Tutto di Raffaello celebre ritratto di Leone X

 

FIRENZE - Le figure dei cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi, che affiancano Leone X nel celebre dipinto del 1518 di Raffaello Sanzio, non furono aggiunte in un secondo momento ma sono opera della mano dell'Urbinate: è quanto emerso dalle analisi analisi diagnostiche effettuate all'Opificio delle Pietre Dure durante il restauro dell'opera protagonista della mostra 'Raffaello e il ritorno del Papa Medici - restauri e scoperte' a Palazzo Pitti (27 ottobre-31 gennaio 2021), curata dal soprintendente dell'Opificio Marco Ciatti e dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt.
    Il restauro, iniziato nell'autunno 2017, si era reso necessario per la presenza di numerosi piccoli, pericolosi sollevamenti degli strati pittorici originari. Anche il supporto ligneo, che iniziava a mostrare alcune rigidità, è stato restaurato. Grazie alle tecniche radiografiche, fotografiche, di imaging, di microscopia ottica, a scansione microprofilimetrica, è stato possibile rintracciare integralmente la 'trama' disegnata in origine da Raffaello, e stabilire che tutta l'opera è integralmente dovuta alla sua mano.
    La mostra, presentata oggi a Firenze, sarà aperta al pubblico da domani nella sala delle Nicchie della Galleria Palatina di Palazzo Pitti. L'opera torna a Firenze dopo più di due anni di restauro all'Opificio, e la trasferta a Roma per la grande esposizione alle Scuderie del Quirinale. Al termine dell'esposizione il dipinto troverà collocazione nella sala di Saturno della Galleria Palatina, in compagnia di una serie di capolavori di Raffaello. (ANSA).

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