Archeologia. Scoperto in Iraq un "frigorifero" sumero di 5mila anni fa

 

È un vaso nel vaso (il termine arabo è "zeer"), ha 5mila anni e la stessa funzione di un frigorifero, ossia la conservazione di cibi e bevande. Lo hanno scoperto a Lagash, in Iraq gli archeologi dell'Università di Pisa insieme ai colleghi dell'Università di Pisa, scavando quella che sembra essere a tutti gli effetti una taverna di epoca sumera: una zona pranzo all'aperto con panchine, un forno, contenitori per la conservazione e resti di cibo

I reperti, trovati a fine 2022 nell'ambito del Lagash Archaeological Project, sotto un strato di soli 50 centimetri di terreno, consentono uno spaccato di quella che doveva essere la vita quotidiana di una delle più importanti città-stato della Mesopotamia: Tell al-Hiba (l'antica Lagash). «Il ritrovamento - spiega Sara Pizzimenti, professoressa associata di Archeologia e Storia dell'Arte del Vicino Oriente Antico a Pisa e direttrice sul campo degli scavi - è in grado di gettare nuova luce sullo studio dell'alimentazione e della cucina dell'antica Mesopotamia, finora principalmente conosciuta e approfondita attraverso i testi, che tuttavia non coprono i periodi più antichi dei Sumeri. All'interno di quello che era un luogo pubblico per la produzione, distribuzione e consumo dei pasti, che doveva probabilmente avvenire all'interno del grande cortile con banchette, sono state ritrovate, infatti, un centinaio di ciotole contenenti resti di cibo, assieme ai dispositivi per la conservazione di bevande e alimenti».

Tell al-Hiba, nel sud dell’Iraq, era una delle città-stato più antiche e più grandi della Mesopotamia meridionale. Abiata a partire dal quinto millennio a.C. e in gran parte abbandonata attorno al 2300 a.C., è stata uno dei più importanti snodi commerciali della regione, sede di un’intensa e variegata produzione artigianale. Gli scavi archeologici sono iniziati nel 1887, ma è solo nel 1953, grazie al ritrovamento di un’iscrizione che è stato possibile identificare il sito con l'antica Lagash.

La città è stata investigata sistematicamente per la prima volta grazie alle cinque campagne di scavo (1968-1976) di un progetto congiunto del Metropolitan Museum of Art e dell’Institute of Fine Arts di New York. Poi sono seguite altre due campagne, nel 1984 (UCLA) e nel 1990 (UPENN), quest’ultima interrotta dallo scoppio della prima guerra del Golfo. Le ricerche sono ripartite solo nella primavera del 2019 con il Lagash Archaeological Project, progetto congiunto tra l’Università della Pennsylvania e quella di Cambridge, seguito da una seconda campagna nel novembre 2021 e poi da una terza campagna, iniziata a marzo 2022, in cui è entrata l’Università di Pisa. Fino al Lagash Archaeological Project gli scavi si erano sempre concentrati sull’architettura religiosa e sulla comprensione delle classi alte. Con il nuovo progetto, invece, l’attenzione degli archeologi si è concentrata sulle aree più popolari della città, così da poter conoscere meglio quale fosse la vita nell’antica città mesopotamica.

avvenire.it

(Segnalazione Web a cura di Giuseppe Serrone - turismoculturale@yahoo.it)

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