Turismo: Airbnb supera i 500 milioni di ospiti dal 2008


Mezzo miliardo di ospiti dal lontano 2008 quando Brian Chesky e Joe Gebbia, fondatori di Airbnb, accolsero le prime tre persone a dormire su un materassino ad aria (da qui il nome della piattaforma) nel soggiorno di casa loro. Oggi, sei viaggiatori al secondo effettuano un check in su Airbnb, e in tutto il mondo sono presenti oltre sei milioni di annunci in 191 Paesi e 81.000 città e ben 23 milioni di viaggiatori sono accolti in Italia nel solo triennio 2016-2018. E le sistemazioni sono le più disparate: dalle oltre duemila case sull'albero gli oltre quattromila castelli passando per yurte afghane, igloo e addirittura autobus. 

Le proposte presenti sulla piattaforma sono più numerose delle stanze offerte dai sei principali gruppi alberghieri del mondo. Paragonato a una nazione, sarebbe come se a viaggiare fosse l'equivalente della popolazione dell'intera Unione Europea. 

Il 70% dei viaggiatori appartiene alla generazione dei millennial, e ha speso in totale più di 31 miliardi di dollari in vacanze all'insegna dell'ospitalità in casa. Ma l'home sharing non ha età - se quando si parla di ospiti questo fenomeno è particolarmente amato dai giovani, dal punto di vista degli host è la fascia over 60 a crescere, con picchi addirittura tra chi supera gli 80 anni. A livello economico, dal 2008 gli host hanno guadagnato, in totale, 65 miliardi di dollari - i superhost 8,94 miliardi, di cui 1,47 solo nel 2018. Interessante notare che chi sceglie Airbnb crede in questo modo di viaggiare, infatti oltre 1,5 milioni di utenti sono sia ospiti, sia host a loro volta. 

Il guest Airbnb si conferma sempre più alla ricerca di un'esperienza lontana dai circuiti turistici tradizionali: nel 2018 infatti solo il 13% dei viaggiatori ha optato per le prime 10 destinazioni disponibili sul portale, contro l'86% del 2009. L'Europa è il continente preferito dove pianificare un viaggio, e la destinazione preferita per il 45% della community. 

Secondo i dati rilevati da Airbnb, gli ospiti continuano ad apprezzare come agli esordi il contatto con l'host: in tutti i continenti, oltre la metà (56%) delle 5 soluzioni più popolari sono stanze disponibili in case condivise. Anche in Italia questo trend è confermato. Infatti, l'annuncio più prenotato nel nostro Paese (e al quinto posto tra i più prenotati in Europa) è una stanza in una casa in condivisione: la casa di Martina, a Venezia. Martina si è trasferita a Venezia per studiare, e ha iniziato a condividere la propria casa dal 2011. 

In Italia è bollente la questione della tassazione per le piattaforme di home sharing: a inizio febbraio il Tar del Lazio, bocciando il ricorso di Airbnb, ha stabilito che dovrà applicare la legge sugli affitti brevi, che impone alle piattaforme online di trattenere dagli utenti il 21% di tasse dai compensi destinati agli host, i proprietari delle case, e di versarlo al fisco. La piattaforma ha già annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.

ansa

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