncola. È qui che il 4 ottobre 1226 si concluse il cammino terreno di Francesco e del suo corpo malandato e non curato che soleva chiamare «fratello asino». 

Oggi questa magnifica chiesetta che conserva il bel quadro dell’Annunziata e una crocifissione “mutilata” del Perugino è incastonata all’interno della maestosa basilica seicentesca di Santa Maria degli Angeli. Siamo al centro dell’Umbria, nel cuore verde della spiritualità occidentale dove su suggerimento del Sabatier si spinse l’unica viaggiatrice straniera del ’900, Beryl De Selincourt. Accompagnata dalla fotografa Mildred Bicknell il loro reportage le portò a “riscoprire” sopra a Spoleto le grotte di Monteluco ove si fermò anche sant’Antonio da Padova, la Romita di Cesi e il convento fondato da Paolo da Foligno nel 1335. L’itinerario umbro si interrompe allo Speco di Narni, poi si entra nel Lazio nella Foresta, nell’«aspro eremo di Poggio Bustone» che affascinò Ernest Raymond e la Fonte Colombo dove, ricorda Guido Piovene arrivato nella Valle Santa, Francesco dettò ai suoi fratelli la Regola dell’Ordine. 

Quei fraticelli a lui cari, assieme ai pastori e i contadini del borgo sottostante al monte Lacerone, nel dicembre 1223 aiutarono san Francesco a celebrare il Natale di Greccio. Uno “spettacolo” che Edouard Schneider conoscitore del teatro e biografo di Eleonora Duse rivive descrivendolo estasiato: «La scena di Betlemme, improvvisata qui dal genio di Francesco è stata come una seconda nascita del cristianesimo».

Se il viaggio è "come natura crea". Tornare alle origini tra vulcani, laghi, fiumi e spiagge

Quando a guidare un viaggio è la natura, spettacolare ma anche paurosa, maestosa eppure fragile, si torna con occhi e polmoni nuovi e la città in cui si vive, che sia grande o piccola, diventa all'improvviso stretta e rumorosa.
E la natura è adatta quasi a ogni stato d'animo del viaggiatore: può essere la calma e la pace dei laghi ad attrarre oppure la furia dei vulcani. Ancora ci si può innamorare del silenzio e del candore della neve oppure del caldo e delle acque cristalline delle spiagge. Poi ci sono i canyon che fanno diventare la natura un quadro.

Anche il succedersi delle stagioni può far venire la voglia di viaggiare: dal foliage d'autunno ai viaggi per fiori di primavera, dalla vendemmia ai frutti d'estate. 
ansa

Innamorati di Napoli. Gli angoli più veraci della città accompagnati dalle voci di Lina e Lenù

Dal Rione Luzzatti al Rettifilo, passando attraverso il tunnel scrostato di via Gianturco e, ancora, Piazza Garibaldi, Piazza Municipio fino a Port’Alba. Visitare Napoli con gli occhi de L'amica geniale. Unica bussola i best seller di Elena Ferrante per attraversare la città di seguendo le tracce indicate dai suoi libri.
Dai vicoli più oscuri fino alle luci di Chiaia, il Decumano e il Petraio si snoda il viaggio guidato dai personaggi della misteriosa scrittrice, in un percorso che dalla periferia "scrostata" a Piazza dei Martiri passa dai bassifondi, fino ad arrivare a panorami da togliere il fiato.
Elena Ferrante diventa l’ideale guida di un itinerario letterario che il Romeo hotel, l’hotel di design di Napoli, ha trasformato in un tour che ripercorre la storia delle due amiche, Lenù e Lina, in quel continuo – e irresistibile - rovesciamento di destini che ha fatto innamorare di Napoli tutto il mondo.
Un percorso studiato attraverso i ricordi dei personaggi dei quattro romanzi di Elena Ferrante e filtrato dalla sapiente penna di un’estimatrice e studiosa dell’opera della scrittrice, la giornalista Titti Marrone, dedicato ai viaggiatori desiderosi di cogliere gli scorci più autentici della città, in un’esperienza eccitante e lontana dal turismo convenzionale. Così, abbandonati i soliti cliché, trionfano il fascino, i colori e i profumi di una Napoli dai mille volti e dalle storie avvincenti, una Napoli città-mondo che recupera il fascino e i contrasti dei luoghi cantati da Goethe in un passato rimasto indimenticabile.
Un ideale viaggio che fa della città la terza protagonista dei romanzi, un personaggio versatile, seducente, ricco di un’energia quotidiana da riportare alla luce, fatta di sapori, di odori, di rumori da cui lasciarsi travolgere per viverla come se si fosse parte di essa. Come nei libri, in cui la cornice della città accoglie il lettore per fargli vivere in prima persona l’intensità dei rioni e farlo sentire partenopeo, il tour accompagna gli ospiti alla scoperta degli angoli più suggestivi e segreti di Napoli.
"Davanti a noi, oltre lo stradone si allungava una via tutte buche che costeggiava gli stagni… A destra si distendeva il filo di una campagna senza alberi sotto un ciel enorme. A sinistra c’era un tunnel a tre bocche, ma se ci si arrampicava su fino ai binari della ferrovia, nelle belle giornate si vedeva, al di là di certe case basse e muri di tufo e una fitta vegetazione, una montagna celeste con una vetta più bassa e una più alta, che si chiama Vesuvio" è il passaggio che guida alla scoperta dell’odierno sottopasso scrostato del Gianturco attraversato dalle ragazzine nelle prime pagine del libro.
"Mi portò per corso Garibaldi, fino all’edificio che sarebbe stata la mia scuola. Mi mostrò piazza Carlo III, l’Albergo dei Poveri, l’Orto Botanico, via Foria, Il Museo…via Costantinopoli, Port’Alba, Toledo" prosegue, raccontando di quando Lenuccia si reca per la prima volta al suo Liceo Garibaldi. Sono alcuni dei passaggi della tetralogia che hanno aiutato la giornalista e critica napoletana a costruire, in collaborazione con il Romeo hotel, il percorso "Napoli con gli occhi de l’Amica Geniale".
Il Romeo hotel è stato progettato dallo stesso Kenzo Tange del Centro Direzionale che “si intravede” (il Centro Direzionale è stato in realtà costruito nel 1995) dal sottopasso scrostato del Gianturco. Il percorso sarà prenotabile a partire dagli inizi di aprile.
ansa

