CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) - Magnifici tessuti, velluto, raso, sete, broccati, emblemi di lusso e potere, trasudanti di messaggi politici e allegorici, protagonisti dei capolavori assoluti di Giorgione e delle opere di altri grandi maestri sono al centro di una mostra allestita dal 27 ottobre al 4 marzo a Castelfranco Veneto (Treviso). Un percorso attraverso tre secoli di storia dell'arte e del costume, che parte dal Museo Casa del Giorgione per proseguire in un itinerario culminante nel Duomo, dove e' custodita la celebre Pala della 'Madonna e Santi'. Intitolata 'Le trame di Giorgione', l'importante esposizione promossa dal comune di Castelfranco Veneto con il Mibac e la collaborazione dell'Associazione Veneto Museo Sistema, e' stata curata da Danila Dal Pos, che ha riletto l'opera del famoso maestro veneto, enigmatica e ancora misteriosa come la sua vita, offrendo cosi' nuove proposte interpretative. Grazie a una attenta selezione di capolavori, la rassegna riesce a muoversi nel doppio binario della storia dell'arte e di quella del tessuto, illustrando da inizio '500 a tutto il '700 l'evoluzione del costume in Italia e in Europa. Molti i nuclei sui quali la studiosa vuole soffermarsi. Una delle chiavi di lettura scelta e' prima di tutto quella allegorica, che oggi permette di illuminare diversamente sia la produzione sia la figura del Giorgione. Un processo che prende le mosse proprio dalla Pala, opera certamente di devozione, ma allo stesso tempo potente messaggio politico, celato sotto l'impianto della scena e la scelta dei ricchi tessuti che vestono e attorniano la Madonna e il Bambino. In quella raffigurazione, secondo la Dal Pos, nulla e' ''solo'' quello che sembra. A partire appunto dai cinque magnifici, diversi tessuti che Giorgione riproduce con assoluta precisione. Lo scopo, dice la curatrice, e' di veicolare un preciso messaggio diretto al Senato Veneziano, molto attento alle vicende dell'Isola di Cipro, cui la Pala rinvia in ragione del suo committente, il nobile Tuzio Costanzo, di stirpe reale, desideroso di rassicurare Venezia sulla sua volonta' di stabilirsi definitivamente a Castelfranco (e rinunciare a far ritorno a Cipro e ai suoi beni). Si tratta dunque di una pala destinata alla devozione privata e Giorgione colloca i personaggi in un terrazzo pavimentato a scacchiera che si apre sul paesaggio, da cui pero' San Nicasio (con l'armatura) e San Francesco sono separati tramite una quinta di velluto rosso, il giusto tocco monumentale per celebrare il casato dei Costanzo. A esibire la ricchezza e l'importante stato sociale di Tuzio sono proprio quei tessuti preziosi dal forte impatto cromatico: il velluto liscio cremisi che fa da sfondo ai due Santi, la fascia verde a due corpi con il disegno a inferriata, il raso del vestito e del manto della Madonna, fino al broccato del telo sullo schienale del trono, prodotti della piu' importante manifattura veneziana di fine '400. La trama di storia e di racconti allestita in mostra si avvale anche dei capolavori di ritrattistica di Lotto, Tiziano, Jacopo Bassano, Paolo Veronese e moltissimi altri pittori del tempo, in un allestimento che prevede numerosi esemplari di quegli splendidi, inaccessibili tessuti, compresa la prestigiosa collezione tessile settecentesca del Duomo di Castelfranco, insieme con abiti, corpetti, guanti e borsette dell'epoca, provenienti da Palazzo Mocenigo a Venezia.
ansa
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