È ripartito il programma «I viaggi del cuore»

 

Con la dolcezza di sempre, don Davide Banzato è tornato ad accompagnarci dentro lo splendore di santuari e luoghi cristiani, a rimetterci in contatto con le storie straordinarie di santi e beati, a farci incontrare vite comuni in cammino, con le loro storie di speranza e pace prodotte dalla fede. Da  domenica  13 settembre, alle 9 del mattino, come sempre su Rete4, per un appuntamento che si rinnova ormai dal 2016, è ripartito I viaggi del cuore, il programma trasmesso anche all’estero sul canale internazionale Mediaset Italia. Si è rimesso in moto quell’osservare scorrevole ma denso di sostanza, quel  passeggiare distensivo  in equilibrio tra cultura, arte e storia legate tra loro per comunicare la bellezza profonda del cristianesimo.

La prima tappa di questa nuova edizione è stata Loreto: «Una puntata ricca — ci ha detto don Davide Banzato, parlandoci del programma e delle sue novità — da quel santuario che ha tanto da dire, da raccontare». È uno tra i pochi casi di Basilica fortezza, è tra i santuari mariani più famosi al mondo. Le telecamere di I viaggi del cuore lo attraversano, lo ammirano da vicino e da lontano, lo accarezzano con inquadrature suggestive che abbracciano il verde e l’azzurro del paesaggio intorno e i suoi scorci, le sue forme fino a giungere con delicatezza tra le mura della Santa Casa di Maria di Nazareth, dove  padre Giuseppe Santarelli, storico del Santuario, offre informazioni preziose che sono l’ennesimo frammento di quella  comunicazione calma, dettagliata ma accessibile che caratterizza I viaggi del cuore.

«Cerchiamo di parlare a tutti — ha spiegato don Davide — anche se abbiamo un pubblico affezionato, credente». La scelta di essere un programma popolare, però, non significa affatto scarsa  qualità visiva, anzi: «Se  c’è una cifra che ci caratterizza è proprio quella della bellezza. Dal 2016 abbiamo scelto di girare sempre all’aperto, senza studio e con ben cinque telecamere. Abbiamo un direttore della fotografia molto attento e cerchiamo di parlare valorizzando l’immagine. Non ci risparmiamo dal punto di vista della sua qualità».

All’attenzione per la forma si accompagna quella per i contenuti: esperti, scrittori, studiosi e giornalisti si aggiungono al viaggio mettendo a disposizione le loro competenze e la loro professionalità, ma I viaggi del cuore dà voce anche alla gente comune: «Con Maria ho un rapporto di figliolanza — racconta una donna in cammino con altri pellegrini sulla via Lauretana — da lei vorrei imparare tutto, come si è comportata nella vita, il suo sacrificio, l’amore verso il figlio e verso tutta l’umanità».

Sono occhi che brillano di sincerità, di quella «realtà» cercata dal programma e viva anche sul volto di David, 28 anni, che grazie al percorso con Nuovi Orizzonti da un anno e mezzo vive presso la casa di formazione al volontariato di Como, dove ha ritrovato quel «desiderio di vivere, di sognare e di fare cose belle» che a un certo punto aveva «perso, dimenticato».

È una storia di speranza, la sua, di rinascita come ce ne sono in ogni puntata «perché chiunque guardi, chiunque abbia una problematica simile, possa dire: “se ce l’ha fatta lui posso farcela anch’io”». David chiude l’inizio di questa nuova stagione caratterizzata da una bella novità: la presenza di Missioni Don Bosco per raccontare la situazione di diversi Paesi  nei vari continenti in cui i salesiani operano in prima linea.

«La pandemia — ha spiegato don Davide — come anche il Papa ha sottolineato, ci ha reso consapevoli di quanto siamo interconnessi e legati come un’unica famiglia, ma ha anche evidenziato le grandi differenze sociali che ci sono e che purtroppo rischiano di acutizzarsi. Così abbiamo pensato di inserire nel programma, proprio grazie a Missioni Don Bosco — che è una delle realtà più diffuse nel mondo — il racconto di diversi Paesi e ciò che i missionari fanno globalizzando il bene. Abbiamo pensato di farlo conoscere a chi segue il programma insieme alle criticità di Paesi lontani da noi, ma in realtà anche molto vicini».

