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Da antico rifugio pastori a hotel charme in Sardegna

NUORO - Dormire negli antichi rifugi dei pastori. Assaporare la Sardegna di un tempo con i comfort moderni. Fino agli anni Cinquanta era un villaggio con decine di 'pinnattos'. Oggi Sardinna Antiga, a Santa Lucia di Siniscola (Nuoro), costa orientale della Sardegna, è una struttura di ospitalità d'élite.
    Legno, pietra, argilla, chiodi, sughero e canne. Sono i materiali utilizzati per riportare in vita esattamente dove erano disposte e come erano realizzate le costruzioni della antica tradizione agropastorale. Un patrimonio storico e antropologico dell'Isola sottratto all'oblio e valorizzato e riutilizzato a fini turistici.
    Un angolo di paradiso immerso nel verde, in un vallata dominata dal bianco massiccio calcareo del Mont'Albo. In due minuti si raggiunge la spiaggia e il villaggio dei pescatori.
    Un'oasi di pace, bellezza, natura. Il cemento è bandito a "Sa Petra e S'Ape", la località dove Tina Corda e Giovanni Conteddu, con i figli David e Kimberly, sulle tracce di quegli antichi insediamenti di "pinnattos" che richiamano i villaggi nuragici, hanno realizzato la loro 'Bio Hospitality': otto stanze, che presto diventeranno una trentina.
    Biologico ed ecosostenibile sono i punti di forza di Sardinna Antiga. Una vera e propria novità nel settore della ricezione turistica di qualità e che s'inserisce nella tipologia di Albergo diffuso. Si dorme non in ambienti squadrati ma circolari col tetto a cono. Al risveglio ad attendere gli ospiti c'è l'abbondante colazione bio, equo solidale e con riguardo verso vegetariani, celiaci, vegani. Un trionfo di sapori e gusti anche insoliti. Sa Pompia, un agrume, Slow Food di Siniscola, tiramisù al Mirto, spremute fresche di vari frutti, caffè di cicoria, frutta dell'orto a volontà, ricotta del pastore. Non sono che pochissimi esempi. Tutto certificato e di alta qualità.
    Bandito il fumo ed il wifi, niente scarichi fognari sostituiti al loro posto da impianto di fitodepurazione.
    Graditissimi gli animali domestici che vengono accolti da uno scodinzolante e affettuoso Teddy. Se il rustico è imperante non mancano certo raffinatezza e tocchi di eleganza. L'impianto doccia in legno e il pianale di sassolini levigati fanno da massaggio alla pianta dei piedi. Creme e saponi bio, in camera acqua di fonte del Montalbo dentro anfore in terracotta, lampade al sale per conciliare il sonno, biancheria realizzata al telaio. E fuori lo spettacolo della natura circostante, gerani in fiore, api e farfalle variopinte che svolazzano, poiane e gufetti, notti stellate su un cielo limpido e un silenzio rigenerante.
ansa

Sulla via dei Sanniti, da Campobasso a Termoli



CAMPOBASSO - Lungo gli antichi tratturi dell’Italia centro-meridionale si snoda un percorso, suggestivo e panoramico, che si inerpica sulle montagne degli Appennini molisani e arriva fino al mare: è la storica strada sannitica, voluta da Carlo III di Borbone per collegare il Regno di Napoli al Molise, e che oggi è diventata la strada statale 87. In terra molisana il tragitto parte da Campobasso, viaggia tra boschi e colline che nascondono casolari e chiesette di campagna e attraversa due grandi centri d’arte, Casacalenda e Larino; infine arriva a Termoli, in direzione Adriatico, ripercorrendo l’antica via d’erba dei Sanniti, che vivevano queste terre agresti e che lasciarono testimonianze artistiche e gioielli architettonici da scoprire. 
La città di Campobasso, dominata dal castello Monforte, si sviluppa su tre livelli ma è nella zona antica che meritano una vista le chiese romaniche di san Bartolomeo, dalle linee essenziali e con i bassorilievi realizzati da abili artigiani, e di san Giorgio, la più antica della città, edificata su un tempio pagano nel 1099, al cui interno si trova la statua di san Giorgio mentre infilza il drago con la sua lancia; è interessante anche la cattedrale con il suo originale porticato neoclassico. Prima di lasciare la città è bene recarsi nel Museo provinciale sannitico, che espone pregevoli testimonianze dell’antica civiltà che popolò il territorio.
Uscendo dal capoluogo si viaggia in direzione mare e, dopo una deviazione di dieci chilometri fino a Matrice, si scorge lungo la vecchia strada provinciale e isolata tra le colline la chiesa romanica di santa Maria della Strada, del XII secolo, la cui facciata è decorata da elementi rupestri che ricordano il passaggio degli animali sulla via della transumanza. Nella vicina Petrella merita una visita la chiesa di san Giorgio, gioiello d’architettura romanica, nascosto tra le vie del piccolo paese medioevale.
La strada prosegue fino a Casacalenda, borgo dominato dal massiccio del Matese che regala scorci e paesaggi mozzafiato: se d’inverno qui tutto è imbiancato per piacevoli sciate, in primavera e d’estate i sentieri invitano a passeggiate tra praterie e valli, tra grotte, laghi e sorgenti. La parte più antica del borgo è adagiata sulla collina mentre la zona medievale ha una singolare forma ellittica; qui, da visitare, ci sono il palazzo Ducale e una strada (che tutti chiamano “piazza”) con case signorili che ricordano una quinta teatrale. Nel centro del borgo, in corso Roma, qualche anno fa è nato il progetto Kalenarte che ha realizzato il museo all’aperto di Casacalenda con installazioni permanenti realizzate da artisti del territorio.
La strada sannitica riprende e percorre un vasto territorio senza centri abitati dove lo sguardo spazia su colline, vallate e dossi; dopo un’ottantina di chilometri si arriva a Larino, con un abitato d’epoca romana e un nucleo medievale. Tanti sono i gioielli architettonici da ammirare: l’anfiteatro con i mosaici, i palazzi e le ville nobiliari, le chiese e la cattedrale in stile romanico-gotico.
I tratturi molisani, come questo itinerario sannitico, seguono strade tortuose e scomode ma bellissime; per vivere da vicino queste strade esiste la possibilità di seguire i pastori nella transumanza, ossia nello spostamento stagionale degli animali, accompagnandoli in questo viaggio di altri tempi che permette di riscoprire sapori e tradizioni spesso dimenticate, come quelle di ammirare la lavorazione artigianale di campane e zampogne.
ansa

