(di Marzia Apice)
Gli scarponi ben piantati sul terreno, una moltitudine di passi per condividere una strada di conoscenza sulle tracce della memoria: sta per mettersi in cammino l'esercito di "moderni pellegrini" che parteciperà alla quinta edizione del festival "Via Francigena Collective Project 2015", in programma da giugno a ottobre e promosso dall'Associazione Europea delle Vie Francigene e dall'Associazione Civita.
Oltre 400 eventi (circa il 30% in più rispetto allo scorso anno), per lo più gratuiti, che si snodano lungo i Paesi (Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia) e le migliaia di chilometri di quella che appare la più "grande infrastruttura immateriale, culturale e spirituale d'Europa", come ha affermato oggi a Roma Sandro Polci, direttore artistico del festival, sottolineando "la costante crescita della manifestazione, il cui cammino spirituale si dirama come un albero verso tre mete, Roma, Gerusalemme e Santiago". "Il festival costa solo 20 mila euro e rappresenta una forma di unione nella diversità", ha proseguito specificando la convenienza per le varie strutture turistiche di ospitare chi sceglie di viaggiare camminando: "si tratta di una redditività differita, perché per ogni pellegrino ne arrivano altri quattro".
Mostre, trekking, visite guidate, festività religiose, mercatini, artigianato e prodotti tipici, in un'infinita serie di alternative, tutte orientate alla qualità. Molteplici anche i soggetti coinvolti: l'Unione Nazionale delle Pro Loco italiane con il progetto 'Camminitaliani' e il concorso Cammini e sentieri, il Comune di Roma che promuove le Vie Romane del tratto meridionale, l'Opera Romana Pellegrinaggi con il Cammino della Pace da Betlemme a Gerusalemme, il FAI con il cammino da Assisi al bosco di Francesco, e poi ancora regioni, associazioni e privati. E se "insieme" è la parola d'ordine e la pluralità rappresenta il segno distintivo della manifestazione, non potevano mancare nel programma gli appuntamenti mirati al superamento di ogni diversità: previsti infatti percorsi ed escursioni che vedono fianco a fianco normodotati e disabili a cura di Federtrek.
Seguendo il tema "Culture e colture dei paesaggi" e proponendo una riflessione attiva e gioiosa sul turismo responsabile, l'economia sostenibile e lo spirito di condivisione del vero pellegrino, il festival, pur avendo una vocazione spiccatamente spirituale, ambisce a rivolgersi a un pubblico più ampio, senza connotazioni né distinzioni. E con un occhio sempre attento alla valorizzazione del territorio non solo culturale ma in termini economici. "Il festival non ha confini infrastrutturali", ha detto Nicola Maccanico, vice presidente di Civita, "il valore sta nella sinergia tra enti locali e centrali, tra turismo e cultura, tra storia e contemporaneità, ma anche nel ragionare pensando all'Art Bonus e all'Europa 2020".
Camminare e lasciare che la storia torni a parlare al presente: un'idea di turismo lento, che si prende il proprio tempo, evitando l'omologazione (come suggerisce anche l'immagine-icona della Via Francigena vista dallo spazio realizzata da Esa-Nasa) e privilegiando le peculiarità specifiche dei vari territori coinvolti. Senza dimenticare però che la sostenibilità parte dall'organizzazione: il festival parla di sé senza stampare su carta, ma smaterializzando tutto sulla Rete, attraverso un sito internet che permette di scoprire tutti gli appuntamenti navigando in modo mirato
Oltre 400 eventi (circa il 30% in più rispetto allo scorso anno), per lo più gratuiti, che si snodano lungo i Paesi (Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia) e le migliaia di chilometri di quella che appare la più "grande infrastruttura immateriale, culturale e spirituale d'Europa", come ha affermato oggi a Roma Sandro Polci, direttore artistico del festival, sottolineando "la costante crescita della manifestazione, il cui cammino spirituale si dirama come un albero verso tre mete, Roma, Gerusalemme e Santiago". "Il festival costa solo 20 mila euro e rappresenta una forma di unione nella diversità", ha proseguito specificando la convenienza per le varie strutture turistiche di ospitare chi sceglie di viaggiare camminando: "si tratta di una redditività differita, perché per ogni pellegrino ne arrivano altri quattro".
Mostre, trekking, visite guidate, festività religiose, mercatini, artigianato e prodotti tipici, in un'infinita serie di alternative, tutte orientate alla qualità. Molteplici anche i soggetti coinvolti: l'Unione Nazionale delle Pro Loco italiane con il progetto 'Camminitaliani' e il concorso Cammini e sentieri, il Comune di Roma che promuove le Vie Romane del tratto meridionale, l'Opera Romana Pellegrinaggi con il Cammino della Pace da Betlemme a Gerusalemme, il FAI con il cammino da Assisi al bosco di Francesco, e poi ancora regioni, associazioni e privati. E se "insieme" è la parola d'ordine e la pluralità rappresenta il segno distintivo della manifestazione, non potevano mancare nel programma gli appuntamenti mirati al superamento di ogni diversità: previsti infatti percorsi ed escursioni che vedono fianco a fianco normodotati e disabili a cura di Federtrek.
Seguendo il tema "Culture e colture dei paesaggi" e proponendo una riflessione attiva e gioiosa sul turismo responsabile, l'economia sostenibile e lo spirito di condivisione del vero pellegrino, il festival, pur avendo una vocazione spiccatamente spirituale, ambisce a rivolgersi a un pubblico più ampio, senza connotazioni né distinzioni. E con un occhio sempre attento alla valorizzazione del territorio non solo culturale ma in termini economici. "Il festival non ha confini infrastrutturali", ha detto Nicola Maccanico, vice presidente di Civita, "il valore sta nella sinergia tra enti locali e centrali, tra turismo e cultura, tra storia e contemporaneità, ma anche nel ragionare pensando all'Art Bonus e all'Europa 2020".
Camminare e lasciare che la storia torni a parlare al presente: un'idea di turismo lento, che si prende il proprio tempo, evitando l'omologazione (come suggerisce anche l'immagine-icona della Via Francigena vista dallo spazio realizzata da Esa-Nasa) e privilegiando le peculiarità specifiche dei vari territori coinvolti. Senza dimenticare però che la sostenibilità parte dall'organizzazione: il festival parla di sé senza stampare su carta, ma smaterializzando tutto sulla Rete, attraverso un sito internet che permette di scoprire tutti gli appuntamenti navigando in modo mirato
Nessun commento:
Posta un commento