Lo pensano molti enologi di
fama mondiale che il vino di Bordeaux sia il migliore del mondo. Di
sicuro comunque è uno dei più noti e apprezzati. Prodotto nella zona
della Gironda, tra i fiumi Garonna e Dordogna, si declina a partire dai
vitigni di Cabernet franc, Cabernet-Sauvignon e Merlot per i rossi e in
quelli di Sauvignon, Sémillon e Muscadelle per i bianchi. Anche i rosè
non sono male, e sono molto ricercati. In particolare, i vigneti del
Médoc sono sulla riva sinistra del Gironda, da Saint-Vivien-de-Médoc a
Bordeaux, quelli dei Graves a sud di Bordeaux, lungo il Garonna fino a
Langon, quelli di Blaye e Bourg tra la riva destra della Gironda e
Charente Marittima, quelli del libournese sulla riva destra della
Dordogna, e quelli Entre-Deux-Mers tra la Dordogna e la Garonna.
Le vigne hanno una lunga storia, molto fascinosa: si racconta che i notai di Bordeaux, visti i prezzi elevatissimi dei vini italiani, vollero creare dei vigneti autoctoni. Il commercio del vino cominciò a svilupparsi però solo nel XII secolo, quando Eleonora d’Aquitania si sposò con il re d’Inghilterra Enrico II. Dopo che, un secolo dopo, il re di Francia conquistò la Rochelle, dal cui porto si esportavano i vini bordolesi, l’Inghilterra divenne il maggiore importatore, anche grazie ai privilegi fiscali concessi ai negozianti. Quel vino era chiamato “claret” per via del suo colore chiaro, vista la miscela di uve diverse (prima del XVI secolo i vitigni ancora non avevano assunto la struttura degli attuali filari). Nel XVII secolo intanto, gli olandesi cominciarono ad esportare in Europa bevande alla cioccolata, caffè, the, birre e gin, cambiando il gusto dell’epoca.
Per questo cominciarono ad essere commercializzati anche i vini della penisola iberica, e in particolare i vini di Porto. Bordeaux rispose alzando la qualità del suo vino: la famiglia Pontiac per prima decise infatti di mettere in nuove barrique il vino e di occuparsi di curare di più le vigne. Fu allora che nacquero i vigneti del Médoc ed i grand cru bordolesi.
Le vigne hanno una lunga storia, molto fascinosa: si racconta che i notai di Bordeaux, visti i prezzi elevatissimi dei vini italiani, vollero creare dei vigneti autoctoni. Il commercio del vino cominciò a svilupparsi però solo nel XII secolo, quando Eleonora d’Aquitania si sposò con il re d’Inghilterra Enrico II. Dopo che, un secolo dopo, il re di Francia conquistò la Rochelle, dal cui porto si esportavano i vini bordolesi, l’Inghilterra divenne il maggiore importatore, anche grazie ai privilegi fiscali concessi ai negozianti. Quel vino era chiamato “claret” per via del suo colore chiaro, vista la miscela di uve diverse (prima del XVI secolo i vitigni ancora non avevano assunto la struttura degli attuali filari). Nel XVII secolo intanto, gli olandesi cominciarono ad esportare in Europa bevande alla cioccolata, caffè, the, birre e gin, cambiando il gusto dell’epoca.
Per questo cominciarono ad essere commercializzati anche i vini della penisola iberica, e in particolare i vini di Porto. Bordeaux rispose alzando la qualità del suo vino: la famiglia Pontiac per prima decise infatti di mettere in nuove barrique il vino e di occuparsi di curare di più le vigne. Fu allora che nacquero i vigneti del Médoc ed i grand cru bordolesi.