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Concerto di S. Quirico 2017 – Sabato 1 luglio, alle ore 21.00


Promosso dalla Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù e di S. Quirico di Calice, in occasione della festa patronale della chiesa di S. Quirico, e realizzato in collaborazione con l’Istituto della Carità – PP. Rosminiani si terrà
Sabato 1 luglio p.v., alle ore 21.00,
il Concerto di S. Quirico 2017,
che vedrà impegnati il soprano Noora Karhuluoma e Marco Bonaccial basso continuo, accompagnati dalla Camerata Strumentale di S. Quirico, con il flautista Anselmo Quartagno, i violinisti Davide Besana e Silvia Arfacchia, la violista Arianna Cartini e la violoncellista Valentina Bionda nell’esecuzione di musiche barocche.
Claudio Monteverdi (1567-1643)
nel 450° anniversario della nascita
Laudate Dominum in sanctis ejus
Salmo per soprano solo e basso continuo

Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Ich habe genug
Cantata BWV 82a
per soprano solo, flauto, archi e basso continuo
Antonio Vivaldi (1678-1741)

Laudate Pueri Dominum
Salmo RV 600 per soprano solo, archi e basso continuo
Il concerto è reso possibile grazie alla sensibilità dell’Assessorato alla Cultura della Città di Domodossola, della Riserva Naturale Speciale Regionale del Sacro Monte Calvario, con la Fondazione CRT, che con il loro sostegno permettono alla Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario di svolgere la propria attività culturale.
Il soprano finlandese Noora Karhuluoma ha studiato canto, musica antica, opera, Lied, pedagogia del canto e musica sacra presso l'accademia ”Sibelius” di Helsinki, Finlandia (laurea in musica sacra), il politecnico ”Metropolia” di Helsinki, l'accademia di musica ”Kungliga Musikhögskolan” di Stoccolma, Svezia, il conservatorio reale di Bruxelles (Koninklijk Conservatorium) nonché l'accademia d'opera di Göteborg (”Högskolan för scen och musik”). Inoltre ha completato i suoi studi presso diversi corsi di specializzazione con insegnanti quali, tra gli altri, Udo Reinemann, Franz Lukasovsky, Heikki Pellinen, Ilmo Ranta, Ilkka Paananen, Collin Hansen, Eckert Sellheim, Janne Mertanen, Hartmut Höll, Matti Hirvonen, Petteri Salomaa, Olle Persson, Monica Groop, Dorothy Irving, Filomena Amaro, Mitsuko Shirai, Michel Tranchant, Barbara Bonney, Andrea Raffanini, Ulrich Staerk, Gerhard Markson och Jaroslav Mrazek. In qualità di soprano solista si è esibita fra gli altri nelle seguenti composizioni: ”Stabat Mater” (G.P. Pergolesi, L. Boccherini e G. Rossini), ”Messiah” (G.F. Händel), ”Petite messe solennelle” (G. Rossini), Messa in Re maggiore (A. Dvořák), ”The Healer” (K. Jenkins) e ”Les illuminations” (B. Britten). Noora Karhuluoma si è esibita come cantante solista e d’insieme in Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Italia. A febbraio del 2013 è risultata finalista della competizione scandinava ”Yamaha”. Nella primavera del 2013 ha tenuto il suo concerto d'esordio presso il Teatro nazionale dell'opera di Helsinki. Nell'autunno del 2015 ha debuttato come donna Anna nel ”Don Giovanni” di W.A. Mozart al Teatro dell'opera di Malmö, Svezia. Nell'estate del 2016 ha debuttato nello stesso ruolo al festival dell'opera di Copenhagen, Danimarca.

