Rispunta la tassa di sbarco: fino a 5 euro per chi va in vacanza nelle isole minori

La tassa era apparsa qualche mese fa nel decreto salva-Roma, ma poi tra mille vicissitudini il provvedimento ha perso diversi pezzi, compreso quello dell'imposta di sbarco. Ora però l'obolo per chi vuole raggiungere in vacanza o per altri motivi un'isola minore è tornato con il Ddl enti locali oggi all'esame in sede deliberante (quindi senza bisogno di passare per l'aula) della commissione Bilancio del Senato. Il provvedimento che poi dovrà andare alla Camera recupera anche altre norme uscite dal decreto «salva Roma»: a cominciare da alcune misure per i pagamenti della Pa alle imprese.
Maxi-obolo per sbarcare nelle isole minori
Da Ponza a Ischia da Capri alle Eolie: chi vorrà andare in vacanza in una delle tante isole italiane dovrà scontare una mini-stangata. Una tassa di sbarco da 2,5 euro che potrebbe arrivare «in determinati periodi di tempo» fino a 5 euro (oggi si aggira in alcune isole su 1,5 euro). Periodi di tempo che c'è da scommettersi potrebbero coincidere con i periodi più caldi delle vacanze. Dovrà sborsare 5 euro anche chi accederà a parchi («zone disciplinate nella loro fruizioni per motivi ambientali») e in isole che si trovano «in prossimità di fenomeni attivi di origine vulcanica» (il riferimento è alle Eolie). A raccogliere l'imposta, alternativa a quella di soggiorno, saranno le compagnie di navigazione. Il Ddl prevede anche che l'imposta non è dovuta da chi è residente nel comune. Ma anche dai lavoratori, dagli studenti pendolari, «nonché dai componenti dei nuclei familiari dei soggetti» che hanno pagato l'Imu su una casa di proprietà nel Comune «che sono parificati ai residenti». Il gettito che sarà riscosso con la tassa di sbarco dovrà essere destinato a finanziare interventi in materia di «turismo e interventi di fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali ed altresì interventi in materia di polizia locale e sicurezza, di mobilità e viabilità, di raccolta e smaltimento dei rifiuti, nonché dei relativi servizi pubblici locali».
Pagamenti Pa: torna l'impignorabilità dei fondi sanitari
Il Ddl enti locali prevede anche alcune norme sui pagamenti della Pa che sono contenute anche nel recente Ddl sblocca debiti varato dal Governo Renzi. In particolare sono stanziati 300 milioni per il pagamento alle imprese di debiti dei Comuni in dissesto finanziario, per i quali si provvede però riducendo stanziamenti di precedenti provvedimenti. E poi torna poi in campo il blocco dei pignoramenti dei fondi delle Regioni in rosso per garantire in queste l'erogazione dell'assistenza sanitaria. Ma l'impignorabilità scatterà solo se l'amministrazione dell'azienda sanitaria quantificherà ogni tre mesi preventivamente gli importi necessari ai pagamenti da "bloccare" e da riservare all'erogazione delle cure.
ilsole24ore

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