Un fiore per un viaggio, dal ciliegio alla peonia

Rosa
Nel cuore della Bulgaria, tra Karlovo e Kazanlak, si apre tra le montagne l’estesa Valle delle Rose, famosa per l’imponente coltivazione floreale e per la maggior produzione mondiale di olio essenziale di rosa. Durante la fioritura, tra la fine di maggio e la prima metà di giugno, l’intera valle viene inondata da un forte profumo e ricoperta di coloratissime rose mentre nei villaggi della zona si celebrano le feste tradizionali in onore del raccolto dei fiori. La coltivazione risale a più di 350 anni fa, quando venne importata dal Medioriente e dal Nordafrica una specie antica di rosa che trovò un habitat perfetto in questa valle, protetta da un eccellente microclima. Da allora il processo di raccolta viene eseguito con tecniche tradizionali che richiedono destrezza e pazienza. Nella valle, inoltre, si coltivano due eccellenti qualità di rose: la delicata damascena nei colori bianco, rosa e rosso e la Trigintipetala o “rosa di Kazanlak” dal profumo persistente. Da queste due qualità viene prodotto un purissimo olio essenziale, venduto per usi erboristici e cosmetici. Nei dintorni, infatti, è possibile visitare le aziende profumiere e le tante distillerie, nate proprio intorno alla produzione delle rose, dove si possono fare acquisti di pregiate bottiglie di liquore o di estratto. Chi ama le regine dei fiori e non vuole recarsi così lontano, può visitare a maggio e a giugno il roseto di Roma sul colle Aventino: circa 10mila metri quadrati ospitano più di mille specie di rose provenienti da diversi Paesi, tra cui anche numerose specie rare e curiose come quella dai petali verdi, Rosa viridiflora, e la Chinensis mutabilis, che cambia colore con il passare dei giorni.
Fiore di ciliegio
Da marzo fino ad aprile i giardini e i parchi del Giappone si riempiono di boccioli rosa pallido e rossi che colorano le campagne e i luoghi verdi delle città. La fioritura dei ciliegi nel Paese nipponico, scenografica ed emozionante, merita un viaggio alla ricerca dei giardini più belli, carichi di colori e di profumi. L’ammirazione per i fiori appena sbocciati è per i giapponesi un rito collettivo importante – l’hanami - a cui sono dedicati festival e celebrazioni tradizionali; i due più attesi sono Mito no ume matsuri e Mito no sakura matsuri che invitano i cittadini a passeggiare nella natura, tra cerimonie del tè, pic-nic, spettacoli di danza e concerti di arpe all’aperto. Il primo festival – matsuri significa festa tradizionale - inaugura la stagione della fioritura dei ciliegi fino a fine marzo e il secondo, il più noto, dura fino al 15 aprile. Uno dei luoghi più famosi dove osservare la tradizionale fioritura dei ciliegi è il parco Kairakuen, nella città di Mito, a nordest di Tokyo: è uno dei giardini più belli del Giappone, realizzato nel 1842 dal regnante della regione che voleva condividere la bellezza dei fiori con i propri sudditi. In giapponese, infatti, il suo poetico nome significa Giardino per la gioia di tutti; il luogo in realtà è un parco di circa 13 ettari che ospita 3mila alberi di 100 specie diverse, che in queste settimane si colorano di rosa e di rosso. Altri incantevoli spazi dove poter ammirare la nascita delle piante in fiore sono il Kenrokuen a Kanazawa, a nordovest di Tokyo, e il Kōrakuen a Okayama, nel sud del Paese. Anche gli abitanti di Tokyo celebrano la primavera nel parco Ueno, con i suoi mille alberi, e nel giardino del palazzo imperiale, dove si può anche noleggiare una barca e navigare sui tanti canali. Nel parco Maruyama di Kyoto, invece, si può ammirare il rarissimo ciliegio piangente e a Yoshino, a sudovest del Paese, si passeggia tra i fiori sul monte di Yoshinoyama.
Tulipano
Regno incontrastato dei tulipani è la coloratissima Olanda e, in particolare, il parco Keukenhof di Lisse, piccolo villaggio di contadini a circa 30 chilometri da Amsterdam, nello Zuid Holland, che ospita 800 varietà di tulipano e oltre 7 milioni di bulbi fioriti. E’ il giardino dei tulipani più grande del mondo da attraversare in bicicletta, perdendosi tra i suoi colori e i profumi lungo i viali, le serre, i vivai, i 20 giardini espositivi, i laboratori di ricerca, il museo dei bulbi e ovviamente le strutture commerciali di vendita dei famosi fiori. Il colpo d’occhio è incredibile: distese colorate di giallo, rosso, viola, blu, arancio e rosa accolgono milioni di tulipani, narcisi, giacinti e crochi, che in questo periodo, da aprile a metà maggio, raggiungono l’apice della fioritura. La campagna che circonda il parco è anch’essa una tavolozza di colori, punteggiata da mulini a vento, canali d’acqua e piste ciclabili. Nel parco di Keukenhof, oltre ai tulipani, sono in mostra nei sette giardini a tema (tra cui quello rinascimentale, il giardino colorato, quello da roccia-ombra-acqua) piante ornamentali, specchi d’acqua e 2.700 alberi secolari.
Anche nel nostro Paese si possono ammirare un’infinità di tulipani alla mostra Tulipanomania, aperta fino al 30 aprile nel parco-giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona. E’ l’esposizione di tulipani più importante d’Italia e la seconda in Europa: oltre ai tradizionali fiori olandesi sono esposti anche giacinti, muscari e narcisi che sbocciano nei 600mila metri quadrati del parco. Infine, dal 10 al 25 aprile tornano ai giardini botanici di Villa Taranto di Verbania le “settimane del tulipano” con oltre 80mila bulbose in fiore e uno spettacolare labirinto di 20mila corolle fiorite.
Fiore di lavanda
Viaggiare tra maggio e agosto in Provenza significa attraversare distese di campi color viola dal profumo inebriante. In particolare c’è una zona tra Vaucluse e le Alpi dell’Alta Provenza che lascia senza fiato: qui il colore dominante è il viola e disseminati lungo le strade che invitano al viaggio si trovano borghi medievali, musei e distillerie dedicati alla lavanda, pianta simbolo della Provenza stessa. Durante tutto l’anno le aziende profumiere e le botteghe artigianali dei tanti borghi offrono prodotti e souvenir profumati, legati al fiore della lavanda. Tra i centri che spuntano dai campi di lavanda ci sono Laborel, Sault, Apt, Simiane-la-Rotonde, Manosque e Digne-les-Bains: meritano tutti un’attenta visita anche solo per le botteghe e i tanti laboratori-musei che ospitano. Alla fioritura dei campi di lavanda, tra metà maggio e metà giugno, segue il raccolto che avviene ad agosto, quando nella regione francese si susseguono feste e celebrazioni popolari legati all’amata pianta floreale. Le fêtes de la lavande organizzano infatti sfilate, giochi e concerti all’aperto.
Tra la primavera e l’estate anche Hvar, l’isola croata più lunga dell’Adriatico, si colora di viola: tra le colline e le vallate delimitate da muretti a secco fiorisce la lavanda che contrasta con il color indaco del mare in lontananza. Tutto è viola e in ogni angolo dell’isola croata, da Vrboska a Jelsa, da Brusje a Zastrazisce, si vendono sacchetti di fiori essiccati, acque di colonia e profumi, oli essenziali e persino liquori alla lavanda nei negozi e sulle bancarelle dei tanti mercatini. Fu un contadino negli anni Cinquanta a portare da un viaggio in Provenza i semi di lavanda, che subito attecchirono grazie all’ottimo clima e al sole che scaldano la fertile isola croata. Da allora Hvar, in italiano Lesina, è l’isola della lavanda, un vero business per gli abitanti della sottile striscia di terra croata, lunga 86 chilometri tra il canale di Hvarski a nord e quello di Korčulanski a sud.
Peonia
In Cina la peonia è considerata la vera regina dei fiori: ovunque si festeggia con festival e mostre floreali, in particolare nella città di Luoyang, nella provincia dello Henan occidentale, a lungo antica capitale della Cina, dove alla peonia viene dedicata una festa, organizzata nel Wangcheng Park, che richiama ogni anno da metà aprile a metà maggio decine di migliaia di visitatori. Qui, grazie a un eccellente microclima, crescono le peonie più belle – bianche, rosse, gialle e viola - che, a primavera, si possono ammirare non solo nei parchi e nelle esposizioni floreali ma anche in ogni giardino, sui davanzali e a ogni angolo di strada. Tra i luoghi più importanti dedicati alle peonie ci sono il Luoyang National Peony Garden, uno dei più antichi giardini cinesi diviso in due parti con oltre 1.200 varietà di peonie di grandi dimensioni e colori vivaci; il Shenzhou Peony Garden, dove crescono oltre 30 mila alberi di peonia, divisi in 380 specie diverse, e dove si organizzano spettacoli folcloristici popolari, e il Luoyang National Flower Garden dove si possono ammirare rare specie di peonie, tra cui quella rossa di 150 anni e quella color porpora, vecchia di 120 anni. 
La peonia arrivò in Occidente già nell’antichità e fu il filosofo e botanico greco Teofrasto a scoprirne alcune virtù medicinali. Le peonie ad arbusto, invece, arrivarono in Europa soltanto nella seconda metà del Settecento e in particolare nei giardini reali londinesi di Kew Gardens. L’Inghilterra continuò a coltivarle e a incrociarle con altri fiori, così come fecero in seguito anche Francia e Stati Uniti. Ma è proprio in Italia, al centro botanico Moutan di Vitorchiano, in provincia di Viterbo, che si trova la più grande collezione al mondo di peonie cinesi. Qui, fino alla fine di maggio, è possibile assistere alla fioritura di oltre 200mila piante e 600 diverse varietà di peonie cinesi arboree ed erbacee, messe a dimora con altre piante mediterranee, in un tripudio di colori e di profumi.
Fiore di lenticchia
Da metà giugno a metà luglio l’altopiano di Castelluccio di Norcia, nel parco umbro dei monti Sibillini, è un tripudio di colori, celebrati con l’Infiorata, la festa della fioritura, dove la monotonia cromatica del pascolo invernale viene spezzata da un mosaico di colori. Per un mese la piana diventa un giardino di fiori da campo, i cui colori disegnano un paesaggio da mozzare il fiato: i verdi delle graminacee e il rosso dei papaveri si affiancano al bianco dei narcisi e all’azzurro dei fiordalisi; il giallo dei ranuncoli, il blu delle genziane e lo scarlatto dei garofani selvatici si mescolano con il verde scuro dei prati e quello pastello dei pascoli. Dominano su tutti, i fiori delle lenticchie, pilastro dell’economia locale, che contribuiscono alla bellezza del paesaggio e alla varietà dei colori con piccoli fiorellini gialli e azzurrognoli.
ansa