Nativo di Domodossola, Marco Bonacci ha iniziato all'età di dodici anni lo studio dell'organo sotto la guida del professor Paolo Crivellaro. Successivamente ha partecipato a diversi corsi di perfezionamento con docenti fra i quali P. van Dijk, J. van Oortmerssen, J.-C. Zehnder, J. Laukvik, P. Planyavsky, F. Friedrich, K. Schnorr, K. Maureen, R. Jaud, G. Leonhardt, L. Ghielmi, L. Panzeri, L.F. Tagliavini, O. Latry, M. Bouvard, K. Hämäläinen, A. Cea Galán, H.O. Ericsson nonché A. Bondeman. Dal 1999 al 2012 ha abitato in Finlandia. Nella primavera del 2006 ha conseguito la specializzazione in Organo Solista e nella primavera del 2007 si è laureato (Master of Music) in Musica Sacra presso l'università "Sibelius-Akatemia" di Helsinki dove, tra le altre cose, ha studiato clavicordo e clavicembalo (Aapo Häkkinen) nonché improvvisazione organistica (K.-E. Gustafsson), direzione di coro (T. Nuoranne, S. Murto) e canto solista (P. Lindroos, L. Riutamaa). Marco Bonacci ha prestato servizio come organista della chiesa cattolica romana dell'Assunzione di Maria Santissima a Helsinki dal 1999 al 2007. Ha successivamente lavorato come organista della chiesa luterana svedese di Helsinki "Olaus Petri" nonché come kantor della chiesa luterana di lingua svedese di Grankulla, presso il duomo luterano di Espoo e nella parrocchia luterana di Karis. Dal 2006 al 2008 ha collaborato con l'istituto "Suomenkielinen työväenopisto" di Helsinki nella realizzazione di concerti e opere per coro ed orchestra in qualità di correpetitore e direttore. Dal 2003 al 2012 ha insegnato teoria, contrappunto e basso continuo presso l'istituto musicale svedofono di Helsinki "Sandels". Nel 2013 si è trasferito in Svezia, ove è organista della parrocchia di Mörrum-Elleholm. Qui ha fondato la schola gregoriana "Schola Sancti Benedicti" e ha ideato e curato il progetto per la costruzione di un nuovo organo (per opera della Bottega organara Dell'Orto & Lanzini di Dormelletto) nello stile di Gottfried Silbermann. Dal 2015 dirige inoltre il coro da camera "Frosta kammarkör" a Höör, Svezia. Marco Bonacci si è interessato particolarmente al repertorio di musica sacra, tedesca, italiana, francese e spagnola dei secoli XVI-XVIII nonché al repertorio gregoriano ed agli annessi studi e ricerche. Ha tenuto corsi di perfezionamento su repertorio vocale e prassi esecutive dei secoli XVI-XVIII, seminari di introduzione al canto gregoriano nonché conferenze circa il rapporto tra musica e liturgia. Dal 1994 si esibisce all'organo ed al cembalo in veste di solista e in diverse formazioni strumentali e vocali come esecutore e come direttore.
Adriano Alberti Giani

Corale di Calice
Camerata Strumentale di S. Quirico
Schola Gregoriana del Sacro Monte Calvario

info: Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario
Borgata Sacro Monte Calvario, 8 – 28845 Domodossola (VB) – Tel. 3339852691– cappellasmc@alice.it
fonte: comunicato stampa

Case sull'albero, per dormire 'green'

CASE SULL'ALBERO -  Le foglie che si muovono al vento e fanno filtrare la luce del sole, il cinguettio ravvicinato degli uccelli e la natura vista dal di dentro che regala una prospettiva nuova e giocosa.
    Altro che il solito albergo, per fuggire dalla monotonia e tuffarsi nel verde, in tanti hanno già scelto di soggiornare in una casa sull'albero: ormai ce ne sono per tutte le tasche e in tutta Italia, e il successo di questi alloggi green è un dato di fatto. Del resto, chi di noi da bambino non ha mai desiderato avere un rifugio tutto per sé custodito dalla chioma di albero, da cui guardare il mondo senza essere disturbato? Oggi per fortuna questo sogno è a portata di mano, con la possibilità di scegliere strutture glamour, con architetture lussuose del tutto ecosostenibili oppure alloggi più semplici, spartani e bucolici.
    Ecco qualche indicazione per orientarsi al meglio.

