Commento a "Umano troppo umano" in programma a Reggio Emilia
a cura di Giuseppe Serrone (mail) - Servizi di Ufficio stampa virtuale online
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di Massimiliano Panarari
Cinque giorni di capolavori da Steichen a Rheims
Da oggi "Umano troppo umano" con mostre di grandi maestri attorno al fisico immaginato e reale. E Toscani inaugura stasera la casa della foto

REGGIO EMILIA - Obiettivo "Fotografia europea". Reggio Emilia e la sua provincia, a partire da oggi e fino al 4 maggio, vivranno la terza edizione della rassegna internazionale che si propone di leggere i percorsi della contemporaneità attraverso l´immagine fotografica, in modo, però, decisamente multidisciplinare. Una kermesse piena di esposizioni, eventi, dibattiti, performance e spettacoli, inventata dal Comune di Reggio Emilia (con la curatela del critico d´arte Elio Grazioli) e patrocinata dal Ministero per i Beni e le attività culturali, cui si sono aggiunti altri organizzatori: la Provincia, la Regione Emilia-Romagna, la Fondazione Cassa di risparmio "P. Manodori" e Palazzo Magnani.
Cinque giornate all´insegna del filo conduttore garantito dal titolo (molto nietzscheano) Umano troppo umano, ovvero la riflessione sulle molteplici nature e visioni del corpo, da quello fisico oggetto della nuova "religione del benessere" al corpo lacerato da guerre e malattie, dal corpo postumano e postorganico (caratterizzato da protesi e interventi, oggetto di tutto un filone di ricerca artistica molto diffusosi nell´ultimo ventennio) al corpo "smaterializzato" delle tecnologie e dell´immagine digitalizzata.
L´inaugurazione avverrà questa sera allo Spazio Gerra, la nuova sede espositiva per la fotografia e l´immagine contemporanea che viene consegnata oggi alla città, con un dialogo, alle 18, fra il celebre fotografo Oliviero Toscani e uno dei padri italiani delle discipline della comunicazione, Alberto Abruzzese. Fino all´8 giugno, Reggio sarà dunque teatro di alcune grandi esposizioni (cinque personali e quattro produzioni) e di varie mostre (che coinvolgono anche alcuni comuni della provincia) che ne faranno, fuor di retorica, una capitale europea dell´arte visiva e fotografica. Le personali presentano al pubblico cinque importanti artisti del Novecento, estremamente vari e diversi nella poetica, ma accomunati da quello che i curatori considerano un "approccio tattile" – per molti versi assimilabile alla scultura – alla foto, e capaci di affiancare al loro percorso professionale una riflessione teorica profonda sulla questione della corporeità, e una viva attenzione alla dimensione della sperimentazione. Si tratta dell´austriaco Raoul Hausmann (1886-1971), tra i fondatori del movimento dadaista, inventore della tecnica del fotomontaggio e autore di alcuni nudi di rara intensità (esposto alla Galleria Parmeggiani), del tedesco Wols (1913-1951), tra i principali esponenti dell´Informale (Chiostri di San Domenico), dei francesi Pierre e Gilles (il duo composto da Pierre Commoy e Gilles Blanchard), maghi nella reinvenzione della cultura pop e della fotografia ritoccata con la pittura (Salone Tirelli), dell´italiano Paolo Gioli (palazzo Casotti) e del portoghese Jorge Molder (Sala Verdi del Teatro Ariosto); gli ultimi due presenti al festival il primo maggio, quando svolgeranno una conversazione pubblica sul tema "Crudeltà e concetto".
Le produzioni, che ruotano intorno all´interpretazione iconografica del tema della manifestazione Umano troppo umano (destinate a rimanere di proprietà del Comune, come già avvenuto nelle precedenti edizioni), sono state affidate a quattro tra i più interessanti fotografi europei del momento, il francese Antoine D´Agata, la polacca Anna Grzeszykowska, la svedese Ann-Sofi Sidèn (tutti e tre presenti il primo maggio per l´incontro pubblico Umanità del corpo) e l´olandese Erwin Olaf.
Il grande fotografo americano (di moda e non solo) Edward Steichen (1879-1973) è, invece, il protagonista di due mostre dedicate alle numerose sfaccettature della sua opera. A palazzo Magnani, Un´epopea fotografica, che ripercorre il multiforme e innovativo apporto del suo lavoro all´arte dello scatto, e presso i Chiostri di San Domenico oltre duecento istantanee, consacrate all´alta moda, al bel mondo hollywoodiano e al jet set statunitense degli anni Venti e Trenta, che documentano la sua collaborazione con Vogue e Vanity Fair dell Edizioni Condé Nast. Nella stessa sede, si tiene anche l´esposizione delle Heroïnes di un´altra grande dello scatto, Bettina Rheims, una serie ispirata dal desiderio di stabilire un parallelismo con l´antichità e la sua scultura marmorea.
Ma la kermesse reggiana – fortemente voluta in questi anni dall´amministrazione comunale presieduta da Graziano Delrio – offre anche molto altro: dalla collettiva Atlante italiano 007 rischio paesaggio ai "progetti speciali" di ricerca fotografica di Elio Mazzacane, Patrizia Esposito, Benedetta Alfieri, Bruno Cattani, Fabio Donato, Michel Pintado, Nicola Vinci, Jarno Zaffelli e di Puro & Impuro, sino ad alcune grandi mostre in provincia, tra cui la Saga di Arno Minkkinen (Correggio) e i Nudi di Carla Cerati (Cavriago).

in http://espresso.repubblica.it/

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