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Alpe Cimbra di Folgaria-Lavarone-Lusérn (Trentino) TORNA SULL'ALPE CIMBRA LA MARCIA DEI FORTI Folgaria, domenica 3 luglio




È la 18^ edizione di una delle marce non competitive più datate del panorama podistico trentino. Cinque percorsi porteranno oltre 1500 marciatori tra le fortezze austro-ungariche dell'altopiano di Folgaria, fino a raggiungere la vetta del monte Maggio. L'evento assume particolare importanza nella ricorrenza del Centenario della Grande Guerra

Marco Belpoliti ha racconta Primo Levi. A Pallanza un assaggio di LetterAltura



In attesa del festival, nuovo appuntamento con LetterAltura Off, la sezione di LetterAltura nata nel 2015 dall’esigenza di allargare gli orizzonti del festival e di coinvolgere alcune realtà alternative del territorio.

Pompei: allarme Enea, "A rischio la Villa dei Misteri"

 I vecchi restauri, ma anche le vibrazioni provocate dal passaggio dei treni della Circumvesuviana tra i nemici della sontuosa Villa dei Misteri, la più bella dimora patrizia degli Scavi di Pompei che sorge proprio nei pressi della stazione ferroviaria omonima. 

Rio2016 per amore del golf: oltre alle canoniche attrazioni la travolgente città carioca è pronta a stupire



PERCHE’ ANDARE Non è un caso che il fascino di Rio riesca a contagiare chiunque, e in molti soffrono di un’inguaribile malinconia al momento della partenza. Tra le montagne lussureggianti ricoperte di foreste e le sue spiagge mozzafiato, la città carioca è celebre per tanti buoni motivi ed è da molti considerata la più bella del mondo. Dai grattacieli alle lagune, dal fermento culturale ai luoghi simbolo, Rio de Janeiro è capace di accontentare le esigenze di qualunque visitatore.

Turismo: Al via Festa Artusiana tra cibo e cultura

 Festeggia il ventennale la Festa Artusiana (25 giugno-3 luglio), omaggio di Forlimpopoli, città natale del gastronomo, al padre della cucina italiana. Nove giorni di degustazioni, spettacoli, concerti, incontri, mostre, dove le strade vengono rinominate e i vicoli e le piazze si caratterizzano come percorsi gastronomici. 

Avete in programma un week end a Roma? Ecco cinque cose da vedere e visitare nella splendida città eterna, ricca di storia ed arte

Roma è, senza dubbio, la città del mondo più ricca di storia. Il centro storico, di incomparabile valore architettonico, con i suoi monumenti che abbracciano ventotto secoli di storia, dai primi sette re all’età contemporanea, ne fanno un immenso museo a cielo aperto.

A Genova per il 18/o Suq Festival Teatro del Dialogo

Al via a Genova il 16 giugno il 18/o Suq Festival - Teatro del Dialogo che sino al 26 giugno, trasformerà la Piazza delle Feste del Porto Antico in un colorato bazar dei popoli con una scenografia teatrale unica in Italia, e un programma culturale internazionale con artisti, scrittori, giornalisti, esponenti di associazioni umanitarie, e tutte le Comunità di immigrati della Liguria. Al Suq si vive il bello dell'immigrazione senza trascurare le tematiche di attualità e i problemi, ma in uno spirito di convivialità. Simbolicamente verrà inaugurato con una grande tavolata della pace durante la quale si spegneranno le 18 candeline del Suq maggiorenne.

Parte Expo Turismo Gay, choc per Orlando ma non ci fermano. Italia nota a turisti Lgbt, con legge su unioni civili crescerà

La strage di Orlando, arrivata proprio nel momento della gran festa dei Pride in tutto il mondo, è una ferita "cattiva", profonda e ancora troppo fresca ma la comunità Lgbt del mondo del turismo, nonostante lo choc, guarda coraggiosamente avanti. E stasera a Roma presenta la quinta edizione dell'evento italiano più importante del settore, ovvero l'Expo Turismo Gay, seguendo le indicazioni date proprio all'indomani della strage dal presidente dell'International Gay and Lesbian Travel Association, John Tanzella: "Il turismo ci aiuta a costruire un mondo più accogliente, ora è più importante di sempre restare uniti contro coloro che vorrebbero vedere il popolo Lgbt vivere nel terrore".