  Ad Avelengo, a pochi km da Merano, attorno a un lago e in una radura immersa in 40 ettari di parco alpino, l'Hotel San Luis offre una serie di suite costruite sugli alberi dotate di ogni comfort, che permettono di essere un tutt'uno con la natura senza rimpiangere lusso e modernità. Seguire il fluire delle stagioni è più semplice nell'Eco bio Agriturismo La Bella Vite, tra le colline dell'Alto Monferrato, circondato dai vigneti dell'annessa cantina biologica Rocco di Carpeneto: le sue speciali "camere con vigna" sopraelevate e costruite in legno, acciaio e vetro sono contraddistinte da un design minimal e permettono di rilassarsi godendo le bellezze del paesaggio direttamente dalla terrazza. A Malgrate, vicino Lecco, è l'ecosostenibilità è il filo conduttore del progetto architettonico e della filosofia dell'ospitalità del boutique hotel Casa sull'Albero: qui le camere, tutte immerse tra alberi secolari che le proteggono con le loro fronde, sono realizzate e arredate con legno di recupero. Per stupire chi si ama, l'Agriturismo Nuova Fattoria a Torre Astura offre la "Suite il Nido", in cui vivere un'esperienza romantica esclusivamente per due: gli ospiti possono trascorrere il tempo nello spazio intimo ed esclusivo della casa, godendo il fresco sulla veranda abbracciata dai rami dell'albero o magari concedendosi un bagno nella vasca idromassaggio all'aperto posta nel giardino sottostante. La stessa atmosfera, ma ancora più bucolica, da condividere insieme a caprette, conigli, galline e asinelli, si respira nella Fattoria d'arte I Colli, a Lentella (Abruzzo), dove esiste una piccola Casa sull'Albero che sembra una bomboniera: qui da una scala si accede a una graziosa stanza in miniatura ma dotata anche di un balconcino da cui vedere il mare di Vasto, e dove al mattino gli ospiti ricevono per la colazione un cestino colmo di vivande tirato su con una carrucola. Sull'Appennino pavese, a Brallo di Pregola, il Park Hotel Olimpia offre ai suoi clienti più esigenti una eco-suite tra gli alberi a 5 metri da terra, ubicata all'interno di un bosco di querce e faggi. Restare sospesi tra la terra e il cielo è possibile anche nel Giardino dei semplici a Manta (Cn), dove nella bella stagione ci si può far coccolare da due alberi, una quercia e un toulipier, che accolgono due fiabesche e romantiche camere con bagno, con la colazione servita direttamente tra le fronde. Ad Arlena di Castro (Viterbo) il Bed and Breakfast di charme La piantata mette a disposizione due case sull'albero, Black cabin e Suite Bleue, entrambe a 8 metri da terra e immerse nei campi di lavanda: qui ci si può scrollare di dosso lo stress cittadino e vivere una vacanza completamente 'disconnessa', immersa nei ritmi naturali.
   
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In nome della Slow Art apre Magazzino


