Dalla bufala in bronzo di Davide Rivalta, quasi incastonata tra uccelliere e giardini della Galleria Borghese, al doppio Igloo di Mario Merz, con il cervo che esibisce la sequenza di Fibonacci (sistema che regola crescita ed evoluzione degli elementi naturali). E poi le dieci bandiere di Mimmo Paladino o l'Etherea di Edoardo Tresoldi, scultura trasparente e "abitabile", alta 11 metri, ispirata alle architetture barocche e neoclassiche, che dopo aver girato il mondo debutta a Roma. L'arte contemporanea conquista i giardini di Villa Borghese, cuore verde e parco storico della capitale, con Back to Nature, percorso espositivo inedito a cura di Costantino D'Orazio, che fino al 13 dicembre dissemina nuova arte tra viali, siepi e spazi culturali.
"E' un'iniziativa sperimentale per Villa Borghese - racconta D'Orazio - ma, in assoluto, un progetto così coordinato e pensato non era mai stato realizzato. Abbiamo coinvolto dieci artisti che nulla hanno in comune tra loro, così come nulla lega le loro opere. Piuttosto li abbiamo scelti in base alla sensibilità, al percorso personale e a quanto potessero entrare in contatto con la Villa". Il risultato è frutto di "un bellissimo concerto di collaborazione tra le tante competenze che gravano sulla Villa". "Non ho nessun dubbio - prosegue il vicesindaco e assessore alla crescita culturale Luca Bergamo - che la vita culturale offerta a Roma quest'estate non abbia avuto eguali nel mondo, dal Circo Massimo al Maxxi, le arene, il Teatro dell'opera, il Macro, il Globe Theatre. E ora si prosegue ancora da RomaEuropa alla Quadriennale. Settembre e ottobre saranno mesi intensissimi".
Pensata un anno fa, prevista inizialmente in primavera, ma rimandata per l'emergenza Covid, Back to Nature oggi coinvolge prevalentemente l'area del Parco dei Daini e Piazza di Siena, oltre al Museo Carlo Bilotti, la Casa del cinema e il Museo Pietro Canonica. Proprio qui sventolano le bandiere di Mimmo Paladino, con quei dettagli, racconta D'Orazio, "ripresi dalle sculture classiche che decoravano la Villa e che oggi sono all'interno del museo, avviando idealmente quel dialogo tra antico e contemporaneo, che è un po' l'anima di Villa Borghese: contemporanea perché frequentatissima ogni giorno", ma allo stesso tempo ricca dell'antico che i proprietari collezionarono qui "fino al 1901, quando furono costretti a venderla allo Stato Italiano per bancarotta". Seguendo le indicazioni in terra, ma anche solo passeggiando o seguendo le corse dei bambini, ecco che si incontrano anche le Drops di Andreco, ispirate alle sementi qui coltivate; la Red Map di Grazia Toderi, video installazione notturna a cura di Alessandra Mammì; le Yarn bombing, sculture a maglia dell'Accademia Aracne che colorano i tronchi degli alberi; le ali giganti del Wing Project a cura di Andrea Mauti; e, alla Casa del Cinema fino a venerdì (poi al Canonica), Vitriol di Nico Vascellari, opera video di forte impatto emozionale, in un volo "cieco" sulla Foresta del Cansiglio in Veneto.
Tappa al Bilotti per Radici, prima personale in Italia di Benedetto Pietromarchi, curata da Paolo Falcone. "Un omaggio alla forza della natura, che a volte è anche distruttrice, e insieme un messaggio di speranza di rinascita", racconta l'artista, che prosegue la sua ricerca con opere nate appositamente per Back to Nature, dalle grandi radici della bassa Maremma che diventano sostegno per pappagalli verdissimi (come quelli che ormai abitano stabilmente a Villa Borghese) ai quadri di pittura con terra prelevata dai luoghi dei monumenti ritratti, come la Fontana di Esculapio o il Tempietto ci Diana. Tutte le opere sono illuminate anche di notte, gratuite e con un calendario di eventi nel programma di Romarama.
ansa
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