PALERMO - I monumenti arabo-normanni di Palermo sono stati riconosciuti dall'Unesco come "patrimonio dell'umanità" e inseriti in un circuito culturale che comprende le cattedrali di Cefalù e Monreale. Questo patrimonio, testimonianza di una straordinaria vicenda storica e artistica, è raccontato in un volume di Maria Antonietta Spadaro e Sergio Troisi (Kalos editore, 127 pagine, 14 euro): "Itinerario arabo-normanno". Non è solo una guida. Oltre a riscoprire i monumenti dell'itinerario e altri edifici dell'epoca, ricostruisce il contesto storico-politico nel quale Palermo era uno dei poli politici più importanti e una cerniera cultuale tra l'Oriente e l'Occidente. Un millennio fa la Sicilia divenne il centro del mondo. "Si trattò per i sovrani normanni - scrive Troisi - di costruire dal nulla un regno servendosi delle eccellenze che il mondo di allora offriva". A Palermo fu accolto il meglio della cultura araba: dall'arte all'urbanistica, dalla numerazione alla filosofia. Furono anche portati in Sicilia linee architettoniche romaniche utilizzate per la costruzione di diversi edifici, tra cui il duomo di Cefalù. Conquistati dal fascino dei canoni architettonici islamici, i normanni ne favorirono la fusione "sia con lo splendore dei mosaici bizantini che con le severe strutture normanne". Molte le testimonianze di questo intreccio artistico: la cappella palatina e le cattedrali di Cefalù e Monreale sono le principali.
ansa
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