A Pechino gli Autoritratti degli Uffizi. Da Raffaello a Tiziano, 50 opere spiegate dal direttore Schmidt


L'autoritratto di Raffaello, celebrato "l'artista migliore del Rinascimento italiano", apre una rassegna unica di grandi capolavori delle Gallerie degli Uffizi, allestita al Museo Nazionale di Pechino su Piazza Tienanmen.

Se c'è anche il direttore dell'ente fiorentino Eike Schmidt a raccontarla, opera dopo opera, allora è facile scoprire il suo straordinario percorso che arriva fino ai giorni nostri, tra la pennellata dai tratti marcati di Renato Guttuso, lo stile a pois della nipponica Yayoi Kusama e la 'gunpower art' (la polvere da sparo) cinese di Cai Guoqiang.

Con le cinquanta opere della mostra Autoritratti, "l'idea è di far vedere non solo lo sviluppo dell'autoritratto dal Rinascimento ad oggi, ma anche di raccontare come sia cambiata la sua tipologia nel corso del tempo", spiega Schmidt, che ha scelto personalmente i capolavori della rassegna in un catalogo degli Uffizi che conta oltre duemila pezzi, tra pittura e scultura, e che superano quota 3.000 se si includono anche i disegni su carta. Interessanti gli spunti offerti dal direttore degli Uffizi: ad esempio, Tiziano, che indossa la catena con lo Speron d'oro ricevuta dall'imperatore Carlo V, "era strapagato ai suoi tempi"; Giovanni Mannozzi, il cui autoritratto è su tegola, rispecchia una "tradizione tipicamente fiorentina"; il pittore svedese Anders Leonard Zorn, vissuto nella secondo metà del 1800 e gli inizi del 1900, era all'epoca tra gli scandinavi "più famoso di Edvard Munch", mentre il connazionale Carl Olof Larsson si lega nel suo autoritratto all'ironia del pupazzo tenuto in mano.

E poi il futurista Giacomo Balla, alle prese con una tazzina di caffè (non un autoritratto ma un 'autocaffè'), fino a Velazquez, Bernini, Rembrandt, Rubens e Chagall. Non mancano inoltre le pittrici, tra le quali la veneziana Marietta Robusti (figlia del Tintoretto e nota come 'Tintoretta') e l'americana Cecilia Beaux. L'impegno degli Uffizi in Cina è doppio, visto che a Shanghai, al Bund Art One Museum, è in corso un'altra mostra su 'Botticelli e il Rinascimento', con 42 opere del genio fiorentino, nell'ambito dell'anno della Cultura Italia-Cina che ha anche nel 2023 un ricco programma di ben 19 iniziative. Questo spiega la presenza di Schmidt a Pechino, ai rapporti intensi sviluppati con il Dragone, includendo pure i progetti sviluppati a Hong Kong.

"L'importanza dell'iniziativa sta nel fatto che l'Italia è partner della Cina dopo la gestione della pandemia del Covid durata due anni. Tota Italia (la mostra con visitatori record del 2022 grazie ai 500 pezzi scelti per descrivere il processo di 'romanizzazione' della penisola italiana, ndr), questo è un ulteriore esempio delle nostre collaborazioni, dove la cultura è un forte canale di collegamento", commenta l'ambasciatore Massimo Ambrosetti, rimarcardo anche "la capacità delle nostre istituzioni museali e non solo di gestire il ricco programma del 2023". Tra Pechino e Shanghai c'è il sostegno di ambasciata e consolato generale, nonché degli Istituti italiani di cultura delle due città cinesi.

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