Negli ultimi decenni la mobilità sanitaria ha conosciuto una
evoluzione straordinaria, prevalentemente per questi fattori: la
condivisione delle conoscenze del mondo globale grazie ad internet (che
ha incrementato i movimenti di beni, servizi, persone e capitali tra i
Paesi), l’evoluzione continua del settore dell’ICT e, infine, la
facilità di viaggiare a basso costo e per destinazioni prima
difficilmente raggiungibili.
Per “Turismo Sanitario” (in inglese Health Travel o Medical Tourism) si
intende l’insieme delle attività di organizzazione di viaggio e di
permanenza in un paese estero per ottenere delle specifiche prestazioni
sanitarie, preventivamente definite, da parte di un centro medico o di
un professionista sanitario di propria scelta.
È bene precisare che, sia la domanda che l’offerta di servizi sanitari
rientranti nella sfera del Turismo Sanitario, riguardano prestazioni
cliniche e chirurgiche cosiddette di elezione e dunque programmabili nel
tempo, non riguardano quasi mai prestazioni sanitarie d’urgenza.
In letteratura viene comunemente riportata la schematizzazione di J.C.
Henderson (2004) che, per prima, ha tentato di definire nel dettaglio i
vari ambiti del Turismo Sanitario, suddividendo la ricerca di cure in
quattro categorie:
a) l’area delle condizioni di Malattia (ogni forma di interventistica
chirurgica, approfondimenti diagnostici, second opinion etc.);
b) l’area del benessere che può ricomprendere le cosiddette medicine alternative così come le terapie termali e il fitness;
c) L’area del miglioramento estetico attraverso la chirurgia plastica e cosmetica
d) L’area della riproduzione per i trattamenti per la fertilità e la procreazione assistita.
Il Turismo Sanitario è la risposta alla tendenza, in forte crescita, di
recarsi in un altro paese per ricevere le cure di cui si ha bisogno.
Anziché far riferimento a strutture interne al proprio Paese o, come in
passato, alle eccellenze di Europa e Stati Uniti, flussi di turisti
tendono a spostarsi verso Paesi spesso remoti, determinando la crescita
di un mercato internazionale della sanità (OASI 2104).
I paesi storicamente precursori di questa attrattività organizzata di
prestazioni sanitarie sono stati gli Usa, il Canada, Israele e Brasile
e, nel continente europeo, la Svizzera.
Con la caduta del muro di Berlino e il dissolvimento delle repubbliche
sovietiche, anche altri paesi europei si sono aperti a questa
prospettiva di favorire la mobilità di pazienti esteri. In effetti,
negli ultimi anni molti stati membri dell’Unione Europea (tra cui la
Germania, alcune regioni della Spagna, l’Austria e il Belgio) si sono
particolarmente impegnati e organizzati per favorire questo flusso di
pazienti paganti, in particolare provenienti dalla Russia, dai paesi
Baltici, da quelli Balcanici ed anche dalla Cina.
La direttiva europea 2011/24 sull’assistenza sanitaria transfrontaliera
(che sarà operativa in tutti gli stati membri dal 4 dicembre 2014)
vuole essere uno strumento più attento a garantire la possibilità di
accesso alle cure sanitarie ai cittadini europei in ogni paese
dell’Unione ed è innegabile che essa rappresenti anche uno straordinario
veicolo per rafforzare i legami fra le imprese commerciali e il mondo
sanitario tra i paesi dell’Unione Europea. Inoltre, pur garantendo la
libera iniziativa privata e avendo a disposizione percorsi di cura
pubblici e privati, bisogna sottolineare che l’accesso alle cure nei
paesi UE viene comunque garantito a tutti i cittadini senza danneggiare i
cittadini residenti del paese coinvolto.
La crescente domanda e offerta di salute in una prospettiva globale è
una realtà consolidata e non più trascurabile. Per molti analisti il
futuro della sanità sarà contrassegnato dalla mobilità internazionale
alla ricerca di qualità e/o alla ricerca di costi ridotti a parità di
servizi. D’altra parte, va considerato il fatto che il fenomeno non è
ancora ben conosciuto in quanto sono assai scarse le ricerche nel
settore e queste investono in particolare i pazienti americani, i quali
si recano all’estero per cure al fine di conseguire dei risparmi nei
costi e non in ragione di ricevere cure di eccellenza, come invece
avviene per pazienti provenienti dai paesi del Golfo, dalla Russia e dai
paesi baltici.
I valori economici in gioco nel mercato mondiale del Turismo Sanitario
sono comunque impressionanti. Si stima che nel 2010 il mercato del
Medical Tourism associato a quello del Welness abbia mosso 100 miliardi
di dollari nel mondo (Deloitte) ed è destinato a crescere.
Per questo motivo l’Italia (l’OMS considera il SSN italiano come uno
dei migliori al mondo per la qualità delle prestazioni mediche
garantite, per la varietà di strutture pubbliche e private con reparti
clinici di altissima specializzazione e per le numerose eccellenze
riconosciute a livello mondiale) può diventare una meta di eccellenza
per il turismo sanitario internazionale, perché offre la doppia
possibilità di trascorrere un periodo di relax in rinomate località di
attrazione turistica e quella di risolvere una patologia.
quotidianosanita.it
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