Valtellina, in bici tutto l'anno con il 'turismo lento'. Alla scoperta di paesaggi e prodotti enogastronomici

(di Manuela Correra) - ansa

'In bici tutto l'anno': è anche con questa proposta che la Valtellina vince la crisi, con un bilancio 'controcorrente' che segnala una crescita del 15% per il turismo estivo nel 2013. E sulla scorta di questo risultato, si punta ora ad un nuovo 'turismo lento', alla scoperta del territorio e dei prodotti enogastronomici d'eccellenza. La campagna per il "turismo lento" 2014 in Valtellina - terra lombarda candidata ufficialmente, con i suoi terrazzamenti, a far parte dell'Unesco - è proposta dal Consorzio per la Destinazione Turistica Valtellina e Valtellina Turismo ed ha preso il via da Roma, con un insolito 'viaggio del gusto' attraverso i prodotti enogastronomici d'eccellenza. Prodotti che si sono legati alla fantasia e all'originalità di due chef stellati: Francesco Apreda, del ristorante Imago, presso l'Hotel Hassler e Andrea Tonola, della Lanterna Verde di Villa di Chiavenna.

''Abbiamo fatto arrivare nella capitale i sapori, profumi e le eccellenze enogastronomiche della Valtellina in un modo 'originale'", ha affermato Giovanna Muscetti, presidente del Consorzio. Proprio quei prodotti DOP, DOCG e IGP che si possono apprezzare scoprendo un territorio lentamente. Così come 'lentamente' si possono meglio apprezzare i paesaggi di queste zone. "Andare in bicicletta ti permette di entrare nel cuore del territorio e di conoscerlo in maniera lenta - aggiunge Muscetti - scoprirne i sapori, gli odori, la natura, la storia. E questo lo si può fare tutto l'anno. D'inverno per esempio in bassa valle in bike si va senza problemi. La Valtellina punta dunque sulla bicicletta con i suoi 110 km di piste ciclabili per tutta la famiglia; con i suoi 50 km di percorsi su alte strade, come la via dei Terrazzamenti, dove sono coltivate le uve. Ma ci sono anche i Bike Park che presentano una rete di percorsi segnalati per l'esercizio delle diverse specialità sempre in bicicletta, come il downhill, il freeride e il cross country".

Ma la Valtellina offre anche Parchi termali (Valmasino e Bormio) e cultura (palazzi, musei, chiese, incisioni rupestri). Intanto, ''per la stagione invernale possiamo dirci soddisfatti - rileva Muscetti -. Dagli albergatori arrivano segnali positivi e a noi il 2013 ha portato fortuna nonostante la crisi dilagante''. E si preannuncia positivo anche l'inverno 2014, con il via alla stagione sciistica a partire da fine novembre. A 'disposizione' dei turisti, 700 km di piste: oltre 400 km di piste per lo sci alpino e 200 km per lo sci nordico. Per gli amanti dello snowboard non mancano poi spazi attrezzati e snowpark, così come per i fondisti sono disponibili oltre 200 km di piste. Ma la Valtellina in inverno non è soltanto sinonimo di sci. Ci sono altri sport da provare, sicuramente inconsueti, per fare un'esperienza unica. Come il Polo sulla neve a Livigno, dove ogni anno si disputa un torneo internazionale che vede la partecipazione delle migliori squadre. Poi c'è il pattinaggio sul ghiaccio, e con la neve si va pure a cavallo o si passeggia a piedi e con le ciaspole in sentieri incantevoli nel Parco Nazionale dello Stelvio.

Per gli amanti del benessere, c'è anche un'altra possibilità: rigenerarsi alle terme romane presenti in tutta la zona. Terme di acqua calda in mezzo alla neve, per un piacere del corpo ma soprattutto della mente.

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Arte, cultura e turismo: il viaggio oltre la conoscenza e la valorizzazione

Alcune riflessioni dei maggiori esperti del settore a cura di Alessandro Di Paolo e Fabiano Longoni (Edizioni Marcianum press 2013)


