A Roma il ministro Alfano, Eraldo Affinati e padre Spadaro hanno presentato il XXXVIII Meeting di Rimini

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Roma - Il Meeting di Rimini è sempre occasione di una ripresa. Non solo perché si colloca al termine della pausa estiva, quando ci sia appresta a riprendere l’attività in tutti i settori della vita del nostro Paese. Ma perché con i suoi temi trasversali (in passato a volte anche di decodificazione piuttosto impegnativa) «vuole favorire un dialogo senza barriere», come spiega la presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri, «e lanciare messaggi costruttivi, mettendo in relazione mondi diversi». 

La presentazione 

Così l’appuntamento di giovedì 22 giugno alle 18 alla Pinacoteca del Tesoriere di Roma, la presentazione della XXXVIII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli ha visto dialogare il presidente del Meeting con tre protagonisti quali il ministro degli Esteri Angelino Alfano, il direttore de La Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro ed Eraldo Affinati, insegnante e scrittore. 

Punto di partenza, il titolo dell’edizione 2017 del Meeting, tratto dal Faust di Goethe, “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo”. 

«Ma noi cosa abbiamo ereditato? E che cosa dunque dovremmo riguadagnare?», ha detto in apertura Emilia Guarnieri. «In questo crollo generale delle evidenze, delle certezze, riguadagnare significa tornare a qualcosa di passato? L’immagine del manifesto, dell’albero, radicato a terra nelle solide radici e slanciato nella fantasia variopinta dei suoi rami, è l’immagine plastica che riguadagnare ha a che fare col nuovo, con la creatività con la libertà di un nuovo inizio. Che ogni uomo sia consapevole di ciò che ha ereditato, della ricchezza di cui è portatore, è fondamentale perché ci si possa lanciare verso un nuovo inizio». Cosa c’è quindi da riguadagnare? Per la presidente del Meeting «la speranza, il desiderio del bene, la solidarietà, c’è da riguadagnare un’esperienza reale di Europa, un’idea certa di costruzione comune, di politica, un interesse reale ai giovani e al loro futuro… tutte cose che abbiamo ereditato!» 

Padre Spadaro si è buttato a capofitto nel tema della rassegna riminese: «Il modo per riguadagnare l’eredità ricevuta dei padri è la libertà», così è iniziata la sua riflessione, «niente è scontato nel passaggio tra le generazioni. Ciò che ricevo è mio se attraversa la mia libertà. E dove c’è libertà, c’è inquietudine. Nulla è mio se non attraversa la mia personale inquietudine. Se questo non avviene la mia vita diventa una “bottega di restauro” o un “laboratorio di utopie”». Ciò che mi appartiene, ha spiegato ancora il direttore de La Civiltà Cattolica, «mi appartiene perché si è avvicinato alla mia inquietudine e l’ha attraversata impastandosi con me e lanciandomi verso il desiderio di un futuro da costruire». 

Per questo motivo, prosegue la riflessione del gesuita, l’eredità, che si trasmette di padre in figlio, è una eredità di inquietudini che la storia ha plasmato e modellato anche nella vita dei popoli. «Sorprendentemente per papa Francesco i padri, gli “anziani” sono coloro che sognano», ha osservato Spadaro. «I giovani invece sono coloro che hanno visioni. Per Bergoglio, in questa catena di sogni e visioni, se i padri sono incapaci di narrare i loro sogni non permettono alle giovani generazioni di avere visioni, di fare progetti, dal momento che il futuro genera insicurezza, sfiducia, paura. Questo ci serve oggi: riappropriarci della “pace dell’inquietudine”, quella che non ci inabissa nel vortice delle paure, ma ci fa respirare la statura della nostra umanità». 

A don Lorenzo Milani, a due giorni dalla visita di papa Francesco a Barbiana, si è richiamato Affinati, citando una frase del suo recente L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani (Mondadori, 2016). «C’è un punto in cui l’educatore accetta la propria impotenza, esce dal tribunale della storia e torna alla lavagna chinando il capo», così lo scrittore ha aperto la sua riflessione sul tema del Meeting. «Fu in seminario che Lorenzo cominciò a capire come si dovrebbe sentire chi insegna agli adolescenti difficili: un po’ sconfitto, un po’ vittorioso. Non significa forse questo essere padri?» 

La parola infine al ministro Alfano: «A Rimini, con il Segretario Generale Nato Stoltenberg, ho scelto di affrontare il tema della sicurezza», è la sua dichiarazione. «L’Italia è stato, finora, un Paese sicuro. Abbiamo dimostrato che si può coniugare solidarietà e sicurezza in un mondo in cui – è bene ricordarlo - il rischio zero non esiste, impegnandoci a contrastare quelle visioni populistiche che vorrebbero minare i valori fondamentali su cui è fondata la nostra società». 

Filoni e personaggi 

Guarnieri infine ha presentato a grandi linee i filoni principali del Meeting di quest’anno, che si terrà da domenica 20 a sabato 26 agosto. La giornata di apertura vedrà l’intervento del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, mentre l’incontro di presentazione del tema si terrà martedì 22 con Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme. Elemento centrale della giornata conclusiva del Meeting, sabato 26, sarà invece l’intervento del segretario di stato di Sua Santità, cardinale Pietro Parolin. 

