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Rinasce antico retablo chiesa di Tuili


CAGLIARI - Un retablo pieno di immagini, colori e racconti. Dalla Madonna seduta sul trono agli episodi della vita di San Pietro. L'opera, datata 1500, vero e proprio tesoro dell'arte sarda custodito nella chiesa di San Pietro a Tuili, ritornerà al suo antico splendore grazie al restauro. E sarà di nuovo al suo posto.
    Vivrà anche un momento di gloria "nazionale": sarà esposto a Torino, alla Venaria Reale affianco ad opere di Tintoretto, Tiziano, Vincenzo Foppa, Pietro da Cortona, Giorgio Morandi. La nuova vita del capolavoro del Maestro di Castelsardo rinasce grazie alla pazienza e all'ostinazione della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio di Cagliari: dopo tanti anni e numerose richieste rivolte ad enti e istituzioni, è riuscita ad ottenere il finanziamento per il restauro.
    L'occasione l'ha offerta il progetto della mostra "Restituzioni" di Intesa Sanpaolo, arrivato alla sua diciottesima edizione. Da Cagliari è partita una proposta tecnica di intervento. Che, evidentemente, ha convinto tutti.
    Quest'anno, per la prima volta, il comitato scientifico composto da personalità di primo piano tra cui i professori Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti ha selezionato un'opera proveniente dalla Sardegna. Si occuperà del restauro la ditta sarda Annalisa Deidda restauro opere d'arte che, a partire dal prossimo autunno, con la direzione scientifica della Soprintendenza, inizierà l'intervento sottoponendo le tavole lignee del retablo alle preliminari operazioni di disinfestazione e consolidamento.
    I lavori dovranno concludersi entro gennaio 2018; dal mese di marzo, infatti, il retablo sarà esposto a Torino.

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Suggestioni caravaggesche a Palermo Dal 13 maggio al 17 settembre 13 dipinti al Palazzo Abbatelis


PALERMO - Tornano alla luce tredici dipinti custoditi nei depositi della Galleria regionale di palazzo Abatellis. Saranno esposti nelle sale del museo palermitano dal 13 maggio (inaugurazione alle 10,30) al 17 settembre. Il titolo della mostra è "Suggestioni caravaggesche". Le opere, alcune delle quali inedite, si inseriscono a buon titolo nel tema del caravaggismo presente nell'arte napoletana e siciliana, ancora oggi argomento di studi e di riflessioni.
    La rassegna propone una lettura significativa del caravaggismo meridionale, inteso come suggestione che pervase sia le iconografie che i modi espressivi. Dalle copie, alle interpretazioni, alle citazioni, alle prove di classicismo su base caravaggesca, l'esposizione consente alcuni approfondimenti monografici mirati: da Mario Minniti, a Pietro Novelli, ai napoletani Giovanni Ricca e Filippo Vitale. La selezione di opere dai depositi di Palazzo Abatellis va alla ricerca, non tanto della "influenza della presenza di Caravaggio a Palermo" (di cui tanto si è dibattuto e si dibatte), ma di quelle suggestioni che, ad esclusione del solo Mario Minniti che gli fu sodale nell'esperienza siciliana, gli artisti delle generazioni successive trassero dalla lezione di Caravaggio. Il percorso della mostra, estremamente concentrato, si integra all'esposizione permanente di Palazzo Abatellis, ove nelle due sale dell'ala di ampliamento, "Sala verde" e "Sala rossa", si può agevolmente riconoscere il tema del confronto con Caravaggio e col Caravaggismo che attraversa la pittura meridionale della prima metà del XVII secolo L'iniziativa nasce da un'idea di Gabriella Renier Filippone e Giacomo Fanale (cui si deve l'allestimento) nell'ambito della "Settimana delle culture" ed è promossa dall'associazione IDEAHub presieduta da Giacomo Badami, dai Rotary Club Palermo Est e Palermo Ovest e dall'associazione Volo. Il coordinamento generale è del Direttore Sergio Aguglia; il coordinamento e la cura scientifica sono di Evelina De Castro. Il progetto espositivo vede coinvolti gli allievi del III anno del corso di Design, del liceo artistico E. Catalano di Palermo, che si occuperanno anche dell'accoglienza del pubblico.
    A conclusione della mostra, un convegno di studi fornirà l'occasione per un dibattito sul tema del caravaggismo in Sicilia. "Suggestioni caravaggesche" potrà essere visitata dal 13 maggio al 17 settembre, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 18,30; sabato, domenica e festivi dalle 9 alle 13. Lunedì chiuso. L'ingresso alla mostra è gratuito.