Van Gogh, nei disegni la vita vera

OTTERLO (OLANDA) - Non la rappresentazione veritiera del mondo circostante, ma l'immagine della vita stessa, da riprodurre sulla tela con tutte le imprecisioni che sono "più vere della realtà letterale": a questa ossessione che accompagnò Vincent van Gogh agli albori della carriera il Kröller-Müller Museum di Otterlo in Olanda dedica la grande retrospettiva The early Van Gogh: "work against indifference", allestita fino al 9 aprile. Esposte circa 120 opere risalenti al periodo 1880-1885, per lo più disegni, nei quali è evidente l'impegno dell'artista di acquisire maggiore tecnica al fine di dare volume e movimento alle immagini. Nella mostra, curata da Auke van der Woud, particolare risalto viene dato all'attenzione rivolta da van Gogh alle persone più umili, costrette a lavorare duramente in umili botteghe o nei campi, in qualsiasi condizione atmosferica. Ad accompagnare le opere molti i testi e le fotografie realizzate da Henry Berssenbrugge (1873-1959), a testimonianza dell'interesse inusuale di Van Gogh per l'uomo della classe operaia nel contesto del tardo Ottocento.
ansa

Sulle tracce della monaca di Monza

MONZA - La città di Monza dedica alcuni eventi speciali a Marianna de Leyva y Marino, nobildonna spagnola che a 13 anni fu costretta dal padre, conte della città, a prendere i voti nell’ordine di san Benedetto e che, come suor Virginia Maria, dal 1598 al 1608 visse una storia scandalosa. La sua clamorosa vicenda ispirò pittori, registi, fumettisti e romanzieri, a cominciare da Alessandro Manzoni che creò la figura di suor Gertrude – la celebre Monaca di Monza - ne I promessi sposi, seguendo la tragica storia della nobile novizia.
Le cronache della città lombarda narrano che, dopo la pronuncia dei voti monacali, Marianna de Leyva entrò nel convento di santa Margherita da dove amministrò il feudo di famiglia che confinava con la casa di Gian Paolo Osio, un giovane ricco e bello. Suor Virginia ne rimase affascinata: lo sfrontato giovane le rivolse parola e, come disse il Manzoni, “la sventurata rispose”. Dalla loro relazione nacquero due figli, motivo per cui Gian Paolo venne condannato a morte e suor Virginia subì un processo e la reclusione perpetua in una cella.
Oggi è possibile riscoprire le vicende tumultuose di suor Virginia in due mostre e in un tour per le vie di Monza: dal primo ottobre al 19 febbraio il Serrone della Villa Reale ospita la mostra La Monaca di Monza, che ripercorre con dipinti e documenti la storia vera e letteraria di Marianna de Leyva; fino all’8 gennaio nei bellissimi e preziosi Musei civici, invece, è stata allestita l’esposizione La Monaca di Monza. Dal romanzo al cinema al fumetto. Per ricordare e approfondire la figure della monaca, inoltre, il 2 e il 9 ottobre è possibile seguire due tour Sui passi della Monaca di Monza con partenza dai musei e fino a novembre assistere alle rappresentazioni teatrali itineranti in costume, organizzati dal comune della città.
Sono numerosi i luoghi che ripercorrono la vita reale e letteraria della celebre suora: l’attuale chiesa di san Maurizio era il vecchio monastero di santa Margherita; in via Marsala c’è l’ex convento dei Cappuccini citato da Manzoni e in via Lecco si trova il convento della celebre Monaca, oggi sede di un liceo artistico. Infine, in pieno centro si può percorrere una via dedicata alla contessa de Leyva, il cui tracciato costeggia l’antico giardino dove un tempo sorgeva il monastero di santa Margherita.
Suor Virginia non è l’unica donna celebre a Monza; ci sono altre due figure femminili che hanno contributo a rendere famosa e più bella la città lombarda: Teodolinda, la regina dei Longobardi, e Margherita di Savoia, moglie di re Umberto l. La bavarese Teodolinda fu una grande mecenate che regalò a Monza, capitale estiva del regno longobardo, una ricca basilica dedicata a san Giovanni, un palazzo reale con preziosi oggetti d’arte e numerose chiese sparse per tutto il territorio. La basilica di Teodolinda è l’attuale duomo di Monza, al cui interno si trova una cappella dedicata all’amata regina dei Longobardi, affrescata dai pittori Zavattari. Anche la presenza di Margherita di Savoia influì sulla cultura della città: l’arte Liberty, infatti, qui prese il nome di “stile Margherita” con eleganti forme sinuose e ornati floreali in pietra e ferro, presenti sulle facciate dei palazzi del centro: dalla Villa Reale alla cancellata della cappella Espiatoria e ai villini di viale Cesare Battisti.
ansa

