Viaggi tra i celti di Lorient

di Ida Bini

Fino al 10 agosto un esercito di artisti, appassionati e studiosi del mondo celtico invaderà la cittadina francese di Lorient, nel cuore della Bretagna. Come ogni estate dal 1971 per le vie della città 4.500 musicisti folk e danzatori in kilt si esibiscono in più di 200 tra concerti e spettacoli di strada all’atteso Festival Interceltique (www.festival-interceltique.com), seguito da più di 700mila spettatori. Studiosi e artisti provenienti da tutto il mondo celtico – dalla Spagna alla Francia e alla Cornovaglia, dall’Irlanda al Galles e al Canada, dall’Italia alla Scozia e agli Stati Uniti - si danno appuntamento nella terra di re Artù e degli antichi Druidi per dare vita a una rassegna artistica, musicale e culturale, che esula da implicazioni ideologiche, come tiene a sottolineare il direttore del Festival, l’asturiano Lisardo Lombardia.

La manifestazione bretone, dedicata quest’anno alle tradizioni e alla cultura d’Irlanda, ambisce a unire popoli e culture diverse, a sperimentare e mescolare generi musicali e artistici di varia provenienza attraverso convegni, laboratori, dibattiti, spettacoli, tornei e concerti. Protagonisti di quest’anno sono la cantante Suzanne Vega (il 5 agosto), la band scozzese Salsa Celtica e l’immancabile campionato nazionale di cornamuse che vede riuniti gli strumenti più strani e antichi, come gli ipibroch, dalla Scozia, e i legaïtas dalla Spagna. Anche quest’anno l’invasione celtica si ritrova nel Palais des Congrès, al Grand Théatre, nella chiesa di san Luigi, al porto di Keroman, nello stadio Parc de Moustoir e sotto i tendoni del “villaggio celtico”, ricostruito di fronte al municipio. Ovunque, durante i giorni del Festival, l’atmosfera è suggestiva e gioiosa e non solo per la presenza di migliaia di artisti in costume tradizionale e di centinaia di migliaia di pinte della migliore birra artigianale.

E’ l’occasione giusta per seguire un corso di lingua bretone o le lezioni di danza tradizionale; di conoscere un nuovo strumento musicale o di imparare a cucinare ricette locali. Il programma della manifestazione è ricchissimo e tanti sono gli appuntamenti, i giochi e i concorsi (quasi tutti gratuiti) ma la spettacolare parata delle nazioni celtiche, che conclude il Festival, è assolutamente da non perdere: più di 3.500 musicisti, cantanti, bande e danzatori da tutto il mondo celtico sfilano per le vie cittadine indossando il costume nazionale in un tripudio di colori e di suoni. La scelta di Lorient è perfetta: strategicamente posizionata di fronte all’oceano Atlantico e alle spalle di una foresta ricca di leggende, dolmen e simboli celtici. La cittadina, quasi interamente distrutta durante la Seconda guerra mondiale, conserva intatta la base degli U-Boot, i sommergibili tedeschi, nel porto di Keroman. Presso la base, capolavoro d’ingegneria militare, si trova anche l’esposizione permanente della Cité de la Voile Éric Tabarly, sul mondo del mare e dei marinai. Il territorio bretone che ospita Lorient è un susseguirsi di cittadine medievali con case a graticcio e antichi resti celtici, con simboli e testimonianze del passaggio di cavalieri e santi, tutti personaggi di storie sempre in bilico tra la realtà e la leggenda.

E’ la terra di re Artù, del mago Merlino e della magica foresta di Brocelandia, oggi conosciuta con il nome di Paimpont; è la terra ricoperta di monumenti megalitici, enormi pietre magiche raccolte in gruppi o lasciate da sole a compiere strani riti. Come fecero i nazisti che le ricoprirono di cemento armato per proteggere i loro sommergibili, trasformandoli in hangar preistorici. O, meglio, come riuscirono a salvare miracolosamente l’intera foresta dal terribile incendio del 1990. Alle spalle di Lorient si entra nella foresta punteggiata di menhir e castelli disabitati, non prima di aver attraversato la cittadina di Josselin, con le sue case medievali aggrappate a un castello del XIV secolo sul fiume Oust: è una fortezza sul lato ovest e un raffinato palazzo a est. C’è un antico castello anche nel cuore della foresta, affacciato sulle acque del lago che Merlino aveva creato per proteggere l’amata Viviana: è il maniero di Comper, meta degli appassionati del ciclo di re Artù e dei cavalieri della Tavola rotonda, che racchiude tante leggende e storie di magia. Tornando verso l’oceano si attraversa la penisola di Quiberon, che regala panorami spettacolari lungo i sentieri e le scogliere della Côte Sauvage, in particolare il grande e suggestivo arco di roccia di Port Blanc, scavato dalla forza del mare. Di grande atmosfera è anche la cattedrale di Vannes, poco oltre il golfo di Morbihan, mentre all’interno si arriva al capoluogo Rennes, dove merita una visita l’antico parlamento bretone del 1618, un altro dei luoghi storici per chi ama la cultura bretone.
ansa

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