Spiritualità ma non solo: viaggio alla scoperta delle ragioni dei pellegrini (video)


Cinque storie, cinque nazionalità diverse che ci raccontano la loro esperienza di pellegrinaggio (cattolica e non) in Italia, il rapporto con il cammino, il significato di accoglienza e misericordia. Abbiamo seguito alcuni di loro in viaggio lungo la Via Francigena del Sud (Roma-Bari), per gli altri invece, il punto d’incontro è stato lo Spedale della Provvidenza di San Giacomo e San Benedetto Labre, snodo centrale a Roma per i pellegrini di tutto il mondo, che arrivano o partono ogni giorno dalle vie di pellegrinaggio. Video di Lorenzo Sorbini fonte: lastampa.it

Sabato 2 aprile In cammino sulla «Via Misericordiae»


Un cammino di quindici ore, toccando quindici chiese poste sul versante bergamasco del lago d’Iseo, nei territori di Riva di Solto, Solto Collina e Fonteno. In ogni chiesa – tranne l’ultima dell’itinerario – un’opera di misericordia. Presentata e offerta ai pellegrini intrecciando Parola di Dio e parole d’uomo. Chiamando al dialogo la preghiera, la musica, il canto, il teatro. Grazie alla partecipazione di duecento figuranti delle tre comunità. Ai loro parroci e ai sacerdoti del vicariato Solto-Sovere. 

Benvenuti a Via Misericordiae, cammino di quindici ore che partirà sabato 2 aprile alle 15 dalla chiesa di San Rocco, a Riva di Solto, avendo quale bussola l’opera «Consigliare i dubbiosi». Si proseguirà facendo tappa in altre tredici chiese, ciascuna sede di una lectio divina e di un’«azione performativa » dedicata a una diversa opera di misericordia, spirituale o corporale. La conclusione: domenica 3 aprile, festa della Divina Misericordia, alle 6 del mattino, alla chiesa di San Defendente. 

Si tratta di un eremo affacciato sul lago d’Iseo, con una vista mozzafiato su Montisola, i rilievi che cingono il Sebino, la vette fra Bergamasca e Val Camonica. In questo luogo, nella contemplazione del creato, al passaggio dalla notte al giorno, le comunità di Riva, Solto Collina e Fonteno – con quanti, forestieri, vorranno unirsi al loro cammino – celebreranno la Misericordia nel segno della musica, della danza e, infine, dell’Eucaristia.

Via Misericordiae rappresenta la sesta edizione di Golgota. La collina della vita, esperienza di teatro di comunità fra le più significative della Lombardia, che quest’anno si ispira al Giubileo della Misericordia. Quindici chiese, quindici ore. Quattordici opere di misericordia, come le stazioni della Via Crucis. E un’ultima statio a celebrare la Resurrezione. A ricordare come il Risorto è il volto della misericordia di Dio. Il pellegrinaggio, in totale, sarà di circa dieci chilometri. Il pellegrino potrà decidere se percorrerlo tutto o solo in parte. A guidare l’itinerario, a indicare il cammino, un gruppo di pellegrini con una grande croce luminosa.

Ad ogni ora, una chiesa e l’incontro con un’opera di misericordia; all’ingresso, uno dei preti del vicariato ad accogliere i pellegrini e offrire una riflessione; quindi l’«azione performativa». Si consiglia di portare una torcia elettrica e di avere un abbigliamento adatto al cammino di notte con brevi spostamenti all’aperto. Le tre comunità sebine si sono organizzate anche per dare ristoro ai pellegrini, lungo il percorso, con bevande calde; chi vorrà riposare, potrà farlo nella sede della Protezione civile di Fonteno, portando da casa coperte o sacco a pelo. 