La video arte entra in Vaticano e si può toccare


MUSEI VATICANI - L'invito, per una volta, è di contravvenire a tutte le regole. Anche se siete in uno dei musei più importanti del mondo, avvicinatevi e toccate l'opera. E' così che la video arte irrompe nella sacralità dei Musei Vaticani con "In Principio (e poi)", prima videoinstallazione interattiva entrata a far parte in maniera permanente della loro prestigiosa collezione d'arte contemporanea, realizzata dallo storico gruppo milanese Studio Azzurro di Fabio Cirifino, Paolo Rosa (scomparso nel 2013) e Leonardo Sangiorgi. Da domani inserita a pieno titolo nel percorso dei visitatori, subito prima della sala dedicata a Matisse, l'opera fu pensata nel 2013 per il primo Padiglione della Santa sede alla 55/a Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, dedicato al Libro della Genesi, raccontando la Creazione (accanto alla De-Creazione del fotografo Josef Koudelka e la Ri-Creazione interpretata da Lawrence Carroll). Una grande sala buia, riallestita dallo stesso Studio Azzurro insieme all'architetto Roberto Pulitani, con tre pannelli e una pedana, nelle quali si intravedono forme, colori, uomini e donne che appaiono dal buio, in attesa. "E' un'opera completamente innovativa, multimediale e interattiva, proprio nel cuore dei Musei vaticani", racconta all'ANSA la curatrice della Collezione d'Arte contemporanea, Micol Forti. "Bisogna avvicinarsi e toccare le superfici", spiega, perché solo dal contatto con le mani, quasi una citazione della Creazione michelangiolesca custodita lì a pochi passi, si genereranno altri suoni, immagini, reazioni e racconti, tutti intorno allo spettatore. A "reagire" sono un gruppo di persone di una comunità di sordi che con i gesti rivivono le emozioni ora del mondo animale, ora quello vegetale, interpretando un universo meraviglioso e in armonia, tra grandi cervi, voli di farfalle, fiori che sbocciano. Sull'altro pannello, altri uomini e donne "questa volta limitati nella libertà". Sono i detenuti del carcere di Bollate che, ognuno nella propria lingua madre, raccontano il mondo dell'uomo citando le proprie genealogie. Un elenco di nomi a identificare chi siamo, tra genitori, nonni. Uno solo ricorda la figlia. "E' il regno più doloroso - dice la curatrice - perché ci ricorda il peso della memoria, la sofferenza di convivere con la nostra storia e di affrontare il destino e il futuro". "Volevamo dare al pubblico la possibilità di uscire da uno schema - racconta Fabio Cirifino - dall'idea di un'esplosione dal nulla, per farsi raccontare attraverso i gesti la nascita, ad esempio, di un leone. E' anche il recupero di una memoria che ci sta abbandonando". L'opera, prosegue il fotografo, segna "un'apertura da parte dei Musei Vaticani ormai inevitabile. Il digitale fa parte ormai delle nostre vite. Dobbiamo iniziare a confrontarci con questo mondo, che ha bisogno anche di una poetica. E' l'inizio di un percorso artistico dove le nuove tecnologie fanno parte di una visione, di un sogno, di una realtà che riguarda tutti". Sempre dal Padiglione Vaticano della Biennale 2013, nelle sale adiacenti sono visibili anche il wall painting di Lawrence Carroll "Untitled" e le tre opere di Tano Festa ispirate agli affreschi della volta della Cappella Sistina

Stili, colori e odori: i mercati vera guida per conoscere il mondo

Un Paese lo si conosce davvero nel profondo solo visitando il suo mercato: che sia quello rionale, delle erbe, della frutta o dei fiori, la fiera antiquaria o il mercatino delle pulci, è in questi luoghi affascinanti che si svela l'essenza di un luogo. In questa galleria le immagini vincitrici di un recente concorso fotografico 2.0 del portale Dizy.com: dall'India al Sud Africa, dalla raffinata Parigi alla nordica Bolzano, gli appassionati fotografi e fotoamatori hanno colto una varietà di stili e colori, lasciando immaginare odori, suoni e voci ogni volta differenti. Qui tutte le foto del concorso sui mercati.
Dizy.com è una piattaforma dove ogni settimana si tiene gratuitamente un concorso fotografico su un tema specifico (una parola chiave, mercati ad esempio) indicato dagli stessi partecipanti attraverso un sondaggio interno. Le foto presentate sono poi giudicate con un sistema di voto incrociato tra gli iscritti al forum, che seleziona le prime tre di ogni settimana. Il punteggio accumulato mese per mese permette di stabilire a fine anno il miglior autore. 
ansa