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Uova, colombe e...10 piatti tipici della tradizione di Pasqua

Oltre alle classiche uova di cioccolato e all’intramontabile colomba, simboli universali della tradizione pasquale, sono tanti i piatti tipici italiani, ecco un itinerario del gusto in tema di Pasqua da Hundredrooms ha deciso per questo di consigliare le prelibatezze più buone in assoluto, guidando il turista in un itinerario del gusto imperdibile.
Gubana friulana - emblema di una sana contaminazione con la confinante cultura slovena, la gubana è un dolce buonissimo dalla caratteristica forma a chiocciola. La pasta è ripiena di noci, uvetta, grappa, zucchero e pinoli. Ottima da mangiare sia calda che fredda in occasione delle più importanti festività dell’anno, primo fra tutti Natale e Pasqua.
Fugassa veneta - si tratta di un pane dolce e soffice, che può assumere anche la forma di colomba, arricchito con uova, zucchero e burro. La leggenda racconta che fu inventata da un fornaio trevigiano, che regalava questa delizia ai suoi clienti durante le celebrazioni pasquali.
Torta pasqualina ligure - una torta salata, semplice negli ingredienti e nella preparazione, ma non per questo meno gustosa. Uova e formaggio sono i principali componenti del piatto che sembra avere una storia antichissima. E’ infatti citata in un catalogo risalente XV secolo, quando era conosciuta col nome di “gattafura”.
Tardura romagnola - una tradizione un po’ in disuso, che ha origini contadine e che non sarebbe male recuperare. La tardura (che in dialetto romagnolo significa “tiratura”) è una squisita minestra in brodo che piace proprio a tutti. Il sapore è molto simile a quello dei passatelli romagnoli, dato che si prepara con uova sbattute, parmigiano reggiano grattugiato, sale e noce moscata. Una ricetta da leccarsi i baffi.
Pasimata toscana - dolce tipico, conosciuto anche con il nome di “schiaccia”, perché si prepara schiacciando decine di uova alla fine della Quaresima. Alle origini si trattava di un semplice pane, nel tempo arricchito con zucchero e strutto, ma anche con semi di anice e scorza d’arancia, che conferiscono alla pietanza un sapore dolce e gustoso.
“Strozzose” marchigiane - una ricetta che richiede del tempo, ma vale la pena armarsi di pazienza se poi si possono gustare queste ciambelle davvero squisite, preparate un tempo dalle “vergare” marchigiane, cioè dalle donne di casa. L’impasto, infatti, ha bisogno di riposare per qualche giorno: viene preparato il Venerdì Santo per essere infornato la domenica di Pasqua.
Abbacchio a scottadito - ricetta tipica del Lazio, dove le tenere e saporite costolette d’agnello vengono mangiate caldissime. Da qui il nome “a scottadito”. Un piatto semplice e rapido da preparare, ideale per chi ha fretta di soddisfare il palato: basta condire le costolette e lasciarle marinare per circa mezz’ora, per poi cucinarle alla brace accompagnandole con un po’ di limone.
Casatiello napoletano - famosa torta rustica in cui vengono fissate delle uova con delle croci di pasta. Buono da mangiare sia caldo che freddo, è sicuramente la pietanza a cui nessun campano può rinunciare. Secondo la tradizione, viene preparato la sera del Venerdì Santo, fatto lievitare per tutta la notte e infornato il giorno seguente.
Scarcella pugliese - la sua semplicità nasconde in realtà un sapore intenso: si tratta di una ciambella di pasta frolla decorata e cotta al forno finché non diviene dorata. È piacevole per gli occhi e ancor più per il palato. Farina, lievito, uova, latte, zucchero e olio extravergine di oliva sono gli ingredienti di cui si compone questa tipica pietanza pugliese, in un dolce connubio di genuinità e tradizione.
Truscello messinese - meglio noto come “sciusceddu”, è un piatto tipico della città dello Stretto. Di origine francese, il truscello è una ghiotta combinazione di ricotta e polpette di carne, da mangiare con gusto dopo il lungo digiuno quaresimale. Solitamente si accompagna a una ricca insalata a base di pomodori, olive nere, cipolle e capperi di Pantelleria.
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