Ci si potrà muovere con mezzi propri, ma in alcuni tratti ci sono anche servizi di trasporto gratuito fino alla tappa successiva. Via Misericordiaeha la direzione artistica di Walter Spelgatti. Autore dei testi è Claudio Bernardi, docente di Drammaturgia dell’Università Cattolica. In sei punti del percorso, le installazioni di Giuliano Pe, artista autodidatta. Lungo alcuni tratti, accompagnerà i pellegrini la musica della «Banda della Collina». Info: 348.0811402; www.prolocolacollina.it
Accenire

I 10 mulini a vento più belli d’Europa oggi trasformati in hotel e musei

Kinderdijk, Olanda 
Sono 19 i mulini di Kinderdijk, a pochi chilometri da Rotterdam, in Olanda; risalgono al 1740 e, solo d’estate, sono ancora funzionanti: seppur lenti e rumorosi, per la loro importanza storica, economica e sociale l’Unesco li ha dichiarati patrimonio dell’umanità. Simboli incontrastati del Paese, proprio come gli zoccoli e i tulipani, questi maestosi mulini a vento sorgono su due file opposte nei dintorni del borgo di Kinderdijk, tra gli sconfinati prati erbosi della pianura dell’Alblasserwaard, punteggiata da casolari, residenze di campagna, castelli e vigorosi canali d’acqua. E’ bello arrivarci in bicicletta, pedalando dal borgo di Bunnik o da Gouda, centro famoso per i suoi formaggi, magari a maggio quando in tutto il Paese - quest’anno il giorno 14 – si festeggia la giornata nazionale dei mulini. Tra le 19 strutture, 9 a base circolare e 10 a base ottagonale, soltanto una è aperta al pubblico: visitando il mulino Nedrwaardmolen 2, a base circolare, si può capire come vivevano e lavoravano le famiglie dei mugnai olandesi alla fine del Settecento.
Consuegra, Spagna
Dodici maestosi mulini a vento, candidi e cilindrici, spuntano sotto il sole di Castiglia-La Mancha, nel cuore della Spagna, tra rocce calcaree erose dal vento e dall’acqua, pianure aride, distese di ulivi e colline color ocra e tabacco. Qui, a sud di Toledo, nei dintorni del borgo di Consuegra, dove la natura è capricciosa e la mano dell’uomo ha costruito castelli, monasteri e strade che invogliano al viaggio, si trovano ancora i tondi e giganteschi mulini, oggi bellissimi da fotografare, che Miguel de Cervantes descrisse nel suo celebre romanzo Don Quijote de la Mancha. In tutta la regione appaiono i mulini a vento, a gruppi e disposti su più file, il cui fascino riporta alle leggendarie gesta dell’hidalgo don Chisciotte che scambiò le alte strutture pietrose per temibili giganti da combattere. Oggi è stato creato un percorso, la ruta de Don Qujote, che ripercorre i luoghi descritti da Cervantes e che si sofferma proprio nei pressi di ognuno dei dodici mulini, disposti sul roccioso colle Calderico e battezzati con nomi estratti dall’immortale opera di Cervantes. Tra queste strutture, quattro dei quali con meccanismi ancora in ottimo stato, spicca il mulino Sancho, risalente al XVI secolo e oggi scenario della locale festa dello zafferano di Consuegra.
Koufonissi, Grecia
Sulla minuscola isola greca di Koufonissi, quattro chilometri quadrati di spiagge deserte bagnate da un Egeo incontaminato, si può alloggiare in un vero mulino. La struttura, tonda e compatta, da dieci anni fa parte di un residence, Windmill Villas, che offre tutti i comfort e una vista suggestiva sul mare e su un porticciolo dove l’acqua è trasparente come quella di una piscina. La vista lascia senza fiato e la struttura, che risale al 1830 ed è protetta dal ministero dei Beni Culturali, regala emozionanti e paradisiache vacanze di mare alle Cicladi, a sud di Naxos. L’isola greca è formata da due piccole parti: Kato, deserta e selvaggia, e Ano dove, sulla costa sudoccidentale, si trova l’unico centro abitato, Chora, su una baia riparata dal meltèmi dove attraccano i traghetti provenienti dal Pireo e dalla vicina Naxos. Un vecchio mulino a vento sulla cima della collina, visibile dal traghetto prima di entrare in porto, accoglie turisti e amanti del mare.
Trapani, Italia
Antichi mulini a vento a sei pale, perfettamente restaurati e ancora funzionanti, sorgono nelle saline della Laguna di Trapani, lungo la “via del sale”, nel cuore della riserva naturale dello Stagnone. Si intravedono maestosi lungo il litorale che collega Trapani a Marsala, nella Sicilia occidentale, costruiti nel Cinquecento per macinare il sale o pompare l’acqua di mare da una vasca all’altra. E’ un territorio bellissimo e ricco di storia, di fronte all’isola di Mozia, che regala scorci e panorami suggestivi, punteggiati dai mulini, eretti in cima alle torri dei castelli o sulle alture. Sono stati tutti restaurati e alcuni trasformati in alberghi e musei. Merita una visita attenta il mulino d’Infersa che, assieme ad altre due mulini perfettamente funzionanti, fa parte di un percorso museale e multimediale all’interno delle saline Ettore e Infersa che includono anche il centro visitatori, la bottega del sale, una degustazione gastronomica, la possibilità di alloggiare in un piccolo albergo e passeggiate sull’isola Lunga, solitaria e affascinante, dove ci si immerge in una vasca rigenerante o ci si sdraia sulla crosta di sale. Aperto al pubblico tutto l’anno, il mulino d’Infersa è alto quasi 13 metri e a forma di stella; risale al XVI secolo ed è tra i più grandi di tutta l’area delle saline: gioiello di archeologia industriale, il suo ruolo è da sempre quello di sfruttare la forza del vento per attivare le macine destinate alla lavorazione del sale. Gli ingranaggi in legno - l’uso del ferro è ridotto al minimo per la presenza del sale - determinano la velocità di rotazione delle macine, fino a centocinquanta giri al minuto; nel vano superiore sono visibili ancora le macine per produrre la farina mentre nella parte inferiore si trova il meccanismo rotante.
Zaanse Schans, Olanda
