SS24

Domenica 21 Maggio Domenica in mostra 300 dimore storiche

 Dal castello di Montemagno ad Asti, il più grande del Piemonte che risale al 972, alla Masseria Spina a Monopoli con le antiche tombe scavate nella roccia.
    Dallo straordinario castello di Thiene, il più cospicuo edificio gotico del XV secolo, fino a Villa d'Albertis a Genova emerge con le sue torri e le sue linee eleganti fra ecci, palme, pini e ulivi a un passo dal mare. Sono sono alcune delle 300 meraviglie che domenica 21 maggio saranno aperte gratuitamente nella Giornata Nazionale dell'Associazione Dimore Storiche Italiane. Splendide residenze d'epoca, castelli, ville, casali, cortili e giardini in tutt'Italia - l'elenco completo su www.asdi.it - saranno visitabili anche per sensibilizzare sull'importanza della conservazione e della valorizzazione dei beni culturali privati soggetti a vincolo, la cui tutela è affidata ai singoli proprietari.
    Per celebrare i 40 anni dell'Associazione Dimore Storiche Italiane questa edizione del Grand Tour si avvale, in particolare, del contributo di ciceroni d'eccezione: numerosi studenti delle scuole medie superiori, sempre più coinvolti localmente dal sistema delle dimore storiche, grazie alla partnership siglata con il Miur nel 2016 nell'ambito dei programmi di alternanza scuola-lavoro, guideranno i visitatori insieme ai proprietari nel viaggio alla scoperta di luoghi di grande fascino, spesso poco noti.
    La Giornata Nazionale delle Dimore storiche ha anche l'obiettivo di dare visibilità e riconoscimento ai maestri artigiani, che hanno un ruolo fondamentale nella manutenzione delle dimore storiche, dei loro giardini e degli oggetti d'arte che le adornano: restauratori, corniciai, vetrai, ceramisti, argentieri, giardinieri od orologiai, mostreranno al pubblico le loro tecniche d'intervento e le loro realizzazioni.
ansa

Estate 2017: ecco le mete preferite dagli italiani Puglia ed Emilia Romagna in Italia, Grecia e Spagna all'estero

Puglia ed Emilia Romagna sono le regine incontrastate dell’estate italiana. Emerge dal Summer Vacation Value Report 2017, di tripadvisor che svela la Top 10 nazionale e internazionale delle destinazioni estive per i viaggiatori italiani in base alla crescita d’interesse di prenotazione stagionale. 
Le due regioni italiane ospitano ben tre destinazioni a testa tra le mete italiane più gettonate per le vacanze estive, ma anche perché proprio in Puglia si trova la meta numero 1 della classifica nazionale: Gallipoli. La cittadina in provincia di Lecce è accompagnata nella Top 10 italiana da altre due mete pugliesi: Polignano a Mare (6/o) e Lecce (8/o). A rappresentare l’Emilia Romagna sono invece Cattolica (3/o), Cesenatico (7/o) e Riccione (10/0). Tra le altre mete italiane più popolari per l’estate emergono infine l’Isola d’Elba (2/o), Jesolo (4/o), San Vito Lo Capo (5/o) e Alghero (8/o).
DESTINAZIONE              COSTO MEDIO             SETTIMANA            RISPARMIO
                                          SETTIMANA                 MENO CARA
1 Gallipoli (LE)                     1.212 €                 25 settembre 634 €         578 € (-48%)
2 Isola d'Elba (LI)                 1.345 €                25 settembre 700 €          645 € (-48%)
3 Cattolica (RN)                      953 €                  5 giugno       674 €         279 € (-29%)
4 Jesolo (VE)                        1.301 €               18 settembre 804 €          497 € (-38%)
5 San Vito lo Capo (TP)          965 €                25 settembre 589 €          375 € (-39%)
6 Polignano a mare (BA)      1.307 €                25 settembre 766 €         541 € (-41%)
7 Cesenatico (FC)                   960 €                18 settembre  693 €        267 € (-28%)
8 Alghero (SS)                      1.285 €                25 settembre 831 €         453 € (-35%)
9 Lecce                                    797 €                 3 luglio          717 €           80 € (-10%)
10 Riccione (RN)                  1.224 €                 18 settembre 749 €        475 € (-39%)

