ansa
La sensuale lingerie di Sophia Loren in "Matrimonio all'italiana", il sontuoso abito da ballo di Claudia Cardinale ne "Il Gattopardo", ma anche le calze bucate di Ottavia Piccolo in "Bubù" e il vestito logoro di Marcello Mastroianni ne "I compagni". E poi i costumi realizzati con gli allievi in tanti seminari, veri capolavori di stoffa capaci di raccontare con un corpetto, una gonna, un pizzo o un bottone tutto lo spirito di un'epoca. È una storia di arte e artigianato, passione e generosità la mostra "Piero Tosi. Esercizi sulla bellezza. Gli anni del Csc. 1988-2016" nell'ambito della Festa del cinema (18-28 ottobre).
Al Palazzo delle Esposizioni dal 16 ottobre al 20 gennaio, l'esposizione celebra uno dei più importanti costumisti del cinema italiano e il suo lavoro di docente per 28 anni a Roma, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. Nel percorso protagonisti sono i costumi d'epoca, frutto prezioso dei seminari di costume, trucco e acconciatura in cui Tosi nelle aule di via Tuscolana approfondiva un preciso periodo storico: gli abiti, una volta confezionati, venivano indossati dagli allievi e dalle allieve dei corsi di recitazione del Centro Sperimentale che con i propri corpi davano vita di fatto a veri personaggi per raccontare le varie epoche, dal Rinascimento al Novecento. Ogni costume, che nella mostra è possibile osservare da vicino (accanto a disegni e materiali), offre un chiaro esempio dell'efficacia di un metodo di lavoro (e di insegnamento) che Tosi pretendeva essere rigoroso, appassionato, mai teso al risparmio ma sempre rivolto all'approfondimento e alla cura estrema dei minimi dettagli, dalla documentazione storica al modello alle stoffe scelte, fino al trucco e al parrucco. In mostra non potevano ovviamente mancare le fotografie tratte dai film più celebri, in cui si vede la maestria di Tosi, premiato con l'Oscar alla carriera nel 2013, nell'ideare e realizzare costumi che contribuiscono a creare il personaggio, accanto a spezzoni di film e video e ai ritratti delle allieve con gli abiti dei seminari, tra cui Carolina Crescentini e Paola Minaccioni, nonché i lavori di 4 diplomati in costume al Csc con Tosi.
L'esposizione è dunque il doveroso omaggio che il Csc rende a uno dei suoi docenti più illustri: artista artigiano d'altri tempi, Tosi, che ad aprile festeggerà 92 anni, ha contribuito con talento e passione a rendere immortale il nostro cinema, arricchendo il lavoro di grandi registi, innanzitutto Visconti (per lui ha creato tra gli altri i costumi di Senso, Il Gattopardo, Rocco e i suoi fratelli), e poi Bolognini, Zeffirelli, Fellini, Pasolini, Cavani, Wertmuller, Amelio. "Tosi si merita questa mostra, perché è un genio, un artista, un artigiano. Solo il Centro Sperimentale avrebbe potuto raccontare la sua attività di docente: è stato un maestro generoso ma anche molto esigente, io ho spesso visto piangere i suoi allievi. Era il primo ad arrivare sul set o in aula, e non ammetteva che non si lavorasse con passione e concentrazione", dice all'ANSA Stefano Iachetti, curatore con Giovanna Arena, Virginia Gentili e Carlo Rescigno, "a lui non piace parlare di 'metodo Tosi', ma abbiamo voluto documentare il suo modo di curare ogni cosa che ruotava attorno al costume, dalla ricerca dell'esempio pittorico o fotografico alla realizzazione dei disegni, dalla scelta dei materiali al volto fino ai dettagli dell'acconciatura".