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A Firenze riapre La Specola, 13 nuove sale per il museo scientifico

 

Fu aperto il 21 febbraio 1775 come 'Imperiale e reale museo di fisica e storia naturale' per volere dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo, ed è considerato il primo esempio in Europa di museo scientifico aperto a tutti.

Oggi, la Specola ha festeggiato il suo compleanno riaprendo le porte della storica sede di via Romana a Firenze, dopo cinque anni di chiusura necessari per un intervento di riqualificazione e ammodernamento che ha portato anche a 13 nuove sale espositive.

Per l'occasione, l'Ateneo fiorentino - la Specola fa parte del Sistema museale univeristario - aveva messo a disposizione 4.600 ingressi gratuiti andati sold out nel giro di due ore.

Tale è stato l'entusiasmo per il ritorno di un luogo celebre per l'ampia collezione zoologica (4.600 gli esemplari oggetto di manutenzione durante i lavori), la più grande raccolta al mondo di cere anatomiche settecentesche, il Salone degli scheletri, la Tribuna di Galileo e il Torrino astronomico. Da oggi questo storico percorso di visita si arricchisce di altri 700 metri quadri complessivi di spazi espositivi dedicati alla ceroplastica, alle cere botaniche e alle raccolte mineralogiche che tornano ad essere esposte alla Specola dopo un secolo e mezzo nella sede di via La Pira (in cui erano visibili solo agli studiosi). A spiccare poi è la collezione medicea di pietre lavorate (coppe, vasi, oggetti ornamentali), con esemplari come le due coppe in diaspro e una coppa in giada nefrite di Lorenzo il Magnifico, ma anche la tazza in lapislazzuli a forma di conchiglia di Cosimo I. L'esposizione illustra anche l'evoluzione dei minerali grazie a campioni unici al mondo: dalle tormaline ed ematiti dell'Elba agli enormi cristalli di topazio e acquamarina del Brasile. Nuovi spazi sono dedicati alla genesi e all'evoluzione della ceroplastica fiorentina: dai primordi legati alla scuola bolognese e all'opera dell'artista siciliano Gaetano Zumbo (1656-1701) fino alla nascita nel 1771 dell'Officina ceroplastica proprio a la Specola. Dopo oltre un secolo torna visibile anche la collezione delle cere botaniche costituita da piante e frutti di grande realismo e bellezza, ma anche le straordinarie tavole in cera di anatomia, istologia e patologia botanica. Il singolare connubio di arte e scienza, tipico delle realizzazioni ceroplastiche fiorentine, è ben riflesso nei dipinti di Bartolomeo Bimbi, pittore a servizio dei Medici e autore di nature morte di fiori e frutti, caratterizzate da un intento di catalogazione scientifica. Grazie ai lavori di riqualificazione, finanziati con 3,5 milioni dalla Regione Toscana e 2,5 milioni dall'Ateneo di Firenze, il Museo può contare anche su biglietteria e bookshop rinnovati, oltre che su nuovi impianti in grado di preservare e valorizzare al meglio la ricchissima collezione della Specola: nei depositi, infatti, si conservano altri 4 milioni di esemplari a disposizione degli studiosi di tutto il mondo.

ansa.it