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Lo chiamano digital detox o unplugged tourism ed è una formula che ha come target potenziale oltre il 70% degli italiani

 

Lo chiamano digital detox o unplugged tourism ed è una formula che ha come target potenziale oltre il 70% degli italiani che, secondo una ricerca effettuata dall’Università di Stanford della California, sono colpiti da tecno stress.

Nel mondo dell’iper-connessione il vero lusso oggi è essere off line e anche il mondo del travel si allinea a questa nuova esigenza della domanda offrendo sempre più proposte in linea con spazi e tempi liberi dalla tecnologia per agevolare la riconnessione degli ospiti con se stessi e l’ambiente circostante.

L’evoluzione del trend

Il mercato della mental wellness è in crescita esponenziale e se nel 2020 valeva 720 bilioni di dollari si prevede che nel 2025 avrà un valore di oltre 1,3 trilioni di dollari ( Fonte Fitt Insider). Scenario di riferimento questo, all’interno del quale i viaggi maggiormente in trend saranno i soggiorni spirituali (44%), quelli di benessere sperimentale (36%) e i riti del silenzio (40%), tipologie di viaggio molto apprezzate anche dai millennials che nel 41% dei casi, stando ad un rilevamento Jwt Intelligence, temono che lo smartphone sia un impedimento a godersi una vacanza fino in fondo.

Come cambia il ruolo del viaggio

“Negli ultimi anni, e con il Covid soprattutto, abbiamo cristallizzato alcune abitudini che hanno profondamente modificato il nostro mindset– ha commentato Alessio Carciofi, professore e autore di marketing & digital wellbeing– le persone ora sono sempre connesse ma non sono mai state così isolate. Chi si occupa di marketing e prodotto turistico oggi, deve tenere in considerazione che il nuovo marketing non è più solo il “Prenota ora”, ma anche “Migliora domani”. Potremmo quasi dire che si passa “Dalla call to action alla call to change”– ha spiegato ancora Carciofi-. Non più tutto e subito ma un valore sostanziale e diluito nel tempo. Se mi fornisci cioè esperienze costruite intorno ad un design di vita sostenibile e mi aiuti a migliorare la mia vita diventi un partner emotivo del mio cambiamento. Tanta empatia. Alti tassi di fidelizzazione”.

L’offerta è globale

Alla base della così detta mental wellness oggi ci sono spazi nuovi e tempi di riconnessione con il proprio fisico e la propria mente, anche in vacanza, dove si affiancano attività rigenerative come corsi di yoga, tai chi, meditazione e pittura, a piccole fatiche fisiche per un effetto detox dalla fatica digitale. E nel mondo, le strutture che offrono la disconnessione totale sono sempre più numerose, come Le Pause a Marrakech o l’hotel Juma Lodge fatto di palafitte sospese sulla foresta amazzonica, in Brasile, il Chiva Som Resort in Thailandia, il Jack’s Camp in Botswana, il Bahia Bustamante Lodge in Argentina, o lo Sheldon Chalet in Alaska. Anche in Italia si stanno moltiplicando le proposte di turismo digital detox, dalle Dolomiti alla Puglia, dalla Toscana all’Umbria, una regione che ospita per esempio degli eremi convertiti in resort dove non sono ammessi né cellulari nè tv.

L’isola digital detox

Un esperimento decisamente ben riuscito è quello che ha riguardato l’isola di Ulko-Tammio, situata a largo della costa di Hamina in Finlandia, trasformata la scorsa estate in zona phone free: “Abbiamo voluto esortare i vacanzieri a spegnere i loro smartphone e godersi veramente l’isola- ha spiegato Mats Selin, dell’ente turistico Visit Kotka-Hamina-. Nonostante una rete mobile funzionante i turisti sono stati invitati a tenere gli smartphone in tasca a e a disconnettersi dai social media e queste linee guida hanno dato ai visitatori la possibilità di concentrarsi sulla natura, un’iniziativa ottima che potrebbe essere riproposta anche in altre destinazioni”.

Un nuovo ruolo per le agenzie di viaggio?

Le persone nei prossimi anni viaggeranno sempre di più per curare le ferite dell’anima e, come afferma ancora il professor Alessio Carciofi, il futuro della vacanza è ben racchiuso in un pensiero di Alain de Botton comparso nel 2013 sul mensile Internazionale“In futuro le agenzie di viaggio non ci chiederanno più dove vogliamo andare ma quale parte del corpo vogliamo guarire”.

guidaviaggi.it

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