Spagna e Grecia le preferite dagli italiani che viaggeranno all’estero
Gli italiani che trascorreranno le loro vacanze estive fuori dai confini nazionali guardano con attenzione a Grecia e Spagna, che occupano con 3 mete balneari ciascuna le prime sei posizioni della Top 10 delle mete internazionali più ricercate. Apre la classifica Mykonos seguita da Santorini (2/o), Majorca (3/o), Creta (4/o), Formentera (5/o) e Ibiza (6/o). Rimanendo nel Vecchio Continente – protagonista nelle preferenze estive degli italiani che andranno oltre confine – in ottava posizione si trova Malta e in decima Edimburgo. Le uniche due mete extra europee in classifica sono Bali (7/o) e Bangkok (9/o).

DESTINAZIONE               COSTO MEDIO           SETTIMANA                RISPARMIO
                                             SETTIMANA            MENO CARA
1 Mykonos Grecia                 2.541 €               25 settembre 1.313 €     1229 € (-48%)
2 Santorini, Grecia                2.611 €                25 settembre 2.132 €      480 € (-18%)
3 Maiorca, Spagna               1.386 €                25 settembre 1.035 €      351 € (-25%)
4 Creta, Grecia                        952 €                25 settembre  700 €        252 € (-26%)
5 Formentera, Spagna         1.974 €                25 settembre 953 €        1021 € (-52%)
6 Ibiza, Spagna                    1.869 €                25 settembre 1.213 €       656 € (-35%)
7 Bali, Indonesia                   1.225 €               12 giugno 1.124 €              101 € (-8%)
8 Malta                                  1.064 €               25 settembre 937 €          127 € (-12%)
9 Bangkok, Thailandia             742 €               29 maggio 708 €                  34 € (-5%)
10 Edimburgo, Regno Unit   1.554 €               25 settembre 1.299 €       255 € (-16%)
In Italia le tariffe medie più basse, ma è Bangkok la meta più conveniente
Soggiornare in hotel nelle destinazioni italiane preferite dai viaggiatori locali costa, in media6, meno: 162 € contro i 227 € delle mete internazionali. Tra le mete italiane più convenienti Lecce è prima con una tariffa media a notte pari a 114 €, Cattolica è seconda con 136 € e Cesenatico segue a breve distanza con 137 €. Considerando sia la Top 10 nazionale che quella internazionale è però Bangkok la meta meno cara con una tariffa media a notte pari a 106 €. 

Ecco alcune curiosità emerse dall’analisi delle tariffe degli hotel prenotabili su TripAdvisor nelle destinazioni oggetto dello studio:
- L’ultima settimana di settembre è risultata la meno costosa per 13 delle 20 mete analizzate
- La destinazione che offre il maggior risparmio percentuale nella settimana meno costosa del periodo estivo è Formentera. Qui, per soggiorni nella settimana del 25 settembre, i costi medi degli hotel scendono del 52% rispetto alla media dell’estate 
- Bangkok è la destinazione più conveniente ma anche quella con la minore fluttuazione dei prezzi. Scegliendo la settimana meno costosa per soggiornare in questa destinazione – dal 29/05 al 04/06 – si risparmia il 5% rispetto alla tariffa media
ansa

Meteo: 'bello' fino a giovedì, poi nuovo peggioramento

Residuo maltempo al Sud fino a domani; nel resto d'Italia 'dominio' dell'alta pressione con temperature fino a 29 gradi al Nord anche giovedì; un nuovo peggioramento venerdì a partire dal Nordovest e dalla Toscana, con la colonnina di mercurio in discesa, a causa di una perturbazione atlantica che sabato potrebbe coinvolgere in forma residua il Nordest e in maniera più decisa il Centrosud. Le previsioni per i prossimi giorni dei meteorologi del Centro Epson Meteo-Meteo.it indicano, nell'immediato', la "rimonta di un promontorio di alta pressione che favorirà, fino a giovedì una fase di tempo più stabile, soleggiato e caldo a partire da Centro-Nord e Sardegna, dove le temperature risulteranno al di sopra della norma, con valori localmente tipici di giugno".