NEW YORK - All'insegna della Slow Art, la catena della cultura lungo la valle dell'Hudson si arricchisce di un gioiello che racconta l'Italia: oltre al parco delle sculture di Storm King vicino a West Point, oltre al Dia di Beacon, a Cold Spring il 28 giugno aprira' al pubblico Magazzino, il nuovo spazio privato a un'ora di treno da Manhattan dedicato all'arte italiana della seconda meta' del Novecento.
    Una mostra inaugurale renderà omaggio a Christian Stein, la galleria creata dalla pioniera dell'Arte Povera Margherita Stein, senza limitarsi al movimento che la gallerista torinese aveva accompagnato fin dalla meta' anni sessanta ma includendo anche artisti della generazione successiva. "Siamo felici di aprire Magazzino con opere quasi tutte inedite per il pubblico americano", ha detto il direttore di Magazzino Vittorio Calabrese: "L'obiettivo è sostenere l'arte italiana e gli artisti contemporanei internazionali solidamente legati alla cultura del nostro Paese con la stessa forza mostrata dalla Stein durante la sua vita." L'iniziativa nasce con Nancy Olnick e Giorgio Spanu, newyorchese lei, sardo di Iglesias lui - da un anno e' presidente della Casa Italiana Zerilli Marimo' della NYU - da 25 anni residenti della Valle dell'Hudson in una "casa di vetro" su una tenuta di 50 ettari nella vicina Garrison aperta da oltre dieci anni a programmi di "artists in residence". Dalla loro raccolta di mecenati del nostro secolo vengono le opere degli artisti della mostra inaugurale tra cui Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario e Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio, e poi Marco Bagnoli, Domenico Bianchi e Remo Salvadori, che rappresentano la generazione successiva. Autori che di recente hanno visto un'impennata sul mercato: l'anno scorso Penone ha fatto il record d'asta da Phillips con 1,325 milioni di dollari, mentre il primato per Kounellis del 2014 e' di due milioni, la meta' della quotazione della Colonna di bamboline di carta di Boetti battuta da Christie's a Londra. Arte Povera ma non più poverissima. In omaggio alla tradizione del movimento, l'edificio stesso ricicla le sue esistenze precedenti di magazzino agricolo, poi centrale del latte e più recentemente fabbrica di computer nel progetto dell'architetto spagnolo Miguel Quismondo. A differenza di Storm King e del Dia, l'accesso e' gratuito su appuntamento con visite programmate per consentire di arrivare con i treni della linea MetroNorth. E all'insegna della Slow Art, una volta arrivati a destinazione, nessuno fara' fretta per ripartire.
    Ma Magazzino non e' solo per turisti: "Come residenti della Valle dell'Hudson volevamo condividere le nostre opere e il nostro apprezzamento dell'arte, ma anche farlo qui in questa vibrante comunita' come opportunita' di dare indietro qualcosa", hanno detto Olnick e Spanu. Nella zona di Cold Spring risiedono altri grandi creativi come Marilyn Minter e Frank Stella che ha uno studio nella vicina Rock Tavern mentre Melissa McGill dei "Campi" alla Biennale di Venezia 2017 viene da Beacon. (ANSA).

Festival delle Alpi con 70 eventi L'1 e il 2 luglio la 7/a edizione presentata a Milano

MILANO - Oltre 70 eventi da nord a sud legati al mondo delle montagna per favorire il turismo estivo d'alta quota ma anche la valorizzazione della natura, dell'ambiente e della biodiversità con attenzione particolare alle foreste. E' quanto prevede il calendario del Festival delle Alpi e delle montagne italiane, organizzato dall'Associazione Montagna Italia in collaborazione con il Club Alpino Italiano in tutta Italia l'1 e il 2 luglio.
    Alla manifestazione, giunta alla settima edizione, sono giunte oltre 70 adesioni da Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Sicilia, Abruzzo, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Lazio. "Siamo lieti di aderire a questa iniziativa, che è innanzitutto una festa dedicata alle Alpi e alle montagne, che sono per noi un luogo magico", ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, durante la presentazione del festival a Palazzo Lombardia.
   
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Domodossola recupera un tratto del vecchio sentiero Stockalper


Interventi di manutenzione a una delle vie storiche che attraversa il territorio alpino del Nord Ovest. Si tratta del tratto italiano del sentiero Stockalper, la via commerciale con la Svizzera realizzata nel Settecento dal barone Kaspar Stockalper che si guadagnò l’appellativo di «re del Sempione» per quanto fossero importanti i suoi guadagni. Con l’approvazione del progetto definitivo presentato dalla Regione, la giunta di Domodossola ha dato l’ok ai lavori che interesseranno tratti a Mocogna, Cisore e Monteossolano.  


La via parte da Briga, attraversa il passo del Sempione e tagliando per Bognanco arriva fino Sacro monte Calvario. Qui il barone Stockalper si rifugiò in esilio dopo essere caduto in disgrazia contribuendo a realizzare il patrimonio artistico di quello che oggi è un patrimonio Unesco. A testimoniare il suo passaggio al Calvario restano la casa in cui dimorò e una statua nella Cappella del Paradiso che lo raffigura.  

