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Mostre, pittura cinese, Bock e Nasini A Torino il mito della motocicletta nel dialogo con l'arte


(ANSA) - TORINO, 18 LUG - Le personali di Matteo Nasini e John Bock a Pesaro e Milano, la reinterpretazione di Caravaggio da parte di Oliviero Rainaldi a Napoli, e poi le grandi mostre di Torino e Roma, con gli approfondimenti sul mito della motocicletta nel rapporto con l'arte e sulla pittura cinese contemporanea: ecco le mostre più interessanti che si potranno visitare nel prossimo week end. TORINO - Il chopper di Easy Rider, la Triumph Bonneville che Steve McQueen guidava ne La Grande Fuga. E poi i bolidi da gran premio, la MV Agusta di Giacomo Agostini, la Yamaha di Valentino Rossi e la Ducati di Casey Stoner. Sono solo alcuni degli oltre cinquanta modelli di moto esposti nella mostra "Easy Rider. Il mito della motocicletta come arte", in programma alla Reggia di Venaria negli spazi della Citroniera delle Scuderie Juvarriane dal 18 luglio al 24 febbraio. In 9 sezioni, le motociclette dialogano con importanti opere di arte contemporanea, firmate da artisti del calibro di Antonio Ligabue, Mario Merz, Alighiero Boetti e Pino Pascali.
    MILANO - Il mondo eccentrico e surreale di John Bock (Gribbohm, 1965) sarà protagonista alla Fondazione Prada di "The Next Quasi-Complex", mostra che l'artista tedesco ha concepito per gli spazi del Podium. Allestito dal 18 luglio al 24 settembre, questo progetto presenta due grandi installazioni, il palco mobile di When I'm Looking into the Goat Cheese Baiser (2001) e il salotto di Lütte mit Rucola (2006). I lavori riflettono la pratica artistica di Bock, che combina elementi performativi alla scultura e a installazioni site specific per creare contesti illogici e spiazzanti a cui il pubblico è chiamato a partecipare.
    ROMA - Week end di apertura per "Risonanza cinese", la più ricca mostra di pittura a olio cinese mai allestita a Roma, in programma al Vittoriano dal 19 luglio al 9 settembre. Esposte al pubblico oltre 150 opere di 62 artisti che raccontano l'evoluzione della pittura cinese contemporanea, anche grazie al confronto con le correnti pittoriche europee e agli scambi tra artisti occidentali e orientali. Inoltre, il percorso documenta i profondi cambiamenti in campo sociale e culturale che hanno contraddistinto la Cina negli ultimi 30 anni.
    PESARO - Si intitola "Neolithic Sunshine" la prima personale di Matteo Nasini in un'istituzione museale italiana, allestita alla Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive dal 21 luglio al 7 ottobre. Proponendo un salto indietro nel tempo di 30 mila anni (epoca a cui risalgono i primi ritrovamenti di parti animali impiegate come strumenti musicali), la mostra si compone di opere scultoree e installazioni sonore che affrontano alcuni temi centrali nella ricerca di Nasini, come il suono e le sue origini, l'impiego di pratiche manuali lente, la sperimentazione tecnologica.
    NAPOLI - Negli ambienti del Pio Monte della Misericordia arriva il progetto espositivo "Le otto opere di Misericordia" (18 luglio - 30 settembre), nel quale Oliviero Rainaldi rivisita uno dei più grandi capolavori della storia dell'arte qui conservato, Le Sette opere di Misericordia dipinto da Caravaggio nel 1607.
    L'artista si propone di completare il lavoro di Caravaggio, come se la sua opera fosse l'estensione naturale profusa dalla luce del quadro.

Risonanza cinese, due mondi a confronto Al Vittoriano 150 opere di 62 maestri di pittura a olio

Chen Junde, Serie monti, foreste, nuvole e corsi d'acqua - Verde smeraldo incapsulato nella fievole  luce riflessa in mezzo alla foschia, 2009 Olio su tela © ANSA
ROMA - Le riflessioni sulla vita, il pensiero umanistico e l'anima, declinate attraverso raffinate scene di vita quotidiana, intensi ritratti, paesaggi e vedute suggestivi, in un continuo confronto tra Oriente e Occidente: è la grande mostra "Risonanza cinese", la più ricca dedicata alla pittura a olio cinese mai allestita a Roma, che il Vittoriano ospita dal 19 luglio al 9 settembre.
Oltre 150 tele dipinte da 62 artisti compongono un percorso affascinante che rivela al pubblico capitolino, tra armonie di colori ed eleganza nei tratti, il talento dei più rappresentativi maestri cinesi del '900: gli artisti in mostra sono stati capaci di reinterpretare la tradizione in chiave moderna e di conquistare un linguaggio dalle forme espressive nuove, comunicando sulla tela anche la loro personale visione del mondo. A cura dello storico dell'arte Claudio Strinati, del critico Nicolina Bianchi e di Zhang Zuying, direttore dell'Istituto di Pittura a olio dell'Accademia Nazionale cinese di Pittura, la mostra documenta quanto l'evoluzione pittorica in Cina sia stata influenzata dalle correnti artistiche europee, attraverso i numerosi viaggi in Occidente degli artisti e grazie agli scambi culturali tra le Accademie d'Arte già agli inizi del XX secolo.
Ma visitando l'esposizione il pubblico potrà scoprire molto anche sulla Cina di oggi: "Risonanza cinese", infatti, focalizza l'attenzione anche sulle riforme e i cambiamenti sociali che hanno modificato il volto del Paese negli ultimi trenta anni.
Ecco quindi che, dalla pittura, il focus si allarga a un ritratto più complessivo della Cina, una nazione che si sta trasformando con grande velocità senza dimenticare il proprio passato. Tra gli artisti presenti, anche Zhan Jian Jun (1931), Jin Shang Yi (1934), Zhang Zu Ying (1940), Luo Zhong Li (1948) e Yang Feiyun (1954), Quan Shanshi (1930), Xu Jiang (1955) e Chao Ge (1957), tutti pittori che hanno rappresentato e celebrato nelle loro opere l'incontro tra due mondi, quello orientale e quello occidentale, che seppur lontani e differenti non sono in contrapposizione.
"La pittura a olio un secolo fa - spiega il curatore Claudio Strinati - voleva dire Occidente, e proprio per questo dobbiamo considerare l'assimilazione della tecnica a olio da parte degli artisti cinesi come un evento storico epocale". 
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La meravigliosa fioritura della piana di Castelluccio 2018