    Fino a giovedì, spiegano i meteorologi, i settori più caldi saranno proprio il Nord, le regioni tirreniche e la Sardegna con punte di 26-29 gradi. Nel frattempo il Sud, fino a domani, resterà esposto a correnti instabili provenienti dalla Penisola Balcanica. E' in particolare prevista locale instabilità con rischio di isolati rovesci o temporali su Appennino lucano, Calabria, zone interne della Sicilia orientale e, verso sera, sui rilievi piemontesi. Giovedì, sempre secondo gli esperti di Epson Meteo, sarà una giornata di sole, con l'eccezione dell'alto Piemonte e del Nordovest della Lombardia dove sono previste a fine giornata piogge sparse a carattere di rovescio.
 
   Venerdì, infine, si profila un nuovo peggioramento del tempo ad iniziare dal Nordovest e in estensione al resto del Nord e della Toscana a causa di una perturbazione atlantica che poi, sabato, potrebbe dar luogo a una instabilità residua al Nordest e in forma localizzata sul Centro-Sud peninsulare. In coincidenza con questo passaggio, concludono i meteorologi, le temperature dovrebbero riportarsi nella media o lievemente sotto. 
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Al via Cannes 70, nuovo cinema è sfida

Cannes alza il sipario della 70/a edizione il 17/5, celebrando innanzitutto se stesso con feste e omaggi, ma anche consapevole della necessità di andare oltre la sua stessa storia, accogliendo le sfide del nuovo cinema. E' anche il primo festival del dopo strage di Nizza: potenziati tutti i controlli, con metal detector all'ingresso del Palais du festival, barriere anti sfondamento sulla strada, controlli accurati. Se l'apertura con il film fuori concorso Les Fantomes d'Ismael di Arnaud Desplechin con Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Alba Rohrwacher, Mathieu Amalric, Louis Garrel sembra appartenere al cinema di tradizione, nella selezione sono molti i film che testimoniano le nuove realtà di produzione, i colossi Netflix e Amazon, di fruizione del cinema (lo streaming), di evoluzioni tecnologiche come la virtual reality.
    Tra gli eventi il ritorno di Twin Peaks di David Lynch, 25 anni dopo, e Top of the lake di Jane Champion con Nicole Kidman.
    Splendida madrina, la nostra Monica Bellucci.
   
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

La mostra. A Roma storia e mito della Menorà, il più antico simbolo ebraico

La mostra che si apre in Vaticano lunedì 15 maggio, organizzata in collaborazione tra i Musei Vaticani e il Museo Ebraico di Roma, è intitolata "Menorà: culto, storia e mito". La Menorà, il candelabro a sette braccia il cui nome ha la stessa radice di or, luce, è il maggiore e il più antico dei simboli ebraici. La sua storia va dal testo biblico al candelabro del Tempio portato a Roma nel trofeo di Tito alle raffigurazioni nelle catacombe ebraiche al moderno stemma dello Stato di Israele, dove è affiancata da due rametti d'olivo. Il logo della mostra raffigura appunto un particolare segmento dai bassorilievi dell'arco di Tito, che rappresentano il trofeo romano sulla Giudea sconfitta: prigionieri ebrei portano sulle spalle la grande e pesante Menorà in oro. È, di tutte le immagini che abbiamo della Menorà, quella che più si avvicina alla realtà, dal momento che pochi anni soltanto erano passati dal corteo vittorioso di Tito e la Menorà del Tempio era ancora presente agli occhi degli artisti che la scolpirono. Ma una raffigurazione della Menorà in una pietra di una sinagoga di Magdala, scoperta nel 2009 e datata intorno alla distruzione del Tempio, mostra un'immagine differente da quella di Roma, sia nei bracci, non arcuati ma ottagonali, sia nella base. 

