La spesa record dei turisti stranieri in Italia che, a fine 2023, supererà i 50 miliardi di euro, sostiene l'economia italiana. Lo rileva il Centro Studi Confindustria nella congiuntura flash di dicembre.
Con un +4,1% nei primi nove mesi dell'anno dell'export di servizi, "non è mai stata così elevata la spesa dei turisti stranieri".
Secondo il Csc, "c'è una voce tra le componenti del Pil italiano (appena +0,1% tendenziale nel terzo trimestre 2023) che è andata molto bene nei primi nove mesi di quest'anno e sta sostenendo la dinamica complessiva: fa parte dell'export di servizi (+4,1%) ed è la spesa degli stranieri in viaggio in Italia, ovvero gran parte del valore economico diretto del turismo nel Paese. Mai così elevata la spesa dei turisti stranieri".
Per Confindustria, "il contributo degli stranieri al boom turistico è stato cruciale. A settembre 2023 è proseguita l'espansione della spesa dei viaggiatori esteri in Italia: +11,8% sul 2022 (a prezzi correnti); il record è stato toccato a luglio. Questa spesa, se comparata con i livelli pre-pandemia, mostra un +24,5% sul 2019. Che è solo in piccola parte dovuto all'aumento dei prezzi dei servizi turistici (circa +6,0% nel 2023)".
Complessivamente, sottolinea il Csc, "a fine 2023 gli introiti dal turismo straniero arriveranno oltre i 50 miliardi di euro, superando ampiamente i 30 miliardi relativi al turismo italiano all'estero".
La ripresa dei viaggi, fin dal 2021 e poi con più forza nel 2022 e 2023, osserva ancora Confindustria, "ha influito positivamente soprattutto nei Paesi in cui il peso (totale) del turismo in percentuale del Pil è maggiore, come Spagna e Italia (circa 11% del valore aggiunto). La ripartenza del turismo si è riflessa, infatti, in tali Paesi, in una dinamica dei consumi e dell'occupazione molto positiva, come evidenziato anche nell'ultimo rapporto previsivo del Fmi (Weo di ottobre 2023)".
Un "ruolo decisivo" nella ripresa del turismo, secondo il Csc, "lo ha svolto, nel 2023, il decumulo di extra-risparmio messo da parte durante la pandemia. In Italia, la propensione al risparmio delle famiglie e' stata quest'anno ben sotto i livelli pre-Covid, registrando un 6,7% nel primo trimestre e un 6,3% nel secondo (contro l'8,2% in media nel periodo 2015-2019). Anche all'estero le famiglie hanno decumulato risparmio, spendendolo in patria, ma anche in Italia e altrove, per viaggi e gite turistiche. I risparmi in eccesso, italiani ed esteri, hanno così alimentato la spesa per i servizi in Italia, che è aumentata in tutti e tre i trimestri del 2023: +0,4% nel primo, +2,4% nel secondo e +1,4% nel terzo".
Nella stessa nota flash di dicembre si rileva anche che "l'inflazione è rientrata, ma l'economia è debole. Ancora in difficoltà industria e servizi", "con qualche luce" per l'industria. Si tratta di una "fase di stagnazione", secondo gli economisti di via dell'Astronomia. "Nel quarto trimestre il Pil italiano è stimato quasi fermo", e "sia i servizi che l'industria restano deboli. Il rientro dell'inflazione aiuta, ma i tassi di interesse resteranno ai massimi ancora per alcuni mesi e il credito è troppo caro".
avvenire.it
Nessun commento:
Posta un commento