A Zaanse Schans, piccola comunità nell’area di Zaandam, nell’Olanda settentrionale, c’è una forte concentrazione di mulini a vento – se ne contano più di mille - che sembrano riportare i visitatori indietro nel tempo. Costruiti a partire dal Trecento lungo il fiume Zaans, molti di questi storici mulini e alcune case risalenti al Settecento sono ancora in ottimo stato e rappresentano una forte attrazione turistica, tant’è che alcuni si visitano all’interno dove è possibile avvicinarsi ai meccanismi e alle tavole di legno per scoprire come erano fatti. Il modo migliore per apprezzare la bellezza e maestosità dei mulini è navigare in battello lungo il fiume e passeggiare magari in bicicletta in questo angolo di paradiso. I primi mulini risalgono al 1321 e venivano sfruttati per muovere l’acqua e macinare la farina; poi furono costruiti altri mulini, usati come frantoi per l’olio, per la carta, per il cacao, per la mostarda e persino per il cemento. I mulini della zona vennero costruiti anche per rompere le pietre che servirono per costruire gli attuali palazzi di piazza Dam ad Amsterdam. Nel Novecento i mulini furono sostituiti con i motori a vapore e il loro numero diminuì fino a poche decine; è per questo nel 1925 l’associazione Vereninging De Zaansche Molen decise di conservarne le strutture rimaste per poter mostrare alle nuove generazioni la storia e l’importanza dei mulini a vento nel Paese. Nel 2007, inoltre, è stato costruito un nuovo mulino sullo stampo di quelli storici che ospita all’interno un video sulla storia della realizzazione dei mulini.
Campo de Criptana, Spagna 
Il colle dei mulini di Criptana è, con il vicino borgo di Consuegra, uno dei luoghi più famosi della regione spagnola di Castiglia-La Mancha: ha ispirato Cervantes nell’ambientazione del suo romanzo Don Quijote de La Mancha e la forte concentrazione di mulini a vento accompagna il viaggio in un paesaggio bellissimo e ricco di fascino. Così come per Consuegra, anche Criptana è entrata in una serie di percorsi turistici e letterari alla scoperta di questi maestosi e leggendari mulini. In particolare il borgo di Criptana ospita uno dei tre più antichi mulini di Spagna: El Sardinero (gli altri due sono Infanto e Burleta), risalente al secolo XVI. In realtà i mulini in questa zona erano quasi 40 ma oggi ne restano intatti molto meno e di questi solo alcuni sono aperti al pubblico tutti i giorni.
Cley-next-the-Sea, Inghilterra
A Norfolk, nell’Inghilterra orientale, il mulino di Cley, costruito nell’Ottocento nella riserva naturale a due passi dal porto di Blakeney, è stato trasformato in un accogliente bed&breakfast. Del vecchio mulino dall’aspetto campestre è rimasto poco, ma il fascino e la bellezza della struttura meritano una sosta, soprattutto se vi si può alloggiare, immersi nella campagna inglese. La location è talmente originale e romantica che molte giovani coppie scelgono il mulino per sposarsi e trascorrevi la prima notte di nozze. Cley Windmill perse la sua funzione di mulino intorno agli anni Venti, quando l’architetto Cecil Upcher fece rimuovere il macchinario e le ruote dentate, che utilizzò come decorazione per gli interni, e lo trasformò in una residenza. Con il passare del tempo il mulino venne abbandonato anche per la mancanza di proprietari; nel 1983 la contea inglese chiese il permesso di trasformarlo in albergo come edificio di interesse storico. Da allora Cley Windmill è stato ristrutturato più volte fino all’attuale struttura: una torre di cinque piani con il tetto a forma di cupola e otto pale che, ben fissate al tetto, girano quando c’è il vento. Oggi il mulino, oltre a poter ospitare, è diventato il simbolo della contea e una delle principali attrazioni turistiche, spesso utilizzato per girarvi film o le pubblicità.
Santorini, Grecia 
Sull’isola greca di Santorini, a due passi dal mare, una grande tenuta biologica ricca di vigneti ospita due mulini a vento – uno con le porte e finestre color lilla e uno verde acqua - trasformati in eleganti alberghi e in residenze di lusso, le Windmill Villas. Le due camere da letto dispongono di tutti i confort e di un arredamento tra il design tradizionale e quello moderno più lussuoso. Dal piano terra del mulino si gode di un fantastico panorama sui vigneti e sul mare. All’interno si respira un’atmosfera romantica, unica e accogliente, mentre la piscina esterna, panoramicissima e con idromassaggio, invita al tuffo. I mulini si trovano tra la capitale Fira e i villaggi di Oia, Nestor e Fotini.
Haarlem, Olanda
Molen de Adriaan spunta sul tetto di una abitazione nel cuore di Haarlem, accogliente città dell’Olanda settentrionale ad appena 15 minuti d’auto da Amsterdam. E’ il mulino più famoso della città, a pianta esagonale, costruito nel 1778 su una sponda del fiume Spaarne. Un incendio lo distrusse nel 1932 ma, grazie all’impegno economico dei suoi cittadini, è stato recentemente ricostruito sull’antica struttura. Funziona soltanto il sabato ma vi si può accedere per visite guidate ogni lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica. Entrando si ammirano il funzionamento, la maestosità e, soprattutto, la spettacolarità della sua posizione panoramica in pieno centro storico. In effetti il mulino venne costruito sulla torre che difendeva il centro di Haarlem; utilizzato per produrre cemento, vernice e catrame, è stato trasformato in seguito in un mulino, uno più belli e visitati d’Olanda. Imperdibile è un tour in battello lungo il fiume, da dove si gode un’altra maestosa vista sul possente mulino.
Leida, Olanda
Molen de Valk, chiamato anche il “falco”, è un mulino del 1785 e la principale attrazione di Leida, città dell’Olanda meridionale. Nel 1966 è stato trasformato in un museo, al cui interno è possibile ammirare un’affascinante collezione di oggetti utilizzati per la macina e strumenti e libri dei mugnai dal 1930 a oggi. Il mulino di Leida, che si trova vicino alla stazione ferroviaria, in realtà è ancora in funzione e all’interno, oltre che sede museale, ospita un negozio dove è possibile acquistare la farina integrale qui macinata e, al primo piano, l’abitazione dell’ultimo mugnaio ancora esistente in Olanda. Le sale adibite a mostra, al primo e al secondo piano del mulino, sono dotate di programmi audiovisivi che illustrano la storia della macinazione e presentano la collezione degli antichi oggetti per la macina. Il mulino-museo de Valk è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì.
ansa