La Menorà era simbolo di saggezza e di illuminazione. Essa ricordava anche, come ricordano i testi, il roveto ardente, e con i suoi sette bracci è stata ancora interpretata come il simbolo della creazione che appunto richiese sette giorni per realizzarsi. La lucerna centrale simboleggerebbe il Sabato. Essa è stata interpretata anche alla luce delle dottrine cabalistiche. La Menorà fu per secoli il simbolo stesso dell'ebraismo. Solo a partire dal XVII secolo essa cominciò ad essere affiancata dal magen David, la stella di David, che ritroviamo ora sulla bandiera di Israele.Nella storia della Menorà, realtà, culto e valore simbolico sono strettamente intrecciati. La sua costruzione è disposta e minuziosamente descritta nella rivelazione fatta da Dio a Mosè, come si legge in Esodo 25, 31-40. La sua base era adorna di immagini di fiori e frutti. Inizialmente era collocata nel Tabernacolo, il santuario trasportabile che accompagnava gli ebrei nel deserto, poi nell'anticamera del Tempio. Scomparve nell'esilio babilonese e fu ricostruita e collocata nel secondo Tempio. Ce la descrive Giuseppe Flavio, che fu testimone della sua traslazione a Roma. 

La Menorà doveva restare accesa dal tramonto all'alba, ma una o più delle sue lampade restavano accese anche durante il giorno. Nella riconsacrazione del Tempio ad opera dei Maccabei, nonostante fosse sufficiente per un sol giorno, l'olio delle lampade rimase miracolosamente acceso per otto giorni. Da lì la festa di Hannukka, caratterizzata dall'accensione del candelabro a nove braccia, la hannukia. Come il rilievo datole nei bassorilievi dell'Arco di Tito dimostrano, la Menorà ebbe un ruolo speciale nel trionfo di Tito. Era al tempo stesso un oggetto di gran pregio, costruita com'era in oro puro, e il simbolo della Giudea sconfitta. Inizialmente, fu custodita nel Tempio della Pace, il nome attribuito al Foro di Vespasiano, tra i Fori e la Suburra. Durante il sacco di Roma del 455 ad opera dei Vandali di Genserico, fu trasportata a Cartagine con il resto del bottino. Di là fu portata a Bisanzio da Belisario, il generale di Giustiniano, quando questi conquistò Cartagine nel 533, per essere portata in un ulteriore trionfo descrittoci da Procopio. Ed infine sembra essere approdata a Gerusalemme, non sappiamo dove né come. 

Da allora se ne sono perse le tracce, forse è stata fusa nel sacco di Gerusalemme ad opera dei Persiani nel 614. Si tratta però di notizie prive di fonti certe. Infatti, ben presto, di fronte ad un candelabro errante, e sostanzialmente, dopo Tito, volto a far ritorno nel luogo delle sue origini, la sua localizzazione cominciò ad essere avvolta nelle nebbie del mito. La questione si complicava per il fatto che già nei primi secoli si parlò di una duplicazione del candelabro. Quale era quello originario, strappato al Tempio nel 70 e divenuto il simbolo dell'identità di un popolo in diaspora?A Roma, dove l'esistenza della Menorà era quotidianamente testimoniata dai bassorilievi dell'arco di Tito, l'idea che essa non avesse mai lasciato la Città era diffusa. Ne ritroviamo traccia, sia pur vaga, in alcuni testi talmudici e perfino nel viaggio di Beniamino da Tudela, un viaggiatore ebreo del XII secolo. Una delle leggende fiorite intorno al candelabro lo diceva affondato nel Tevere. Era una diceria che risaliva ai secoli del sacco dei Vandali, e che ha forse come punto reale di riferimento il fatto che il bottino fu trasportato fino al mare sul Tevere. 