di Carlo Mafera

E’ un libro che intende sottolineare l’importanza del turismo culturale e spirituale che diventa un’esperienza umana unica, irripetibile e arricchente per chi lo compie. Rappresenta quindi una crescita umana difficilmente realizzabile in altri modi. L’opera della Marcianum Press, che si distingue perché tocca sempre argomenti di alto livello culturale, si svolge seguendo tre ambiti: quello antropologico, quello economico e infine l’aspetto conoscitivo. Si parte dall’assioma di Lacan secondo il quale “il desiderio dell’uomo trova il suo senso nel desiderio dell’altro, non tanto perché l’altro detenga le chiavi dell’oggetto desiderato quanto perché il suo primo oggetto è di essere riconosciuto dall’altro”. L’uomo cerca di conoscere l’altro e l’altrove, come un novello Ulisse mai pago e mai soddisfatto di una conoscenza personale o di un luogo diverso dal precedente. La dimensione di chi viaggia assume sempre due fondamentali aspetti: quella del viaggiatore che tende ad essere cittadino del mondo e che trova immediate relazioni con gli ospitanti, rispettando le tradizioni e le culture locali e quella del semplice turista. Il viaggiatore invece conosce attraverso un incontro profondo con l’ospitante, con il paesaggio e con le opere d’arte. E’ un incontro, non un semplice imbattersi, ed è legato alla coltivazione della memoria perché ricordare ci consente di ragionare e di conoscere veramente. Ecco l’importanza della bellezza e del livello estetico del sapere. Antoine de Saint-Exupery diceva che non si conosce veramente se non con il cuore. La contemplazione infatti avviene sì con gli occhi ma si compie a livello più profondo, e cioè con il cuore. Anche il semplice turista, pur partecipando alla sola dimensione massificata dell’immaginario collettivo, non può non scoprire le tante opportunità relazionali che soddisfa più incontrando gli altri che dentro di sé. Alla fine c’è un grande bisogno di incontrare il Tu del divino, l’Altro e il Totalmente Altro che fa sì che il viaggiatore si trasformi in pellegrino. I luoghi sono importanti per riconoscere questa Presenza attraverso le testimonianze storiche. È una ricerca di conferme fatte soprattutto in gruppo proprio per incontrare l’Altro dentro e fuori di noi.

Dal punto di vista economico, il turismo culturale potrebbe costituire una grande opportunità per gli Stati, sia per creare e cementare le relazioni politiche sia per sviluppare la crescita reale e la rinascita dell’occupazione. Soprattutto l’Italia, che possiede il 50 per cento del patrimonio culturale mondiale, potrebbe sfruttare questa immensa ricchezza culturale che invece viene utilizzata poco e male. I siti che vengono promossi e riconosciuti dall’Unesco sono soltanto 35 mentre quelli realmente usufruibili sono centinaia. Se soltanto il governo italiano ponesse attenzione al fatto che la cultura non è un optional, non è la ruota di scorta dell’economia ma potrebbe costituire la parte trainante di essa! Non sono le tasse la soluzione ai nostri problemi ma gli investimenti nei settori giusti, e quello culturale è proprio quello più adatto. Bene ha detto, centrando il nocciolo della questione, Fabio Poles, Segretario Generale della Fondazione Studium Generale Marcianum per la promozione di studi e ricerche, quando ha parlato di un turismo frutto di un’aggiornata imprenditorialità: “ E’ la cultura che genera il mercato. Se la cultura è debole, è debole anche il mercato. Se la cultura è forte, è forte anche il mercato”.

Infine l’aspetto conoscitivo del turismo è forse la dimensione più forte. Come si diceva, è l’esperienza umana più profonda che raggiunge il “fondo della questione”, e cioè che, al di là delle differenze, accomuna tutti gli uomini, di ciò che vale sempre, al di là di ogni relativismo e di ogni differenza culturale o economica. Michele Serra, giornalista e scrittore, afferma con grande acutezza che il turismo culturale rappresenta “la vittoria sul relativismo, e quindi sull’estraneità e sta nell’esperienza che il volto umano, prima di ogni diversità di declinazione di forme, ha le stesse caratteristiche in ogni angolo del mondo. Fare esperienza di questo ha un valore impagabile, anche come sconfitta del provincialismo e dello snobismo culturale…“.

laperfettaletizia

Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. L'archeologia come integrazione tra culture

Paestum (SA) | 14/11/2013 - 17/11/2013
Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
La città antica di Paestum diventa la sede della XVI edizione della Borsa Mediterranea del turismo archeologico. Dal 14 al 17 novembre il tema degli incontri sarà incentrato sull’imprescindibile rapporto tra i Beni Culturali e il turismo verso i luoghi che, da Nord a Sud, sono l’emblema della storia e della cultura del nostro Paese. La grande partecipazione non solo degli addetti ai lavori, ma anche dei viaggiatori, degli appassionati e del mondo scolastico, sottolinea l’obiettivo dell’evento, cioè quello di promuovere i siti e le destinazioni di richiamo archeologico, di favorire la commercializzazione e contribuire alla destagionalizzazione del flusso turistico incrementando le opportunità economiche e gli effetti occupazionali. La Borsa, anche quest’anno, si conferma un format di successo con la partecipazione dei vertici di UNESCO, UNWTO e ICCROM, 8.000 visitatori, 150 espositori con 25 Paesi esteri (Ospite Ufficiale 2013 è il Venezuela), 50 tra conferenze e incontri, 300 relatori, 350 operatori dell’offerta, 150 giornalisti.

Info:www.bmta.it