Pasqua nei parchi divertimento, da Masha a Kung Fu Panda

Da Kung Fu Panda a Da Masha e Orso al trenino Thomas: chiudono le scuole e i parchi divertimento aspettano i piccoli ospiti con una serie di nuove iniziative. Il primo ad aprire le danze è stato LEOLANDIA (www.leolandia.it), il secondo parco più amato d'Italia nella classifica di Tripadvisor che quest'anno festeggia i 45 anni e già da sabato scorso accoglie i piccoli visitatori con Masha e Orso, il Trenino Thomas e Peppa Pig.
    Giovedì 24 torna in scena il divertimento da Oscar di CINECITTÀ WORLD(www.cinecittaworld.it): quest'anno le proposte e gli spettacoli avranno come fil rouge, oltre al cinema, l'illusione e la magia. Al Teatro 1 si alterneranno l'attore e mentalista Max Vellucci e l'illusionista e inviato di Striscia la Notizia Antonio Casanova. L'altra novità è il Cinecitram che quest'anno si trasforma in SpacExpress: grazie a un accordo con l'Esa trasporterà i passeggeri in nuove emozionanti missioni, ispirate a quelle vere che l'agenzia spaziale europea conduce sul pianeta Marte. Nel corso della stagione aprirà anche l'Horror House, ideata e progettata insieme al regista e creatore di effetti speciali Sergio Stivaletti, uno dei più fedeli collaboratori di Dario Argento. Ad Ennio's Creek, il set dedicato a Ennio Morricone, sarà aperta per la prima volta Sad Hill Church, la chiesetta che si aggiungerà ad altre location già visitabili come l'ufficio dello sceriffo.
    Il giovedì di Pasqua riapre i battenti anche GARDALAND, che da maggio avrà una nuovissima area dedicata a Kung Fu Panda dove oltre a montagne russe e giochi interattivi ci si potrà allenare come in una vera scuola di arti marziali. Nel frattempo nel parco tantissimi nuovi spettacoli indoor, show e animazioni all'aperto da godere tra un'attrazione e l'altra delle oltre 40 suddivise nelle tipologie Fantasy, Adventure e Adrenaline: dalle odalische, i giocolieri e gli acrobati in Piazza Souk al Galeone de I Corsari con la musica dal vivo.
    Venerdì ricomincia la festa a MIRABILANDIA che da giugno si arricchisce della Far West Valley, una nuova area di 19.000 mq, dove si potrà diventare protagonisti di un rodeo su un nuovo disco coaster, mettersi alla prova scalando totem indiani oppure "volare tra i canyon" come rapaci e anche divertirsi nella nuova area gioco, tra indiani e cowboy. E poi miniere, cadute libere da torri di estrazione petrolifera, un viaggio tra le rapide e una città fantasma. Novità anche per il palinsesto di spettacoli con lo spettacolo di tuffi comico-acrobatici, performance di parkour con i pirati, uno spettacolo di ispirazione steam punk e tanto altro.
    Dal 25 marzo ripartono anche il divertimento e la magia a RAINBOW MAGICLAND(www.magicland.it): la mascotte Gattobaleno guida i visitatori tra le 38 attrazioni originali del parco di Roma Valmontone dai lanci mozzafiato su Shock o il salto di 70 metri dalla torre Mystika al vortice sull'indoor spinning coaster Cagliostro. Tra gli spettacoli ci sono al Piccolo Teatro le sei amiche fatine di Winxis Magic e Mia e la sfera magica con gli unicorni di Centopia. Torna invece al Gran Teatro lo spettacolo vincitore dei Parksmania Awards 2015 Romeo e Giulietta. E per i più adrenalinici all'Area Stunt Extreme Motor Show.
    Emozioni "giganti" anche a ZOOMARINE (www.zoomarine.it) dove da sabato si possono trovare anche 16 tartarughe sulcata, le più grandi del continente africano e tra le più grandi al mondo. Grandi novità anche all'isola dei delfini dove c'è anche un maxischermo dove vengono proiettati i momenti più belli e tanto divertimento con Surf, il FlowRider più grande d'Italia.
ansa

Cento eventi in cento sere, Cannobio presenta la stagione 2016

CANNOBIO – Un calendario intenso ed economicamente sostenibile. 48 mila euro, 26 mila dei quali versati dai partner privati grazie ai quali Cannobio
può offrire agli ospiti di campeggi, alberghi, seconde case e ai propri residenti concerti, eventi sportivi, visite guidate, mostre, ecc, ad un costo relativamente modesto.
Sul depliant presentato questa mattina, in municipio dal sindaco Giandomenico Albertella e dal vice e assessore al Turismo Marco Cattaneo ci sono eventi programmati su tutto il territorio dell’Unione dei comuni del Lago Maggiore, da Ghiffa a Cannobio, alla valle Cannobina. Un programma intenso che nel cuore della stagione, da giugno a settembre, conterà almeno un evento al giorno “Cento eventi in cento sere” non a caso è lo slogan scelto. “La nostra ambizione, però, è quella di arrivare ad un programma concordato su tutta la sponda occidentale del lago, incluso il bacino svizzero. Qualche passo in avanti, sul versante italiano, già l’abbiamo fatto concordando gli appuntamenti con Verbania nell’ambito della fase di avvio del Maggiore”, ha spiegato Albertella dove da questa collaborazione il contenitore di eventi del Villaggio d'artista quest'anno farà tappa anche a Cannobio. ma, come da calemdario, non mancheranno appuntamenti più "pop": dall'albero della cuccagna "orizzontale" (una novità all'insegna del divertimento) ai momento musicali e di folk.Torna anche, per il settimo anno, il Summer city bus; il servizio navetta che dalle 18 all’una della notte accompagna turisti (ma anche tanti giovani) nei vari angoli del paese.   
Le prime due iniziative in calendario, la Mostra degli agrumi di Cannero (12/13 marzo) e la festa campestre di Crealla(Val Cannobina), sono già passate. Giovedì 24 apre la “Mostra d’arte primavera” da Pepita Lab Gioielli fino al 17 maggio.Dal 24 al 26 il Nuovo Teatro ospita il mercatino di Pasqua. Lunedì 28 il centro storico ospita il mercatino di primavera. Il 3 aprile tradizionale Concerto di primavera del corpo filarmonico Cannobiese. Domani aprono i punti informativi di “Cannobio 4 You” in piazza Martiri e allo scalo della Navigazione Lago Maggiore e amplia l’orario d’apertura quello alPalazzo Parasi, gestito in collaborazione tra “Cannobio 4 You” e Pro loco e che sarà sede d’importanti eventi espositivi (dedicata all’artista internazionale Valerio Adami la mostra dell’estate) ma non solo.
fonte: verbanonews.it

LetterAltura: Fael e Cristina nuovi presidente e vice-presidente

VERBANIA - Cambio ai vertici per l'associazione LetterAltura organizzatrice, tra l'altro, dell'omonimo Festival di fine giugno.
fonte: verbanonews.it

"Un'associazione culturale deve curare con attenzione ciò che sviluppa nei diversi aspetti di pertinenza sul proprio territorio di intervento. Fra le sue specificità oggi deve tendere a dare maggior spazio alle giovani generazioni e al loro agire. L'associazione LetterAltura ha quindi dato luogo ad un avvicendamento di presidenza e vice presidenza del proprio Direttivo seguendo questa importante tendenza", spiega la nota stampa dell'associazione. 
Con le dimissioni di Roberta Costi e Carla Merlo subentrano a presidente e vice presidente A. Karim Fael ed Elisa Cristina, due tra i più giovani componenti del Consiglio Direttivo, eletti nel 2013. Per cui oggi fanno parte dei vertici dell'associazione LetterAltura oltre a Karim Fael, Elisa Cristina, il tesoriere Umberto Gallo, i consiglieri Michele Airoldi, Daniela Fornaciarini, Danila Tassinari e Carlo Zanoni in qualità di segretario .
"In tempi brevi saranno elaborati nuovi programmi per le diverse attività culturali che interessano l'intera provincia del Verbano-Cusio-Ossola", assicura l'associazione.