Il destino di Rio segnato dalle favelas

C’è una canzone di Gilberto Gil, il grande nero bahiano che è stato ministro della cultura di Lula che parla della «circular espresso dois dois dois dois que parte direita de Bon Succeso pra depois», il 222, l’autobus che portava dalla periferia faveladadi Rio fino al centro. Prendo il suo sostituto, il 550 che parte da Largo Machado nel quartiere di Laranjeiras, affollato ma centrale, e va verso il Morro do Alemao, La Rupe del Tedesco, una favela di 300 mila persone che si estende a Sud della città.

La Natività ''ritrovata'' a Betlemme. In viaggio tra i restauri della Basilica patrimonio Unesco

Centinaia di mani al lavoro. Decine di pennellini, piccole spatole, ma anche grandi chiodi, lastre di piombo, chilometri di ponteggi. In tutto 170 specialisti all'opera. ''Sembra quasi di essere nel cantiere del Duomo'', dice Giammarco Piacenti, Ceo della ditta, italianissima, che porta il suo cognnome. E invece siamo in uno dei luoghi più cari al mondo per la cristianità, ma sacro anche ad ogni viaggiatore appassionato d'arte e archeologia o per chiunque creda che anche solo una ''grotta'' possa essere il più forte messaggio di pace nel mondo.
    E' la Basilica della Natività a Betlemme, patrimonio Unesco dal 2012 e dal 2013 teatro di quell'imponente opera di restauro che oltre a metterla in sicurezza e ricostruirne il tetto ''cercando di salvare il più possibile dell'originale), sta svelando, almeno in parte, come doveva apparire quel luogo sacro secoli fa ai milioni di fedeli in pellegrinaggio.
    ''Qui tutto era un sontuoso e lucente cammino verso la Grotta'', racconta Marcello Piacenti, site manager del progetto di restauro. Lo testimoniano i colori ritrovati dei mosaici alle pareti: verdi sgargianti, turchesi, rosso, tantissimo oro, che ora sono tornati a luccicare sulle tessere di pasta vitrea dedicate alla vita di Gesù. Due mila metri quadrati di mosaici, al tempo illuminati da 32 finestre in più e ''mai toccati prima - racconta Giammarco Piacenti - Ma si calcola che 28 milioni e mezzo di tessere siano andate perdute per l'incuria''. Commissionata dall'Imperatore Costantino e da sua madre Elena, inviata dal figlio nelle provincie dell'Impero alla ricerca dei luoghi sacri alla cristianità (celati tre secoli prima da Adriano), la Basilica fu costruita tra il 327 e il 339 d.C., distrutta dai Samaritani nel VI secolo e subito ricostruita da Giustiniano. Quello voluto dal Presidential Commitee for the Restoration of the Natività Church, e finanziato anche da tanti stati "amici" della Basilica, è il primo vero intervento di restauro, realizzato, però, ''senza mai chiudere l'accesso ai visitatori''. E allora, giorno dopo giorno, magari entrando dal quel capolavoro in legno, oggi restaurato, della Porta Armena, sotto le mille lampade colorate tipiche di questa parte del mondo, ecco nuovi segreti che i restauri stanno svelando. Come ''il ciuchino che porta Gesù a Gerusalmemme - racconta il CEO - che sembra proprio sorridere. Quasi si rendesse conto dell'importanza della persona che sta accompagnando''. C'è poi il settimo angelo, per secoli scomparso alla vista, ora riemerso grazie alla termografia con la sua tunica di tessere bianche e celesti e l'aureola dorata. E qui e là anche le ''ferite'' importanti di assedi e pallottole.
    ''Ci sono poi particolari che siamo andati a cercare con ostinazione, perché le fonti ci raccontavano essere lì'', dice ancora Marcello Piacenti. Come quelle tracce d'oro e malachite che testimoniano che anche i capitelli erano lucenti e colorati, così come gli architrave in cedro libanese '' pieni di dettagli lumeggianti, tra ovoli dorati, disegni di volute, rosoni'', quasi in un ricchissimo broccato. Proprio lassù, nascosta agli occhi di chi passeggia nella grande navata, la scoperta di nuove, sconosciute, tracce dell'epoca di Costantino. ''Si tratta - spiegano - di materiali lignei da reimpiego, decorati, trovati all'interno degli architravi di Giustiniano e ad essi precedenti''. Sarà il Carbonio 14 a confermare o meno datazione e teoria, giudicata però ''possibile'' dagli archeologi.
    Intanto nei prossimi mesi, un nuovo ''svelamento'', quando una dopo l'altra le 50 imponenti colonne della navata centrale d'epoca giustinianea, con i 30 capitelli, verranno ''spacchettate'' per passare nelle mani dei resturatoi. E' l'inizio della Fase 3 dei lavori, per la quale è partita la campagna di fundraising ''adotta una colonna'' (obbiettivo 2 milioni e 300 mila euro-www.nativityrestoration.ps) e che rivelerà anche i colori delle pitture crociate del XII secolo che le ricoprivano, dal rosso al giallo, con i ritratti dei santi ad affollarne i fusti. La strada è ancora lunga: altri 2 anni e mezzo di lavori, raccontati in un documentario di Tommaso Santi, con l'ultima parte della sacra grotta che sarà ad appannaggio esclusivo delle Chiese. Ma al termine dei quali troveranno nuova ''luce'' anche i mosaici di Elena, per ora sotto al livello calpestabile della navata e visibili solo aprendo grandi botole. ''Circa 100 metri quadrati di tessere del IV secolo - conclude Giammarco Piacenti - per le quali stiamo studiando un camminamento di passerelle sospese come quello di Aquileia''.(ANSA).

