Federer all'inaugurazione di fronte alla gigantesca fontana di cioccolato
Come trasformare un luogo comune in un luogo e basta. Potrebbe essere lo slogan per la “Lindt Home of Chocolate”, inaugurata qualche giorno fa nei pressi di Zurigo. E sì, perché se il luogo comune vuole la Svizzera patria del cioccolato, adesso è aperto al pubblico un vero e proprio “santuario” dedicato al cibo degli dei.
Intendiamoci, la “Home” non è il primo “museo” dedicato al cioccolato. Chi scrive, ad esempio, ha visitato lo Hershey Chocolate World in Pennsylvania e la Swiss Chocolate Adventure, l’allestimento realizzato dalla stessa Lindt nel contesto del Museo dei Trasporti a Lucerna, sempre in Svizzera. La “Home” vuole però essere il punto di riferimento per eccellenza sia per la grande massa dei consumatori, indirizzati a vedere nella Lindt “il” marchio del cioccolato, sia per il pubblico non piccolo dei “musei aziendali”, quelli che quando viaggiano visitano la Fondazione Prada e il Museo Ferrari, la Guinness Storehouse e il nostro Spazio La Stampa.
Ma vediamo ora un po’ più da vicino questa Home of Chocolate, affacciata sul lago di Zurigo a pochi km. dal centro della città e ben collegata — siamo in Svizzera — ad essa. Siamo infatti a Kilchberg, sede storica sin dal 1899 della “Lindt & Sprüngli” e quando Roger Federer — testimonial del marchio — ha inaugurato il nuovo edificio augurandosi di essere il primo dei 350mila visitatori attesi, Covid permettendo, ogni anno, i fortunati presenti non hanno potuto fare a meno di essere calamitati dalla prima attrazione del sito: una fontana di cioccolato alta 9 metri.
Ma, al di là della pantagruelica e forse un filo esagerata installazione, c’è molto altro, a partire dai 1500 metri quadri della sezione multimediale che racconta la storia del cioccolato, dalla scoperta della pianta del cacao sino ai pionieri del cioccolato svizzero e all’evoluzione attuale dell’industria.
Al termine del percorso, è quasi scontato imbattersi nella grande sala della degustazione dove ai visitatori, sin lì stuzzicati a dovere, è concesso di assaggiare i diversi tipi di cioccolato senza limite di quantità; un “all you can eat” micidiale per il metabolismo di chi non saprà contenersi anche se la sezione si chiama “Chocolate Heaven”, Paradiso.
Non è finita, perché nella “Chocolateria” i visitatori, se non prostrati dall’assaggio, potranno mettersi alla prova sotto la guida dei “maîtres chocolatiers” creando barrette personalizzate nella composizione e nella forma e, poi, sbirciare nell’impianto pilota in cui si fa sul serio. Lì, infatti, gli stessi maîtres sviluppano nuove ricette e perfezionano le tecniche mentre gli ospiti possono assistere alle principali fasi del processo di produzione.
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