Terme, Chiese, Catacombe, un week end alla scoperta del Patrimonio Tornano Giornate Europee il 24 e 25 settembre, oltre mille eventi in tutta Italia

Una passeggiata tra le piscine e i calidarium delle Terme romane di Teate Marrucinorum, a Chieti, in Abruzzo, dove apre in via straordinaria il ricco edificio termale che i romani costruirono nel I secolo dopo Cristo affacciato sulla Maiella. O una sgambata ad Atripalda, in Campania, alla scoperta dell'antica Abellinum, con una visita guidata tra i reperti dell'antica città. Ma anche una pausa d'arte in città, per esempio a Bologna, con una guida pronta a svelare i misteri della Chiesa di San Giacomo Maggiore, la sua cappella, i dipinti, la pala d'altare.
Tornano il 24 e il 25 settembre le Giornate Europee del Patrimonio, con oltremille eventi in tutta Italia, quest'anno seguendo l'idea di partecipazione ("Un Patrimonio in comune"). E l'occasione è ghiotta per scoprire o riscoprire grandi e piccoli tesori, tante volte dimenticati e magari ad un passo da casa.  Dalle visite guidate alle aperture straordinarie, dai reading alle presentazioni di libri e studi, dalle mostre fotografiche ai concerti e alle passeggiate d'arte, la scelta è vasta in ogni regione, dalla Valle d'Aosta alla Sicilia.
Il biglietto invece è a costo ridotto (1 euro) solo nelle tre ore di apertura straordinaria previste per la serata di sabato 24. Per il resto valgono le tariffe di sempre, ogni luogo di cultura la sua, ma con molte occasioni e possibilità in più rispetto all'ordinario. Tutte le info su www.beniculturali.it 
A Venosa, per esempio, in Basilicata, si può approfittare di una visita guidata alle Catacombe ebraiche (IV-VI secolo) che aprono al pubblico in via straordinaria in entrambe le giornate di sabato e domenica. In Campania, ad Avellino, apre le porte il Carcere Borbonico con mostre, concerti e visite guidate al monumento e al suo giardino. Nella splendida Aquileia, in Friuli, il Foro romano si può visitare, sabato, anche in notturna, con un biglietto da 1 euro. A Licenza, in Sabina (Lazio), la villa che fu del poeta Orazio ospita per tutto il fine settimana incontri dedicati a grandi e piccini. Volendo rimanere sui grandi classici, anche in Campania i siti archeologici vesuviani (oltre a Pompei Ercolano, Oplontis e il Museo di Boscoreale) sono aperti in via straordinaria pure la sera di sabato, dalle 20.00 alle 23.00 (sempre 1 euro). Lo stesso vale per gli Uffizi a Firenze, visitabili pure in serata (dalle 19 alle 22). A Roma, occasione da non perdere, sabato, per visitare nel settore nord occidentale del Foro, la Curia Iulia, antica sede di riunione del Senato romano, di solito chiusa al pubblico. Mentre alle Terme di Caracalla il percorso di visita si estende ai sotterranei, vero motore pulsante di tutto il complesso termale e a Santa Croce in Gerusalemme si entra gratis nell'area archeologica, sabato e domenica, con due visite guidate la mattina (alle 10.30 e alle 12.30) e due il pomeriggio (alle 14.30 e alle 16.30). 
ansa

Siti Unesco-ANSA, una partnership per raccontare i tesori d'Italia

 C'è un'Italia della bellezza ancora da scoprire, nei piccoli borghi, negli itinerari culturali meno noti, e i 51 siti dell'Unescocensiti nel Paese propongono il sentiero più interessante per svelarla. La road-map di questo turismo più consapevole, esperienziale, diverso dalla vacanza 'mordi e fuggi', prova a tracciarla il 'Word Tourism Expo', aperto oggi a Padova, per iniziativa dell'Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco. Un'Italia della cultura che va anche raccontata in modo nuovo. Per questo l'associazione dei Siti Unesco ha stretto una partenership con l'agenzia ANSA, per l'utilizzo del canale 'Viaggiart', sul quale quotidianamente si possono trovare notizie sulla vita dei siti patrimonio dell'Umanità, e tutto ciò che attorno ad esse nasce per la conservazione e lo sviluppo del territorio.

"ANSA lo può raccontare 24 ore al giorno - ha detto il direttore dell'agenzia, Luigi Contu -, portando i contenuti in tutto il mondo attraverso un portale letto da più di 11 milioni di utenti unici al mese. Con questo accordo mettiamo a disposizione una grande piattaforma multimediale e multilingue al racconto della bellezza del nostro paese: a quella nota, ma anche a quella 'nascosta' nei quei piccoli comuni che magari non hanno il know how e la forza di comunicare costantemente. Questo grazie alla rete di collaboratori presenti sul territorio nazionale".

Un concetto rimarcato dal sottosegretario al Mibact Ilaria Borletti Buitoni. "Possiamo avere le bellezze più straordinarie al mondo - ha detto -, ma se non lo comunichiamo, se non le facciamo conoscere, se non facciamo in modo che più turisti capiscano l'importanza di una vacanza culturale tutto queste servirebbe a poco". Nelcanale ViaggiArt di ANSA vi sarà spazio anche per le informazioni sugli interventi di restauro, sulle politiche di valorizzazione dei beni patrimonio dell'umanità, oltre a notizie su concerti, dibattiti, mostre ed eventi legati ai tanti luoghi della cultura italiana.