Turismo: albergo diffuso nuova frontiera dell'accoglienza

 "Gli operatori dell'Albergo Diffuso devono unirsi in una rete nazionale per dare dinamicità a questa formula ricettiva innovativa e sostenibile". Parte dalla Sardegna la sfida per un nuovo modello di accoglienza in Italia. Se ne fa promotore il Patto territoriale di Oristano (Pto) con il convegno nazionale in programma a Cabras il 24 giugno prossimo nei locali del Centro polivalente, evento promosso in collaborazione con la Provincia.
    "L'obiettivo - spiega il liquidatore del Pto, Remigio Sequi - è quello di mettere insieme le varie realtà per creare un vero e proprio sistema in Italia". L'incontro si propone di dar vita ad un dialogo costruttivo tra Operatori e istituzioni sono chiamati a Cabras a dare vita a un dialogo costruttivo per mettere a frutto le esperienze attuali e le prospettive future, definire il quadro normativo, mettere a confronto le diverse realtà in ambito internazionale.
    Più casa che albergo, dimensione familiare ed elegante allo stesso tempo, questa tipologia di accoglienza turistica permette una vacanza emozionale ed esperienziale a contatto col territorio, la sua cultura le sue tradizioni. Le stanze arredate con gusto e dotate di tutti i comfort sono ricavate da case, abitazioni padronali ed edifici di pregio carichi di storia e bellezza sopravvissuti allo scempio urbanistico e distribuiti tutti nelle vicinanze, nel cuore di affascinanti borghi.
    "La nostra isola che ha fatto da apripista, deve diventare un modello nazionale - sottolinea Sequi - il primo passo è un comitato che si occupi di informare e promuovere in modo coordinato l'offerta di strutture e servizi". Sarà la terra dei Giganti di Mont'e Prama, sulla costa oristanese, patria del muggine e bottarga, ad accogliere a partire dalle 9.30 operatori del settore, esperti ed istituzioni per ragionare attorno a questa tipologia di ospitalità, formula vincente per l'offerta e la fruizione turistica del territorio in Sardegna e in particolare nella provincia di Oristano.
    Tra gli ospiti del convegno, Ottavia Ricci, consigliere per il Turismo sostenibile del Mibact, Vincenzo Donato, capo Dipartimento delle Politiche di Coesione della presidenza del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Dall'Ara, presidente dell'associazione nazionale Alberghi Diffusi, Francesco Morandi, assessore al Turismo della Regione Sardegna.
ansa

Svezia: 48 ore a Stoccolma per vivere la Notte di Mezza Estate

E’ una meravigliosa giornata all’aperto quella che si celebra in Svezia il terzo weekend di giugno per il solstizio d’estate: dopo il Natale, la festa di Mezza Estate, la Midsommar, è la ricorrenza più importante del calendario svedese. Ci si ritrova all’aperto per organizzare pranzi luculliani con le corone di fiori tra i capelli, per ballare intorno a un palo decorato e cantare bevendo lo snaps (la tipica grappa aromatica svedese), riscoprendo il contatto con la natura in tutte le forme possibili. Ecco dunque che per vivere con gioia le atmosfere di Stoccolma è bene lasciarsi coinvolgere dalla Midsommar assaporando le ricette tipiche e concedendosi, tra un ballo e un gioco, anche del tempo per scoprire la città.

