Touring Club Italiano e la Regione Emilia Romagna presentano la nuova Guida Rossa Emilia Romagna

copertina di Guida Rossa 
 laliberta.info

Il Touring Club Italiano, con la collaborazione e il contributo della Regione Emilia Romagna, presenta la nuova Guida Rossa Emilia Romagna, da 3 novembre in libreria. A 87 anni dalla prima edizione, nel 1935, e a 10 dall’ultima, la Guida Rossa Emilia Romagna si presenta in una nuova veste aggiornata, nel rispetto della tradizione. L’Emilia Romagna risponde a molti “desideri” del turista, proponendo una varietà di temi e suggestioni che possono essere inanellati in singole esperienze o in itinerari di viaggio. Per dare conto della ricchezza di questa regione, la Guida Rossa riunisce alcune proposte tematiche, passando in rassegna tutti i grandi filoni che contribuiscono a rendere l’offerta regionale tra le più ampie del panorama italiano. Che ci si muova per stare in mezzo alla natura, per conoscere il patrimonio storico e artistico, per approfondire il genio di un poeta o di un cantante, tra l’Appennino, il Po e l’Adriatico le esperienze sono davvero infinite. Due indispensabili cardini della proposta turistica dell’Emilia Romagna vertono su due produzioni regionali che non conoscono declino: l’enogastronomia e i motori, la “Food Valley” e la “Motor Valley”, vere e proprie eccellenze che il mondo invidia non solo al territorio emiliano e romagnolo, ma all’Italia intera. Una regione anche ricca di storia e di arte, che vanta ben 15 riconoscimenti Unesco. La letteratura, il cinema e la musica offrono la possibilità unica di ricalcare le orme di straordinari protagonisti che qui sono vissuti e hanno realizzato le loro opere. Un turismo solidale e aperto a tutti, come dimostra lo sforzo per consentire alle persone diversamente abili di godere pienamente di arte, cultura e natura. Da 3 novembre inoltre è online una sezione ad hoc sul sito istituzionale di promozione turistica regionale (https://emiliaromagnaturismo.it/it) che propone all’utente una selezione di 105 itinerari e 31 curiosità (si tratta delle schede editoriali dei capitoli principali) a cui si accede direttamente da un banner/fascia in HP. È la prima volta che viene realizzato un simile strumento di ispirazione che si aggiunge alle idee di viaggio già presenti, consigliato direttamente dal Touring Club Italiano. Ad introdurre la guida un testo del Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini che scrive: “La Guida rossa del Touring Club è un simbolo della promozione turistica nel nostro Paese. Ecco perché siamo particolarmente orgogliosi dell’uscita dell’edizione aggiornata dopo dieci anni. Un fatto importante, perché offre l’opportunità di conoscere luoghi, paesaggi, città d’arte e borghi di cui la nostra Regione è ricchissima e di raccontare il profondo cambiamento fatto in questi dieci anni. In questa guida si intrecciano una storia millenaria con le sfide del prossimo futuro. Prima fra tutte la sostenibilità, quella transizione ecologica non più rinviabile. L’Emilia-Romagna – conclude Bonaccini – merita il viaggio. È sempre di più un’idea che si identifica con lo stare bene, l’essere ben accolto, con la possibilità di godere di buon cibo e di servizi di qualità.” Anche Stefano Accorsi, emiliano doc, scrive ad introduzione: “Questa terra ha generato realtà al limite del sogno, ma senza mai dimenticare di divertirsi. E questa vocazione alla leggerezza, all’ironia, al buon vivere, la si coglie ogni volta che si arriva qui. È anche grazie a tutto questo che negli ultimi dieci anni l’Emilia Romagna è diventata una meta turistica attrattiva sui mercati internazionali, capace di raccontarsi e promuoversi a New York come a Dubai. Una meta che ancora oggi sorprende anche chi, come me, ci è nato.” “I volumi dell’opera Guida d’Italia del Touring Club Italiano, le mitiche Guide Rosse – conclude Giulio Lattanzi, Direttore Generale di Touring Club Italiano – poderose, puntuali, onnicomprensive, sono state e continuano ad essere uno dei più esemplari punti di eccellenza raggiunti dal nostro Paese. Rappresentano un patrimonio della memoria collettiva perché sono espressione dell’unità plurale del Paese e sono il primo, e a oggi unico, modello scientifico di divulgazione dei beni culturali”.

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