"Alla base dei siti dell'Unesco non c'è solo la bellezza - ha spiegato Giacomo Bassi, presidente dell'Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco, e sindaco di San Gimignano - Si tratta di siti che raccontano un pezzo di storia dell'umanità sulla terra. Servono le parole giuste, i mezzi giusti e persone che sappiano comunicarlo al mondo. Riuscire a farlo al meglio renderà un servizio alla cultura e all'intero nostro Paese". Intanto, fino al 23 settembre, il trecentesco Palazzo della Ragione di Padovaospiterà gli incontri tra i rappresentanti dei Comuni grandi e piccoli insigniti del marchio Unesco e i buyers del turismo. Un panorama ricco e variegato. Perché nell'elenco dei 51 siti italiani vi sono, naturalmente, Roma, Firenze e Venezia, ma anche il cinquecentesco Orto Botanico di Padova, la piccola Piazza Armerina con la Villa Romana del Casale, il villaggio nuragico di Barumini, le Langhe e i paesaggi vitivinicoli del Piemonte. Tutta un'Italia da ri-scoprire.
ansa

Il 27 settembre è la Giornata mondiale del turismo, che l’Organizzazione mondiale del turismo quest’anno focalizza su “Turismo per tutti – promuovere l’accessibilità universale”

 A questo proposito il portale www.ospitalitareligiosa.it ha condotto un’indagine tra le migliaia strutture religiose che in Italia offrono ospitalità e quelle laiche specializzate nell’accoglienza di gruppi di ispirazione religiosa, verificandone l’accessibilità per i diversamente abili. “Nella valutazione globale il 43% di strutture risulta accessibile, ma nella suddivisione per regioni spicca il Friuli-Venezia Giulia con una media del 72% di accessibilità, seguito dalla Puglia (64%) e da Abruzzo e Liguria (57%). In fondo alla classifica la Valle d’Aosta col 25% (che ‘paga’ le tante strutture d’alta montagna) e la Calabria con il 24%. Significativo il fatto che tra le dieci regioni più virtuose, ben sette siano del Centro-Sud”, ricorda Fabio Rocchi, presidente dell’Associazione Ospitalità religiosa italiana e componente del Coordinamento nazionale Cei sulle case per ferie. Leggendo i dati secondo le tipologia di strutture, osserva Rocchi, “quelle religiose dimostrano una più spiccata sensibilità, con il 45% già accessibili, nonostante si tratti spesso di costruzioni datate o antiche come conventi, monasteri ed eremi. Le laiche accessibili invece non vanno oltre al 38%”.
“Lo spirito di accoglienza che anima il settore dell’ospitalità religiosa, quindi – fa notare Rocchi -, si evidenzia ancor più nel settore dei diversamente abili, sempre particolarmente caro a chi fa dell’ospitalità un rapporto privilegiato con le persone e non con i numeri che rappresentano”. La Chiesa italiana celebrerà a Rimini e San Marino la Giornata mondiale del turismo, dal 14 al 16 ottobre prossimi.
sir

Sulle tracce di Oetzi a 25 anni dal ritrovamento Una mostra e un tour in Val Senales per l’uomo "venuto dal ghiaccio"

Escursioni guidate, esposizioni aperte al pubblico e visite didattiche con passeggiate: sono solo alcune delle manifestazioni previste per il venticinquennale dal ritrovamento della mummia di Similaun.
Il 19 settembre di 25 anni fa la pacifica regione altoatesina di Val Senales passò alla storia per il ritrovamento casuale di un corpo mummificato, risalente a più di 5mila anni fa. Durante un’escursione a 3.210 metri d’altezza, nei pressi del sentiero che dal rifugio Similaun porta al Giogo di Tisa, due turisti tedeschi videro un corpo mummificato, restituito dal ritiro dei ghiacciai, che risultò dopo veloci indagini la più importante scoperta archeologica del secolo. Il corpo, perfettamente conservato dal ghiaccio con accanto della corteccia di betulla, apparteneva a un pastore preistorico, informalmente chiamato Oetzi, vissuto all’età del rame, oggi conservato in una cella frigorifera accessibile al pubblico nel museo archeologico dell’Alto Adige di Bolzano.
Per celebrarne il ritrovamento sono state organizzate alcune iniziative speciali, tra cui numerose escursioni guidate nei luoghi del ritrovamento e la mostra Heavy Metal - Come il rame cambiò il mondo. L’esposizione, aperta al pubblico nel museo archeologico di Bolzano fino al 14 gennaio, ripercorre la storia del rame attraverso le attrezzature ritrovate accanto al corpo mummificato di Oetzi, in particolare una preziosa ascia che lo distingueva come importante personalità.
L’esperienza più affascinante, tuttavia, è l’escursione sui luoghi del ritrovamento, organizzata lungo due percorsi: l’Ötzi Glacier Tour, in programma il 20 e il 27 settembre, e la salita alla punta della Vedretta, a 3.269 metri, seguendo il sentiero archeologico, prevista per il 16, il 23 e il 30 settembre. Tra le iniziative per le famiglie sono previste visite guidate all’archeoParc Schnalstal di Madonna di Senales, un museo didattico all’aperto che presenta in modo semplice e divertente il modo di vivere degli uomini di 5mila e 300 anni fa. 
ansa

Love, quando l'arte riflette sull'amore

Le molte facce dell'amore raccontate dagli artisti più famosi della scena internazionale: è la mostra allestita dal 29 settembre al 19 febbraio a Roma, negli spazi del Chiostro del Bramante. Esposte circa 40 opere, fra cui installazioni di grandi dimensioni, realizzate da protagonisti del contemporaneo quali Andy Warhol, Tom Wesselmann, Gilbert & George, Robert Indiana,Vanessa Beecroft, Francesco Clemente, Marc Quinn e molti altri. Con il titolo 'Love. L'arte incontra l'amore', la rassegna prodotta e organizzata da Dart - Chiostro del Bramante e Arthemisia Group (sponsor Generali Italia), è curata da Danilo Eccher che ha selezionato lavori particolarmente significativi, spesso frutto di sperimentazioni in grado di toccare le corde più profonde. ''Quello dell'amore, spiega Eccher - è un tema dagli aspetti attrattivi, ma presenta molti trabocchetti e affrontandolo si corre il rischio di restare in superficie e far cadere la scelta su opere scontate''. Evitare derive carammellose ha quindi voluto dire, prosegue il critico, ''indagare questo sentimento sotto aspetti diversi. 'Love' non è una mostra che offre risposte, soluzioni, guide di comportamento, bensì propone sfaccettature, lezioni particolari di un tema infinito''. L'invito per i visitatori, aggiunge Eccher, sarà così di ''riconoscere nelle opere esposte i dettagli dell'amore che sono propri''. E il percorso espositivo inizia ''inevitabilmente'' con 'Love', l'installazione di Robert Indiana del '64, dagli anni '60 l'icona dell'amore, di forza dirompente e al tempo stesso di una disarmante semplicità. ''Un semplice nome che affila la propria presenza scenica, declinando la recita nel soffice accostamento dei colori, nella sinuosità delle lettere, nel garbato ingombro dello spazio. La parola che diventa figura, con la stessa eleganza della calligrafia araba, ma con la forza imponente di un concettualismo impronunciabile''. La sua influenza è stata grande, sottolinea il curatore, che ha riservato a Wesselmann la sala successiva, con l'immagine di un amore sensuale, un elegante erotismo sussurrato, mai esibito, mentre Ragnar Kjartansson testimonia un sentimento intimo, segreto, inesprimibile, che si rivela con la teatralità dell'arte, lo spettacolo dell'immagine. E se Francesco Clemente esprime l'amore come figura immaginifica, attraverso la visionarietà di figure simboliche in bilico fra magie orientali e accenni mitologici, l'installazione 'Infinity room' di Yayoi Kusama è una vera e propria esperienza sensoriale. Evoca ''uno spazio ripetuto all'infinito, un caotico gioco di specchi nel quale ci si deve immergere'', respirare la solitudine di un ambiente in cui ''è l'arte che sovrasta, che avvolge, che genera lo sgomento per una realtà assolutamente visionaria''. L'opera dell'artista giapponese quasi novantenne, così densa di energia, potrà essere visitata per soli 30 secondi alla fine del percorso che si snoderà negli spazi rinascimentali del Chiostro. ''Lo stesso azzardo richiesto da Kusama - dice Eccher - è compiuto da Gilbert & George nella 'messa a nudo' dagli artisti stessi, sono loro che devono subire le deformazioni operate dal computer, sono i loro corpi a essere sfigurati dall'intreccio delle immagini''. A loro il critico, incontrandoli alcuni mesi fa, aveva chiesto di scegliere liberamente l'aspetto dell'amore al momento più importante. ''In tempo di Brexit - racconta - Gilbert & George hanno scelto l'amore per la patria e le immagini del loro lavoro si riempiono dei colori dell'Union Jack''. Mentre la portoghese Joana Vasconcelos ha voluto la struggente voce di Amalia Rodriguez per soffiare su un cuore gigante facendolo girare attorno alla sua immagine e lasciando sfocare gli inutili utensili di plastica che lo costituiscono. A documentare l'eterna oscillazione fra la grandezza di un amore assoluto e la fragile quotidianità del suo essere. Ecco quindi il volto di Marilyn immortalato da Andy Warhol, volto della bellezza contemporanea per antonomasia, lo sguardo di amori difficili, l'espressione di segreti inconfessati, l'icona di una complessità che travolge i sentimenti e le esistenze.
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Nudi e ironia con Helmut Newton a Palazzo Ducale

Ironico, surreale, graffiante alla caccia del bello a Villa d'Este come a Montecarlo, è un Helmut Newton privato quella della mostra "Fotografie", prima a Venezia ora a Palazzo Ducale di Genova fino al 22 gennaio. Curata dal direttore della Fondazione Newton, Matthias Harder e da Denis Curti, la mostra presenta oltre 200 scatti del fotografo di origine tedesca, alcuni a grandezza reale, pubblicati nei tre volumi 'White Woman' (1976), 'Sleepless Nights' ('78) e 'Big Nudes' (1981). "Negli anni Settanta Newton entra nel mondo della moda - spiega Curti - sono gli anni di Avedon e Klein e Newton ha la capacità di passare da una foto descrittiva a una foto ispirazionale, abbandonando gli studios e scattando foto di moda in strada o nei grandi alberghi. Ma soprattutto realizza scatti privati, non destinati alle riviste, che poi lui pubblicherà nei suoi libri monografici". E così ecco Charlotte Rampling nuda di tre quarti in un grand hotel ad Arles ("la sua prima foto di nudo, un nudo consapevole con un fotografo complice", dice Harder) e poi le modelle di notte in Rue Aubriot a Parigi, la serie a Villa d'Este e i finti omicidi sulla Croisette, Lolou de la Falaise ma anche Luis Azzaro che accettò di farsi ritrarre nudo, steso in un gran letto, in mezzo a tre modelle vestitissime (era il 1974). La sobrietà del bianco delle volte e il grigio della pietra del Sottoportico di Palazzo Ducale valorizzano in maniera particolare l'ultima sezione in bianco e nero "Big Nudes', modelle ritratte a Brescia e in interni, prima nude, poi vestite (o viceversa) nella stessa identica posa.
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A Mantova arriva Festivaletteratura 2016 in 40 spazi tra storici e dimore

MANTOVA - Immersa nel blu, il colore del suo Festival. Sarà così Mantova a settembre 2016, quello in cui festeggia i vent'anni del Festivaletteratura che, oltre ad aver annullato le distanze tra chi scrive e chi legge senza confondere i ruoli, ha cambiato anche il modo di vivere la città aprendo al pubblico piazze e palazzi storici. Oltre quaranta i luoghi del Festival nell'edizione del ventennale, dal 5 all'11 settembre. Novità assoluta sono gli spazi occupati fino a non molti anni fa dalla più antica sala cinematografica della città, l'ex-cinema Bios di via Calvi che sarà la sede degli incontri della 'Biblioteca Elegante' con oltre 300 rari volumi cartacei e un centinaio digitalizzati dedicati alla seduzione della moda nella letteratura. Tornano anche, dopo una lunga assenza le Cantine di Vincenzo Gonzaga, che ospiteranno le installazioni e gli incontri sui videogames e Palazzo d'Arco, con in particolare le sale dedicate alle collezioni naturalistiche.
    Sarà un trionfo di blu sui totem alle porte d'accesso dei vari incontri, sui manifesti appesi ai muri, sulle bandiere che sventolano alle finestre e sulle magliette dei preziosi volontari,il Festival in quest'anno speciale precede i cinque giorni della manifestazione con un'anteprima del festival, che il 3 settembre vedrà Jonathan Safran Foer e il suo nuovo romanzo 'Eccomi' (Guanda) a Piazza Castello insieme a Marcello Fois e il giorno dopo una grande parata per le vie del centro storico con i migliaia di volontari che hanno reso possibile il Festival, accompagnati dalla Banda Città di Mantova. Dalla sua nascita il Festival ha aperto agli incontri 160 luoghi creando una mappa di Mantova completamente nuova e per i vent'anni la città si dimostra ancora più generosa e accogliente. Riprende anche la vecchia abitudine di entrare in spazi privati e di recuperare alcuni luoghi fino ad oggi mai utilizzati in centro storico. Spiccano i giardini di alcune dimore storiche mantovane: i giardini di Casa della Beata Osanna Andreasi, quelli di Casa Delfini e poi i giardini di Casa Cazzoli e di Casa Baguzzi e infine quello di Palazzo Cavriani che diventa il punto di partenza dell'evento 'Passeggiando con le statue' in un percorso all'alba fra queste presenze silenziose, le statue, accompagnati dalla scrittrice Chicca Gagliardo e dall'esperto di storia mantovana Giacomo Cecchin.
    Tra i luoghi storici aperti negli anni al pubblico grazie al Festivaletteratura, di cui sono diventati il simbolo: Palazzo Ducale e Palazzo d'Arco, il Museo Diocesano e la Chiesa di Santa Paola. Anche l'uso delle piazze come scenario di incontri, da piazza Concordia a piazza Erbe a Piazza Mantegna, con il Festivaletteratura si è trasformata in una consuetudine.
    Scenario di eventi letterari anche luoghi naturalistici come il Bosco della Fontana, ora molto più conosciuto e ammirato.
    (ANSA).

Stati Uniti, tutte le novità dal gossip immobiliare

C'è chi va e chi viene, chi scappa dai ricordi e chi, invece, cerca un nuovo nido d'amore in quanto è pronto ad allargare la famiglia. Il gossip immobiliare non ha segreti, ecco i vip pronti a fare la valigia e mettere in vendita le proprie, molto poco umili, dimore.

Si vola negli Stati Uniti e la prima tappa di questo viaggio che porta a fare la spola tra una casa e l'altra è New York: qui vive Adam Levine, il frontman dei Maroon 5 che, essendo prossimo alla paternità in quanto il suo angelo biondo, la top model Behati Prinsloo è incinta, ha deciso di traslocare in una casa più a misura di famiglia. Nonostante i suoi 250 metri quadri di spazio, ad aprile Adam aveva messo in vendita il bellissimo loft di Soho per 5.5 milioni di dollari et voilà, non ha dovuto attendere molto in quanto è stato venduto senza nemmeno trattare sul prezzo.

Nessuna difficoltà invece per Bruce Willis: l’attore, infatti, sembra essere divenuto un mago del real estate e, in un brevissimo arco di tempo, è riuscito a piazzare il suo appartamento nell'Upper West Side, sito nel condominio El Dorado, per 13 milioni di dollari. Chi è il facoltoso acquirente? Si tratta di Armen Avanessians di Goldman Sachs Asset Management.