Si può iniziare in mattinata dal centro, ovvero Gamla Stran: la città vecchia è fatta di edifici storici e strette viuzze ricche di negozi e gallerie d’arte e vi si ergono il Palazzo Reale e la Cattedrale, oltre al Municipio dove si tiene ogni anno la Festa dei Premi Nobel. Le grandi sale del Palazzo Reale, aperte al pubblico, ospitano visite di stato, udienze e ricevimenti e il palazzo ricopre un ruolo determinante nel panorama europeo per la sua bivalenza di residenza reale ufficiale e di monumento storico-culturale. La Cattedrale, detta anche Chiesa Grande, è l’edificio più antico di Stoccolma e risale al XIII secolo: più volte rimaneggiata durante il Settecento si presenta con l’interno dall’architettura gotica con tocchi barocchi. Il pomeriggio si può proseguire con una meravigliosa gita in battello per un tour dell’arcipelago, magari approdando all’Isola di Djurgarden, immersa nel verde e ricca di attrazioni turistiche come lo Skanes un museo all’aria aperta che riproduce usi e costumi della vita vichinga o il Vasa Museum dove si può ammirare l’unico vascello al mondo che dal XVII secolo sia giunto ai giorni nostri.

Anche il giorno successivo lo si può dedicare ai musei: vale la pena una visita al Museo Marittimo Nazionale, in cui sono esposti reperti che riguardano la marineria svedese, il Tekniska  Museet dedicato alla scienza e alla tecnica ma anche il Museo Nordico, in stile neo gotico rinascimentale, che celebra il folclore, gli usi e i costumi del popolo svedese. Inoltre, tra i 70 musei presenti in città, spiccano anche quello della fotografia, della musica e della numismatica. Particolare è lo Junibacken, dove tutte le cose si possono provare e toccare, vero paradiso dei bambini poiché vi sono ricostruite le ambientazioni delle fiabe e delle storie della scrittrice Astrid Lindgren, la creatrice di Pippi Calzelunghe.
turismo.it

Istanbul, il paradiso dell’hamam



Nell’antico impero ottomano, quando le abitazioni private erano sprovviste di bagni, l’hamam assolveva principalmente la funzione di pulizia. Era ovviamente anche un luogo di socializzazione, ritrovo ed intrattenimento, ma il bagno turco era stato pensato in primo luogo ed essenzialmente proprio come bagno pubblico. Oggi, l’idea del bagno turco è legata invece al relax e al benessere: ambiente quasi sempre presente nei percorsi e rituali Spa che si rispettino, l’hamam per definizione, incantevole, esotico ed affascinante, resta comunque quello made in Turchia, in particolare gli edifici storici ancora presenti ad Istanbul, come l’antico Ca?alo?lu Hamam?, risalente al 1741.

IL TRATTAMENTO. Il primo ambiente che si incontra entrando nell’hamam è il camekan, una sorta di vestibolo o sala relax nella quale solitamente si sorseggia una tazza di tè, ci si spoglia e si indossa il pe?temal, con cui coprire le parti intime. Successivamente si entra nel so?ukluk, sala di transizione prima di accedere all’hararet, vero e proprio cuore dell’hamam. Nel centro dell’hararet, stanza calda e piena di vapore dove si suda e ci si rilassa prima di effettuare il bagno, c’è una grande lastra di marmo chiamata göbekta??, dove si possono ricevere i due trattamenti principali: la kese (tradizionale pulizia della pelle che viene strofinata a fondo con un guanto di crine) e un massaggio, normalmente abbastanza rude, di 5 o 10 minuti; si conclude il trattamento con il lavaggio finale con acqua calda e sapone.

L’ESPERTO. Gli effetti benefici dell’hamam vanno ben oltre il rilassamento: il vapore caldo stimola un ricambio dell’acqua e pulisce le vie respiratorie, ripristinando una corretta umidificazione delle vie aeree spesso sofferenti per via della permanenza costante in ambienti condizionati e dunque secchi; altro effetto è la vasodilatazione, che migliora la circolazione e l’aspetto della pelle, facendola apparire subito più morbida, nutrita e vellutata.