Un'altra leggenda lo diceva invece nascosto sotto il Laterano. Priva di basi documentarie, la leggenda sulla presenza a Roma della Menorà è tuttavia sopravvissuta nei secoli, fino ad arrivare agli scavi tentati nel Tevere alla fine del XIX secolo e alla richiesta che sarebbe stata fatta in anni recenti al Vaticano di cercarla nei suoi sotterranei e di restituirla allo Stato di Israele. L'altra ipotesi, che ha una maggiore corrispondenza nelle fonti, è quella che essa sia a Gerusalemme, nascosta o perduta. È questa, ad esempio, la tesi su cui si basa un romanzo di Stefan Zweig, Il candelabro sepolto, scritto nel 1937 e pubblicato in italiano da Skira, per la prima volta autonomamente dagli altri scritti di Zweig, nel 2013 con una bella postfazione di Fabio Isman. In anni molto recenti, nel 2002, aveva per un momento rinforzato la tesi del Tevere la scoperta di una lapide nei giardini del Tempio secondo cui il candelabro sarebbe stato visto, all'inizio del V secolo, in fondo al Tevere a sud dell'Isola Tiberina. Un falso del XIX secolo, ha scoperto l'allora direttrice del Museo Ebraico, la scomparsa Daniela di Castro, creato forse per dar lustro alla già illustre storia degli ebrei a Roma. Il candelabro del Tempio continua ad restare inafferrabile.
Avvenire

È italiana la coppia che ha scalato tutti gli 8mila: Meroi e Benet

«Bisogna andare in montagna con quel tocco di paura che ti fa riconoscere il momento giusto di girare i tacchi e tornare indietro». Senti chi parla: Nives Meroi, 36 anni, tarvisiana, considerata una tra le più grandi alpinisteitaliane, la stessa che oggi, 11 maggio 2017, ha scalato con successo la vetta dell'Annapurna (8.091 metri), coronando il sogno di raggiungere in coppia, assieme al marito Romano Benet, tutti le quattordici cime che superano 8mila metri di altitudine.
Romano Benet e Nives Meroi in coppia e assieme sono diventati l’emblema di un alpinismo d’alta quota onesto, leale e coerente. Un alpinismo fatto anche di rinunce: scalano senza ossigeno e senza portatori d'acqua, mentre lo fanno si sentono come «due solitudini unite in cordata, che perseguono ciascuno il bene dell’altro come il proprio».
Prima di loro solo 34 scalatori al mondo hanno completato la «collezione» degli Ottomila (secondo i dati del sito 8000ers.com), di cui solo la metà senza ossigeno. Il primo assoluto fu Reinhold Messner nel 1986, mentre la prima donna fu la coreana Eun-Sun Oh nel 2010. Nives Meroi fu a lungo "in corsa" anche per quest'ultimo primato ma decise di fermarsi per assistere il marito colpito da una rara malattia - un'aplasia midollare - nel 2009. Solo nel 2012 la coppia è quindi tornata a scalare.
Della lista delle 14 montagne superiori a 8.000 metri come riporta Wikipedia fanno parte nove massicci collocati nella catena dell'Himalaya e quattro in quella del Karakorum che taglia Pakistan, India e Cina. Il Nanga Parbat, in Pakistan, è invece l'unico che non fa parte di queste due catene essendo situata in Kashmir.

Nives Meroi: una curiosità letteraria

Lo scrittore Erri De Luca che ha dedicato pagine emozionanti all'alpinismo, alla sua passione per le montagne, dall'incontro con Nives Meroi, alpinista italiana tra le pochissime ad aver scalato tutti quattordici giganti che nel mondo superano gli ottomila metri di altezza, scrisse un libro, Sulla traccia di Nives. Di lei De Luca scrive: «Ho seguito per un po' la sua traccia, ma in alto si perde dove non ho respiro. Lei scala senza bombole d'ossigeno e senza aiuto di portatori d'alta quota».
De Luca segue, «come uno sherpa culturale», Nives e il suo compagno, anche sull'Himalaya e ne ha riportato questo libro che è costruito come un lungo dialogo tra lui e Nives, nel contesto di una notte d'alta quota, quando i due non riescono a dormire e si raccontano delle storie. Nascono riflessioni, meditazioni sulla bellezza e sul rapporto che si instaura tra cielo e terra, ma anche imbarazzi, soprattutto di Nives
Avvenire