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Israele, rivede la luce una moschea di 1200 anni fa

<span style="font-family: verdana, arial, sans-serif; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant-ligatures: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: 400;">Negev, Israele</span>

PERCHE' SE NE PARLA
Nel corso dei lavori preparativi per la costruzione di un nuovo edificio, nella città beduina di Rahat, nell’area desertica del Negev, sono riaffiorati i resti di un antico edificio di culto islamico, datato al VII - VIII sec. d.C. Si tratta di una struttura a pianta rettangolare, presumibilmente a cielo aperto, con mihrab rivolto verso la città sacra de La Mecca. "Questa è una delle prime moschee conosciute fin dall'inizio dell'arrivo dell'Islam in Israele, dopo la conquista araba del 636", ha affermato Gideon Avni, del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Gerusalemme. Esistono altre moschee del periodo a Gerusalemme e a La Mecca, ma questa sarebbe la casa di preghiera più antica edificata da coltivatori locali.

PERCHE' ANDARCI
Un soggiorno nell’area del Negev consente di effettuare escursioni al limite dell’avventuroso o, parimenti, di dedicarsi all’ozio e al benessere di sé stessi. Sulla base di questa differenziazione, il turista potrà dunque scegliere di pernottare in una tenda beduina del deserto, in un ostello o in un hotel di lusso. 
Inoltre, i numerosi siti storici, di cui la moschea rurale succitata è solo la punta dell’iceberg, permetteranno di approfondire la storia del luogo, in cui fiorivano città nabatee. Da non dimenticare una visita alle numerose cascate.

DA NON PERDERE
I grandi parchi naturali, vere oasi naturali ricreate con l’ausilio della tecnologia, impiegata per la forestificazione il deserto. Complessi processi di trasformazione ambientale hanno reso possibile la coltivazione della vite: un percorso studiato attraverso i vigneti è sicuramente irrinunciabile.

Degno di visita, il villaggio Khan Be’erot, posto all’interno del cratere Ramon, per scoprire come è la vita di abitante del deserto. Il Ramon è uno dei crateri più grandi del Negev, con un’ampiezza di ben 40 km. Era un bacino d’acqua che, nel corso delle ere geologiche, ha subito diverse mutazioni, fino alla desertificazione.

Altra esperienza da fare inoltre di fare visita ad uno dei tanti Drijat, i luoghi dove vivono i beduini.
Infine, merita una tappa il piccolo villaggio di Mitzpe Ramon, oggi riccamente popolato di strutture turistiche e animato da artisti e musicisti.

PERCHE' NON ANDARCI
Generalmente, bisogna fare attenzione ai delicati equilibri in Israele. Avvenimenti e conflitti nei Paesi limitrofi possono avere ripercussioni sulla situazione di sicurezza interna. Il clima nel Negev è davvero estremo e il suo paesaggio a tratti ricorda più quello lunare che quello desertico. Attenzione anche alle piogge repentine e violente, che facilmente possono allagare le strade.

COSA NON COMPRARE
Nessuna raccomandazione particolare. Evitare, in genere, prodotti non artigianali. È invece meraviglioso immergersi nei tipici mercati del Medio-Oriente, dove prevalgono colori e odori inebrianti e dove riscoprire il gioco della contrattazione.
turismo.it - segnalazione web a cura di Giuseppe Serrone

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