Covid, l’Ue cambia le regole dei viaggi: saranno basate su persone e non mappe, basterà il Green Pass


Ue cambia le regole per i viaggi durante la pandemia di Covid-19. Dal primo febbraio le misure dovrebbero essere applicate tenendo conto dello stato della persona anziché della situazione a livello regionale, ad eccezione delle aree in cui il virus sta circolando a livelli molto elevati. Ciò significa che lo stato di vaccinazione, test o guarigione di un viaggiatore contro il Covid-19, come evidenziato dal Green Pass, dovrebbe essere il determinante chiave.

«Un approccio basato sulla persona semplificherà sostanzialmente le norme applicabili e fornirà maggiore chiarezza e prevedibilità ai viaggiatori», sostiene il Consiglio Ue. I viaggiatori in possesso di un certificato Covid digitale dell'Ue valido non dovrebbero essere soggetti a ulteriori restrizioni alla libera circolazione. 

L'Unione Europea si prepara dunque ad abbandonare la mappa del contagio, sino ad oggi stella polare per definire le aree più colpite dal coronavirus e dunque sottoposte a maggiori restrizioni di viaggio, in favore di un approccio "individuale". Ovvero conterà lo status personale del cittadino - con vaccinazione completa, guarito dal Covid oppure dotato di tampone - e non l'area di provenienza. Una semplificazione notevole che va nella direzione sempre auspicata dalla Commissione, l'approccio "comune e coordinato", cercando di limitare una ridda di norme nazionali che rendano la vita impossibile ai viaggiatori - che pure godono del diritto di libero movimento all'interno dei confini Ue, uno dei pilastri su cui si basa il sogno europeo.

La quadra sarebbe stata trovata dai 27 ambasciatori presso l'Ue con una bozza, anticipata da El Pais, che approderà al consiglio affari generali di martedì prossimo. In linea di principio, dunque, secondo la raccomandazione proposta, le persone con vaccinazione completa, guarite dalla malattia o in possesso di un test al Covid negativo, non potranno essere costrette a nuovi test o quarantene, indipendentemente dalla situazione epidemiologica del loro Paese (o area) di origine.

La mappa d'incidenza cumulativa dei casi bisettimanali, preparata dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc), e che finora determinava le regole di movimento in ogni regione, continuerà ad essere aggiornata settimanalmente, ma avrà un carattere "puramente informativo". La nuova raccomandazione conferma anche che la validità del green pass ottenuto grazie al ciclo vaccinale resta di "nove mesi", così come già stabilito dalla Commissione. Restano immutati anche i 180 giorni di libera uscita garantiti dal certificato di guarigione.

Cambiamenti in vista, invece, per quanto riguarda i tamponi: il risultato dei molecolari PCR resterà valido per 72 ore ma quello dei test antigenici sarà dimezzato, da 48 ore a sole 24 ore. Ed è un altro effetto della variante Omicron, dato che ormai pare consolidata la minore efficacia dei test rapidi a individuare il virus. L'ombrello-Ue cerca insomma di recuperare centralità, dopo che l'approccio condiviso stabilito a inizio della crisi, e che tutto sommato ha tenuto sino ad ottobre, è entrato in affanno con il sorgere all'orizzonte dell'ultima - contagiosissima - variante. Ormai peraltro divenuta "prevalente" nell'Ue.

Ecco allora il proliferare di misure aggiuntive decretate dagli stati membri e l'Italia - dove si valutano soluzioni sulla scadenza dei Green Pass che da febbraio scenderà a 6 mesi - in questo, si è distinta per un approccio tra i più severi. La Commissione, ancora lo scorso venerdì, ha ribadito però di non avere frecce a disposizione nella faretra poiché, com'è noto, la sanità "è competenza" dei governi nazionali. Se la raccomandazione sarà approvata a livello europeo, spetterà infatti alle 27 capitali decidere se seguirla o meno.

«La frammentazione e i messaggi discrepanti aumentano l'incertezza, indeboliscono la fiducia nella vaccinazione e riducono il senso di accettazione delle misure di sanità pubblica e delle raccomandazioni che noi facciamo ai cittadini», era stato l'avvertimento della commissaria Ue Stella Kyriakides alla riunione straordinaria dei ministri della Sanità Ue convocato dalla presidenza francese proprio per cercare di mettere un punto alle spinte centrifughe nelle misure anti-Covid

LaStampa Viaggi 

Nessun commento: