SS24

IA e satellite, insieme per salvare i pini del Colosseo

Un termometro permanente sullo stato di salute del proprio verde.

È la nuova sfida del Parco archeologico del Colosseo a difesa della bellezza del patrimonio arboreo, archeologico e monumentale che custodisce grazie a Space to Tree: Earth Observation Based Monitoring of Natural and Historical Park, piattaforma che unisce le più avanzate tecnologie, dai dati satellitari all'Intelligenza artificiale, in tempo reale e modalità web‒GIS.

"Il parco - racconta la direttrice Alfonsina Russo - include un'area di circa 40 ettari di verde. Un verde urbano dall'importanza strategica proprio perché nel cuore di Roma". In tutto, ben 148 alberi ultracentenari, testimoni silenziosi dello scorrere del tempo, con "in particolare - aggiunge l'architetta paesaggista del Parco Gabriella Strano - i Pinus Pinea, piantati tra fine '800 e inizio '900". Ma, in barba a ogni monumentalità, anche loro minacciati da cambiamenti climatici, avversità atmosferiche e dalla Toumeyella che ha infestato molti pini della capitale. Il Parco, in collaborazione con Digimat S.p.A, Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale e Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr, ha applicato in via sperimentale a cinque Pinus pinea centenari il sistema di allerta in grado di monitorare i parametri biomeccanici e di gestire i rischi evitando danni a persone o cose. La piattaforma S23 consente, infatti, una mirata azione di tutela del patrimonio verde, attraverso uno strumento innovativo e di immediata efficacia, utile tanto ai ricercatori, quanto ad agronomi, botanici, architetti paesaggisti, consentendo una rilevazione puntuale di possibili criticità ma anche delle tipologie e delle caratteristiche degli alberi stessi. In sperimentazione anche alla Riserva Naturale di Metaponto in Basilicata, lo strumento opera in modalità multiscala e multiparametrica e consente un monitoraggio costante da remoto grazie a una tecnologia Remote Sensing: montata su piattaforma satellitare Sentinel2 è in grado di captare dallo spazio le variazioni della clorofilla attraverso il Programma Copernicus di Esa. Grazie a una strumentazione con tecnologia fotogrammetrica, termografica a infrarosso e radar è possibile poi analizzare lo stato del tronco, per vederne la pienezza o la presenza di fratture interne. Un approccio prossimale Iot Sensing in tecnologia 5G mette in correlazione i dati con le componenti del vento misurate per mezzo di un anemometro locale, installato sulla terrazza della Basilica di Massenzio, monitorando anche il comportamento dinamico degli alberi.

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