Tra gli ospiti di questa edizione (quasi impossibile fare una cernita tra i quasi trecento relatori, per un totale di circa 120 incontri), oltre al già citato Stoltenberg, Gherardo Colombo, Antonio Tajani ed Enrico Letta, gli economisti Erik Jones, Dennis J. Snower, Jeromin Zettelmeyer e Domenico Lombardi, l’inviato UE per la libertà religiosa Ján Figel’ e l’intellettuale francese Olivier Roy. Sul fronte del dialogo tra religioni e paesi ci saranno il rabbino David Rosen dell’American Jewish Committee, così il libanese musulmano Mohammad Sammak, ma anche Nassir Abdulaziz Al-Nasser, in rappresentanza del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Ascolteremo testimonianze quali quelle dello chef venezuelano Sumito Estevez, della suora ugandese Rosemary Nyirumbe e del nuovo Custode di Terra Santa padre Francesco Patton, ma anche dei sindaci di Aleppo, Parigi, Tel Aviv e Damasco. Di integrazione e nuove generazioni parlerà la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e di emigrazioni il noto demografo Massimo Livi Bacci dell’Università di Firenze. Sul fronte scientifico ci saranno tra gli altri l’allievo di Noam Chomsky Andrea Moro, insieme a Giorgio Vallortigara, neuroscienziato, e un esperto internazionale di intelligenza artificiale quale Nello Cristianini. Largo spazio come sempre ai temi dell’economia e del lavoro con il presidente Confindustria Vincenzo Boccia e la segretaria generale Cisl Annamaria Furlan, ma anche l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, il sociologo Mauro Magatti, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti e il suo collega allo Sviluppo Economico Carlo Calenda, l’ad di Wind Tre Maximo Ibarra, Ernesto Ciorra, direttore innovazione in Enel e Stefano Barrese, responsabile divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. Ha confermato la sua presenza anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, così come il presidente emerito della Camera Luciano Violante, che parlerà di crisi delle democrazie e il presidente di Cercare ancora Fausto Bertinotti, mentre il sottosegretario Gabriele Toccafondi interverrà sui temi della scuola. Il Meeting è anche arte, con la direttrice della Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma Cristiana Collu e Adrian Paci, artista di fama internazionale 

Le mostre 

Sul fronte delle mostre per una presentazione in dettaglio rimandiamo al sito internet www.meetingrimini.org. Si toccheranno comunque i temi delle nuove generazioni e dei volti giovani dell’Italia multietnica, ma anche del lavoro, a partire dalle domande poste dai giovani che si affacciano nel mondo delle professioni. La mostra “Il passaggio di Enea” presenterà opere di importanti artisti contemporanei che riflettono sull’eredità, e quindi il debito, con il passato, mentre Fondazione Russia Cristiana in occasione del centenario propone un’esposizione su “Russia 1917. Il sogno infranto di un mondo mai visto”. A cura dei francescani di Terra Santa invece la mostra “La terra più amata da Dio. La Custodia di Terra Santa”. 

Gli spettacoli 

Per quanto riguarda gli spettacoli, si esordirà domenica 20 con un’edizione con oltre 170 persone in scena della Madama Butterfly di Puccini con la China National Opera House. Il Meeting “incontrerà” tre cantautori che con la loro traiettoria umana e musicale hanno lasciato il segno: Fabrizio de Andrè con “Come una specie di sorriso”, con Neri Marcorè e il GnuQuartet, Enzo Jannacci con lo spettacolo “Le scarpe del tennis” ma anche il forlivese Claudio Chieffo con “Canzone per te”, a cura del figlio Benedetto. “Solaris” porterà la fantascienza a teatro con la regia di Paolo Bignamini, mentre un grande attore come Massimo Popolizio proporrà “Padre e figlio”, un testo di Fabrizio Sinisi che prende spunto dal tema del Meeting parlando di personaggi biblici come Caino e Abele, Abramo e Isacco, Giacobbe ed Esaù. “SdisOrè”, inoltre, proporrà la riscrittura dell’Orestea di Eschilo ad opera di Giovanni Testori con la regia di Gigi Dall’Aglio e l’interpretazione di Michele Maccagno, vincitore del premio Nazionale Franco Enriquez come migliore attore proprio per SdisOrè. “Un sussulto al cuore”, infine, è il titolo del concerto per orchestra e coro, con musiche e direzione del maestro Emmanuele Lo Russo. 

Sport e Villaggio ragazzi 

Non mancherà poi certamente lo sport, con tornei e manifestazioni rivolte a persone di tutte le età, in collaborazione con CSI e con le Scholas Occorrentes, progetto per i giovani di respiro internazionale nato a Buenos Aires nel 2001, quando Jorge Bergoglio era arcivescovo. Nel Villaggio ragazzi infine i più piccoli sono attesi da laboratori creativi con attività manuali, giochi da tavolo, teatrino delle marionette, la libreria “animata” per far volare la fantasia, ma anche le mostre “Con gli occhi di Marcellino”, che ci farà scoprire l’attualità del film “Marcellino pane e vino”, “Io Pinocchio” e “Presepe… che meraviglia”. 

«Questo Meeting», conclude Emilia Guarnieri, «vorrà essere anche la scommessa sul fatto che la consapevolezza dell’identità apre all’altro, alle nuove sfide, alle questioni drammatiche che abbiamo di fronte, al lavoro, alla sfida delle nuove tecnologie, alla giustizia, alla educazione, alle migrazioni, alla convivenza civile, al dramma di paesi più poveri del nostro, al vuoto esistenziale che genera violenza, alla libertà religiosa e civile che manca in tanti paesi, alle guerre. Non parleremo di tutto, ma questo è l’orizzonte che vogliamo portare nel cuore».
fonte: comunicato stampa

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