La maison Roberto Cavalli passa a Clessidra
(di Beatrice Campani) (ANSA) - FIRENZE, - Dopo mesi di indiscrezioni e voci insistenti è arrivata la firma: prende il via la nuova vita della maison Roberto Cavalli. Solo un mese fa la griffe aveva annunciato la decisione di affidare la direzione creativa allo stilista norvegese Peter Dundas (che già aveva collaborato con Cavalli e che per tornarci ha lasciato Emilio Pucci dopo 7 anni). Clessidra Sgr ha acquisito la maggioranza del capitale azionario della maison fiorentina, per una cifra che secondo indiscrezioni ammonterebbe a 390 milioni di euro. L'operazione prevede l'acquisizione di una quota di maggioranza del 90% del capitale da parte di una società di nuova costituzione (Varenne), al fondatore resta in mano il 10%.
Nell'azionariato di Varenne ci sono alcuni co-investitori con quote di minoranza, tra cui il fondo internazionale L-GAM e Chow Tai Fook Entreprises Limited, holding di Hong Kong controllata dalla famiglia Cheng. Il presidente della neonata società sarà Francesco Trapani, vicepresidente esecutivo di Clessidra, mentre l'ad sarà Renato Semerari. La vocazione internazionale della nuova proprietà è evidente ma la storia della maison e del suo fondatore è profondamente legata a Firenze. Qui è nato Roberto Cavalli il 15 novembre del 1940 e proprio tra le colline attorno al capoluogo toscano ha preso vita la sua avventura stilistica, divenuta impresa negli anni Settanta. A Firenze Roberto Cavalli si trasferì dalla provincia insieme alla madre ancora piccolo e sconvolto dalla perdita del padre, rapito e fucilato il 4 luglio 1944 dai tedeschi, come si legge nell'autobiografia 'Just Me' (Mondadori). Da allora gli affetti sono sempre stati l'anima della vita e della creatività di Cavalli. Soprattutto le donne, la prima moglie, Silvanella, che gli ha dato due figli, Cristina e Tommaso, ed Eva, compagna di vita e di lavoro, sposata nel 1980 e da cui ha avuto Rachele, Daniele e Robert. La storia personale e creativa dello stilista ha percorso il Novecento tessendo un filo che lega le ferite della guerra agli splendori del Made in Italy e di Firenze. Tifosissimo della Fiorentina fu tra i primi amici del giovane Matteo Renzi. Nel 2002, quando la città venne invasa dal Social forum e molte grandi firme chiusero le loro boutique per paura dei manifestanti, lui non solo tenne aperta la sua in via Tornabuoni ma offrì la colazione ad alcuni di loro nel bar che aveva rilevato a fianco del negozio. Non si contano le celebrities che hanno vestito i suoi abiti, da Jennifer Lopez a Naomi Campbell, da Katy Perry a Lady Gaga, per citarne alcune. Visionario, appassionato stimatore del corpo femminile, costantemente ispirato dal mondo della natura tanto da trasformare - in tempi non sospetti - l'animalier in una stampa da tutti i giorni. Prima fu il ghepardo, negli anni '70, negli anni '90 arrivò lo zebrato e poi le fantasie a farfalla, leopardo, coccodrillo, lince, serpente e paillettes usate come squame di pesce. Il serpente è il simbolo della sua maison, che oltre alla prima linea comprende la giovane Just Cavalli, Cavalli Class e Roberto Cavalli Junior, oltre alla Home Collection e i Cavalli Club e Cavalli Caffè. Un successo che lo ha portato anche a tenere una lectio magistralis alla Oxford University, unico stilista italiano. Proprio lui che dopo gli studi alla scuola d'arte di Firenze si gettò subito nella moda.
"Non chiamatemi stilista - si legge ancora nell'autobiografia - Il mio talento, piuttosto, è trovare ciò che rende speciale un tessuto, un abito, una donna, pensando sempre alla moda come fosse un sogno pret-à-portér, pronto per essere indossato".
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