Dopo diversi anni che era sul mercato, nonché innumerevoli ribassi, Richard Gere ha "svenduto" a 36.5 milioni di dollari, Strongheart Manor, la magnifica villa di North Haven, sulla East Coast, composta da 12 camere da letto, 12 bagni, saloni, sala da pranzo e cucina, il tutto circondato da 6 ettari di parco privato con laghetto, piscina, campo da basket e molo privato.
La vita è bella a Bel Air, il quartiere più esclusivo del Westside di Los Angeles: qui basta guardarsi intorno per rendersi conto di essere in un paradiso a cinque stelle data la ricca presenza di dimore vistose. Proprio qui, infatti, si trova la magnifica villa d’infanzia di Paris Hilton costruita da Richard Hilton, nipote del fondatore della catena alberghiera Hilton, Conrad. Ebbene sì, la dimora è in vendita e, ovviamente, non si tratta di una qualsiasi casa: basta pensare ai proprietari per capire cosa si prospetta all'orizzonte. La villa, articolata su due piani di meraviglie, è inserita in un polmone verde che conta oltre mezzo acro di terreno e vanta una superficie totale di 700 mq e si divide tra grandi zone living, una sala da pranzo, una cucina, cinque camere e sette bagni oltre ad una piscina con tanto di spa e una palestra.

Nessun compratore per la villa californiana di La Quinta di Sylvester Stallone, sita all’interno del Golf Club Madison: due piani di paradiso sono caratterizzati da grandi zone living, una cucina con sala da pranzo, quattro camere e cinque bagni ma non è tutto, ad aggiungersi alla lista una biblioteca, uno studio e un giardino con tanto di piscina, idromassaggio, una cucina all’aperto con zona pranzo sotto il porticato e una piccola cascata. Se la richiesta iniziale era di 4.9 milioni di dollari, il prezzo è stato ribassato a 3.625 milioni di dollari ma, a quanto pare, non è proprio alla portata di tutti.
Tempi duri anche per la villa di Las Vegas di Michael Jackson ribattezzata "Villa Thriller": parliamo di una meravigliosa abitazione che, in realtà, non è mai stata di proprietà del cantante visto che la prese in affitto, dal 2007, fino a pochi mesi prima della sua morte. Si parla di 2.255 metri quadrati di superficie, con tanto di 7 camere da letto, 12 bagni, varie zone living e, a completare la proprietà, una cappella medievale a due piani e un caveau privato. La villa è in vendita a 9.500.000 di dollari.
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Tra le ninfee di Monet a Parma

A partire da oggi scogliere e ninfee, protagoniste delle serie più conosciute di Monet, sono al centro di un interessante mostra che rimarrà aperta fino all'11 dicembre presso la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo. L'esposizione intitolata  Monet. Quelle Ninfee che anticiparono l'Informale vuole indagare su come alcuni dei capolavori del pittore francese, abbiano anticipato il tema della serialità, un tema che nel '900 sarà proprio della Pop Art, rappresentando così una profezia dell’Informale. Alla fine dell’Ottocento Monet si dedicò inaffti alle famose “serie”, in cui uno stesso soggetto veniva ripetuto più volte in momenti o condizioni atmosferiche differenti. Lo scopo era quello di fermare il tempo, reo di nascondere il segreto dramma della fugacità delle cose, restituendo loro valore poetico.
Perchè andare
Il percorso espositivo che prende le mosse dalla tela "Falaises à Pourville, soleil levant", affianca opere provenienti dall'Italia e dgli Stati Uniti a quelle conservate nelle collezioni della Fondazione per indagare il processo creativo del padre dell'Impressionismo, che una volta rivoluzionata la pittura del suo tempo, riesce a precorrere i movimenti, ispirando i maestri dell'Informale e dell'Astrazione. Le Ninfee, infatti, ciclo che racconta l’ultima ossessione di Monet, si collocano a metà tra la pittura di paesaggio e una nuova pittura decorativa con aspetti artificiosi, quasi astratti, che hanno nella costruzione spaziale la loro novità. I toni cromatici, ora, non esprimono più solo le metamorfosi della luce e dei riflessi, ma sono mezzi che trascendono la realtà per creare qualcosa di completamente inedito, sovratemporale e intangibile.
Da non perdere
Tra le opere presenti in mostra segnaliamo “Falaise du Petit Ailly à Varengeville”, proveniente dalla collezione Tanzi, in cui l’alba, indagata dal vero, illumina di rosa le rocce, quinte teatrali vaporose, che creano tagli asimmetrici col mare, in cui l’acqua con i suoi colori costituisce il mezzo per eccellenza riflettente su cui concentrare gli studi sulla fusione atmosferica, e sopratutto “Le Bassin des Nympheas” del 1904, proveniente dal Denver Art Museum, in cui lo stagno e nuovamente l’acqua stimolano inaspettate sensazioni visive, poiché dissolvono forme e materia, di cui le ampie e aggiornate pennellate sono dimostrazione concreta. 
MONET. Quelle ninfee che anticiparono l'Informale
Dal 3 settembre all' 11 dicembre 2016
Luogo: Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo - Parma
Info: 0521 848327
Sito: www.magnanirocca.it
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