Sul caffè, gastronomia, olio, conserve e prodotti da forno è sorpasso dell'industria alimentare del Sud che cresce di più rispetto a quella del Centro-Nord. A mettere in luce la competitività della produzione agroalimentare da Roma in giù è uno studio presentato a Cibus Connect dall'Ismea, realizzato in collaborazione con Fiera di Parma e Federalimentare sulle 1.526 imprese del comparto alimentare con un fatturato superiore a 10 milioni di euro. Negli ultimi tre anni, sottolinea il report Ismea, il fatturato delle imprese meridionali (+5,4%) è cresciuto di più di quelle del Centro-Nord, ferme all'incremento del 4,4%, sebbene solo il 23% delle aziende medio-grandi si collochi al Sud dove prevalgono le Pmi. La maggiore accelerazione nel fatturato si registra inoltre nelle imprese giovani (+12%), quelle con meno di 25 anni di attività. "La competitività del sistema agroalimentare sembra trovare una solida casa al Sud - ha detto il direttore generale dell'Ismea Raffaele Borriello - dove la componente agricola è forte in termini di occupati (78%) mentre il comparto settentrionale traina invece investimenti ed export. Sono molteplici le ragioni del sorpasso del Sud, dove nel complesso di contano oltre 344mila imprese agricole e quasi 34mila dell'industria alimentare, pari al 18,5% del tessuto imprenditoriale del Sud. Qui operano la maggioranza dei comparti più dinamici come quello delle conserve vegetali, con buone performance a livello nazionale quali lattiero-caseario, vino, salumi e carni. In particolare hanno fatto registrare ottime performance le aziende del caffè, cioccolato, e confetteria (+14%), i prodotti da forno (+18%) e l'olio (+21%). Il made in Italy - ha sottolineato ancora il dg dell'Ismea - è una leva di competitività: il 55% di un campione di imprese intervistate prevede nella propria strategia di comunicazione la dicitura 100% italiano. Permangono tuttavia fattori limitanti come il minor grado di innovazione tecnologica e la forte dipendenza da fonti esterne di finanziamento che rende difficile l'accesso al credito per ulteriori investimenti''. L'innovazione, di tecnologia e di prodotto, è invece protagonista a Cibus Connect, manifestazione, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare in collaborazione con Ice Agenzia: sono 500 i nuovi prodotti, 1000 i marchi, oltre gli 700 espositori alla due giorni di fiera internazionale dove sono attesi 10mila operatori commerciali di cui 3mila esteri. Il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio ha espresso qui soddisfazione per il recente rinnovo dello strumento fiscale Industria 4.0. "L'essenza di una fiera è rappresentata dalla presenza di nuovi prodotti e dal dinamismo dei buyer - ha concluso Gian Domenico Auricchio, Presidente di Fiere di Parma - e la formula smart di Cibus Connect, caratterizzata da due giornate espositive e stand semplificati, è sempre più apprezzata dalle aziende alimentari". (ANSA).
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