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Nei parchi della Tanzania Safari in Africa seguendo le grandi migrazioni

(di Ida Bini)

Il Serengeti è il primo parco nazionale della Tanzania, nell’Africa centrorientale: è un altopiano che misura 15mila chilometri quadrati e che i Masai chiamano “pianura senza fine”. Qui e nella vicina Ngoronogoro Conservation Area, fino alla fine di marzo, giganteschi branchi di gnu, zebre e gazzelle invadono le piste della savana e migrano per tutto il mese di aprile verso nordest, raggiungendo a maggio il fiume Grumeti. In realtà per tutto l’anno il territorio della Tanzania è testimone di grandi migrazioni di questi magnifici animali, il cui numero sta seriamente diminuendo a causa di un eccessivo disboscamento e di un diffuso bracconaggio.
Eppure lo straordinario fenomeno delle migrazioni ha convinto l’Unesco a dichiarare Serengeti e Ngoronogoro, rispettivamente patrimonio dell’umanità e riserva internazionale della biosfera. Queste due aree naturalistiche sono diventate la meta preferita in Africa di chi ama i fotosafari a bordo di jeep e rigorosamente con guide specializzate locali: la savana sterminata del Serengeti, altopiano a duemila metri d’altezza, ospita leoni, leopardi, ghepardi, elefanti, bufali e rinoceronti; ovunque si intravedono zebre, gnu, impala, antilopi e struzzi, mentre lungo i due fiumi che tagliano il Parco si avvistano i temibili coccodrilli. Anche il parco del Ngorongoro offre una natura sorprendente e maestosa: sulle piste che lo attraversano s’incontrano spesso i pastori Masai, nota etnia africana dedita all’agricoltura, alla pastorizia e all’artigianato, che spesso sorveglia nei parchi l’incolumità dei turisti insieme al personale autorizzato. I loro villaggi sono semplici, formati da capanne di fango e paglia e circondate da palizzate, per difendersi dagli animali. Nella loro lingua swahili il Parco è chiamato “grande buco”: ospita, infatti, uno dei maggiori crateri del mondo, formato nei secoli dall’esplosione di un vulcano. Generalmente di notte ci si accampa intorno al cratere, che misura 20 chilometri di diametro, e di giorno si seguono le piste in fuoristrada che scendono verso gli stagni popolati da ippopotami e da fenicotteri rosa. Anche qui si avvistano i magnifici big five della savana africana: i leoni, i rinoceronti, gli elefanti, i bufali e i leopardi.
Per visitare i due parchi si parte da Arusha, città verso il confine con il Kenya, ai piedi del Kilimangiaro, la vetta più alta del continente africano con i suoi 5.895 metri. Da qui si parte anche per visitare altri due parchi: il Lake Mannara, piccola area naturale con savana, foreste, fiumi e laghi e la più alta popolazione di elefanti del Paese, e il vicino Tarangire National Park, frequentato soprattutto da appassionati ornitologi per la convivenza di centinaia di specie di uccelli. Non lontano da Arusha c’è Moshi, cittadina che merita una visita per i suoi cottage colorati e la presenza dominante della vetta innevata del Kilimangiaro. Le due cittadine sono la base ideale per effettuare il northern safari circuit della Tarzania, il percorso dei parchi più frequentato e conosciuto del Paese per la ricchezza degli animali e la bellezza della natura. Generalmente i turisti visitano i parchi con viaggi organizzati e con strutture locali che regalano emozioni e avventure in piena sicurezza. Si può scegliere di dormire in lussuosi lodge o in grandi campi tendati, mentre i più temerari possono alloggiare in piccoli accampamenti nel cuore della savana. Per organizzare il viaggio: www.tanzaniatouristboard.com ANSA > In viaggio > Africa > Nei parchi della Tanzania
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