L'agricoltura dà ancora lavoro. Nonostante tutto, contro il clima avverso, i mercati che non ripartono, la concorrenza sleale, i falsi alimentari, i campi italiani riescono a fornire occasioni di occupazione molto più che le industrie e i servizi. Guardando anche agli immigrati e alle fasce di popolazione più svantaggiata. È il segno di quanto, dopo tutto, sia moderno e importante un comparto che poco spazio continua ad avere nella considerazione dell'opinione pubblica nazionale.
I numeri dicono chiaramente di cosa si sta parlando. L'agricoltura ha fatto registrare un incremento dell'1,5% nel numero di occupati, che è pari al triplo del valore medio totale di tutti i settori. Questo è ciò che si legge da una analisi che Coldiretti ha effettuato sugli ultimi dati Istat relativi al terzo trimestre dell'anno. Si tratta di un numero che, fra l'altro, deriva da situazioni molto diverse. Al nord la crescita è stata dell'1,4%, ma al centro il balzo è stato del 12,6; mentre una leggera flessione dell'1,4% si è registrata al sud; a crescere, soprattutto, gli imprenditori agricoli (+3,6%), ma anche in questo caso con molte differenze: al centro c'è stato un balzo del 31% dei dipendenti agricoli.
Ma quali sono le indicazioni di fondo che è possibile trarre da questi dati? Prima di tutto che, nonostante le difficoltà, l'agricoltura non solo esiste ma cresce e può dare occupazione. Poi, che la situazione potrebbe ancora migliorare.
Stando a Coldiretti, infatti, un ulteriore incremento di occupazione potrebbe arrivare dalla vendita o dall'affitto dei terreni agricoli pubblici. I coltivatori, in questo caso, parlano di qualcosa come oltre diecimila nuove imprese agricole condotte da giovani che potrebbero nascere da oltre 140mila ettari di terreni agricoli pubblici coinvolti nell'operazione. Sempre che, come più volte è stato detto, l'attenzione "politica" al settore sia mantenuta e cresca di livello, così come quella degli istituti bancari e più in generale del sistema economico e produttivo che ruota attorno ai campi. Non ci si può dimenticare, per esempio, che i costi delle materie prime agricole continuano ad essere troppo alti mentre i margini di guadagno degli agricoltori, in molte circostanze, continuano ad essere troppo bassi.
Rimane, poi, un dato di fondo. L'agricoltura conserva il suo carattere anticiclico. Non sarà probabilmente mai un settore dalle prestazioni eccezionali – al pari di altri comparti dell'economia –, ma certamente è dotato di caratteristiche di "resistenza" alla congiuntura avversa che lo rendono unico rispetto all'industria e ai servizi.
avvenire.it
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