Enit. Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, ci sono anche le Dimore Storiche

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L’Associazione Dimore Storiche Italiane partecipa alla V edizione della ‘Settimana della Cucina Italiana nel Mondo’, organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
ADSI per l’occasione rilancia un tema poco noto, ma che affonda le sue radici nella storia e nella tradizione italiana: le cucine storiche e le ricette antiche. All’interno di una pagina dedicata del sito di ADSI (https://www.dimorestoricheitaliane.it/news/antiche-cucine-e-ricette-nelle-dimore-storiche-italiane/), sarà possibile ripercorrere – anche attraverso materiale foto-video inedito – la storia di 25 tra le più belle cucine di ville, castelli e palazzi italiani: luoghi oggi ancora attivi e anima della cultura tradizionale del nostro Paese.
Inoltre, sempre online saranno consultabili 40 ricette, custodite e tramandate di generazione in generazione. Si tratta di ricette tra le più particolari ed emblematiche della tradizione culinaria dei territori in cui le dimore insistono, rappresentative dell’identità enogastronomica delle regioni italiane.
L’obiettivo è rendere fruibile questo patrimonio storico-culturale ad un vasto pubblico internazionale, sempre pronto a recepire ed apprezzare l’unicità e peculiarità di questi luoghi e costumi di rara bellezza. Giacimenti culturali importanti e in gran parte da scoprire, perché se è vero che l’Italia occupa un posto importante nella Cucina internazionale, lo si deve anche al fatto che molto spesso – proprio in queste dimore – sono state conservate tradizioni orali e scritte di ricette che mostrano l’unicità di una cultura poliedrica di elaborazione di piatti e di scelta sapiente di materie prime sempre legate al territorio.
“Cultura e tradizione sono due elementi inscindibili per ADSI – dice Gianludovico de Martino, vicepresidente dell’associazione – Unirli grazie al richiamo della cucina, per il progetto organizzato dal MAECI, è una sfida che ci consente di far conoscere luoghi e ricette che hanno scritto la storia dei nostri territori e del nostro Paese. Portare questa tradizione all’estero ci gratifica e siamo sicuri possa aiutare a comprendere nuove sfaccettature del concetto di italianità”.

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