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Gibilterra, baluardo inglese tra Europa e Africa

GIBILTERRA- Con l’uscita definitiva della Gran Bretagna dall’Unione Europea, la Brexit, decisa da un referendum popolare del 2016, ci si interroga sul futuro di Gibilterra, roccaforte che appartiene al Regno Unito ma che, trovandosi sul territorio andaluso, è da sempre tra gli interessi e gli obiettivi strategici del governo spagnolo.
Gibilterra è un piccolo territorio situato nel sud della Spagna che il Regno Unito occupò all’inizio del Settecento, trasformandolo in una fortezza e in una base navale che per secoli ha consentito ai britannici di controllare l’accesso al Mediterraneo. Dall’esito del referendum sulla Brexit è risultato che i cittadini residenti a Gibilterra hanno votato a favore della permanenza nell’Unione europea, soprattutto per motivi di interessi fiscali ed economici. Fino a oggi, infatti, Gibilterra ha goduto di uno speciale regime doganale che consente alle navi dirette nel Mediterraneo di pagare meno tasse; sfruttando le permissive leggi locali, inoltre, la rocca è diventata il paradiso delle società di scommesse on line.
Con l’uscita dall’Ue potrebbe terminare questa situazione finanziariamente vantaggiosa e si potrebbe creare un ulteriore problema di confine, trasformando Gibilterra in uno stato estero a tutti gli effetti con controlli alla dogana di merci e persone. Ogni giorno, infatti, diecimila spagnoli passano il confine, una sottile striscia di terra lunga poche centinaia di metri, per lavorare a Gibilterra ma se la libera circolazione dovesse diventare un “hard border”, cioè un vero confine, ne risentirebbe anche l’economia locale. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il primo ministro dell’Unione, Fabian Picardo, hanno chiesto che nei nuovi accordi tra Europa e Gran Bretagna la “questione Gibilterra” venga discussa assieme alla Spagna, che ha sempre cercato di avere un ruolo decisionale nell’economia e nella politica di Gibilterra, nonostante il desiderio dei cittadini del piccolo territorio di continuare a vivere sotto la corona inglese, sancito dal referendum del 2002.
A ingarbugliare la faccenda c’è anche la curiosità che, nella lettera con la richiesta formale di lasciare l’Unione Europea, il premier britannico Teresa May non ha mai citato il destino di Gibilterra. Disinteresse o accordi segreti? Se la Spagna non venisse coinvolta nella questione, secondo i tabloid inglesi, per ritorsione potrebbe privare Gibilterra del suo aeroporto, non riconoscendo al Regno Unito la sovranità dell’istmo su cui è costruito, oppure potrebbe modificare l’attuale imposta sul reddito delle società e portarla dal 10 al 25 per cento come nel resto del Paese. La tensione tra Spagna e Regno Unito, dunque, non diminuisce e l’Unione Europea tace. Se, tuttavia, le conseguenze si faranno sentire a livello economico e politico, il turismo non ha per ora avuto conseguenze: a Gibilterra, infatti, i visitatori continuano ad arrivare, attratti dalla storia, dalla natura e dalle tante curiosità che la roccaforte custodisce.
Da sempre Gibilterra rappresenta il limite simbolico delle terre conosciute anticamente come le colonne d’Ercole ed è il punto d’osservazione perfetto per vedere le acque del Mediterraneo entrare nell’oceano Atlantico. Sorge nel profondo sud della Spagna, tra la costa del Sol e il ventosissimo litorale che si affaccia sul continente africano; la rocca mostra un volto british per la presenza di soldati in uniforme inglese, della tradizionale cabina telefonica rossa e per i pub e i ristoranti dove si parla rigorosamente inglese e si paga con le sterline (sono comunque accettati anche gli euro). Eppure, addentrandosi e salendo verso la cima, si scopre anche un volto esotico: Gibilterra, infatti, è l’unica riserva naturale d’Europa dove vivono libere le scimmie. Da La Linea de la Concepción, ultimo baluardo spagnolo prima del territorio inglese, si prosegue in automobile viaggiando su strade strette e piuttosto anguste oppure, lasciata l’auto nei parcheggi sotterranei de La Linea, si cammina per circa 20 minuti costeggiando l’aeroporto fino al centro di Gibilterra.
Ovunque si staglia imperioso il profilo della rocca che si visita prendendo la funivia da Main Street; da lassù si vede lo stretto, il Marocco e tutta la baia di Algeciras e ci si inoltra alla scoperta dell’Upper Rock Nature Reserve dove 200 bertucce, le uniche presenti in Europa, vivono in libertà. Qui si cammina lungo un sentiero che porta alla Saint Michael’s Cave, una grotta naturale, oggi utilizzata per concerti, che ospita anche un lago sotterraneo; all’uscita della grotta si cammina verso i Mediterranean Steps, una scalinata che riporta alla base della rocca in un percorso di circa un’ora tra fiori e piante selvatiche e che passa accanto all’antico cimitero ebraico e al monumento dedicato alle colonne d’Ercole.
Scendendo la scalinata si raggiungono gli Alameda Gardens, giardini botanici, e il Trafalgar Cemetery, dove sono sepolti i caduti durante l’omonima battaglia del 1805. Non lontano si visita il Gibraltar Museum con bagni moreschi, una sezione dedicata alla geologia locale, manufatti antichi e percorsi che illustrano la dominazione militare inglese nei secoli. Sul versante settentrionale della riserva si trovano alcune strategiche gallerie difensive, scavate tra il 1779 e il 1782 per proteggere la città dagli attacchi delle truppe spagnole e francesi, e un castello moresco. Merita una visita, infine, Punta Europa dove sorgono un faro e alcuni punti d’osservazione dai quali è possibile vedere nello specchio di mare sottostante il passaggio dei delfini, oltre le colonne d’Ercole verso l’Africa.
ansa

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