Dormire dentro l'immaginario di Edward Hopper, in una delle camere di albergo ricreate su tela dal pittore americano interprete dell'alienazione del mondo moderno. La stanza allestita al Virginia Museum of Arts di Richmond ha tutto quello che contiene "Western Motel" del 1957, tranne la donna con il vestito bordeaux che guarda, seduta sul letto, il panorama oltre la finestra.
Il quadro del 1957 e' stato riprodotto in una installazione aperta fino al 23 febbraio nel museo della Virginia a corollario alla mostra "Edward Hopper e l'Hotel Americano" che presenta sessanta opere dell'artista con il lei motivo dell'alloggio durante il viaggio: e dunque alberghi, motel, pensioni, camere d'affitto.
La "Dream Suite", fino a che le prenotazioni sono andate esaurite prenotazione, era disponibile tre sere alla settimana, check in alle 21 e uscita alle 8 del mattino successivo e un cartellino del prezzo compreso tra 150 e 500 dollari a seconda degli extra. E' la prima volta che il museo della Virginia permette ai visitatori di passare una notte al museo e le misure di sicurezza sono state aumentate con un custode al suo posto fuori dalla porta fin tanto che gli ospiti della "Hotel Experience" restano nella stanza.
La mostra e' la prima a puntare i riflettori su un soggetto di importanza centrale per l'artista. Per l'occasione una decina di dipinti di Hopper sono stati accostati ad acquarelli e una piccola selezione di opere collegate a Hopper e al tema dell'albergo di altri autori, tra cui i fotografi William Eggleston e Cindy Sherman e dipinti di John Singer Sargent, Ed Ruscha e Robert Cottingham.
Hopper aveva passato parte degli anni Venti creando le copertine di due riviste diffuse nell'industria alberghiera.
L'artista e la moglie Jo Nivsom erano grandi viaggiatori e tra 1941 e 1953 attraversarono cinque volte in lungo e in largo gli Stati Uniti, piu' o meno allo stesso tempo in cui Vera Nabokov e il marito Vladimir esplorarono gli Usa mentre lui scriveva "Lolita". Molti dei quadri rivelano le trasformazioni degli alberghi in quel periodo assieme agli effetti del boom dell'auto e l'espansione della rete autostradale: due fattori che resero la possibilità di viaggiare accessibile a molti americani.
In mostra sono anche i diari di viaggio di Jo che rivelano la vera natura del marito, un conservatore con un profondo scetticismo verso il nuovo: Hopper odiava i grattacieli, aveva una idiosincrasia contro i viaggi in aereo e, incapace di accettare l'indipendenza delle donne, proibiva alla moglie di mettersi al volante.
ansa
Nessun commento:
Posta un commento