I DINTORNI. Perdersi nella magia della vecchia Istanbul, fare shopping al Gran Bazar, lasciarsi affascinare da una romantica crociera sul Bosforo o ammirare la meravigliosa Basilica di Santa Sofia, la Moschea Blu e quella di Solimano. Sono tante le attrazioni da non perdere nella meravigliosa città turca, un gioiello da visitare almeno una volta nella vita.

turismo.it

Gastronomia / Massimo Bottura, lo chef sulla cima del mondo


Nella galassia dei ristoranti la stella che brilla di luce più viva è italiana. E modenese: l’Osteria Francescana di Massimo Bottura. Tanta soddisfazione ma, diciamocelo, sorpresa relativa. È come se il Brasile vincesse i Mondiali di calcio o, meglio, gli Usa le Olimpiadi del basket. Anche se siamo primi pure nell’arte di denigrarci, con il mitico Tafazzi come eroe nazionale, nel cibo siamo inequivocabilmente primi. Bottura poi lo scudetto se l’è guadagnato con certosina pazienza: terzo nel 2013 e nel 2014, secondo l’anno scorso. E adesso finalmente primo, scalzando i soliti spagnoli del Cellar Can Roca di Girona, nella classifica stilata da mille esperti gastronomi di tutto il mondo reclutati dalla rivista inglese 'Restaurant'. 

Che cosa è piaciuto di Bottura? Nella motivazione del premio si legge: «In un paese in cui la cultura del cibo è profondamente conservatrice, Bottura ha avviato un percorso audace e talvolta controverso raccogliendo poi consensi in tutto il mondo e conquistando anche la critica italiana», notoriamente tra le più difficili da accontentare. Ma di Bottura pare sia stato apprezzato anche il 'cuore sociale', quello che nell’anno dell’Expo lo ha spinto, con il regista Davide Rampello ideatore del Padiglione Zero, a proporre alla Caritas di Milano un’iniziativa a favore dei poveri per recuperare gli 'avanzi', si fa per dire, dei tanti locali dell’Expo. Niente sprechi, e riciclo, dunque. È così che è nato il Refettorio Ambrosiano in un teatro degli anni ’30 in disuso, adiacente alla parrocchia di San Martino a Greco. 

Sfamare tutte le sere i poveri con gli alimenti avanzati all’Expo, dando un esempio concreto di come si può e si deve lottare con creatività contro lo spreco. Ma non solo. Ci si nutre di cibo ma anche di bellezza. Così il refettorio Bottura-Caritas-Rampello, in stretto ordine alfabetico, è impreziosito da opere d’arte di Enzo Cucchi, Carlo Benvenuto, Maurizio Nannucci, Mimmo Paladino e Giuseppe Penone; e i tavoli sono firmati dai designer italiani Bellini, Cerri, Cibic, De Lucchi, Iacchetti, Lissoni, Mendini, Novembre, Origoni, Pesce, Rota, Terry, Thun e Patricia Urquiola. Durante l’Expo i pasti sono stati preparati da 40 grandi chef. Finito l’Expo, la Caritas Ambrosiana ha assunto completamente il servizio. Il Refettorio oggi ha 90 posti e prepara pasti caldi per i Centri d’ascolto e il Rifugio per i senza tetto della Stazione Centrale. 

L’idea di Bottura, dunque, oggi cammina con le proprie gambe. E un’altra idea sta per essere realizzata per i Giochi Olimpici: una 'soup kitchen' nelle favelas di Rio de Janeiro. Impossibile ieri parlare con Bottura, ancora negli Usa e assalito da giornalisti e troupe. Sul palco era stato visto commosso: «Mi vien quasi da piangere » aveva detto invitando la moglie Lara, americana, a raggiungerlo. «In questi giorni – aveva aggiunto – riuscire significa usare l’ingrediente della cultura, perché la cultura è conoscenza e la conoscenza apre le coscienze e crea responsabilità». Tutto sommato, dicevamo, un successo annunciato. Ieri la Coldiretti, congratulandosi con il miglior ristorante del mondo, dava cifre confortanti che avvalorano il successo del cibo italiano. 