Erano state progettate puntate all’estero: India, Kenia, foresta amazzonica, ma la pandemia ha cambiato i piani e quel progetto è stato momentaneamente accantonato. «A quel punto abbiamo cercato di recuperare l’idea inserendo in ogni puntata un missionario che ha vissuto (o vive) in un Paese in missione  svelandoci i progetti che la Chiesa porta avanti localmente».

Le parole di Giampietro Pettenon — presidente delle Missioni Don Bosco — sottolineano, nella prima puntata, la presenza massiccia dei missionari da più di quarant’anni un po’ in tutti i Paesi dell’Africa, soprattutto nelle periferie delle grandi città. All’inizio provenivano dall’Europa, «ora invece i salesiani sono circa 1.300 e la maggior parte di questi sono africani. È questa la cosa bella — aggiunge Pettenon — don Bosco si è radicato in Africa con il popolo africano». A San Giovanni Bosco e Valdocco sarà dedicato ampio spazio nella puntata su Torino: «Principalmente una puntata monografica», ha anticipato don Davide, parlando anche di quella in Irpinia, «diversa dalle altre, un po’ avventurosa» e di quelle sulle catacombe romane. E poi Genova, «dove creeremo qualche legame con la comunità, visto quello che è successo due anni fa», e Laverna, «interamente dedicata al luogo delle stimmate e al rapporto con san Francesco».

Infine la puntata in Umbria: «Terra ricca di santi e santuari, che vogliamo girare più avanti per cogliere appieno l’esplosione di colori nella regione». Senza dimenticare il presente, il tempo difficile che viviamo. I viaggi del cuore lo fa in più modi: «rilanciando, sostenendo luoghi di culto che comunque, per quanto possano essere attrattivi, hanno subito un contraccolpo dalla pandemia» e dando la possibilità a persone «malate, o che non possono viaggiare, tanto più con la pandemia, di conoscere e fare un pellegrinaggio virtuale». C’è stata poi l’idea di riempire lo spazio Spirithterapy di Chiara Amirante raccogliendo le tante richieste di aiuto ricevute (anche attraverso i centri di ascolto di Nuovi Orizzonti) in questo tempo di pandemia e lockdown:  «Abbiamo raccolto le domande più ricorrenti sulle paure del presente e del futuro, sullo smarrimento a causa della solitudine, della perdita del lavoro e di identità. Nel percorso creato da Chiara Amirante c’è un tema fondamentale: il bisogno di ogni essere umano di amare ed essere amato. Noi rispondiamo a quel bisogno: la Spirithterapy indica le vie — principalmente quelle del Vangelo — che offrono risposte alle problematiche  quotidiane che la pandemia ha accelerato». 

C’è tanta bellezza, insomma, dentro I viaggi del cuore, tra cui una invisibile, celata per ora dietro le quinte, anche se nelle ultime puntate verrà fuori: è il progetto Ciak si gira, finanziato da L’impresa sociale per i bambini. «Mi sta molto a cuore — ha detto don Davide spiegandolo — abbiamo preso ragazzi dai 13 ai 17 anni a rischio di abbandono scolastico e disagio giovanile e abbiamo dato loro la possibilità di appassionarsi a un progetto attraverso la relazione con professionalità del settore. Sono stati seguiti per un anno, a livello didattico e sui  set  televisivi tra cui quello di I viaggi del cuore. Il progetto prevede che si specializzino in un settore specifico, trovino la loro professionalità e realizzino un format in onda a livello nazionale. Li responsabilizziamo, vogliamo dare un’alternativa a problematiche che potrebbero ingrandirsi. La chiave è renderli protagonisti, mostrargli che se hanno un sogno lo possono realizzare, ma occorre tempo, energia, studio e sacrificio. Ragioniamo a lungo termine: il progetto, attivo da un anno, ne durerà quattro e dopo due anni i ragazzi che lo hanno realizzato diventeranno tutor degli altri».

Quando ne parla, a don Davide viene in mente quella frase di don Bosco sull’esistenza di un punto accessibile al bene presente in ogni ragazzo.

di Edoardo Zaccagnini /  Osservatore

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