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Egitto, al via campagna "Ci mancate" per rilancio turismo

"Ci mancate" ("We miss you') e' il titolo della campagna lanciata dal ministro del Turismo egiziano Hisham Zaazou in missione a Dubai con l'obiettivo di rilanciare questo settore in crisi e attrarre maggiori visitatori in particolare dai Paesi del Golfo. In un'intervista al Wall Street Journal Zaazou non ha negato il calo registrato negli ultimi mesi: "se paragoniamo i dati del 2010 con quelli dello scorso anno non posso negare che si sia un problema.


Nel 2010 abbiamo avuto 14,7 milioni di turisti con entrate pari a 12,5 miliardi di dollari, mentre nel 2013 circa 9,5 milioni di visitatori con entrate pari a 5,8 miliardi di dollari". Il turismo "e' malato, ma non e' destinato a morire", ha aggiunto il ministro prevedendo un rilancio del settore nel "2020 con 25 milioni di visitatori ed entrate pari a 25 miliardi di dollari". Pesano gli allarmi attentati e gli avvenimenti politici che hanno scosso il Paese dei Faraoni dal 2011 ad oggi, allarmi che hanno frenato anche gli italiani, da sempre amanti dell'Egitto.

Con un warning diffuso il 28 aprile scorso e tuttora valido la Farnesina ha precisato nel sito 'viaggiaresicuri' che "in considerazione del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza si sconsigliano i viaggi in tutta la penisola del Sinai comprese le località balneari ivi situate, quali Sharm el Sheik, Dahab, Nuweiba e Taba". Il ministero degli Esteri italiano ha anche sconsigliato "tutti i viaggi non indispensabili in località diverse dalle aree turistiche dell'alto Egitto, della costa continentale del Mar Rosso e di quella del Mar Mediterraneo".

Ma oltre al clima di instabilità e turbolenza - continua il Wsj -, un altro elemento ha danneggiato l'immagine del Paese: quello delle molestie sessuali, un vero "problema", ha ammesso Zaazou, sul quale il governo e le forze dell'ordine stanno lavorando. "La polizia presidia le strade delle citta', mentre negli alberghi abbiamo predisposto un sistema di videocontrollo. Dobbiamo anche intervenire a livello legislativo e per ultimo cercare di elevare il livello culturale delle persone che lavorano a contatto con gli stranieri".
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