Al Forte di Bard il gusto di Matisse per il teatro

I Codomas, da Jazz Triade Editore, Parigi 1947 © ANSA

BARD (AOSTA) - Il rapporto di Henri Matisse con il teatro e la produzione di opere legate alla drammaturgia. Su questo tema si sviluppa la mostra "Henri Matisse. Sulla scena dell'arte", allestita fino al 14 ottobre al Forte di Bard, in Valle d'Aosta. In esposizione oltre 90 capolavori - tele, disegni e opere grafiche - realizzati in un arco temporale di 35 anni, dal 1919 al 1954, in quella che fu definita la "période Nicoise" in quanto l'artista francese scelse Nizza come luogo principale della sua creazione artistica.
Curato da Markus Müller (direttore del Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster), il percorso espositivo è suddiviso in quattro sezioni: Costumi di scena; Matisse e le sue modelle; Le odalische; Jazz. Il primo incarico per concepire e realizzare i costumi e le scenografie per un balletto risale al 1919, la seconda esperienza è del 1939 .
"Aldilà dell'aspetto ornamentale ed esotico - spiegano i curatori della mostra - l'interesse di Matisse per il teatro diventò centrale nella sua estetica: si pose di fronte alla creazione pittorica come un regista o un drammaturgo, come accadde durante la preparazione della decorazione della Chapelle du Rosaire a Vence, che realizzò come se fosse 'un decoro di scena'". Matisse aveva bisogno della presenza fisica di un modello e costruì una specie di interazione con le modelle, che definiva ""attrici della sua arte": "I miei modelli, esseri umani, non sono mai - spiegava - solo un elemento secondario in un ambiente. Sono il tema principale del mio lavoro. Dipendo interamente dal mio modello".
Oltre a costumi e scenografie, al Forte di Bard sono esposti anche oggetti collezionati da Matisse che illustrano il suo interesse per il decorativismo di influenza orientaleggiante, in primis relativamente al tema delle 'odalische'. Negli anni '40, infine, il poliedrico artista sviluppò la tecnica dei "papiers découpés", ovvero carte ritagliate, "la sintesi perfetta - diceva - tra colore e precisione della linea". "Jazz" è una serie di 40 opere 'incolori dissonanti' realizzate con questa tecnica, i cui temi sono il circo e i suoi attori, la mitologia e le memorie dei viaggi, con uno stile che ha ispirato Andy Warhol e la "pop-art" americana.
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Ischia Film Festival, vince "Il Cratere" A Daniele Vicari con "Prima che la notte" premio del pubblico

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 È "Il Cratere" di Silvia Luzi e Luca Bellino il miglior film nella sezione lungometraggi che si aggiudica l'Ischia Film Award e anche il premio SonyATV per la migliore colonna sonora in un film italiano, al termine della XVI edizione dell'Ischia Film Festival. La Repubblica Dominicana si prende il premio per la migliore regia e per la migliore scenografia per "Sambà", film molto amato anche dal pubblico. La migliore fotografia se l'aggiudica Daniel Leo per il film polacco "Man Proposes, God Disposes".
    Premio per il miglior cortometraggio a "Domesticado", con una menzione speciale per la breve commedia britannica "Call Me Alvy", mentre il premio SonyATV va ad Eyes. Premio Location Negata a Giulio Tonicelli e il suo "Happy Today", mentre il premio per il miglior documentario è stato assegnato a "Burkinabè Rising", con una menzione speciale per "Aperti al pubblico" di Silvia Bellotti.

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Ivan Graziani, omaggio sotto Gran Sasso

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 "Ivan e il Gran Sasso. Due voci, un'unica anima": è la serata-tributo a Ivan Graziani che si terrà il 15 luglio ai Prati di Tivo, Pietracamela, (TE), ai piedi del Gran Sasso, luogo caro al cantautore abruzzese. Sul palco Le Vibrazioni; il figlio d'arte di Ivan, Filippo Graziani, vincitore della Targa Tenco 2014 nella sezione opera prima (cantautore); Bocephus King, talento del rock canadese; Pigro in Tour, la tribute band ufficiale di Graziani guidata dall'altro figlio di Ivan, Tommy; l'orchestra giovanile da camera Benedetto Marcello, ensemble dedita al recupero della musica strumentale italiana del XVIII secolo.
    La serata, presentata da Paolo Notari e Duccio Pasqua, rientra nel cartellone di 'Abruzzo dal vivo', progetto ideato dalla Regione Abruzzo finanziato dal Mibac e dalla direzione generale Spettacolo per rilanciare e animare i 23 Comuni colpiti dal terremoto, portando in questi territori 68 eventi che spaziano tra concerti, spettacoli di teatro e danza.
   
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