Incuria e abbandono
Sono a carico della Regione gli interventi di ripristino della percorribilità dei tratti franati o deteriorati anche per incuria e abbandono del territorio. Ai proprietari dei terreni confinanti l’amministrazione chiede di tagliare la vegetazione che invade la strada entro il 15 giugno. I lavori rientrano tra i progetti finanziati con il piano di sviluppo rurale 2014-2020.  

«E’ un’ottima cosa che ci sia l’interesse delle amministrazioni a mantenere in vita tratti importanti del nostro patrimonio escursionistico - afferma Renato Boschi, referente della segnaletica e cartografia per le sezioni Cai Est Monte Rosa -. La tratta italiana della Stockalper, detta anche via del Monscera, fu una storica e strategica via commerciale tra l’Ossola e il canton Vallese. Sebbene l’originale sentiero Stockalper passerebbe lungo il fondovalle della val Divedro». 
La Stampa

Gran Sasso, convivere (bene) coi lupi senza doppiette

ISOLA DEL GRAN SASSO (TERAMO) - "Qui a Campo Imperatore ci viviamo fra i lupi. Io ho 2.000 pecore, eppure in due anni non ne ho persa neanche una. La salvezza nostra è l''arma bianca', i cani pastori abruzzesi. Io ne ho 20".
    Giulio Petronio è uno dei 15 allevatori del Consorzio del Canestrato di Castel del Monte, saporito formaggio tipico di questo piccolo comune, alle pendici del Gran Sasso, in provincia dell'Aquila. Con le pecore Giulio ci vive, e i lupi per lui sono un problema. Ma è un problema che a suo avviso si può risolvere senza abbattere questi predatori, come prevede (pur come estrema ratio) il contestato Piano lupo del Ministero dell'Ambiente.
    Basta ricorrere ai sistemi collaudati da millenni, che negli ultimi decenni erano caduti in disuso per la quasi estinzione di questi animali: recinti per le pecore, e soprattutto robusti cani da guardia. Gli splendidi pastori abruzzesi, grandi animali dal pelo folto e candido. Mansueti con gli uomini e le pecore, implacabili coi lupi. Questi ultimi sanno con chi hanno a che fare, e girano alla larga.
    Campo Imperatore, la grande piana a 1.800 metri di quota nell'Aquilano (nota per la prigionia di Mussolini dopo il 25 luglio), fa parte del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Un parco che ha investito molto non solo sulla tutela del lupo, ma anche sulla sua convivenza con le attività umane. E i risultati si vedono.
    "Dei 12 progetti finanziati dalla Ue nel Parco - spiega Federico Striglioni, responsabile scientifico dell'ente - sei riguardavano la coesistenza dell'uomo coi predatori, dalla costruzione degli stazzi elettrici all'addestramento di cani da guardiania. Abbiamo lavorato per stabilire un rapporto di fiducia con gli allevatori, abbiamo concordato con loro il regolamento per gli indennizzi. Se non si affronta il problema con chi lavora negli allevamenti, non si risolve nulla".
    Nel territorio del Parco, 150.000 ettari, vivono oggi dai 70 ai 100 lupi. Gli animali domestici sono 85.000, dei quali 66.500 sono pecore. I residenti nel Parco sono 15.000, le aziende zootecniche 400. Il Parco rimborsa rapidamente gli allevatori per il bestiame predato, ma manda i veterinari, in veste di medici legali, ad accertare se le bestie sono state davvero uccise dai lupi. In questo modo si evitano truffe e non si sprecano i fondi disponibili.
    Tra i risultati di questo lavoro, c'è che sul Gran Sasso non si trovano i bocconi avvelenati che in altri territori vengono messi dagli allevatori per sterminare i predatori. L'ultimo progetto del Parco, Mircolupo, prevede la cattura e la sterilizzazione degli ibridi cane-lupo, per salvare l'identità genetica di questi predatori.
    "Gli abbattimenti controllati non hanno nessuna base tecnica - spiega Striglioni -. Se uccidi un lupo, il giorno dopo torneranno gli altri, e dopo un po' l'esemplare abbattuto sarà sostituito da un giovane proveniente da un altro branco. E' più facile dire 'togliamo i lupi' che educare gli allevatori".
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