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Crisi: all'aperto non esiste, 500 mln di fatturato per industria camper

(Labitalia) - Nel 2012 l'industria dei camper, che impiega 1.500 dipendenti diretti delle aziende produttrici associate ad Apc, cui si aggiungono 4.000 dipendenti della filiera del plein air, ha prodotto oltre 9.300 autocaravan, generando un fatturato di circa 500 milioni di euro. A quanto apprende Labitalia, è quanto emerge dal 'Rapporto nazionale sul turismo en plein air in camper e in caravan 2013' elaborato da Apc-Associazione produttori caravan e camper, che verrà presentato sabato 7 settembre, a Parma, in occasione dell'apertura del 'Salone del camper 2013'. A testimoniare il buon andamento del settore, la buona tenuta del noleggio e la crescita dell'export, che si attesta al 74,4% della produzione grazie alla qualità del made in Italy. L'anzianità del parco circolante continua ad aumentare: il 61,5% delle autocaravan ha, infatti, più di 10 anni di età, mentre il 28,6% ha addirittura un?età superiore ai 20 anni. A livello europeo, il comparto dei veicoli ricreazionali registra un calo più contenuto (-6% rispetto al 2011), con decrementi che si attestano al -2% per gli autocaravan e al -9,7% per le caravan. A partire dal 2011 si rileva un sensibile incremento della quota di mercato camper sul totale dei veicoli ricreazionali, con il numero di camper immatricolati che raggiunge i volumi delle caravan, a testimonianza di un cambiamento nelle abitudini di viaggio, verso veicoli più compatti e stili di viaggio più dinamici. Il Rapporto Apc, quest'anno, presenta due novità. Sono stati presentati, infatti, i risultati del primo Osservatorio sul turismo in camper e all'aria aperta nelle regioni italiane, un progetto, realizzato in collaborazione con il Centro internazionale di studi sull'economia turistica dell'università Ca' Foscari di Venezia, per monitorare l'attenzione dei territori nei confronti del turismo all'aria aperta. Le regioni con la più alta capacità di attrarre camperisti e turisti en plein air risultano Marche, Sardegna e Veneto, mentre le regioni che si contraddistinguono per la quantità e la qualità delle strutture ricettive en plein air sono Marche, Puglia, Abruzzo, Toscana e Valle D'Aosta. In particolare, le Marche ottengono i risultati migliori in base a tutti gli indicatori dell'indagine: è il territorio che ha investito di più in questa speciale modalità turistica, sia in termini di offerta dedicata ai turisti che di domanda en plein air sul territorio regionale. Altra importante novità di quest'anno è lo studio, realizzato in collaborazione con la società Vivilitalia, sulla sostenibilità economica, territoriale e ambientale delle aree di sosta camper confrontate con altre strutture ricettive. Da questa ricerca emerge come, nonostante la carenza di strutture ricettive en plein air in Italia, investire in aree camper multifunzionali e integrate con il territorio sia oggi una vantaggiosa opportunità per Comuni che operatori privati. Ad esempio, l'investimento medio calcolato per la realizzazione di un'area di sosta con 40 piazzole è di 267 mila euro (con 22.500 euro in media all'anno per la gestione e 77.100 euro di ricavi su base annua). In quest'ultimo caso, i costi sono ammortizzabili in 5 anni e mezzo, a fronte di 9 anni per un bed and breakfast e 23 per un albergo. Un'area di sosta con 40 è poi in grado di generare un giro d'affari sul territorio, in un anno di attività, pari a circa 470 mila euro.

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