UEFA WOMEN’S CHAMPIONS LEAGUE: IL TROFEO TORNA IN ESPOSIZIONE A REGGIO EMILIA. APPUNTAMENTO IL 19 E 20 MARZO AL CENTRO COMMERCIALE “I PETALI”


Reggio Emilia, 17 marzo 2016 – Il trofeo della UEFA Women’s Champions League prosegue il suo viaggio e torna a Reggio Emilia, la città in cui il 26 maggio giocheranno le due squadre più forti d’Europa.

La coppa torna così da dove era partita, dopo aver sfilato lo scorso 4 marzo insieme all’ambassador della Finale, Patrizia Panico, allo Stadio Olimpico di Roma in occasione del match di Serie A TIM tra Roma e Fiorentina, e dopo essere stata l’ospite d’onore della giornata della donna a Cesenatico nell’attività promossa da FIGC, “Azzurre per un giorno”.

L’appuntamento è per il 19 e il 20 marzo presso il centro commerciale “I Petali” dove verrà allestito uno spazio dedicato all’esposizione della coppa. Nella giornata di sabato (orario di apertura 14:00 - 19:30) l’evento sarà arricchito anche dalla presenza dei giocatori dell’U.S. Sassuolo Calcio Paolo Cannavaro, Simone Missiroli e Karim Laribi, ed esponenti della Reggiana Calcio, che, dalle ore 17, incontreranno il pubblico e parleranno della prestigiosa Finale della UEFA Women’s Champions League.

Nella giornata di domenica (orario di apertura 10.30 – 19.00) si cambierà sport, ma la passione resterà invariata grazie alla presenza di Ojārs Siliņš, ala lettone della Reggiana Basket, che, dalle 17 circa, accanto al trofeo, regalerà intensi momenti di aggregazione con i tifosi.

Il palcoscenico dell’evento sarà completamente volto allo spettacolo e al divertimento, con la possibilità per tutti di entrare in contatto con il trofeo e con i testimonial attraverso attività di intrattenimento ed animazione, grazie anche alla collaborazione di Radio Bruno che sarà presente insieme ai tifosi ed ai numerosi ospiti che accorreranno all’evento.

Inoltre, come per ogni partita casalinga dell’U.S. Sassuolo Calcio, anche in occasione del match contro l’Udinese di domenica 20 marzo, lo sportello numero 5 della biglietteria dello stadio Città del Tricolore sarà adibito alla vendita dei biglietti per assistere alla Finale della UEFA Women’s Champions League del 26 maggio. La vendita dei tagliandi è sempre disponibile anche online sul sito uwclf2016.vivaticket.it

Prossimamente, in occasione della maratona ViviCittà del 2 e 3 aprile, il trofeo tornerà in città in formato gigante, accompagnato da una serie di iniziative ricreative e divertenti volte ad intrattenere i cittadini reggiani e promuovere la Finale del 26 maggio.

Per tutte le informazioni sulle prossime tappe della coppa, sulla biglietteria e per rimanere costantemente aggiornati sulla UEFA Women’s Champions League Final è possibile visitare il sito www.UWCLfinal.com e seguire la pagina Facebook ufficiale “UEFA Women’s Champions League”.


Master Group Sport - Ufficio stampa

segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

Incantevole Italia, ecco le 12 città "bianche"

Parola d'ordine candore: da Ostuni a Levanzo, da Trani a Siracusa. Ecco le città bianche addentrandosi fra le case, i vicoli e le piazze bianche dello stivale, per scoprire le affascinanti storie dei borghi bianchi della Valle D'Itria e del bellissimo travertino ascolano, e i racconti custoditi dalla pietra giuggiulena degli edifici di Siracusa.
Molte di queste gemme architettoniche sono in Puglia, regione il cui fascino sembra non lasciare indifferenti i turisti stranieri, come mostra l’incremento di ricerche di voli verso gli aeroporti di Bari (+7%) e Brindisi (+5%) rispetto allo scorso anno. Per i viaggiatori italiani, invece la buona notizia viene dall’analisi dei prezzi dei voli nazionali verso la Puglia: in media dell’8% più economici dal 2013 a oggi. Mentre il consiglio per trovare le offerte più convenienti in base allo studio di Skyscanner sul miglior momento per prenotare, rimane comunque quello di prenotare un volo nazionale in Italia con circa 1 mese di anticipo rispetto alla data di partenza (il risparmio è di circa il 17,4% rispetto al costo medio del biglietto).
Ecco 12 delle più belle città bianche italiane selezionate da Skyscanner:
OSTUNI
Città Bianca per eccellenza, Ostuni incanta con il suo splendore. Situata su tre colline in provincia di Brindisi, questa cittadina ha il centro storico coperto interamente di calce bianca. Grazie a questa particolarità la città si è preservata dalla peste del XVII secolo, perché la calce è un vero e proprio disinfettante naturale. Immergendosi nei vicoletti del centro storico, denominato la Terra, si è totalmente assorbiti dall'incantevole bellezza delle case, dei vicoli e dei monumenti, splendenti di giorno quando sono baciati dal sole, e suggestivi di sera quando sono avvolti dalle calde tinte del tramonto.
LOCOROTONDO
Locorotondo è un incantevole paesino pugliese della Valle D'Itria. Come Ostuni, il centro storico di Locorotondo è circolare e completamente ricoperto di calce e pittura bianca. Passeggiare nelle piccole vie del centro, tra archi e scalinate sarà un'esperienza sorprendente resa ancora più magica dai numerosi balconi decorati con fiori e piante. Questa esplosione di colori si sposa perfettamente col bianco dell'architettura rendendo questo posto davvero unico al mondo. Altra particolarità del luogo sono le cummerse, abitazioni con tetti aguzzi ricoperte da lastre calcaree dette chiancarelle, all'interno dei quali è possibile soggiornare e provare un'esperienza davvero indimenticabile!
CISTERNINO
Un altro luogo meraviglioso della Valle D'Itria è Cisternino, eletto borgo più bello d'Italia. Il suo centro storico storico è stato definito un “capolavoro di architettura senza architetti” dall'architetto giapponese Hidenobu Jinnai. Un labirinto di vicoletti tra il bianco delle dimore con richiami arabeggianti, le porticine di colore azzurro e i fiorellini che fanno di questo luogo un posto magico. Il borgo ha la particolarità di esser suddiviso in cinque rioni con nomi e caratteristiche diverse: l'Isule, Scheledd, U' Pandene, Bbere vecchje e U Bburie. Da perdersi almeno una volta nella vita!
MARTINA FRANCA
A pochi chilometri da Cisternino, Martina Franca, in provincia di Taranto, è un altro borgo spettacolare della Valle d'Itria! Qui il colore bianco delle viuzze e delle case si integra perfettamente e in modo raggiante con lo stile barocco dei palazzi nobiliari, il rococò della Basilica di San Martino e le logge in ferro battuto. E pensare che un tempo le strade principali che univano le porte cittadine erano fatte in pietra lavica nera, invece le viuzze minori erano in pietra bianca. Un borgo raffinato che sa bene come coccolare i propri visitatori.
CEGLIE MESSAPICA 
Come molte altre località pugliesi, anche a Ceglie Messapica, paesino in Provincia di Brindisi, il bianco predomina su tutto. In questo caso, l'uso della calce bianca aveva lo scopo principale di donare un po’ di luce ai vicoli stretti della città. Addentrandosi nel centro storico, di epoca medioevale, si arriva al meraviglioso castello Ducale dalla meravigliosa torre normanna, simbolo della città.
MOLFETTA
Il centro storico di Molfetta, città del nord barese, è costruito con le tipiche pietre pugliesi calcaree di color bianco, meglio note come “chiacarelle”. Il bellissimo Duomo, dedicato a San Corrado, edificato tra il 1150 e la fine del Duecento, rappresenta una delle massime espressioni dell’architettura romanica pugliese. La città vecchia è un piccolo borgo tutto da scoprire circondato da chianche e chiancherelle bianche che si alternano alle persiane rigorosamente di colore verde.
TRANI
Bianca, bella e imponente, la Cattedrale di Trani si protende verso il mare azzurro. La pietra bianca locale con cui è stata costruita le dona un senso di eleganza e luminosità difficile da trovare altrove, tanto da essere nominata come la perla dell'Adriatico. A pochi metri, il Castello Svevo, voluto e costruito da Federico II, la Sinagoga di Scolanova e tutto il borgo antico sono interamente bianchi e trasmettono al viaggiatore quel senso di purezza e leggerezza. Luogo ideale per chi cerca serenità.
SIRACUSA
Costruita con la cosiddetta pietra bianca giuggiulena, Siracusa, patria degli antichi greci, affascina con il suo splendore. La parte più antica della città, Ortigia, è un'isola nell'isola. L'alternarsi del bianco degli edifici e l'azzurro del mare la rendono davvero unica e indimenticabile. Da ammirare, poi, la meravigliosa piazza e il Duomo, costruito su un vecchio tempio dorico, è un’opera che regala particolare suggestione all'ora del tramonto.
MATERA
Conosciuta come la città dei sassi, Matera, città Patrimonio dell'UNESCO, è una località davvero particolare scolpita nella roccia calcarea bianca. Durante l'estate i raggi del sole che rifletteno sulle architetture regalano alla città una luce davvero suggestiva. I sassi di Matera sono di una bellezza disarmante! Non bisogna perdere l'occasione di visitare la Casa Grotta di Vico Solitario in cui sarà possibile scoprire gli usi e costumi dei tempi passati. Un viaggio nella storia e nella natura.
ATRANI
Scarpe comode e macchina fotografica, sono questi i due accessori che servono per visitare Atrani. Situato nella costiera amalfitana è un piccolo gioiellino con appena 845 abitanti e definito come uno dei borghi più belli d'Italia. La prima cosa che salta all'occhio è il bianco delle architetture, dei vicoli, degli archi e delle scalinate che trascina in un'atmosfera magica. Imperdibile è la Collegiata di Santa Maria Maddalena, chiesa con la facciata interamente bianca in stile rococò. Infine, la Piazzetta Umberto I, avvolta da edifici bianchi, farà assaporare attimi di vita quotidiana e quella sensazione di benessere difficili da dimenticare.

