La musica, la danza e il teatro. I grandi direttori (Riccardo Muti, Kirill Petrenko, Simon Rattle). I luoghi magici (come le splendide basiliche bizantine di Ravenna, patrimonio UNESCO)

 

La musica, la danza e il teatro. I grandi direttori (Riccardo Muti, Kirill Petrenko, Simon Rattle). I luoghi magici (come le splendide basiliche bizantine di Ravenna, patrimonio UNESCO). Ma come sempre anche un’idea forte, di ispirazione alta. Sono gli ingredienti di successo del Ravenna Festival, giunto quest’anno alla sua 35a edizione.

“E fu sera e fu mattina”,  le parole che nella Genesi marcano il succedersi dei giorni della Creazione, è il titolo scelto per il Festival che in questo 2024 riflette sugli effetti del cambiamento climatico sul nostro pianeta, adottando nuove pratiche ecosostenibili per lo spettacolo dal vivo, ma anche sul valore della creatività come risorsa per comunità inclusive e multiculturali. Così per quattro weekend fra maggio e giugno, Romagna in fiore è una speciale rassegna solidale, ecosostenibile, diffusa e a ingresso libero, destinata ai territori che nel maggio 2023 sono stati colpiti dall’alluvione (17 morti, 20 mila sfollati, danni per circa 10 miliardi di Euro) con la partecipazione di importanti artisti italiani (il programma dettagliato sarà disponibile dal 12 marzo). Mentre nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe Ottavio Dantone guida Accademia Bizantina nell’esecuzione dell’oratorio La  Creazione di Franz Joseph Haydn, traboccante di meraviglia di fronte al Creato, la Trilogia Qatsi di Godfrey Reggio e Philip Glass, proposta con musiche originali eseguite dal vivo dal Philip Glass Ensemble, è uno sguardo sul rapporto fra uomo e mondo (e una produzione Ravenna Festival che include una prima assoluta). Il tema del riscaldamento globale è anche al centro di Lo sciamano di ghiaccio, nuovo lavoro di teatro musicale multimediale dedicato alla vita degli Inuit.

Il concerto inaugurale del Ravenna Festival, l’11 maggio al Palazzo Mauro De André, vede il ritorno  in Italia dei Wiener Philarmoniker , che saranno guidati da Riccado Muti nell’esecuzione della Sinfonia n. 35 in re maggiore “Haffner” K 385 di Mozart e della Sinfonia n. 9 in do maggiore “La grande” D 944 di Schubert. Il concerto sottolinea ancora una volta l’intenso legame di Riccardo Muti con i Wiener, un rapporto professionale che si è trasformato in salda amicizia nutrita di stima profondissima. Non è un caso se nel 2025 Muti dirigerà a Vienna il suo settimo concerto di capodanno, e se sullo stesso podio del Musikverein tocca a lui celebrare, il prossimo 7 maggio,  i 200 anni della Nona Sinfonia di Beethoven.

Dopo la sontuosa inaugurazione del l’11 maggio, Riccardo Muti torna alla guida della sua Orchestra  Giovanile Luigi Cherubini il 9 giugno per un concerto in omaggio a Ferruccio Busoni (con la partecipazione del clarinettista Simone Nicoletta) e il 7 luglio per l’appuntamento Le vie dell’Amicizia (un ponte di fratellanza attraverso l’arte e la cultura) con lo Stabat Mater di Giovanni Sollima e la Sinfonia “Tragica” di Schubert.

Kirill Petrenko, guida dei Berliner Philarmoniker, debutterà a Ravenna il 2 giugno con la Gustav Mahler Jugendorchester, per celebrare il bicentenario della nascita di Bruckner (sarà eseguita la Sinfonia n. 5) , mentre  Sir Simon Rattle con la Chamber Orchestra of Europe e il mezzosoprano (e consorte) Magdalena Kožená saranno i protagonisti del concerto del 28 giugno (programma ancora da definire).

La Basilica di Sant’Apollinare in Classe accoglie, oltre alla Creazione con Accademia Bizantina, la Messa per Sant’Apollinare con la Cappella Marciana diretta da Marco Gemmani, mentre San Vitale ospita i concerti del Marian Consort dal Regno Unito e dell’Irini Ensemble dalla Francia, quest’ultimo con un programma dedicato al (fallito) tentativo di riunire le chiese d’Oriente e Occidente a fine ‘400. A San Giovanni Evangelista debutta Dilexi composta da Danilo Comitini e dedicata all’imperatrice romana Galla Placidia; nella stessa basilica anche l’oratorio di Porpora Il trionfo della Divina Giustizia ne’ tormenti e morte di Gesù Cristo, con l’Ensemble Dolce Concento guidato da Nicola Valentini. La rassegna di liturgie domenicali In templo domini include formazioni italiane e straniere già impegnate nei concerti serali.

Tra gli ospiti del programma estivo ci sono anche Eleonora Abbagnato, Sergio Bernal, il Ballet de l’Opéra de Lyon, il Philip Glass Ensemble, Giovanni Sollima, Mario Brunello, Paolo Fresu e Omar Sosa, Colapesce Dimartino, Ian Bostridge, Hildur Gudnadóttir, Laura Morante.

Il Ravenna Festival sarà anche l’unica tappa italiana del tour della band newyorkese ANOHNI and the Johnsons, che il 15 giugno al Pala De André proporranno brani dal nuovo album My Back Was a Bridge for you to Cross accanto a canzoni del repertorio.

Il Festival tornerà in scena dal 15 al 21 novembre con la Trilogia d’Autunno.

Complessivamente, anche quest’anno Ravenna Festival vanta oltre cento alzate di sipario, con il coinvolgimento di più di un migliaio di artisti, grazie al sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna, del partner principale Eni e degli sponsor al fianco della manifestazione.

Famiglia Cristiana

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