Il mega ingorgo d'auto sul Garda, i bivacchi nel centro storico di Roma e di Firenze, i tuffi dai ponti di Venezia, i selfie con assembramenti a Portofino e lungo la strada panoramica delle Cinque Terre: la cronaca ci racconta l'altro volto del turismo, quello che spinge sempre più viaggiatori a cercare luoghi meno battuti e i sindaci a trovare soluzioni rapide.
Per dissuadere le eccessive concentrazioni di turisti in uno stesso luogo si intraprendono misure spesso impopolari: accessi regolamentati, numeri chiusi, controlli, multe e divieti. Si rischia anche di eccedere con informazioni errate, come è successo al sindaco di Portofino che ha dovuto smentire la notizia dei divieti dei selfie arrivata dai tabloid inglesi: "Qui nessuno ha vietato i selfie - ha commentato Matteo Viacava - noi abbiamo firmato un'ordinanza che vieta, per questioni di sicurezza, gli assembramenti in due-tre zone specifiche.
E' un'ordinanza rivolta ai tour operator". Eppure i controlli e le regole sono una necessità per non snaturare ecosistemi fragili o cambiare il volto delle città, soprattutto dopo i numeri da capogiro di turisti nel nostro territorio in questi ultimi ponti di primavera.
Molti sindaci hanno adottato misure drastiche: multe salate per chi percorre i sentieri sopra le Cinque Terre in infradito, per chi bivacca a piazza di Spagna a Roma, per chi consuma uno snack all'aperto nel cuore di Venezia o in 4 vie centrali di Firenze. C'è persino una multa per chi costruisce castelli di sabbia sulla spiaggia di Eraclea, in Veneto. Molte località vogliono il numero chiuso o limitato, come la provincia di Bolzano che ha appena introdotto un limite massimo di pernottamenti. Da alcune estati in Val Pusteria il lago di Braies è accessibile a un numero limitato di auto e ha organizzato un servizio di navette per raggiungerlo. Le piccole isole, da Procida a Lampedusa, vietano lo sbarco dei mezzi di trasporto ai non residenti, mentre Sergio Ortelli, sindaco dell'isola del Giglio, ha trovato un modo per contenere i flussi: "Ad agosto possono portare l'auto solo coloro che si fermano più di 4 giorni". Il numero chiuso piace ad alcuni sindaci ma non al ministro del Turismo Daniela Santanchè: "Non credo al numero chiuso per l'accesso ai centri storici ma bisogna alzare i prezzi per alcuni beni culturali, specie i musei". Non piace nemmeno al presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, che chiede di trovare altre soluzioni: percorsi guidati, scaglionamenti degli orari sui sentieri e, piuttosto, un pedaggio. Far pagare l'ingresso è il desiderio dei sindaci delle località più note: ieri Portofino e alcune spiagge della Sardegna, oggi Taormina e Venezia, spaventate dall'esplosione dei flussi turistici.
Il pericolo, secondo gli esperti, è quello di passare da un eccesso all'altro: trasformare i luoghi turistici in luna park per fare cassa e spaventare i viaggiatori, specie quelli stranieri, con troppi divieti. Se l'overtourism è difficile da gestire per la gente del posto, è estenuante anche per i turisti, costretti a pagare prezzi troppo alti per un caffè o un parcheggio o a fare file solo per affacciarsi da una terrazza panoramica. "Non è più possibile rinviare il dibattito su come gestire i flussi turistici - ha commentato Fabrizia Pecunia, sindaco di Riomaggiore - servono proposte di leggi, interrogazioni parlamentari e nuove misure". "L'industria turistica italiana ha ancora molto da fare - spiega Magda Antonioli, direttrice del Master in Economia del Turismo all'Università Bocconi - le parole chiave del futuro prossimo saranno: una crescente sostenibilità, il potenziamento dell'accessibilità, dell'innovazione tecnologica e lo sviluppo della rete dei trasporti e dei servizi, oltre alla deconcentrazione stagionale". E' proprio la destagionalizzazione l'obiettivo a cui stanno lavorando tour operator, enti e il mondo delle crociere: "Abbiamo predisposto formule speciali per incentivare la vacanza fuori stagione - spiega Leonardo Massa, direttore di Msc Crociere - e il mercato ci sta seguendo".
Un altro aspetto importante è il problema degli appartamenti in città destinati ai turisti: per far posto a case vacanza i centri storici sono spesso abbandonati dai residenti, mentre studenti e famiglie faticano a trovare alloggi in affitto. E questo succede anche nelle località turistiche, come nel lago di Garda dove Federalberghi lamenta che queste attività extralberghiere "si sottraggono alle normative in vigore sul turismo", riferendosi soprattutto alle tasse di soggiorno; senza contare il fatto che una struttura ricettiva ha obblighi normativi su impiantistica e sicurezza mentre chi affitta una casa a turisti non sostiene spese simili. Della stessa opinione è l'assessore al Turismo di Roma Capitale, Alessandro Onorato, che commenta: "Non è possibile che con un click oggi chiunque possa aprire una struttura ricettiva; serve concedere ai comuni la possibilità di regolamentare il fenomeno". I sindaci di Bologna, Bergamo, Firenze, Lodi, Milano, Napoli, Padova, Parma, Roma, Torino e Verona hanno deciso di fare fronte comune al problema dello spopolamento dei centri urbani a vantaggio della rendita da turismo, interpellando il ministro Daniela Santanchè, che così ha commentato: "Occorre una stretta sugli affitti brevi. Servono regole e stiamo aspettando ciò che elaborerà l'Europa, tenendo conto però di alcune peculiarità come i piccoli borghi dove non ci sono alberghi e l'affitto breve in una casa è l'unica soluzione".
ansa.it
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