ASCOLI PICENO
Ascoli Piceno, capoluogo delle Marche, deve la sua splendida bellezza al travertino, la roccia con cui è stata costruita la città. Girovagando per la città ci si rende conto della predominanza del bianco. Piazza del Popolo ne è un esempio eccellente: maestosa con i suoi monumenti, è tutta circondata da meravigliosi palazzi e archi che la rendono un vero e proprio salotto nel quale accomodarsi ad ammirare la bellezza che c'è tutt'intorno. Da non perdere la visita alla cattedrale di Sant'Emidio, patrono della città, che vanta soffitti maestosi.
ISOLA DI LEVANZO
La più piccola tra le isole Egadi, l'isola di Levanzo è la perla del Tirreno. Il bianco delle case e il blu del mare si intrecciano in perfetta armonia. Visitarla farà tornare indietro nel tempo, in un paesaggio fantastico che deve rimanere così intatto!
ansa

Mare 'respira' vicino Portovenere, video virale su YouTube

 Oltre un milione di visualizzazioni da tutto il mondo per guardare quello che è già stato definito il 'respiro del mare' di Cadimare, piccolo paese vicino a Portovenere, nello spezzino. Nel breve filmato è stato ripreso un fenomeno tanto strano quanto conosciuto nella piccola frazione: le onde del mare, infilandosi sotto alla banchina, sospingono in alto i mattoncini rossi che compongono la pavimentazione. L'impressione è che il mare stia respirando sotto i piedi dei passanti. Nel giro di una settimana il filmato è stato ripreso e citato dalle principali tv e testate di tutto il mondo: Nbc, Fuji Tv, Telegraph, Daily Mail, Weather Channel, Telemundo. Il video è stato realizzato dal giornalista Thomas De Luca che ha intuito l'interesse e la curiosità che questo fenomeno poteva riscuotere a livello globale. In molti stentano a credere che quanto rappresentato nel video sia vero, e commentano con 'fake'. Ma gli spezzini confermano: il golfo a Cadimare 'respira' per davvero.
ansa

In acqua Harmony of the Seas, la nave da crociera più grande

E' finalmente in acqua Harmony of the Seas, la nave da crociera più grande al mondo, salpata da Saint Nazaire, in Francia, per un primo test di collaudo. Con i suoi 362 metri di lunghezza, una stazza lorda di 227.000 tonnellate e una capacità di oltre 5.400 passeggeri, sostituirà - per tutta la stagione italiana estiva 2016 - la gemella Allure of the Seas negli itinerari di 7 notti nel Mediterraneo Occidentale con imbarco dall’home-port di Civitavecchia dal 7 luglio 2016 e scalo a Napoli, Barcellona (Spagna), Palma di Maiorca (Spagna), Marsiglia (Francia) e La Spezia.
A bordo di Harmony of the Seas non mancheranno le caratteristiche delle altre navi di Classe Oasis, come i 7 quartieri tematici, il Central Park con oltre 10.000 piante vere, la zip-line per volare a 25 metri d’altezza, la pista di pattinaggio sul ghiaccio, i simulatori di surf e molto altro ancora.
Ciò che però la rende davvero unica è l’introduzione delle attrazioni presenti sulla classe Quantum come il Bionic Bar, il primo bar gestito da barman-robot, e le camere con balcone virtuale. Inoltre, le Royal WOWBands con la tecnologia RFID semplificheranno l’esperienza degli ospiti a bordo garantendo l’accesso alle proprie cabine, ma anche la possibilità di effettuare acquisti e prenotazioni, e con VOOM, la connessione internet più veloce in mare, sarà possibile essere sempre in contatto con chi si desidera.
Gli ospiti, infatti, potranno divertirsi nel primo parco acquatico interattivo per bambini a bordo di una nave da crociera, lo Splashaway Bay, oltre che provare l’incredibile discesa di 30 metri dell’Ultimate Abyss, lo scivolo più alto presente in mare, e le curve e gli avvitamenti mozzafiato del trio di scivoli d’acqua The Perfect Storm.
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