Nel 2015 l’export agroalimentare italiano ha raggiunto il suo massimo storico, con 36,9 miliardi e un aumento dell’8 per cento rispetto al 2014. I turisti stranieri acquistano prodotti alimentari assai più che souvenir, abbigliamento e artigianato. In generale, l’Italia è unica al mondo con 4886 prodotti alimentari tradizionali censiti dalle regioni, 283 specialità Dop/Igp riconosciute dalla Ue e 415 vini Doc/Docg. E poi ti chiedi perché Bottura vince: è la vittoria sua, ed è la vittoria di un movimento.
Avvenire

Scaffale Basso / Vacanze, giochi e altri segreti degli amici animali

da Avvenire
Le vacanze della famiglia di Topo Postino non sentono il vento della crisi: il programma prevede una sorta di giro del mondo che spazia dai Tropici al deserto al Polo. E anche oltre. Chiuso l’ufficio, l’indefesso postino approfitta del viaggio di famiglia per consegnare gli ultimi pacchetti ad amici e parenti poi si dedica all’assoluto relax. Così facciamo conoscenza con zia Paolina che abita nei pressi di un bosco in una roulottina che sembra una casa di bambola, possiamo soffermarci a osservare il castello vista mare del signor Granchio, salire sulla nave da crociera che pare una lussuosa e mle vacanze degli animali.jpgoderna arca di Noè, approdare sull’isola vulcanica dove signor Tarzan abita una casa sull’albero e visitare la residenza estiva dell’amico Drago. 
E poi ancora ci possiamo infilarci nella carovana di dromedari che attraversa il deserto dove i grandi cactus sembrano b&b per lucertole, proseguire per la savana, visitare le grandi città e infine toccare le estreme lande del profondo Nord dove si può ammazzare il tempo prendendo amabilmente il tè nella dimora brinata del signor Polare… Insomma, giratele come volete ma Le vacanze degli animali (Orecchio acerbo; 13,90 euro) raccontate e illustrate con dovizia di particolari da Marianne Dubuc assomigliano molto a quelle degli umani, solo sono molto più divertenti e rilassate. Si capisce quanto Dai 4 anni 

Cosa fanno gli animali quando piove? Bè, se immaginate che i giorni bigi siano pieni di noia, fastidi e tristezze, sbagliate di grosso. Con i suoi inconfondibili disegni Soledad Bravi, illustratrice francese di fama, racconta quante cose si possono fare quando il maltempo costringe a stare al chiuso. 
cosa fanno gli animali quando piove.jpgIn questa sorta di catalogo dei tempi piovosi, per esempio, i leoni giocano a carte e gli struzzi approfittano per scatenarsi in un ballo di gruppo, il piccolo toro ritaglia le figurine mente lupo e giraffa si svagano con il calcetto. C’è chi sente musica e chi si legge una storia, chi si mette lo smalto alle unghie, chi fa merenda, chi dipinge e chi coglie l’occasione per improvvisare un bel tuffo o una bella nuotata… Cosa fanno gli animali quando piove? (Edizioni Clichy; 17 euro) è un albo che bene si presta a una lettura condivisa con i più piccoli i quali apprezzeranno i disegni divertenti, ben definiti a tinte forti e piene, contornati di nero. Dai 4 anni. 
E' mio.jpg


La firma di Leo Lionni non teme confronti. Con la sua consueta tecnica a collage, ci regala con questo E’ mio!(fatatrac; 15,90 euro) un racconto sulla tumultuosa relazione tra pari, amici o fratelli che siano. Non c’è pace per le tre rane litigiose che dall’alba al tramonto si contendono di tutto gracidando ad alto volume. E sbraitando l’odioso ritornello “è mio!”. È un grosso rospo a rimproverare le tre rane discole. Non si può vivere litigando, cercando di accaparrarsi ogni pezzetto di mondo. La soluzione è semplice: se, invece di sopraffare il prossimo, si provasse a condividere? Dai 3 anni. 

Credere alle favole non vuol dire negare l’evidenza. Dunque perché concludere sempre con quel ritornello fisso “… e vissero tutti felici e contenti” quando non è per nulla così? Giulia, lettrice appassionata di favole, ha capito che il drago non è affatto felice e neppure contento.giulia e il drago.jpg
Anzi, è piuttosto triste e depresso. Il re lo odia per colpa di quella incapacità a controllare il suo fiato spargi fiamme. E lui ne soffre. Se soltanto si riuscisse a trasformare un problema in una risorsa il gioco sarebbe fatto. Giulia, bambina intuitiva, ha un progetto ambizioso e furbo per il Drago. Le raffinate illustrazioni di Lesley Barnes fanno di Giulia e il Drago (Gallucci; 18 euro) un albo prezioso che costringe anche i più piccoli a ragionare sui talenti di ciascuno. Un patrimonio che, riconosciuto e bene incanalato, fa sì che ogni individuo possa realizzarsi in pieno. Dai 5 anni.