ROMA - Un Gauguin dalla luce straordinaria brilla nel centro di Roma. Il pittore francese aveva 34 anni quando nel 1882 trasferì sulla tela la sua visione del paesaggio nei dintorni di Pontoise, nella val d' Oise, a nord di Parigi. "Il sentiero di Gratte Coqs", splendido olio su tela di 54x46 centimetri firmato dall' autore in basso a sinistra, è in mostra in questi giorni nella Galleria Russo, a due passi da piazza di Spagna, nel cuore di Roma. Il dipinto torna ad essere ammirato dal pubblico trenta anni dopo l' ultima esposizione, nel 1986 in Francia al Musée Départemental Du Prieuré di Saint-Germain. E' un' opera preziosa, valore stimato due milioni di euro, che resterà visibile per un breve arco di tempo durante le festività di fine anno.
Paul Gauguin realizzò quel dipinto nell' ultimo dei suoi tre soggiorni a Pontoise, ospite di Camille Pissarro, che vi si era stabilito da anni, al quale era legato da grande amicizia e stima. Pissarro abitava a poca distanza dal sentiero di Gratte Coqs e lo aveva scelto a sua volta per rappresentalo in diverse occasioni. Gauguin era andato una prima volta a Pontoise nel 1878 in compagnia, fra gli altri, di Paul Cezanne, e vi era tornato l' anno successivo, quando le sue opere furono esposte alla mostra parigina degli impressionisti. "Il soggiorno del 1882 - spiegano i curatori della mostra - coincide con la definitiva scelta di Gauguin di abbandonare il lavoro in banca e di dedicarsi esclusivamente all'arte e prelude ad una serie di trasferimenti, la Normandia, la Bretagna, la Provenza, che determineranno in maniera totale l'evoluzione del suo stile''.
Seppur ancora fortemente ispirata da suggestioni impressioniste, nel dipinto Gauguin prelude "a quella visione intellettuale della natura non riprodotta fotograficamente, ma interpretata e ricreata con accenti che, nelle opere più mature, diventeranno esplicitamente simbolisti". Il sentiero di Gratte Coqs è considerato, quindi, cruciale nella vita di Gauguin, l' opera della svolta "che nella sua struttura e nella sua idea compositiva - è stato osservato - costituisce quasi uno spartiacque e contiene i germi dell'attività di Gauguin degli anni successivi. La sua pittura si allontana dalla semplice dimensione ottica e naturalistica rappresentando la profondità del sentiero in uno spazio che sembra espandersi e comprimersi allo stesso tempo con una stesura cromatica densa di materia nel pieno stile impressionista".
"Questo capolavoro - dice Fabrizio Russo - è arrivato nella nostra galleria grazie al rapporto che alimentiamo da anni con un membro della famiglia reale saudita, ormai non più un cliente ma un amico, che dopo una visita ad alcune sue opere molto importanti a Ginevra ci ha dato l' incarico di seguirne la vendita". La risposta non si è fatta attendere. "Quattro musei internazionali, europei e americani, hanno mostrato interesse - osserva Russo - . E' un vero peccato che i musei italiani non siano nelle condizioni di poter immaginare una acquisizione di questo genere. Confido, comunque, di poter solleticare la curiosità di alcuni importantissimi collezionisti italiani che stanno costruendo collezioni memorabili". (ANSA).
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