Senigallia, il pane in piazza

Dalla focaccia ligure alla pitta catanzarese, fino al 23 settembre i prodotti da forno sono protagonisti della manifestazione "Pane Nostrum" nella cittadina marchigiana.

22/09/2012
Un dei fornai di "Pane Nostrum" con un'enorme focaccia.
Un dei fornai di "Pane Nostrum" con un'enorme focaccia.
Appena terminata l’estate, Senigallia, nelle Marche, è tornata ad animarsi. Questa volta a brulicare non è la cosiddetta “spiaggia di velluto”, con la sua sabbia finissima, o il porto dove tutto l’anno si vedono i pescherecci entrare di primo mattino per consegnare il pesce freschissimo. In questo penultimo fine settimana di settembre ad animarsi è il caratteristico centro storico. Quattro giorni di mani sapienti che impastano il pane e di mani attente che apprendono. Quattro giorni di viaggio intorno alle molteplici latitudini e declinazioni di un alimento che unisce le culture di tutto il mondo.

Pochi gesti come lo “spezzare il pane” hanno una valenza universale, e non solo per i cristiani. E' tornata "Pane Nostrum", Festa Internazionale del Pane, che da dodici anni si svolge a Senigallia, quest’anno fino al 23 settembre (www.panenostrum.com). Pani e prodotti da forno di tutte le forme e di tutti i sapori, provenienti da tutta Italia e da regioni estere sono i protagonisti di questo fine settimana dedicato all’arte bianca. Quest'anno, gli ospiti d'onore sono: dal Trentino Alto Adige il pane delle Dolomiti e lo Shuttelbrot (pane di Segale), dalla Liguria il libretto e la focaccia ligure, il pane del pescatore, dalla Toscana il pane di Altopascio e i presidi Slow Food: Marocca di Casola con farina di castagne e il Testarolo Pontremolese, dall'Umbria il Pane di Terni e il Pan Pepato, dal Lazio il pane di Genzano, dall’Abruzzo i Fiadoni, dalla Calabria la pitta catanzarese, dalla Sicilia il pane etneo tradizionale, la mafalda, il pane con le olive e i biscotti al sesamo.   
Due fornai davanti alla rocca di Senigallia, in provincia di 
Ancona.
Due fornai davanti alla rocca di Senigallia, in provincia di Ancona.
A fare gli onori di casa come sempre i pani delle Marche, come il pane sciapo di Fabriano, il pane cotto a legna ai fiocchi di patate, il pane di mosto e mandorle e la pizza al formaggio. «Fare il pane è un rito domestico dai tratti pagani e religiosi insieme», sostiene lo scrittore Predrag Matvejevic. E questo rito viene riproposto in questi giorni a Senigallia in piazza, nei forni a cielo aperto, nelle aule didattiche e in alcuni dei luoghi più rappresentativi della città dove si svolge la rassegna, come gli eleganti spazi di Piazza del Duca o i Giardini della Rocca Roveresca. Il prato della Rocca ospita le aule didattiche dove adulti e bambini possono imparare i segreti della panificazione, grazie ai corsi gratuiti condotti da esperti panificatori (su prenotazione) o ancora il laboratorio per i più piccoli “Mani in pasta!”.

Per gli amanti della pasta madre, è da non perdere l'incontro con Barbara Gobbi che presenterà un lievito madre di 150 anni, ereditato dalle donne della sua famiglia e oggi portato in coltura liquida. I pluripremiati chef di Senigallia Moreno Cedroni e Mauro Uliassi proporranno delizioso street food da consumare godendosi in pieno la manifestazione. Come ogni anno, Pane Nostrum propone anche iniziative “senza glutine”, pensate per i celiaci  e quest'anno rivolte in particolare ai bambini.  

Vi sono poi raffinatissimi Laboratori del gusto in collaborazione con Slow Food e serate in cui scoprire la birra artigianale e i suoi abbinamenti, in collaborazione con l'Associazione Amici della Birra Marca Gallica di Senigallia.   Da segnalare anche lo speciale menù di “Pane in cucina” a cui aderiscono ogni anno osterie e trattorie del centro storico. Lo spirito è quello di tornare alla gustosa e sana cucina contadina che insegna a non sprecare neanche una briciola e che ha fatto un'arte del riutilizzo del pane raffermo, senza rinunciare alla fantasia e al gusto. Una bella lezione per tutti.
Gabriele Salari / famigliacristiana.it