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Expo 2030, la partita decisiva è a Parigi. E i diritti umani saranno la chiave per vincere

La lettera di 12 ong al Bureau International des Expositions, contro la candidatura di Ryiadh potrebbe aver spostato l'ago della bilancia su Roma e Busan. L'Arabia Saudita, infatti, sarebbe vista come uno schiaffo in faccia alla tutela dei diritti umani: a marzo 2022 in un solo giorno sono state eseguite 81 condanne a morte, come fa sapere Amnesty International. 

La partita per Expo 2030 si gioca a Parigi

La decisione dell'organismo mondiale che assegna lo svolgimento di Expo verrà presa il 23 novembre 2023, ma nel frattempo la campagna elettorale si svolge a ritmi serrati. Tra meno di un mese si terrà una nuova assemblea del BIE, la quarta dal lancio delle candidature per la rassegna 2030 e in quell'occasione Roma, Busan, Ryiadh e Odessa avranno nuovamente la possibilità di esporre il dossier e il tema scelto da ognuno, anche se in uno "show" di soli 20 minuti. 

Diplomazia a lavoro per convincere 70 delegati 

L'occasione sarà ghiotta per il comitato organizzatore romano, presieduto dall'ambasciatore Giampiero Massolo. Infatti a Parigi, sede del Bureau, vivono e lavorano ben 70 delegati dei 171 complessivi che esprimeranno il loro voto rispetto ai progetti delle città candidate. La diplomazia italiana, che Massolo rappresenta pienamente avendo una lunga esperienza nei servizi di informazione e negli affari esteri, dovrà lavorare alacremente per convincerne il più possibile e aumentare progressivamente le chances di vittoria.

Il ruolo della stampa estera sul tema dei diritti umani

L'Arabia Saudita, seppur fiaccata dall'iniziativa delle ong, vanta ancora il sostegno di Francia e Grecia. Ma la pressione della stampa internazionale, per una risposta ufficiale alla lettera inviata e alle perplessità espresse sull'eventuale vittoria dei sauditi, potrebbe fare molto. E da Roma, a quanto si apprende, se l'aspettano.

romatoday.it

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