è rimasta segreta per centinaia di anni. A breve potrebbe essere consentito visitarla, ma anche in quel caso non tutti i dubbi sulla sua esistenza sarebbero dissipati. Sotto la celebre Basilica di San Lorenzo a Firenze, in corrispondenza delle Cappelle Medicee, è stata ritrovata nel 1975 una stanza dimenticata, alla quale si poteva accedere solo tramite una botola (nascosta sotto il mobilio). Si presume che questa stanza sia stata per diversi mesi il nascondiglio segreto di Michelangelo Buonarroti.
Perché Michelangelo avrebbe dovuto nascondersi, e cosa nella stanza fa supporre che l'artista l'avesse abitata? Contestualizziamo: le Cappelle Medicee sono oggi un museo, ma la loro originaria funzione era quella di mausoleo. Qui sono stati sepolti i membri della famiglia Medici, a partire dalla seconda metà del 1400. Nel 1519, fu richiesto a Michelangelo di erigere la Sagrestia Nuova, che in circa 10 anni prese forma e divenne una delle sue più grandi opere architettoniche. A corredo della nuova cappella, egli scolpì statue e sepolcri monumentali. In quest'epoca dunque Michelangelo era un protetto della famiglia nobiliare, ma quando scoppiò una sommossa popolare per spodestarli, l'artista si schierò contro di loro. I Medici però tornarono presto a detenere il potere, e Michelangelo fu costretto a fuggire.
Ma non andò molto lontano: buon conoscitore delle Cappelle Medicee e del complesso di San Lorenzo, egli trovò rifugio in un ambiente lungo e stretto, seminterrato, che oggi è soprannominato 'la stanza segreta di Michelangelo'. Sembra che l'artista si sia trattenuto qui per diversi mesi, e, armato solo di carboncino, abbia trascorso molto tempo a riflettere sulle sue opere passate e sui progetti a venire: sulle pareti di questa stanza sono tracciati i bozzetti di alcune delle sue più importanti sculture. C'è una testa di Laocoonte, varie riletture del David, alcuni schizzi della Cappella Sistina, e persino un autoritratto. Questa stanza, vero e proprio 'inventario d'artista' dal valore inestimabile, è rimasta segreta fino al 1975, quando l'allora direttore del Museo delle Cappelle Medicee, Paolo dal Poggetto, la scoprì per caso. Le pareti erano state intonacate, ma un attento lavoro di restauro ha permesso di far tornare alla luce i disegni a carboncino del Buonarroti.
Ci sono tuttavia delle opinioni contrastanti sulla ragione che avrebbe spinto Michelangelo a disegnare questi schizzi proprio qui. La versione dell'auto-prigionia è la più accreditata, tuttavia alcuni studiosi ritengono poco plausibile che una artista importante come lui non avesse trovato altra protezione all'epoca che la volontaria 'carcerazione'. Se davvero fosse stato in pericolo, avrebbe potuto richiedere tutele ad altri mecenati, che vista la sua fama non sarebbero certo mancati, anziché rinchiudersi in una segreta. I disegni, secondo questa lettura della vicenda, sarebbero stati semplici riflessioni, test ed esempi che l'artista e i suoi apprendisti avrebbero tracciato. Una sorta di lavagna su cui fare schizzi e confrontarsi sui progetti da realizzare.
In ogni caso, la stanza segreta è rimasta inaccessibile al pubblico per tutti questi anni, ma il Museo del Bargello, da cui dipendono le Cappelle Medicee, ha annunciato l'intenzione di aprirla ai visitatori a partire dal 2020.
turismo.it
Nessun commento:
Posta un commento